MAMMACQUA
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Nella postfazione a Mammacqua, dell'editore Round Robin, Paco Desiato introduce la sua opera spiegando che "quando sono stato contattato per realizzare questa graphic novel sul movimento dell'acqua pubblica a Napoli ho detto all'editore che mi sarei preso un po' di tempo per capire se mi si accendeva una lampadina in testa".
Mammacqua ripercorre il successo del movimento dell'acqua pubblica a Napoli, e lo fa riuscendo a evitare la freddezza che è naturale nelle opere puramente documentarie, e raccontando di più. È a questo punto che Paco termina il lavoro che gli è stato commissionato e si profonde nell'opera che, non posso dubitarne, era la lampadina che non aveva bisogno di essere accesa, già lo era: la sua luce andava solo diretta sulla pagina.
Con gli occhi di Sebeto e Partenope seguiamo così la storia di due ragazzi napoletani dall'infanzia all'età adulta, due vite normali per una città speciale come Napoli, con sogni, voglia di crescere, di fare esperienze lontane, attivismo, piccoli soprusi ed episodi di semplice umanità. La loro storia s'intreccia più volte fino all'eucatastrofe finale, che è già un conforto per il lettore ormai preso dalla vicenda.
Eppure, lì dove la loro storia (non) termina, giunge la rivelazione: in quei due ragazzi ri-vivono in realtà gli stessi Sebeto e Partenope, mitici numi tutelari della città: così come hanno protetto la città in un passato talmente storico da confondersi col mito (se l'autore li presenta come due ragazzini, poi regnanti, della città greca, non è da trascurare il potere dell'acqua che ridà la vita dalle mani di Sebeto), continuano a proteggere la città ai nostri giorni, con l'attivismo di Claudia e la penna di Davide.
Il corto circuito narrativo è servito e chiaro: né Sebeto né Partenope sono scomparsi, ma rivivono in ogni ragazzo che ama e s'impegna in questa città; il lettore è così chiamato a riempire "il bicchiere mezzo vuoto", a tentare l'impossibile, a non abbandonare, a migliorare questo meraviglioso angolo di mondo che è Napoli, diventando egli stesso Sebeto e Partenope.
Ed è così che il grande tema dell'acqua pubblica quasi scompare al cospetto di un altro solo apparentemente tanto più piccolo: cosa può mai contare l'amore per un piccolo angolo di mondo, bello, antico e mitico quanto si voglia, rispetto al grande tema della Mamma Acqua? Eppure la lezione, impartita sui piani delle tre distinte vicende, quella dell'acqua bene comune, quella di Claudia e Davide, e quella di Sebeto e Partenope, è che né la leggenda, né la grande Dichiarazione del Diritto Fondamentale sarebbe possibile senza l'impegno di due ragazzi, senza l'impegno del lettore.
Per concludere, nella controcopertina di apertura si legge "Illustrazione di Paco Desiato". Fin dalle prime vignette, panoramiche, ampie, monumentali, montate e disegnate con occhio cinematografico, nelle quali Napoli offre infinite occasioni per dare sfoggio della propria bellezza, l'occhio legge altro. Come se non bastassero le innumerevoli occasioni che l'autore si dà per illustrare monumenti e piccoli angoli di Napoli, che invadono letteralmente la pagina in un rumore di fondo che è interpretabile appieno solo da chi Napoli la conosce, Claudia propone a Davide un gioco per fargli scoprire le bellezze della città che lui in un primo momento detesta, ed ecco una serie di "cartoline" che ricordano al lettore di gettare lo sguardo oltre la vicenda e ammirare lo sfondo delle tavole, perdersi nello scenario. In questa ennesima lettura si comprende che non solo l'illustrazione, ma anche la sceneggiatura e la scenografia sono il frutto di un'unica mente e un solo sentire che indubbiamente, incondizionatamente, ama Napoli.