Recensione o commento # 1, data 00:00:00, 04/06/2008
Ancora una storia capace di riportarci indietro nel tempo.
Zaini, astucci, le scarpe ortopediche, i grembiuli con il fiocco.
E le Maestre.
ah, la mia maestra, lei non usava la bacchetta ma una piccolo fastidiosissimo campanello. Una tortura acustica per arginare la nostra esuberanza.
Ci sarebbe voluto Max la belva!
Recensione o commento # 2, data 00:00:00, 04/06/2008
Grazie!!!...sei riuscito a farmi piangere.
Recensione o commento # 3, data 00:00:00, 04/06/2008
La verità è che.. nessun bambino nasce belva, questo ti ha insegnato la nuova maestra Max
Io.. della mia ho un felice ricordo, nemmeno tanto lontano, qualche anno fà abbiamo fatto una cena, c'eravamo quasi tutti
Toscana.. con la madre poetessa.. il pomeriggio era dedicato ad attività extra ..musica, pittura, teatro, penso di dovere a lei questo mio continuo bisogno di.. creare
Recensione o commento # 4, data 00:00:00, 04/06/2008
Max sei grande!! mi hai rimandato nel passato a ricordare cose ormai così lontane, ho rivisto il mio maestro, Ignazio si chiamava, ricordo ancora il suo volto molto chiaramente, siciliano, occhi celesti, baffi, e sempre con il sorriso, me ne ha insegnate di cose, eppure lui era uno con la bacchetta, ancora me lo ricordo: chi mi porta una bacchetta per indicare le regioni sulla cartina? indovina chi l'ha portata? e indovina chi l'ha provata per primo? e il fiocco sempre sciolto? lui me lo rifaceva e poi mi dava uno schiaffo quando me lo meritavo. Mi voleva bene, ricordo i suoi occhi piangenti, quando all'esame di quinta si separò da noi. Mi sembrò di perdere un padre quando seppi della sua morte. Bravo Max, tu le cose le racconti davvero bene.
Recensione o commento # 5, data 00:00:00, 05/06/2008
E bravo Max la belva! Ma da dove sbucava quella maestra: era uno degli alieni dei Men in Black?
Bel frammento pescato dagli impagabili ricordi d'infanzia. Non posso non riscontrare delle analogie: io c'avevo una suora con la barba (da qui il mio anticlericalismo) che usava una bacchetta talmente lunga da raggiungere l'ultimo banco. Quanti ricordi!
Solo una sfumatura; quando dici "Era l'albero più grosso che avessi mai visto prima" secondo me quel "prima" non ci vuole. E mò incazzati, voglio proprio vedè!
recensore:
Sphinx(socio onorario, collaboratore)
donatore 2011
Recensione o commento # 6, data 00:00:00, 25/06/2008
Gran bello spaccato dei tuoi ricordi Max. La cosa del black-out mi ricorda il film “The Butterfly Effect”. Non è che un giorno tornerai indietro nel tempo per cambiare quell’episodio della tua vita? Eheheh
Recensione o commento # 7, data 00:00:00, 28/03/2009
La maestra che bacchetta, lascia segni indelebili e lezioni di vita che a volte forse si riproducono incosciamente "bacchettando" senza la possibilità di interazione il prossimo.
Lasciano danni queste maestre, rovinano se non si è abbastanza forti a superare gli asti nascosti che spesso conducono i "docet" a sopprimere... Accade ancora oggi nella vita tristemente questo sfacelo di non interazione nella convinzione di essere nel giusto, dove la parola scusa spesso viene dimenticata.
Recensione o commento # 8, data 00:00:00, 29/03/2009
Bravo Max, hai fatto tuo il detto "quello che non ti uccide ti fortifica", per fortuna questo tipo di maestre non esiste più, ma, per contro, c'è la tendenza inversa altrettanto deprecabile: adesso le maestre (i docenti in genere) sono costretti a subire la maleducazione degli allievi. Mi viene quasi da pensare che "stavamo meglio quando stavamo peggio"
)
risposta dell'autore, data 00:00:00, 17/07/2010
L'opera è stata aggiornata, corretta e reimpaginata.
Buona lettura!
Recensione o commento # 9, data 00:00:00, 19/07/2010
"un bambino tutto sommato normale, un po' scontroso e poco gestibile, ma senza dubbio buono e intelligente."
Fortuna che si trattava di un bambino "Buono" sennò che avrebbe fatto? avrebbe messo una bomba? E poi come lo avvrebbero chiamato? Max lo sterminatore?ah,ah! Fuori dalla scherzo, è una fortuna che certi metodi educativi siano stati abbandonati: ricordo ancora uno schiaffo terribile che il mio professore di latino mi assestò per il semplice motivo che non avevo ancora scritto i compiti da fare sul diario. Eppure ero tra i primi della classe. mah! tempi nuovi per fortuna e Max ci ci ha riportati indietro di molti anni, quando le cose andavano diversamente.
Recensione o commento # 10, data 00:00:00, 23/09/2010
Peccato che un racconto del genere, così semplice nella sua tersa e scorrevole prosa, non si trovi stampato in uno di quei tanti noiosissimi libri adottati dalle scuole elementari e (perchè no) anche medie. I giovani e inesperti studenti masticano ancora poco la lingua italiana e passano gran parte del tempo della lettura a ricercare nelle numerose note in fondo alla pagina il significato oscuro di tante parolone difficili. In questa ricerca di chiarezza inevitabilmente interrompono la continuità della storia e alla fine ci hanno capito ben poco. La bacchetta del racconto diventa simbolicamente uno strumento di potere ma non di consenso. Un bambino che mal sopporta le punizioni fisiche, dotato di un temperamento ribelle che emerge in uno stato di rabbia che lo fa quasi "uscire" da se stesso, darà alla maestra la lezione che merita. Bello il confronto della maestra "bacchettaria" con la sostituta che arriva. Lei non avrà bisogno di usare la silenziosa e dolorosa bacchetta. Per arrivare al cuore di un bambino basta la benevolenza e la capacità di ascolto. E avrà dato un vero insegnamento di relazione che non si dimentica più.
Recensione o commento # 11, data 00:00:00, 04/11/2013
Racconto ben scritto e molto sentito. Caparbia la stesura in grado di trasmettere i pensieri di un bambino. Questo episodio evidentemente ti ha segnato molto tant'è vero che non l'hai scritto tu ma il bambino che è dentro di te e che ha vissuto la faccenda in modo del tutto particolare. Gli sono venuti i "5 minuti" e da bambino buono intelligente si è trasformato in un mostro verde incazzato e privo di parola.
risposta dell'autore, data 00:00:00, 04/11/2013
L'hai detto, Eliseo!
Quel giorno me lo ricordo come fosse oggi.
Recensione o commento # 12, data 00:00:00, 04/11/2013
Ubi maior, minor cessat.
Ah ah ah ah certo che se un pivello di 6 anni ha messo in fuga (definitivamente da quanto ho capito) una maestra "carrozziere", d'ora in avanti c'è da aver paura a postare qualcosa senza prima averlo riletto 20 volte più del necessario:
quel moccioso di 6 anni adesso è cresciuto e al posto del righello, chissà quale altra arma contundente potrebbe usare in caso di strafalcioni.
risposta dell'autore, data 00:00:00, 04/11/2013
La mia nuova arma, adesso, è il pulsantino magico che banna gli utenti ahahah
Recensione o commento # 13, data 00:00:00, 17/10/2015
Forse perchè io sono nata e vissuta in una grande città, ma gia alle mie elementari la bacchetta non esisteva più, certo, le maestre erano molto rigide molto severe e ti " mettevano in castigo dietro la lavagna", ma la bacchetta nella mia scuola fortunatamente non esisteva più. Comunque questo racconto di vita è molto carino, L'insegnate rigidissima che poi viene espulsa dalla scuola, perchè un nano si ribella è veramente incedibile. Ottimo.
risposta dell'autore, data 00:00:00, 17/10/2015
eh, che bei tempi!
Ogni tanto ripasso d'avanti a quella scuola elementare. Ora è diventata una specie di centro sociale per giovani.
Il pioppo non c'è più.
Recensione o commento # 14, data 00:00:00, 20/07/2016
Devo essere onesto. Sono arrivato su questo racconto grazie alle impeccabili funzionalità del nostro forum che me lo hanno segnalato tra i primi dieci. Poi ho letto la descrizione: "Oh No, un racconto autobiografico" ho pensato. In genere, non sono un amante dei racconti autobiografici anche se devo riconoscere che ce ne sono di lodevoli. Non prediligo neanche racconti in cui si avverte esplicitamente che dietro il PG o il narratore ci sia l'autore. Insomma, sarà un mio tarlo che ancora non scaccio dagli angoli più bui della mia psiche, ma non mi piace essere toccato dall'autore. E' un po' come i camei di Hitchcock nei suoi film, mi ricordano che dopo tutto è solo un film (anche se poi A. H. te lo fa subito dimenticare...). In questo racconto, Massimo è stato capace di farmi dimenticare che quel bambino fosse auto-referenziale. Ho trovato brillante l'idea di non ricordare il match con la maestra e di farselo invece raccontare dal cugino, e ho pensato "quanto scrive bene Massimo!". Il racconto va giù liscio, avvincente e esilarante, e con un bellissimo messaggio finale. Ringrazio Massimo per avermi regalato una piacevole pausa dal lavoro.
risposta dell'autore, data 00:00:00, 20/07/2016
Io la penso esattamente come te circa i racconti autobiografici ehehe
Grazie per il lungo e piacevole commento