Othello

Tenere il lettore incollato a 10 pagine che si sfogliano velocemente. Non è facile. Ancora di più non è facile visto che il personaggio è un neo. Un antipatico e antiestetico neo che ha preso la vita della sua proprietaia, la poverina d'apprima lo odia, poi lo tratta come fosse un fratello, poi la poveretta si accorge che lui, il neo, ha preso il sopravvento....termino qui altrimenti non leggono le ultime pagine Scritto molto bene.

Decisamente una storia di sofferenza per questa bella protagonista alle prese con un minuscolo difetto. Difetto che si trasforma prima in piccolo confidente e poi in dispotico tiranno, prendendo un nome che è lei stessa a dare, ispirandosi a un gioco a due, complesso nonostante le semplici regole. All’inizio il neo sanguina, probabilmente dopo tutti i tormenti che subisce, ma i medici non pensano a estirparlo, dunque la malattia non è nella sua presenza. Le reazioni, le immagini orribili del suo evolversi, le medicine pesanti, gli sforzi di guarigione, tutto prende un altro aspetto, una discesa verso l’abisso da cui si esce attraverso un’unica porta.
Lo stile del racconto è bello e fa risaltare la voce della protagonista che si racconta come farebbe in confidenza con un’amica, parlando della sua infanzia felice e lontana, del triste passato che è seguito, delle conseguenze, del dolore, del fallimento. Un finale che si ricongiunge ai pensieri iniziali, a chiudere un cerchio da cui non si esce.