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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Una simpatica fiaba che spiega agli adulti l’importanza della fantasia, un modo per spiegare cose difficili, per vedere oltre le cose, per guarire dal peso dell’infelicità. Nonno Stefano è un adulto che non ha mai perso la fantasia e sa mostrare le tracce per raggiungerla. Le storie raccontate dai bambini hanno cambiato il modo in cui vedevano se stessi, dando uno sguardo meno egoistico e più puntato verso gli altri. Ogni bambino, il goloso, il bullo, il timido, lo sbruffone, ha visto oltre il proprio piccolo cerchio, cominciando a guarire e a tessere piano piano una pelle senza cicatrici per la bambina di cristallo.
Di Arcangelo Galante: È bello come, curiosando tra le opere proposte "random" dal sito, si scoprano, piccoli capolavori, frutto di una fantasia molto fervida. Questa fiaba ne è la testimonianza, a parte qualche piccolo refuso, da sistemare. La storia inerente al nonno Stefano e ad Adele, una ragazza priva di fantasia, vedono, con modalità differenti, entrambi i protagonisti impegnati ad affrontare la festa del Santo Natale, nonché l'attesa dell'arrivo del tanto amato e caro Babbo Natale, per ricevere gli agognati regali, da tutti i bambini, sempre ambiti. Lettura scorrevole e lineare, il racconto riesce a farsi amare pure dagli adulti.
Di Torres: Una storia che si legge in un lampo e che, nella sua semplicità, fa riflettere su quante cose si possono fare con mezzi irrisori, armati solo da buona volontà e sincero desiderio di rendere il mondo un posto più amabile e in cui l'altro sia soprattutto un amico da aiutare. Ho apprezzato molto la parte in cui ci viene raccontato come, grazie all'intervento di Stefano, il bullo si spogli della sua veste di cattivo. Una boccata di ottimismo in un periodo in cui ce n'è davvero bisogno. Complimenti a Simson e grazie per la simpatica lettura.
Di Tania Maffei: Questa graziosa storia, apparentemente semplice, tocca il tema profondo della fantasia, di cosa la stimoli e di come noi adulti possiamo aiutare i giovani per stimolarli a farla diventare qualcosa di reale da mettere a disposizione di tutti. Qui l'autore gioca su un sogno. Di fronte a una bambina, apparentamente priva di fantasia, chiede un aiuto esterno. In realtà la bambina, avendo trovato intorno a sé il giusto terreno fertile, è già pronta a tirare fuori quello che ha dentro e sbloccherà con facilità la sua situazione. Ritengo che la nostra mente possa essere paragonata a un terreno che se fertile e ben coltivato produrrà i suoi frutti. Se lasciato incolto, inaridirà e non sarà in grado di produrre nulla men che meno la fantasia. L'autore cerca di dirci proprio questo e, a mio avviso, riesce nel suo intento.
Di Angela Di Salvo: Una graziosa favoletta in tema con le feste e con la ricorrenza natalizia. C'è un certo vecchietto, Stefano, che nel suo tempo libero di mestiere fa "il cavastorie", nel senso che riesce a far inventare e a raccontare tante belle storie ai ragazzi che appaiono tutti dotati di grande fantasia,tutti tranne una. Babbo Natale regalerà anche a lei questo grande dono che ci permette da liberarci dalle pastoie della realtà per darci delle risposte che altrimenti non potremmo avere da nessuno su certi strani fenomeni che ci riguardano. La fiaba(e non favola, perchè non ci sono animali parlanti)ha un suo farbo descrittivo, si legge con piacere e scorevolezza in un assetto formale di tutto rispetto. (Segnalo alcune virgole che non ci stanno e "Non è un metodo" che andrebbe cambiato in "non era un metodo", in quanto la vicenda viene raccontata al passato).
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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