Maschera

Bellissima descrizione di una grande verità: i sentimenti si possono soffocare, anche quando il cuore è a pezzi si può
( anzi si deve) far finta di niente davanti agli altri, ma arriva il momento in cui gettiamo la maschera che ci siamo imposti di indossare, e il nostro io più vero viene fuori con prepotenza. Angela, cominciavi a mancarmi.

Se non fossi sicuro del nome dell'autrice, direi che è stato lo stesso Pirandello a scrivere questo racconto che descrive il modo in cui inganniamo noi stessi e lo svelamento di cià che abbiamo tenuto nascosto. Bel racconto, scritto in modo magistrale.

La maschera che si indossa, a volte, per non ferire gli altri. A volte per non farci scoprire vulnerabili. Penso che ogni tanto però bisogna lasciarsi andare, far capire, prima che sia troppo tardi, all'altra persona che le vogliamo bene. Ora io sto indossando la tua maschera. Mio papà e'mancato il primo di aprile. Io tutte le mattine la prendo dal comodino per rimuoverla la sera, quando sola mi sciolgo, senza farmi accorgera dalla famiglia. Non hai bisogno dei miei complimenti, ma ti scrivo ugualmente che sei veramente brava.

Bel racconto scritto con stile impeccabile che si legge con emozione. L’importanza della maschera per il tuo protagonista, e per tutti noi, non poteva essere narrata in modo migliore. È la difesa contro il mondo e i suoi giudizi, una difesa contro gli attacchi degli altri, un modo per proteggere sentimenti sbagliati, rimpianti incancellabili, dolori che ci feriscono. Ci aiuta ad alzarci al mattino, nasconde i pensieri indifesi e ci aiuta a vivere, ma quando cade è come il crollo di una diga che lascia passare un fluire inarrestabile.
In questo testo rivela la verità di un sentimento mai cessato, la sofferenza dell’abbandono, il rimpianto per una decisione altrui mai accettata. L’esplosione del pianto segna la caduta della maschera ma le carezze al cane sono la vera immagine del dolore provato.

La pubblicazione sul raccontino pirandelliano, molto mi ricorda la festa del Carnevale, come occasione dell'apparire per quello che, in realtà, non si è. D'altro canto, però, le parole, scelte accuratamente dall'autrice, sarebbero ancora più significative se adoperate per descrivere il continuo flusso delle tante persone, incrociate nel cammino nostro. Del resto, lo scenario della vita ben si presta a un palcoscenico, in cui le maschere sono sempre presenti, al di là di qualsiasi tipologia di festa e ricorrenza sociale. E, chi possiede il coraggio di essere se stesso, aumenta il grande valore, insito nel sapersi distinguere dai molti, i quali, cadute le maschere indossate, ne presentano un'altra, forse, miserabilmente fatta di bronzo. Ma è la parte finale della narrazione a rivelare una sensibile, umana e lampante verità: …"Non mi resta altro che star qui da solo assieme al tuo vecchio cagnolino che giace dimenticato e immobile in quell'angolo e che accoglie, incredulo, le carezze che non gli ho mai dato". Un atteggiamento, almeno per me, condiviso appieno!