Pitture di guarigione e benessere

RIGACCI CLAUDIA
Simboli allusivi

Claudia Rigacci testimonia nella sua ricerca artistica il segno dellÂ’avanguardia italiana ed internazionale degli anni cinquanta e sessanta, impegnata ad uscire dallÂ’esaltazione del gesto esistenziale, dalla soggettiva immersione del magma del mondo sensibile dellÂ’ultimo informale, per tentare quasi una nuova via per lÂ’arte, come risposta a mutate situazioni di tipo esistenziale .
La sua scelta appartiene a una non figurazione, a semplificazioni delle forme nella ricerca di un rigore formale di una pittura del segno, della luce, attraverso una iperattività cromatica.
Claudia usa un linguaggio artistico che individua nel segno, nel gesto, nella materia, i propri modi espressivi, ed a essi accompagna una nuova concezione dello spazio che nega ogni profondità prospettica, e diviene quasi uno spazio interiore, lo spazio della coscienza, attraverso la quale l’immaginazione è come filtrata, e diviene altra.
Attraverso i simboli, allusioni e metafore, crea un rapporto con la storia, trasformandola in una icona oggetto, sviluppando nuove poetiche della forma, attraverso un riferimento ideale di linguaggi legati a realismi metafisici.
Le macchie sono la base delle sue opere e come tali rimangono nel quadro; il vero, risulta la macchia di colore, ciascuna delle quali ha un doppio valore in rapporto agli altri toni.
L’analisi di tali opere ci riportano a reminiscenze storiche di ambienti e consuetudini, e ci elencano i processi storici della contemporaneità, delle nostre esperienze, ma soprattutto della nostra stessa identità umana.
Francesco Martani