Sui monti

Un testo di bellezza severa e asciutta come le montagne. Alla prima lettura l'ambiente si presenta subito ai nostri occhi, l'aria che sa di alberi e di ghiacciaio, il ritmare del passo sul sentiero in salita, la presenza silenziosa della montagna e di un cielo solcato solo da un rapace lontano. Allo stesso tempo, mentre gli occhi scorrono i versi e vedono il panorama, c'è un'altra lettura, quella dell'educazione alla vita di qualcuno che è nato fra questi monti. Può andare lontano ma il ricordo gli resta dentro e sarà sempre facile tornarci. Il suo animo respira libero, arrivando fino alle cime degli alberi e delle rocce, il corpo assapora la fatica di ogni centimetro salito su una strada mostrata da chi è venuto prima. Un modo di vivere il presente, di andare avanti senza nessun rimpianto, con uno sforzo che dobbiamo fare da soli, in silenzio, tra i sassi, alzando gli occhi di tanto in tanto verso un cielo pulito che ci chiama.

Quanto incantano questi versi, lasciando al lettore la netta impressione di trovarsi sulla vetta di una cima, respirando, lentamente quell'aria frizzantina, simile alla brezza "che spira tra gli alberi". Questa salita, così erta e faticosa, fa tornare alla mente dell'autrice qualcosa che ormai fa parte del passato, e che di deve lasciare dietro alle proprie spalle, senza alcun tipo di rimpianto. L'ovattato silenzio è complice di tutto ciò, lasciando spazio, solamente, al verso acuto della poiana. Una lettura intensa e ricca di spunti riflessivi. Brava, come sempre, Patrizia. Cordialmente, ti saluto.