Recensione o commento # 1, data 00:00:00, 15/07/2009
ritorno al passato, argomento trattato e ritrattato, ma molto difficile, facilmente ci si può perdere e portare in confusione il lettore. Scorrevole quanto basta, forse il motivo per cui il protagonista si ritrova nel passato è da far capire e non spiegare, ma questa è solo un'opinione personale. A un certo punto ci sono un paio di frasi al presente nel contesto della narrazione al passato, due "qual'era" a cui togliere l'apostrofo e un altro paio di refusi. Mi è piaciuto, l'ho trovato molto gradevole, benvenuta
Recensione o commento # 2, data 00:00:00, 15/07/2009
La vita che concede una seconda chance è un'idea che mi è piaciuta e che, personalmente, vorrei fosse possibile. complimenti, Valentina, proprio un bel racconto, coinvolgente e scorrevole.
Recensione o commento # 3, data 00:00:00, 16/07/2009
Ho letto il racconto stamane, facendo colazione. Sono rimasto piacevolmente coinvolto e ho trovato la storia godibile scritta bene con uno stile elegante. Solo una frase mi è suonata stonata: "Non era mia madre e non era nessuno che mia avesse colpito particolarmente e che a volte, nei sogni, recitano la parte di persone che abbiamo a cuore." Nessuno è singolare e recitano plurale. Bisognerebbe ricostruirla un attimo. Per il resto brava!
risposta dell'autore, data 00:00:00, 25/07/2009
Innanzitutto ringrazio tutti per il benvenuto!
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I vostri consigli mi sono stati molto utili, soprattutto quello di Pia sul fatto che è sempre meglio far capire e non spiegare il perché di quello che succede, in modo da essere più coinvolgenti. Sono d'accordo: dovrei sviluppare di più la storia e arricchirla di particolari.
A presto!
Valentina
Recensione o commento # 4, data 00:00:00, 20/08/2009
Racconto piacevole e fantasioso, angosciante e divertente. Non è che mi diverta a ricorrere agli ossimori ma come altrimenti definire le sensazioni di cruccio e sollievo che il narratore suscita nel lettore? Ci vuole una certa maestria nell’ingenerare sentimenti così contrastanti ma straordinariamente accorpati nelle stesse pagine e l’autrice del breve racconto ci è riuscita. Per questo le perdono qualche refuso che non intacca assolutamente la validitàdella prova.
Recensione o commento # 5, data 00:00:00, 09/04/2011
La vita di riserva. Il protagonista del racconto, Giorgio Pellegrin, si trova misteriosamente catapultato indietro negli anni dove, trasformato in un dodicenne, riassapora il tepore di uno strano nucleo familiare. Le persone che si presentano ai suoi occhi come nuovi genitori sono a lui sconosciuti. Tuttavia, nella sua memoria, gli ricordano il calore dei suoi genitori d’origine, dai quali si è allontanato per crearsi una famiglia propria. In un crudo momento di autocritica, l’uomo si rende conto di quanto è stata fallimentare, per sua colpa, la sua esperienza di marito e di padre. Ha tradito la fiducia della moglie, Angela, ed è stato assente nei momenti importanti dell’infanzia dei figli, Sara e Stefano. Bè, l’epilogo mi ricorda quello del film “Ovosodo” di Paolo Virzì, per la rassegnata serenità che infonde nel lettore, ovvero, nel caso di quello del film, nello spettatore. Giorgio accetta senza scomporsi i nuovi genitori e si rituffa nella sua nuova esistenza. Ripercorrerà così l'adolescenza per “imparare a diventare un uomo” e incontrerà una donna che, forse, ha già conosciuto. Ho apprezzato la struttura del racconto e la descrizione del momento del trapasso alla nuova esistenza, nel vortice delle acque della Cala.
Commento ortografico: “… Non avevo davvero imparato nulla dalla mia famiglia, nonostante per anni io abbia avuto sotto il naso un esempio perfetto di amore…” dovrebbe essere “…per anni avessi avuto…”; subito appresso: “…come uno studente seguito da ottimi insegnanti che non supera l'appena sufficiente…” c’è un problema di coerenza di tempi con la frase precedente e uno semantico in “appena sufficiente”.
Recensione o commento # 6, data 00:00:00, 09/04/2011
Mi piace la scelta narrativa che divide le varie fasi del breve racconto in capitolini. Mi piace quel abbandonarsi all'inebriante confusione provocata dal improvviso contatto con l'acqua: perché forse riaffiorano i ricordi violenti e inconsci del attimo turbolento che precede la nascita. (con frase interrogativa)
Il protagonista si sente risucchiare giù dopo essersi tuffato in mare dapprima velocemente poi lentamente come ritornare a ritroso all'interno del utero materno.
Ha varie somatizzazioni poi sviene. Al risveglio si ritrova dodicenne negli anni settanta (lui, adulto nato nel 1965). Si ritrova genitori non suoi con i quali si
scopre a suo agio, tra loro percepisce una complicità che purtroppo con sua moglie Angela non c'era a causa delle sue scappatelle. Per questo a mancare era la fiducia,
anche, quella dei suoi due figli da lui trascurati.
Si rende conto di essere stato bocciato dalla vita. Questa è la suo seconda chance.
Recensione o commento # 7, data 00:00:00, 09/04/2011
Darci un'altra possibilità . Rivivere daccapo la propria vita. La cosa mi inquieta e affascina nello stesso tempo. Dal punto di vista narrativo posso dire che l'autrice è molto brava a creare quella giusta suspence che ci porta molto lentamente nel cuore della storia. Devo dire però che la famiglia d'origine sparisce troppo velocemente e l'inizio della storia non combacia più con il suo termine. Che scopo ha rivivere una nuova vita? Dove vuole portarci l'autrice? Sono troppe le domande lasciate in sospeso che forse avrebbero meritato maggiore approfondimento.
recensore:
Arcangelo Galante
Recensione o commento # 8, data 00:00:00, 04/09/2017
Scorrevole narrazione, piena di ottimi spunti riflessivi, per il lettore che ha voglia di cogliere il senso del messaggio, inteso trasmettere dall'autrice, mediante il descrittivo dipanarsi della vicenda, ben raccontata. Indubbiamente, la vita non va sprecata, ma vissuta appieno, gustata, digerita e, possibilmente, capita, qualora i mezzi umani (non sempre l'uomo è dotato di sensibilità e saggezza) lo concedano, perché, come si suole dire, "si vive una volta solamente", anche se la questione, trattata dalla scrittrice, non è solo questa. Avere una seconda chance, meraviglioso risulterebbe, nel caso in cui, ciascun individuo, osasse mettersi in discussione, analizzando gli eventi e tentando, perfino, di comprendere i legami esistenti tra di essi. Ardua l'impresa, la quale, non risparmia il protagonista, ritornato nel passato per approfondire certe vicissitudini. Accade così che viene presentato il suo stato d'animo, suscitando un leggero divertimento e una relativa angoscia, per l'accaduto, al malcapitato, allo scopo di incuriosire, forse, maggiormente lo spettatore, ossia chi legge. Ho trovato una buona dose di abilità nel conciliare sentimenti contrastanti (sentimenti di cruccio e di sollievo), ben uniti e amalgamati nella dinamica espressiva del personaggio. D'altro canto, tutti possediamo una sorta di concentrato mentale, ove risiedono pensieri variegati ed emozioni, zeppe di sfaccettature peculiari. Senza dilungarmi oltre, Giorgio Pellegrin è il risultato di un esempio fantasioso, riuscito a pennello, perché calzante nell'impostazione narrativa, finalizzata a completarne il contenuto. A parere modesto, ti assegnerei un bel: brava! Cordialmente ti saluto, Valentina.
recensore:
Ida Dainese(socio onorario, collaboratore)
donatore 2019 (2 dal 2015)
Recensione o commento # 9, data 00:00:00, 05/09/2017
Una parola, quella che hai usato come titolo, che per una volta non ha connotazione negativa. Una bocciatura che in realtà si rivela una seconda occasione, un modo per vivere al meglio possibile grazie a esperienze già fatte. Si vorrebbe tutti tornare indietro, se fosse possibile, ma con l’età dei giovani e la saggezza dei vecchi. Lo stile di scrittura è molto piacevole e corretto, a parte due punti in cui non viene usato il trapassato per parlare di azioni precedenti ad altre passate (avevo sempre sminuito, per anni io avessi avuto).