Gli anni

La poesia piace o non piace. Ritengo che sia qualcosa di soggettivo al di là dell'aspetto tecnico proprio della scrittura, che non vado ad analizzare. Per quanto mi riguarda mi è piaciuta per la sua semplicità ed immediatezza, trasmettendomi quelle emozioni che cerco in una poesia.

Vero, una poesia non si può spiegare, non si dovrebbe. Si apprezza per le immagini che suggerisce, per quello che riesce a risvegliare nell'animo di chi legge. Mi è piaciuto leggere questi versi (soprattutto gli ultimi due), hanno una cadenza musicale e da ognuno sembra nascere una storia. Mi viene in mente, visto anche il titolo che hai dato, il racconto di una vita, da un'infanzia di ricordi a un'età adulta con difficoltà e disillusioni.
La prima strofa ha un colore verde, di pineta, di morbido velluto, di paesaggi quieti e sorridenti ritrovati negli occhi di qualcuno amato. La seconda strofa è gialla, come i fiori relegati a una finestra, amara come l'aria di città affollate, come i graffi di una belva feroce. Il finale sa di rassegnazione, di cedimento, di speranza perduta. Sotto un'acqua che non è refrigerio le grida non si sentono più, gli anni continuano a rotolare, avanzando come onde.

Versi che incantano e trascinano il lettore verso quegli anni, così incantevolmente e liricamente esposti. Sono gli anni che fanno parte di noi, in cui i ricordi, belli e brutti che siano, ci aiutano un po' a tirare le somme di quanto accaduto. L'aria salmastra della pineta e la poltroncina cigolante della vecchia zia sono state testimoni di quell'incontro. Un lontano rimembrare, sostituito da una finestra che affaccia su di un qualcosa di impalpabile, come il senso di rassegnazione, che si porta dentro. Davvero molto bella. Cordialmente, saluto.