Di Gabriele Ludovici: Grazie per la lettura e per l'apprezzamento! Ho scritto questo racconto poco più di un anno fa ed è tra quelli che passo sempre volentieri quando mi chiedono "fammi leggere qualcosa di tuo"... forse dovrei scrivere un seguito col protagonista che torna in libertà

Di Ida Dainese: Sono stata attratta dal titolo curioso e mi sono divertita a leggere la disavventura del tuo protagonista. Certo ci vuol coraggio a dire di essere stati attaccati da simili esseri assurdi, dirlo poi alle autorità o alle forze dell'ordine di un Paese che non parla la tua lingua significa proprio amore per il rischio.
Non basta gridare con tutta la forza dell'innocenza, come si dice la legge non ammette ignoranza: se non si conoscono le regole del gioco non ti perdoneranno le mosse sbagliate. Come lettrice ero davvero incuriosita da quelle figure ma è stato alla fine che con sorpresa ho realizzato il mio errore. L'uomo ariete è normale, alla luce del sole, all'occhio del poliziotto, perché fa parte del loro mondo. In quest'ottica a essere fuori luogo è proprio il povero Angiulli.
Oltre al tuo modo di narrare che lascia sempre quella nota di meraviglia, mi son divertita con certi dettagli tipo l'esoso biglietto aereo e lo stipendio offerto, o nomi come strada della Patata e città dell'Aglio!

Di Massimo Tivoli: Racconto surreale, ben scritto. Il lettore inizia a leggere e non vuole terminare se non prima di finirlo. La narrazione scorre bene. L'assurdità della situazione, secondo me, mostrandoci il protagonista completamente impotente nei confronti dei vari accadimenti, vuole mettere in risalto quanto sia difficile per uno straniero insediarsi in un altro paese. Ho trovato molto poetica l'immagine degli uomini ariete che per me rappresentano i vari muri/guai/inghippi che ti piombano addossso quando meno te lo aspetti e quando, invece, tutto sembra filare liscio. Altra chicca: la decisione della liberazione del protagonista dipende dal Presidente che però vista la scarsa importanza dell'accaduto non verrà mai disturbato, gran bella trovata! Solo un appunto, lungi da me dare consigli (non ne ho le competenze), è solo una mia impressione come lettore sia di classici e sia di testi più contemporanei: ho notato che l'autore si rivolge spesso al lettore. Mi sembra che questo tipo di espressioni siano un po' datate ormai. Con questo non voglio dire che non vadano necessariamente bene. A me personalmente fanno perdere, per un attimo, la magia di essere immerso nella "realtà" della storia. Comunque bel racconto sicuramente, bella l'idea.

Di Arcangelo Galante: Allietato dalla tua gentilezza, è stato un piacere averti conosciuto virtualmente. Ogni tanto, le distanze telematiche donano l’opportunità di utili letture e piacevoli conoscenze. Auguri, per qualsiasi cosa desideri realizzare nella tua vita. Un cordiale saluto!

Di Gabriele Ludovici: Grazie per la recensione. Siccome hai recensito tutto quello che ho scritto, come minimo meriti di sapere com'è nato questo strano racconto. L'anno scorso, di questi tempi, mi ero trasferito in Finlandia e stavo cercando di raccapezzarmi con la burocrazia locale per ottenere - alla fine invano - il permesso di residenza. Ovviamente a Helsinki non ci sono uomini-ariete, ma ho cercato di immaginarmi una situazione analoga e volutamente paradossale

Di Arcangelo Galante: Racconto particolare che mette in contrasto la realtà, quasi sarcastica, dei protagonisti, i quali, sembrano non saperla gestire, se non sfogandosi addosso considerazioni un poco represse, forse inaspettate pure a loro stessi: forse, mai si sarebbero immaginati di trovarsi nella situazione descritta dall’autore. Veramente fantasiosa, la mente dell’autore: bravo!