Quando le cucine avevano un'anima

Veramente carino il titolo. Ha catturato la mia attenzione e senza pensarci ho iniziato a leggere il tuo racconto. Adoro andare a visitare castelli, specialmente quelli Francesi. Le tue descrizioni di vari tipi di cucine rispecchiano proprio si secoli di regni che in francia hanno avuto la loro parte. In effetti in quelle cucine la servitù ci passavano la loro vita.

L’anima gliel’hai data tu, con questo racconto che descrive ogni dettaglio come se stessi dipingendo un quadro. Mentre si legge infatti, le immagini scorrono davanti agli occhi, creando ogni oggetto, ogni arredamento, dalla grande pentola al più piccolo bicchiere. Seguendo le tue parole ci si sposta curiosando tra mensole e ripostigli, sul bucato all’esterno, sul cibo tenuto al fresco. Ciò che meraviglia è che pur non avendo messo protagonisti “umani” a parlare in questa cucina, tuttavia ne hai fatto un ambiente pieno di vita, con gonne e grembiuli che frusciano, mani che agitano mestoli e che spiumano, voci che gridano e sussurrano alla luce delle candele.

Taluni racconti, irti di veritiere considerazioni, restano graditi allo spirito, elevano le percezioni visive e scatenano pensieri riflessivi, come può fare un'emozione sgorgata dall'osservare certe cose. I particolari descritti dall'autrice sono stati in grado di dare forma e corpo a una cucina antica, accattivante e suggestiva, la quale, se potesse proferire parola, chissà quali innumerevoli discorsi si udirebbero. Le immagini sono evocative e balzano agli occhi del lettore con delicata armonia, proprio per condurlo in quel luogo, animato dalla sensibilità e dolcezza di chi lo ha saputo romanticamente presentare. Casualmente, il sistema "random" delle opere a caso mi ha proposto la pubblicazione, che mi è piaciuta, nonostante si possa facilmente ritenere esclusiva di poetica beltà, unicamente rivolta al gentil sesso. Complimenti!