Descrizione: Giuliano, appassionato di escursioni, si avventura col suo fedele cagnolino per un sentiero boschivo che porta sulla vetta di una montagna.
incipit: Giuliano aveva sempre amato le lunghe passeggiate per sentieri montani. Ed era così che era solito passare le proprie vacanze estive, da alcuni anni a quella parte. Da un paio di questi, non mancava di portarsi appresso il suo fido cagnolino Scooby il quale, proprio come il suo padrone, sembrava amare le passeggiate all'aria aperta. Ciò che la coppia apprezzava di più, erano i ripidi sentieri che portavano sulla vetta dei monti, dalla quale era sempre possibile ammirare l'intero territorio circo…
Descrizione: Una delle mie avventure giovanili.
incipit: Quella montagna mi è sempre piaciuta più delle altre che le stanno vicine. Si tengono per mano a formare un cerchio intorno a questa valle verde, tagliata in due parti uguali da un fiume silenzioso e pieno di pericoli. Io abitavo ai piedi di quel gigante di pietra e dal mio letto lo vedevo attraverso la finestra in tutta la sua maestosità. Se…
Descrizione: da definire...
incipit: BjbjUUDEIRDRE.Il sangue colava lentamente dalle lettere e dalle cifre bianche. Macchie dello stesso colore cupo spiccavano sul gancio centrale, sul respingente sinistro, sui cavi dell'alimentazione e dei freni che pendevano inerti. Poco lontano, davanti al fabbricato della stazione chiusa da anni, un infermiere del pronto soccorso cercava di calmare il macchinista, ancora in preda allo shock. L'altro infermiere camminava lungo le rotaie, i guanti di lattice usa e getta imbrattati ed un sacco bianco in una mano, pallido in volto nonostante l'abitudine. Centrato in pieno, eh? L'agente della Polfer, alto e allampanato, gli si avvicinò con in mano un bloc-notes. Ho raccolto alcune deposizioni, ma non c'è molto da dire. Sembrerebbe che fosse immobile, in mezzo alle rotaie. Il macchinista se lo è visto davanti e ha azionato la rapida, ma era troppo tardi. Stava accelerando, come sempre dopo essere uscito dalla galleria là in fondo ed aver oltrepassato il ponte. Il segnale di protezione gli aveva dato via libera. L'agente allargò le braccia. Il vice questore fece un segno d'assenso con la testa. La giornata era grigia e umida, ma non fredda. Lui si strinse nella giacca di velluto lo stesso, reprimendo un brivido. Si rivolse all'agente: Se hanno finito di raccogliere i pezzi chiama la stazione di Callisalta e dì che facciano venire qualcuno per portare via il treno. Gli metteremo i sigilli e lasceremo andare i passeggeri quando arriveranno là. L'agente se ne andò, lasciando il vice questore da solo vicino al respingente chiazzato. Un suicidio? Al momento, aveva tutta l'aria di esserlo. Il mattino esalava il suo umido respiro, lasciando che l'anima delle montagne si sollevasse dai boschi e dalle cime in lembi di nuvole candide. Brian a volte si alzava presto solo per godersi quello spettacolo, come quel giorno. Seduto sulla collinetta che nascondeva la sua nuova casa rispetto al dirupo scosceso che portava al lago, guardava i monti di fronte a lui nel silenzio che seguiva all'alba. Nella sua mente, l'aria frizzante si unì al verde cupo degli abeti in lontananza ed insieme lo trasportarono ancora in quell'Irlanda da cui era arrivato sette mesi e ventitré giorni prima. La nostalgia si stava affievolendo, però. Quello che cercava, ammesso che riuscisse mai a dargli un nome, non si trovava sulle sponde di Erin. Forse non si trovava nemmeno lì dove si trovava ora, ma per il momento la cosa non aveva importanza alcuna. Si alzò spazzolandosi con una mano i jeans stinti e ritornò verso casa. Appena dietro la collinetta aveva ritagliato una decina di metri quadrati di orto, che si mise ad ispezionare con cura ripulendolo dalle erbacce. Poco più avanti, silenzioso e stinto da anni di abbandono che la recente presenza di Brian non aveva ancora del tutto mitigato, un casello ferroviario faceva buona guardia all'unico binario della linea che risaliva la valle fino a Calisalta. L'uomo cedette ancora una volta all'istinto che lo aveva portato ad accettare quella sistemazione da moderno eremita…
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Descrizione: Piccola storia senza pretese, tra montagne e personaggi molto strani.
incipit: BjbjUUGiorgio BurelloGENIUS LOCI L'appuntamento era stato fissato per le quattro in punto del pomeriggio. Quando l'aveva comunicato al Supervisore, questi lo l'aveva fissato al di sopra delle lenti degli occhiali per un paio di secondi e poi aveva annuito, imperturbabile come sempre. Aveva chiuso il fascicolo che gli stava di fronte, aveva preso il grosso timbro rettangolare alla sua destra, lo aveva premuto sul tampone e aveva stampigliato con un gesto secco la scritta APPROVATO sulla.
Descrizione: Ancora la montagna. La montagna e l'ossessione.
incipit: OROS E THANATOS. Le mani cozzano l'una contro l'altra, i palmi aperti che si scontrano con uno schiocco ed una nuvola di magnesio. Si sfregano, una, due, tre volte, impastandosi di quella polvere bianca che andrà a depositarsi in ogni solco, ogni crepa, ogni cicatrice. Poi si lasciano e ricadono, inerti, appena contratte. Appendici troppo pallide di braccia bruciate dal sole spietato delle cime. Le dita sono lunghe, inaspettatamente armoniose. Falangi affusolate, ruvide come corde di canapa.
Descrizione: da definire...
incipit: L'INCANTATORE DI PIETRE.I due messaggeri pagaiavano lentamente, con un ritmo che tradiva la stanchezza dei loro muscoli. Tutto intorno, l'umida calma dell'arcipelago Onsh-Ture si stendeva tra l'acqua e il cielo, come il sudore che bagnava le fronti e le braccia scoperte, arrossate dal sole. Erano un uomo e una donna, entrambi robusti e con i tratti affilati della gente degli Altopiani. Erano in viaggio da più di due anni e avevano perso il conto delle volte in cui erano stati a un passo dal loro.
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incipit: È buio. La luna, nascosta tra le nubi, illumina a sprazzi la montagna. È una buona sera per la caccia. Vedo, senza essere visto. Sono sdraiato, supino, ben nascosto dietro i rami di un cespuglio, mimetizzato tra l'erba alta. È una buona posizione, questa. Invisibile. È bello sentirsi invisibili. Annuso l'odore della terra, il profumo dell'erba si mescola a quello dell'olio del fucile. Reggo l'arma saldamente, il calcio contro la spalla destra,
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