Spad

E' la prima volta che leggo qualcosa di tuo e non so come poter valutare quello che sembra "solo" un omaggio all'affetto che hai per questo cane.
Il racconto è carino, ma credo che sia ingiudicabile come... "racconto".
A voler essere pignoli ci sarebbero un paio di errori (uno di grammatica e uno di battitura), ma non penso che tu abbia scritto il racconto per un concorso o roba del genere, e magari non ti interessa neppure il mio parere.

il racconto è qualcosa di più a mio avviso avendo notato che Valentina è animalista, credo che voglia far capire che un cane è un cane al di là della razza considerata "cattiva". Loro sono solo indifesi e bisognosi si amore, siamo noi umani crudeli, insensibili e anche ignoranti quando non li adottiamo per degli stupidi preconcetti. Sì Valentina, anch'io ho natato come un pugno una a a cui togliere l'acca, di certo è una svista ma risalta di brutto brava!

Più che un racconto è una denuncia che io prendo molto sul serio. Ho raccolto cani randagi e ne ho avuti fino a tredici disponendo di uno spazio abbastanza grande per ospitarli. Come vado dicendo da decenni, i cani, i gatti, tutti i mammiferi hanno l’ipotalamo come noi , cioè quella parte del cervello che è sede dei sentimenti, delle gelosie, delle emozioni, degli affetti. Dobbiamo imparare a rispettarli e scendere dal piedistallo su cui ci siamo assisi solo perché disponiamo delle mani e della parola. Gli animali pulsano come noi e se una legge naturale ci costringe a cibarci di loro come costringe loro a cibarsi di altri esseri viventi, ciò non ci autorizza a maltrattarli.

Seconda parte: E questo vale per i cani ma anche per tutti gli altri animali che non riusciamo a capire, ma che parlano un altro linguaggio che, nel caso dei pesci, non udiamo per i nostri limiti sensoriali (loro comunicano a mezzo di ultrasuoni) . Leggete “L’anello di re Salomone” di Konrad Lorenz ed imparerete anche voi a dialogare con loro e tutti insieme forse, riusciremo a sensibilizzare le autorità. Io faccio arrabbiare di brutto il veterinario provinciale quando lo incontro in qualche convegno, perché propongo che i canili siano aperti con gli animali liberi in spazi forniti di ricoveri che saranno loro stessi (i cani) a scegliersi secondo i loro bisogni e le loro necessità, mentre il personale, che può essere anche in parte reperito in volontari, avrà cura di loro sfamandoli e vaccinandoli secondo i loro bisogni.

Spad è un cane esuberante, un cane casinista, un bel simpatico impegno per il suo padrone. Il breve testo, scritto bene, si basa sul punto di vista dell'animale. L'autore è riuscito abbastanza bene a immedesimarsi in quella creatura desiderosa di affetto e bramosa di servire a qualche cosa. Come qualsiasi buon cane!

All'inzio del racconto pare che il protagonista sia un uomo solo che ha perduto gli amici, che è stato rinchiuso da qualche parte per curare la sua patologica aggressvità. Ma poi ,piano piano, si scopre che chi narra è un cane che si esprime come un essere umano, è come tale ha anch'esso bisogno di amore, di qualcuno che si prenda cura di lui, che la sua rabbia è dovuta alle vicissitudini negative che lo hanno fatto star male, in fondo avrebbe voluto solo essere accarezzato, correre e giocare con qualcuno. Spad cerca soltanto un vero padrone. Una storiella carina, la definirei una favola moderna,perchè anche qui c'è un animale che rappresenta le qualità e i difetti degli uomini e, come una favola che si rispetti ,ha pure una morale. Nessuno è aggressivo senza ragione alcuna, spesso la violenza e l'aggressività derivano da un passato di emarginazione, di tradimenti e dalla mancanza di cure e di amore.