BLUE BULL
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Un poliziesco vecchio stile, cazzuto, ambientato un po' a Chicago e un po' in New Mexico, dove un poliziotto scopre di avere un figlio già adulto e, una volta deciso di conoscerlo, si accorgerà che non sarà così semplice. Una storia dura e forse anche vera.
Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Info e commenti: forum/viewtopic.php?f=11&t=4521
Buona lettura!
Davvero un tipo che ci resta in mente, questo John Frank, come poliziotto e come uomo. La prima immagine che abbiamo di lui è quella sul luogo di lavoro, con una fama che lo precede, di duro spaccaossa. Un uomo che non si fa illusioni, che ha perso gli ideali della gioventù, che si è abituato a fare i conti pratici con la cattiveria del mondo. Eppure, ad un certo punto, arriva un’occasione che rivela la sua parte tenera, sepolta sotto tanta durezza e tanti calli, una delicatezza di sentimenti che ha sempre convissuto e convive in lui, sotto la scorza.
La storia (nonostante, o grazie alle “quattro mani”) appassiona, si svolge carica di immagini e di scene come in un film, colpisce a volte concreta come un pugno e a volte lieve come una carezza (la stretta al cuore nel conoscere Jordan, lo sguardo posato sulla foto di Jennifer).
John Frank è sempre uomo e poliziotto allo stesso tempo, decide e agisce senza aspettarsi riconoscenza. In fondo è un uomo onesto, con un senso della giustizia chiaro, nonostante il suo essere a volte scorretto, nonostante azioni terribili di cui si prende la responsabilità. Un uomo difficile con cui vivere, ma da rispettare e da salutare portando la mano alla fronte.