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Cinema e sogno: riflessioni su Mulholland Drive di David Lynch

(saggio altro, medio - per tutti)
87 visite dal 11/04/2022, l'ultima: 3 settimane fa.
1 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:








Descrizione: Per chi ha avuto la fortuna di vedere il film di Lynch e sia interessato propongo un saggio che scrissi più di una quindicina di anni fa, quando flirtavo tra cinema e filosofia. Attenzione: Se non lo avete visto, tenete conto che spoilero la trama.

Incipit: Sarà solo una curiosità o uno scherzo del destino, ma il cinema e la psicanalisi – la scienza moderna dei sogni – sono state battezzate nello stesso anno: il 1895. Mentre, infatti, Sigmund Freud pubblicava nella Vienna di "fine Impero" i suoi Studi sull'isteria, premessa fondamentale a L'interpretazione dei sogni, i fratelli Lumière stupivano l'animata società parigina con la prima proiezione delle loro pellicole.


Cinema e sogno: riflessioni su Mulholland Drive di David Lynch
file: mulhollanddrive-a5.pdf
size: 587,65 KB
(se Leggi e ascolta non funziona bene,
clicca e scarica il documento originale (nwinfo))


Elenco Tag dell'opera:
#cinema(13)    #film(26)    #mullholland drive(1)    #psicanalisi(1)    #sogno(166)    #david lynch(1)



Recensioni: 1 di visitatori, 2 totali.
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recensore:
avatar di Namio Intile
nwNamio Intile
(collaboratore)

Recensione o commento # 1, data 11:14:31, 13/04/2022
Un testo diviso molto complesso dove metti tanta carne al fuoco e sostanzialmente diviso in due parti: nella prima accosti l'esperienza sensoriale ed emotiva dell'assistere a uno spettacolo cinematografico a quella onirica, con una varia e valida bibliografia a sostegno. Questa prima parte ti serve un po' da introduzione per la successiva in cui entri nel tema anticipato dal titolo: la disamina della pellicola di David Lynch Mulholland Drive.
Nella prima parte l'accostamento dell'esperienza cinematografica a quella onirica assume poi connotati psicanalitici, e infatti alla luce di questa interpretazione, o meglio visione, provi dis-velare la poetica lynchiana. Ma successivamente ti accorgi che la psicanalisi e la vecchia interpretazione dei sogni conduce in un vicolo cieco. Ecco allora il tentativo di analizzare la pellicola partendo dall'assunto che il mondo è Caos e che Lynch volendo descrivere l'intreccio di quelle due vite/storie non può fare a meno di considerarle come immerse in un ribollire sulfureo di un Mondo caotico che rifiuta per assioma ogni reductio ad unum.
A me Mulholland Drive è sempre sembrato, nella sua lettura del Mondo, simile a Quer Pasticciaccio di Gadda, con la sua impossibilità a soffermarsi sulla trama, a concentrarsi su di una storia legata e indirizzata, guidata, da semplici rapporti consequenziali di causa ed effetto.
Come in Gadda la trama gialla/thriller è solo il primo elementare livello di lettura.
Un ottimo e complesso lavoro, complimenti.
Vorrei aggiungere un elemento: a mio avviso il titolo non casuale. Mulholland Drive è la strada dedicata all'ingegnere (ma forse non lo era) irlandese che permise lo sviluppo moderno di Los Angeles poiché costruì un lunghissimo acquedotto che convogliò le acque del lago Owens (un lago alpino ai piedi della Sierra Nevada) verso la città. Senza quell'acqua abbondantissima Los Angeles e Hollywood non avrebbero potuto diventare quel che sono diventate. Ma dietro la costruzione di quell'acquedotto si verificò tutta una scia di truffe e ruberie ai danni degli agricoltori della Valley, imbrogli, morte distruzione e devastazione che passò alla storia come le guerre dell'acqua della California. Il lago, lungo oltre cento chilometri venne prosciugato e in quegli anni crollò persino una delle dighe che irregimentava le acque causando oltre cinquecento morti e la distruzioni di parecchi villaggi.
Los Angeles è figlia anche di Mulholland e della sua visione onirica di un deserto dove cresceva solo il chaparral trasformato in giardino.



recensore:

risposta dell'autore, data 18:57:17, 16/04/2022
Ciao Namio! Grazie dell'aneddoto su Mulholland. Di fondo la mia interpretazione del film è un po' brechtiana. Il senso dell'operazione di Lynch è per me quello di sottrarre lo spettatore alla manipolazione filmica, spezzando il legame di passività tra lo spettatore/sognatore e la pellicola/sogno: Un legame che è imbevuto di immagini e simboli onirici che rimandano ad un'ideologia consumistica, fatta di bisogni la cui soddisfazione è costantemente rimandata ad un prodotto successivo. una trappola da cui lo spettatore può essere liberato solo diventando attivo consumatore delle immagini.





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