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Adama e Tonio: un'amicizia senza confini - Laura Tullio, Chiara Curione

ADAMA E TONIO: UN'AMICIZIA SENZA CONFINI

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scheda vista 67 volte.

autore: Laura Tullio, Chiara Curione

editore: Il Grillo Editore

Recensioni:

recensione del 26/08/2019 di

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nwBludoor
(socio onorario, collaboratore)
$ donatore 2012 (2 dal 2011)


«Adama e Tonio: un'amicizia senza confini» è un testo sull'immigrazione vista attraverso gli occhi di due ragazzii: il senegalese Adama e il pugliese Tonio.

Una scrittura semplice, con pochi capitoli in cui si alternano le voci narranti dei due ragazzi ed emergono i loro conflitti, interiori ed esteriori, i loro dubbi, le loro paure, i reciproci pregiudizi.

Una storia di amicizia non edulcorata che mette in luce anche le difficoltà iniziali tipiche di ogni incontro con persone nuove, ambientata in una tipica masseria, con annesso allevamento di cavalli, dislocata nelle campagne di Gioia del Colle.

Nelle Murge selvagge - svela Chiara -, i due bambini si scontrano prima e si incontrano poi in una serie di vicissitudini che costellano il loro percorso di scoperta di sé, dell'altro e della natura.

Aliou, padre di Adama, va a lavorare come addestratore di cavalli nella masseria di Rino Balone, padre di Tonio, per occuparsi del nuovo purosangue arabo acquistato per il compleanno del ragazzo, portando con sé suo figlio per dargli l'opportunità di studiare in Italia.

I due ragazzi vengono a contatto in maniera improvvisa, scoprendo le loro diversità, sia caratteriali che culturali, le loro paure, i loro reciproci pregiudizi. Il racconto si sviluppa soprattutto attraverso i dialoghi che accompagnano il cammino di incontro/scontro, l'intreccio narrativo tra i due bambini.

Tonio teme che Adama invada il suo territorio e si chiude in se stesso, manifestando apertamente la propria ostilità verso il nuovo arrivato e ribadendo in ogni occasione il suo ruolo di figlio del propretario. A cominciare dal rapporto con il cavallo, a cui entrambi sono affezionati. Ciascuno assegna all'animale un nome diverso, contentendosene l'affetto e considerandolo proprio. Una reciproca gelosia che si ripropone anche nel rapporto con la compagna di scuola Marica.

La storia è anche ricca di dettagli sulle due culture di cui i protagonisti sono portatori, la narrazione di come si possono superare i pregiudizi per aprirsi all'altro e lasciarsi arricchire dall'incontro.

Scopriamo nell'avvio del libro che in Senegal è molto diffuso l'allevamento dei cavalli, poi come si svolge il rito dl tè riservato agli adulti, la funzione del «mbotou» che consente di trasportare i figli più piccoli in grembo mantenendo le mani libere; impariamo pian piano a capire come un africano vede il nostro paese e il nostro modo di vivere.

Chiaro l'intento didattico, a cominciare dallo stile semplice e senza inutili fronzoli; non a caso il testo è stato adottato in alcune scuole per affrontare i temi del razzismo e delle diversità. Dialoghi nitidi e pensieri espressi con semplicità, diretti, una scrittura che ben si presta a una lettura animata o a una rappresentazione teatrale,

Per scrivere la storia le autrici si sono divise il lavoro: Chiara ha interpretato la voce di Tonio, simbolo di una Puglia che sa accogliere, ma anche arroccarsi nel pregiudizio. Laura, da tempo impegnata in progetti multiculturali, ha cercato di tradurre i pensieri di Adama, gli stati d'animo di un bambino che affronta un lungo viaggio per andare a vivere lontano da casa in un paese sconosciuto, la difficoltà di comprendere e integrarsi in una cultura differente dalla sua. Attraverso la voce di Adama parla di un popolo, di una cultura, mettendone in luce le ansie e le difficoltà, ma anche le qualità. Il personaggio di «Adama» è la summa di varie figure senegalesi che ha conosciuto, incluso suo marito, una sintesi della cultura di quel popolo.

Chiara e Laura, si sono conosciute in uno dei tanti incontri apparentemente casuali che avvengono sulla strada della scrittura ed è subito nata una sintonia che ha permesso di dare vita a questo libro, che cerca di affrontare temi non facili come l'intercultura e il razzismo, di ricordare che nulla è facile nella vita, che non è facile accettare le differenze, vivere in una società multietnica.

Il libro evita di raccontare gli aspetti più drammatici del viaggio di molti migranti: i centri di detenzione, il viaggio sui barconi, le violenze. Aliou e Adama arrivano semplicemnte in Italia per mare, con già una prospettiva di lavoro precisa; certo più fortunati di tanti altri migranti che vagano alla deriva senza prospettive.

Le autrici hanno preferito soffermarsi piuttosto sul mondo interiore dei due ragazzi e dei loro amici, sulle loro riflessioni. Molto belle quelle del primo capitolo sull'immensità del mare, quel mare Mediterraneo che significa «Mare di mezzo», un mare che è di tutti e non è di nessuno.

Oltre i due protagonisti, che si alternano nel raccontare la storia dal loro punto di vista, ci sono vari personaggi apparentemente marginali: Aliou, padre di Adama, sua madre e i suoi fratelli/sorelle rimasti in Senegal che compaiono sempre nei suoi ricordi; Rino Balone e sua moglie, genitori di Tonio, il nonno, l'istruttore Vanni; e poi i compagni di scuola Marica, Mimmo, Filippo e Donato, le insegnanti, etc.

Arrichiscono il testo le variopinte illustrazioni del grafico/poeta/cantante Davide Mangione.

recensione aggiornata il 11/07/2020

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