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Le altre recensioni o commenti
Di Tiziano Legati: Ti ringrazio molto, Gianfranco, per la tua bellissima recensione, mi hai praticamente cambiato la giornata,
Di Gianfranco39: Premetto che solitamente non amo leggere racconti che si definiscono horror o pulp o splatter, ma questo breve, intenso racconto mi è piaciuto. Anzitutto voglio complimentarmi con l’autore perché, al di là del tema trattato, per me originale, ma non faccio molto testo vista la premessa, perché dicevo, grazie al misurato uso di aggettivi appropriati è riuscito a creare diversi stati d’animo, che si vivono quasi fisicamente; prima la tranquilla passeggiata tra i vialetti freschi di pioggia ma illuminati da un pallido sole, poi la suspence e la sensazione di claustrofobia che ci coglie mano mano che il protagonista si inoltra nel loculo, fino al ribrezzo per quel tocco laido che trascina verso il disfacimento putrido della morte. Complimenti anche per il tono leggero che consente al lettore di provare sensazioni spontanee e non indotte.
Di Tiziano Legati: Beh, che dire, sono in piedi, mi levo con la mano destra il cappello e lo porto all'altezza del cuore, sorrido mi inchino e ringrazio.
Grazie Leo. Di F. T. Leo: Ho letto "Il loculo vuoto" ieri sera. Poi ho ripensato allo stesso racconto nel corso della giornata di oggi, un paio di volte. Allora ho compreso che questa breve novella mi aveva inquietato, mi aveva lasciato un sottile turbamento nell'animo. E quando un romanzo o un racconto o un'opera d'arte in genere, mi inquietano, mi turbano, mi stupiscono, mi sorprendono, vuol dire che l'autore ha fatto bene il suo lavoro, vuol dire in breve che ha lasciato il segno... Complimenti!
Di Arcangelo Galante: Gentilissimo, davvero, nell'avermi risposto, allietato rimango. Sereno proseguimento letterario, Tiziano.
Di Tiziano Legati: Hai ragione Arcangelo, la curiosità è la leva che spinge a gesti anche folli.
Il protagonista curioso si rende conto troppo tardi di aver "abboccato all'esca" e il lettore continua a seguire la trama curioso a sua volta di scoprirne il finale, dovesse costare un brivido di paura. Mi ha fatto molto piacere la tua recensione, grazie. Di Arcangelo Galante: Un racconto da brivido, che lascia con il fiato sospeso ma, al tempo stesso, con la voglia di giungere presto al finale, per capire bene quello che sta succedendo. "Curiosity killed the cat", cita testualmente un proverbio inglese, e sta a significare che la curiosità può creare qualche problema, anche se, chi ama il rischio e ottiene qualcosa, alla fine, viene ampiamente ripagato. E, nel racconto, questo rischio porta il protagonista in un altro mondo, divenendo in tutto e per tutto simile alle creature che ve lo hanno condotto. Lettura affascinante e ricca di suspense. Cordialmente, saluto.
Di Tiziano Legati: Grazie Pierluigi, mi ha fatto molto piacere questa recensione, i consigli che si ricevono fanno crescere e i complimenti beh, quelli aiutano la creatività.
Di Pierluigi Logli: Troppi aggettivi,però la storia è scorrevole e godibile e suscita decisamente orrore il fatto che il protagonista si ritrovi a far parte di uno di questi loculi vuoti. Come se, in effetti, dal regno dei morti, essi, che ci vedono e ci sentono ovunque, si apettino che qualcun altro ne entri a farvi parte. Questa idea è senz'altro originale e si vede che sei un narratore. Attento, però, che in uno stile così compatto, pure se arricchito, per delle opere lunghe o anche medie si perde. Comunque e in ogni caso, complimenti.
Di Tiziano Legati: Grazie Massimo per la recensione. Sono contento ti sia piaciuto, volevo giocare con la curiosità per spingere il malcapitato protagonista fino al punto di non ritorno, consapevole e arreso al suo triste destino.
Come si dice? — La curiosità uccise il gatto! Di Massimo Tivoli: Bel racconto. Come lettore, ho avvertito l'ansia della situazione e il senso di oppressione di questo loculo la cui fine sembrava non giungere mai. Poi, quando è arrivata, l'oppressione ha lasciato spazio all'impotenza e, immedesimato nel protagonista, alla beffa di essere stato vittima di me stesso e della maledetta curiosità. Per me, un oggetto innocuo come la scatola ha funzionato. Da lettore, volevo che il protagonista indagasse. Il finale, che mi trasporta, sempre immedesimato nel protagonista, in un altro mondo dove ormai sono diventato una di quelle creature che mi ci ha portato, stempera l'ansia accumulata ma mi costringe per sempre all'inferno.
Di Tiziano Legati: Grazie per la recensione Ida, hai ragione, incontrare un oggetto famigliare in un contesto diverso dal solito crea una nota sbagliata.
E questa stonatura è la chiave per attirare l'attenzione sia del protagonista che del lettore giustamente incuriosito dallo svolgimento della trama. Ho modificato il commento originale perché rileggendolo mi è sembrato di pontificare su cose che in verità non conosco, scusate l'ardire. : D Di Ida Dainese: Brr, che brivido questo racconto. So che la paura è diversa per ognuno di noi, ciò che spaventa me può non spaventare altri e viceversa.
Non ci sono mostri evidenti nella tua storia, solo cose "innocue" come un cimitero, una scatola, mani, fruscii, eppure il tuo racconto mi inquieta. Col cavolo che seguirò l'ultimo suggerimento! Eppure mi chiedo, non sarà la curiosità il vero mostro da temere? Non importa il luogo dove ci troviamo, alla curiosità non riusciamo a resistere. E infatti, come si dice, è stata lei a "uccidere il gatto". |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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