Descrizione: Racconto scritto per la raccolta "365 storie cattive". Il contenuto è un po' scabroso, e quindi ne consiglio la lettura solo a chi ha lo stomaco forte.
Incipit: --… e la chiami una storia cattiva quella? -- le chiede Mario. -- Certo! Perché… non hai percepito quel senso di disgusto che caratterizza le storie splatter? -- ribatte orgogliosa Luisa. -- Ahahah! Ma per favore… -- E va bene, genio: sentiamo cosa sai fare tu. -- Sicura?
1° in opere commentate (per Adulti, dal 2010)
2° in opere commentate (per Adulti, dal 2009)
3° in opere viste (per Adulti, dal 2011)
3° in opere viste (per Adulti, dal 2010)
3° in opere viste (per Adulti, dal 2009)
3° in opere commentate (per Adulti, dal 2008)
3° in opere commentate (per Adulti, dal 2007)
Un sacrificio umano da offrire agli alieni e una donna incinta costretta a diventare un pasto succulento per i padroni della terra. La terribile immagine,rappresentata con incisiva sapienza dal narratore, viene per fortuna smorzata dalla apparente leggerezza del racconto che svela la finzione letteraria. Ma il risultato resta: al sorgere avido dell'appetito vorace degli alieni corrisponde la scomparsa dell'appettito da parte dell'ascoltatrice...e di tutti i lettori che si sono avventurati nei meandri di questa piccola storia cattiva che "si digerisce" a fatica.
Giuseppe Novellino
L'impatto tattile/sensoriale che riesce a dare in una manciata di righe è raccapricciante quanto il retrogusto ostinato di una pietanza rancida...
Quell'alieno schifoso che si serve a piene mani è un'immagine che colpisce il bersaglio...
Pia
l'avevo già letta e gustata nell'antologia, certo che sei stato cattivissimo con la povera Luisa, la descrizione del fiero pasto è molto convincente
Comunque, nella sua brevità è come uno scarica di pallettoni nella pancia. Devastante. I miei complimenti, scrivine ancora!
Massimo Tivoli
La storiella è capace di dare un’immagine lampo del terrore più profondo: assistere impotenti a un gesto impunito che tocca la parte più innocente e indifesa. L’immaginazione così perversa non fa di Mario un mostro: ha solo giocato, avendo ben chiaro il confine tra realtà e fantasia, rimanendo sempre l’adulto che è con quel desiderio-bambino di vincere. Possiamo perfino immaginarlo sorridere innocente mentre pronuncia l’ultima battuta.
Lo stesso vale per l’autore del racconto che ha dato vita a Mario e che è il vero vincitore, perché solo con le parole è riuscito a raggiungerci tutti e a darci una rimescolata dentro.
Alla prossima sfida ci si aspetta un po' tutti la vittoria di Luisa!...
Grazie per il commento.
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