SOSTIENE PEREIRA. UNA TESTIMONIANZA
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Siamo nel 1938 e Pereira è un giornalista che si occupa della pagina culturale del Lisboa, in un Portogallo emarginato dagli eventi storici che smuovono l'Europa ma con l'animo in fermento. Pereira è grasso e malato di cuore, parla con il ritratto della moglie morta e ama la letteratura francese. La sua vita è una vita semplice, scandita da ritmi regolari senza troppi scossoni. Cambierà tutto quando fa la conoscenza di un uomo dalle origini italiane, presunto scrittore ma con molti lati della sua vita nascosti.
La semplicità della scrittura di Tabucchi è disarmante, ci induce a proseguire quasi fossimo costretti a farlo. Questo è ancor più rilevante se si pensa che è scritto interamente in discorso indiretto libero, con la totale mancanza della "d" eufonica e i troncamenti pressoché inesistenti. Insomma, oltre a leggere anche da studiare.
Leggere Tabucchi è sempre un piacere, perché la sua apparente semplicità nasconde una tecnica veramente abile. E le sue ambientazioni portoghesi sono rese molto bene, dato che ha vissuto in quel Paese e lo ha amato come una seconda patria.