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Non capirsi

(altro altro, brevissimo - per tutti)
45 visite dal 10/03/2022, l'ultima: 1 mese fa.
3 recensioni o commenti ricevuti




Descrizione: da definire...


Non capirsi
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Recensioni: 3 di visitatori, 5 totali.
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recensore:

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Recensione o commento # 1, data 17:42:15, 03/10/2022
Vero, un sentimento di libertà può essere vissuto tale solo dal singolo, non è condivisibile, ma se al contrario ci si comprende, se si comprendono in primis i propri stessi bisogni ed i propri spazi necessari a percepire questo sentimento di libertà come qualcosa di reale, cioè a sentirsi liberi di esprimersi al meglio su ciò che si è, nel proprio tempo e nel proprio spazio, allora si tenderà poi, da parte di entrambi, a non influenzarsi troppo, o quantomeno non prevaricare con il proprio tempo e spazio in cui si esprime la nostra libertà, anche quella dell'altro.




recensore:

risposta dell'autore, data 17:41:39, 04/10/2022
Non è facile da farsi quel che affermi, Gabriele.Per la mia esperienza tutto è relativo, anche l'essere come si è. Ma, come si è? Non saprei. Certezze non ne ho. Sarebbe meglio dire, non ne ho più. Il tempo passa e, diventando vecchi, si accettano difetti o deformazioni una volta nemmeno presi in considerazione. Forse, io vivo più alla giornata e cioè prendo gli altri per come si mostrano. Non vorrei filosofeggiare - non ne sono capace - ma ti ringrazio della riflessione e del commento.




recensore:

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Recensione o commento # 2, data 18:53:28, 04/10/2022
Provo ad ampliare e motivare meglio il mio ragionamento, partendo dalla tua risposta.

Hai detto bene, tutto è relativo, compreso il come si è. Il come si è, lo si è, lo si diventa, in relazione al nostro tempo e spazio di vita, a sua volta poi in relazione al grado di comprensione che abbiamo raggiunto, o per meglio dire, cerchiamo di raggiungere, di e su noi stessi, in e su questo determinato tempo e spazio che abbiamo.

Questa comprensione su di sé porta così a definire poi ogni percezione fisica e quindi mentale/emozionale che abbiamo data e percepita dal, del e sul corpo, cioè di e su tutta la gamma di sentimenti, espressi e letti a livello conscio tramite le nostre emozioni, compresa quindi anche la libertà di esprimere e di esprimerci al nostro meglio, su ciò che più personalmente e singolarmente ci caratterizza o ci aggrada.

Ora siccome viviamo continuamente interagendo gli uni con gli altri, tutto chiaramente confluisce, influisce ed interagisce poi nelle e sulle relazioni stesse. Per questo chi comprende sé stesso, comprende anche il bisogno dei propri tempi e dei propri spazi da e in cui poter vivere, cioè della propria libertà di esprimere ed esprimersi per come meglio crede, ma soprattutto comprende anche il dovere di non influenzare o quantomeno non compromettere troppo con la sua libertà di espressione (con il suo spazio e il suo tempo), anche quella altrettanto dovuta e di uguale diritto, dell'altro.

Ora spesso succede invece che si tende a inglobare le libertà proprie dell'altro, nella nostra sfera di libertà di espressione personale, ma così facendo si influisce e si limita, automaticamente, e a volte purtroppo sistematicamente, l'altra persona. La si prevale mentalmente e quindi fisicamente del e sul suo personale tempo e spazio, in favore o in giocoforza del proprio. Gli si creano attorno barriere, limitazioni, muri fisici e/o mentali, in cui non può più esprimere ciò che singolarmente è o si sente di essere, ritrovandosi invece ad essere, e quindi vivere, ciò che altri pretendono, impongono, vogliono o vorrebbero.

Questo è particolarmente vero e di un sicuro rilevante peso, per e su quello che riguarda la situazione percepita e vissuta dalla donna all'interno della società, dove sia nella realtà di coppia, sia nel suo stesso stato di diritto e dovere sociale, questo viene poi sempre negato o sminuito in favore di quello dell'uomo.

Questo è il nostro limite, il male che affligge la società in cui viviamo, ci priva (ci priviamo) silenziosamente, ma sistematicamente, del nostro tempo e spazio di espressione, cioè della nostra libertà di espressione individuale, dove, completamente poi assuefatti come siamo, da tutte le distrazioni inutili o dai limiti imposti, perdiamo il senso e la comprensione di e su noi stessi, quella ricerca continua di cui parlavo all'inizio, fino a quando sembra poi del tutto normale non averne affatto, o in alternativa, ricalcare o ritrovarsi solo in quello stato di essere e quindi di vivere, indotto, permesso da altri, e/o ricercato, voluto e adottato per e verso tutti, dal sistema stesso.

Da qui partono le alienazioni, le alterazioni, le depressioni, ma anche tutte le violenze mentali e quindi fisiche di e su tutti i nostri mali moderni, da tutti poi, a nostro modo e misura, permessi, perpetuati e al contempo subiti, che ci affliggono e continuano, mutando insieme a noi, alla società in cui e su cui di volta in volta ci raffiguriamo e rappresentiamo, ad affliggerci, ma nonostante questo, portiamo, e continuiamo a portare, inesorabilmente, da sempre e come sempre appresso.




recensore:

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Recensione o commento # 3, data 18:39:37, 03/10/2022
Io avrei due piani di lettura per questa tua lirica. Potrebbe trattarsi di una zoppia all'interno di una coppia: non riuscire a cogliere, l'uno dell'altra, i sogni individuali. Mantenere la propria essenza in un rapporto è fondamentale, per se stessi e per la coppia stessa. Quando non avviene, ci si allontana.
E potrebbe trattarsi anche di una zoppia riferita allo scrivere o a un'altra forma artistica: sentire l'esigenza di modificare qualcosa del percorso, allontanandosi un po' e sperimentando altre cose, perché non più gratificante (non per mancanza di riscontri) il rapporto (sempre di rapporto si tratta) tra chi scrive e chi legge. Bisogno naturale: la ricerca continua per poter nutrire i propri sogni.




recensore:

risposta dell'autore, data 18:04:29, 04/10/2022
Grazie del commento. Ho pensato a tutt'e due i livelli. Tutto ha un prezzo, persino i sogni che dovrebbero venire naturali, se si sanno influenzare - non ho usato la parola a caso - ognuno darà di sè solo e soltanto quella parte che vorrà. Anche artisticamente parlando.





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