CAMPANE A SANGIOCONDO
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Di Dolores Prato tutti sembrano essersi dimenticati anche se siamo di fronte a una delle massime scrittrici del '900. Questo piccolo grande libro ne è un esempio. Concerti di campane scandiscono il ritmo di un piccolo paese delle colline marchigiane, archetipo delle dinamiche di vita di una modesta comunità nel periodo fascista. Tutto ruota intorno a un giovane parroco, Don Pacì, dall'aspetto eroico, anticonformista, rivoluzionario che crede in un cristianesimo vero in cui la parola comunità esiste davvero. Ovviamente, in periodo fascista, tutto questo verrà preso per comunismo e osteggiato dalla Curia. Ma il parroco continuerà a dire che lui con Marxe, così lo chiama, non ha nulla a che fare.
Testardamente convinto delle sue idee, amato da tutti per la generosità e semplicità con cui conduce la propria vita, verrà alla fine segregato messo da parte in quanto considerato pericoloso, estremista, troppo moderno per una Curia ancora bigotta e incapace di guardare a una Chiesa più aperta al mondo esterno.
Richiamato dalla sua gente che, senza la sua lungimirante, tollerante e sana saggezza non sa vivere, perirà per un banale errore proprio per salvare uno di loro.
Libro scritto con un'enorme quantità di dettagli linguistici propri della scrittrice Dolores Prato già autrice di Giù la Piazza non c'è nessuno. Ricche le descrizioni dei luoghi e delle persone che riescono a rievocare, in presa diretta, quanto viene detto. Potente la forza dell'amore di quest'uomo: lo porta in sé e sa trasmetterlo a tutti coloro che hanno a che fare con lui. Tutto ciò non stride affatto con la veste indossata ma anzi ne valorizza il significato più profondo: quel riuscire a donare agli altri senza ricevere nulla in cambio.
Bel libro. Ricco di valori, quando ancora si credeva che l'amore e la bontà si potessero insegnare per farne un perno della propria esistenza.