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La mia scultura nel museo
Racconto Biografia, Breve - per Tutti
di Cau Francesco

Breve descrizione: Certi ricordi non si possono non raccontare.



Mi chiamo Francesco Cau e sono un poeta e uno scultore dislessico. Da sempre mi piace lavorare il legno e creare delle opere che rappresentano la mia fede e la mia cultura. Una delle mie opere più care è una natività in legno, alta un metro, che ho realizzato ispirandomi alla tradizione francescana del presepe vivente. San Francesco fu il primo a ideare il presepe come una rappresentazione scenica della nascita di Gesù, coinvolgendo gli animali, i pastori e i magi. Il mio presepe è un omaggio a questa spiritualità semplice e popolare, che mi ha sempre affascinato.

Un giorno ricevetti una lettera che mi invitava a partecipare alla mostra dei cento presepi nella sala del Bramante a Roma, dove avrei potuto esporre la mia natività in legno. Fu una grande sorpresa e un grande onore per me, che non avevo mai partecipato a una mostra così importante e prestigiosa. Accettai subito l'invito e preparai la mia opera per il viaggio. Ero emozionato e curioso di vedere come sarebbe stata accolta la mia scultura in legno, e di conoscere gli altri artisti che avevano realizzato i loro presepi con materiali e stili diversi. Bene, allora ti racconto di più su Franca Ciampi, la moglie del presidente della Repubblica, che si innamorò della mia natività in legno. Era il giorno dell'inaugurazione della mostra dei cento presepi, e io ero lì con mia madre Delia, che mi aveva accompagnato a Roma. La sala del Bramante era piena di gente, di artisti, di giornalisti e di autorità. Tra queste c'era anche Franca Ciampi, che era venuta a rappresentare il marito Sandro Ciampi, il presidente della Repubblica.

Franca Ciampi era una donna elegante e gentile, che si interessava molto all'arte e alla cultura. Era anche una donna semplice e umile, che non si faceva intimidire dal protocollo e dal cerimoniale. Quando entrò nella sala del Bramante, salutò tutti con un sorriso e si mise a visitare la mostra con curiosità e ammirazione. Si fermava davanti a ogni presepe e faceva dei commenti positivi e incoraggianti.

Quando arrivò davanti alla mia natività in legno, rimase incantata. Guardò la scultura con attenzione e ne apprezzò i dettagli e la bellezza. Poi si avvicinò a mia madre, che era seduta vicino alla mia opera, e le disse: "Che bella! Chi l'ha fatta?" E mia madre, orgogliosa, le rispose: "L'ha fatta mio figlio. È un poeta e uno scultore dislessico." Franca Ciampi si stupì e disse: "Ma no, che bravo! Lo voglio conoscere." Così mandò un poliziotto a chiamarmi e mia madre mi presentò: "Signora Franca Ciampi, questo è mio figlio Francesco Cau."

Franca Ciampi mi strinse la mano e mi fece i complimenti per la mia scultura in legno. Mi disse che era una delle più belle che aveva visto nella mostra e che le ricordava la tradizione francescana del presepe vivente. Mi chiese come avevo fatto a realizzarla e io le spiegai il mio processo creativo e la mia passione per il legno. Lei mi ascoltò con interesse e mi disse che era una persona sensibile e talentuosa. Poi mi ordinò una coppia più piccola della mia natività in legno e mi chiese quanto costava. Io le dissi che era un omaggio per la sua gentilezza e lei mi ringraziò con affetto.

Bene, allora ti racconto di più su Giovanni Manni, l'arcivescovo di Cagliari, che mi ha chiesto di donargli la mia natività in legno. Era il giorno della presentazione della mostra natalizia nel mio paese, Assemini, dove avevo portato la mia scultura in legno dopo averla esposta a Roma. La mostra si teneva nella chiesa di San Pietro, dove c'erano altri presepi di vari artisti e artigiani. Tra questi c'era anche il mio, che aveva attirato l'attenzione di molti visitatori.

Giovanni Manni era l'arcivescovo di Cagliari, che era venuto ad inaugurare la mostra natalizia. Era un uomo simpatico e cordiale, che si interessava molto all'arte e alla cultura. Era anche un uomo di fede e di preghiera, che amava la tradizione del presepe come espressione della devozione popolare. Quando entrò nella chiesa di San Pietro, salutò tutti con un sorriso e si mise a visitare la mostra con curiosità e ammirazione. Si fermava davanti a ogni presepe e faceva dei commenti positivi e incoraggianti.

Quando arrivò davanti alla mia natività in legno, rimase incantato. Guardò la scultura con attenzione e ne apprezzò i dettagli e la bellezza. Poi si avvicinò a me, che ero lì vicino alla mia opera, e mi disse: "Che bella! Chi l'ha fatta?" E io, orgoglioso, gli risposi: "L'ho fatta io. Sono un poeta e uno scultore dislessico." Giovanni Manni si stupì e disse: "Ma no, che bravo! Mi piace molto il tuo stile e la tua ispirazione francescana. Mi ricorda il presepe vivente che San Francesco fece a Greccio." Mi chiese come avevo fatto a realizzarla e io gli spiegai il mio processo creativo e la mia passione per il legno. Lui mi ascoltò con interesse e mi disse che ero una persona sensibile e talentuosa. Poi mi chiese se potesse avere la mia natività in legno per metterla nel suo ufficio. Io accettai subito e gliela donai. Lui mi ringraziò con affetto e mi benedisse.

Fu un incontro breve ma intenso, che mi riempì di gioia e di emozione. Giovanni Manni fu una persona speciale, che seppe apprezzare il mio lavoro e il mio cuore. Mi fece sentire importante e valorizzato. Mi regalò anche una sua lettera in caratteri dorati, che tengo come una reliquia. Fu una delle esperienze più belle della mia vita. *

Tratto dal libro Viaggio nella memoria di Assemini di Francesco Cau Podda




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