Descrizione: L'ho sognato stanotte e oggi l'ho scritto. Il disegno è di Paolo Maccallini.
Incipit: Correre! Ormai ci è concesso di fare solo questo. Correre più veloci di loro, correre prima che ti afferrino. Da quando sono apparsi quei mostri le nostre vite sono radicalmente cambiate.
Pia
Ogni mattina, in Africa, si svegliano un leone ed una gazzella.
Il leone sa che deve correre più veloce della gazzella, altrimenti morirà di fame.
La gazzella sa che deve correre più veloce del leone, altrimenti sarà mangiata.
Che tu sia leone o gazzella, appena sveglio, comincia a correre!
una lotta continua, sempre di più...
Dino
E' scritto bene, ma non genera il Patos necessario per configurarlo come Horror.
Alfonso, mi farebbe piacere se mi segnalassi le ripetizioni.
"ma non genera il Patos necessario per configurarlo come Horror."
Concordo. E' il mio primo esperimento nell'horror, ma temo sia un genere fuori portata. Preferisco la fantascienza in effetti ehehe
x Dino: in effetti questo è stato un mio incubo che ho trascritto subito.
Grazie a tutti per i commenti.
Massimo ha attinto a una paura atavica, quella dell'ominide della savana, animale fra gli animali, anello della catena alimentare, preda abituale dei grossi felini. La storia raccontata qui è infatti una storia vera: un tempo eravamo prede e spesso dovevamo nasconderci come topi.
Trovo che il racconto sia scritto bene, con "mestiere". Mi sono calato nell'incubo senza scampo e ho pensato che a volte la vita è proprio così: il mostro che ti divora può essere una routine che intrappola oppure una malattia o altro; o ancora la paura, indefinita, il senso di vuoto. Il mostro che ci insegue possiamo essere noi stessi, con le nostre insicurezze, con le paure che ci divorano.
Però il protagonista è tenace, vuole sopravvivere comunque, persino in uno scenario così desolante: inseguito dalle belve è diventato una belva lui stesso, cinico e crudele con i suoi stessi simili. Quante persone, in condizioni estreme, diventano così. È l'abrutimento di chi lotta per sopravvivere.
Il finale sconcerta: la guardia mutilata sarà data in pasto ai mostri? Anche nel rifugio non si è al sicuro: una volta sfuggiti alle fauci dei mostri, ci si deve guardare dagli altri esseri umani.
Ora vediamo cosa si può dedurre sulla psicologia dell'autore: si potrebbe pensare che abbia perso le sue sicu… Probabilmente la verità è semplicemente che quella sera aveva mangiato qualcosa di indigesto.
Non ricordo cosa avevo mangiato quella sera, ma di sogni del genere ne faccio continuamente. Il difficile è riuscire a ricordarsi di svegliarsi per scriverli.
Giuseppe Novellino
In effetti del sogno ha proprio il fatto che ti fa trovare immediatamente in una situazione inaspettata. Il genere a cui appartiene, secondo me, è quello fanta-apocalittico. Chi può dire poi da dove sono venuti questi esseri? Un abbozzo di idea c'è nella frase "Nessuno sa da dove siano venuti, ma se qualcuno lo sa ne è probabilmente il responsabile", che sembra indicare l'origine umana dei mostri. Ma alla fine si tratta di un sogno, quindi chi può dirlo?
Grazie Giuseppe!
Massimo Tivoli
Alien è uno dei miei film preferiti, comunque confermo l'ignota origine dei mostri.
Questo racconto potrebbe benissimo essere di un genere qualunque o, anche, di nessun genere. D'altronde, poi, è davvero veramente importante catalogare un racconto? Io ritengo di no, forse sbagliando, chissà, ma tant'è. La fantascienza, l'horror, lo splatter, il giallo o anche altro possono ben essere soltanto un espediente per dire qualcosa di più ampio.
Magari l'autore, in questo racconto, ha semplicemente voluto "metaforizzare" la vita moderna: il "correre!". Noi, vittime di un ingranaggio insostenibile, corriamo solo, non abbiamo il tempo di fermarci un momento, di goderci alcunché... Eppure ci possono essere tante altre letture. Credo anche, per esempio, che l'autore abbia voluto porre l'attenzione sulla caoticità, sull'assurdità, in alcuni momenti, di questo mondo. Oltre alla costruzione della storia, anche alcune frasi pronunciate dal protagonista me lo fanno pensare: "...Non so se in tutto il resto del mondo le cose vadano come qui da noi, probabilmente riescono anche ad andare peggio..." oppure "...Prima ero un tipo silenzioso e riservato, ora invece mi sono ridotto a parlare da solo ad alta voce. Tecnicamente potrei tranquillamente affermare di essere impazzito; ma chi se ne frega, no?..." o ancora "...Solo alle donne e ai bambini è risparmiato questo esame, per motivi che pare siano ancora ovvi in questo pazzo mondo..."... Ma, come dicevo sopra, le letture possono essere innumere... Si tratta, secondo me, lo ripeto, di tutti espedienti più o meno criptici che utilizza l'autore, di mezzi per lanciare il suo messaggio o i suoi messaggi... I "mostri" e i "guardiani", per esempio, possono essere la metafora di tante cose... Così come l'autore ti porta anche ad un'altra riflessione: "Ma di chi si deve avere più paura, in fin dei conti, dei mostri (bestie intelligenti, sufficientemente intelligenti) o delle guardie (esseri umani), con quelle loro assurde prove di forza?". E se era questo il vero messaggio che voleva lanciare l'autore?...
Complimenti, Massimo. Sei riuscito a far porre a un semplice lettore tante domande...
Il genere letterario è fine a sé stesso, per i puristi della lettura, ma penso sia comunque indispensabile dare una connotazione, seppur generica, di un ordito che sorregge una trama.
Il problema potrebbe sorgere, però, laddove un solo racconto contenga una commistione di generi.
In tal caso, come si fa a catalogarlo? Gli si dà una connotazione sempre generica?...
Tra l'altro, ho notato che fra le tendine dell'Associazione, per la scelta dei generi, manca il genere distopico, da me molto apprezzato. Lo si fa rientrare nella fantascienza?...
Scusami, si tratterà di minuzie, ma mi faceva molto piacere discuterne.
forum/viewtopic.php?f=121&t=5141
Così sarà utile anche in futuro
Grazie per l'interazione!
Ben scritto, terrorizzante e perfettamente accompagnato dal disegno di Paolo: tratto deciso e sicuro, capace di rendere nelle figure dell'uomo e del mostro artigliato l'angoscia, l'affanno, l'indifferenza spietata e la forza brutale.
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