Il prezzo

Il tempo dedicato alla lettura di un racconto di Angela è sempre un tempo speso bene. Anche qui troviamo una narrazione fluida e intensa, dove i personaggi sono in bilico tra sogno e realtà, tra ricordo e presenza. La figura di Federico è di grande attualità ed è scolpita con maestria psicologica. Dopo un inizio un po' troppo ampio, dal sapore vagamente balzachiano, la narrazione prende il volo in un succedersi di impressioni e immagini che si collocano su piani temporali diversi, gestiti molto bene.

Un racconto piacevole che descrive uno squarcio della società siciliana, quello dei nobili latifondisti. La figura di Federico come "caro agli dei" emerge in tutte le sue qualità, in tutto il suo potere che arriva perfino a esercitare il dono della persuasione. Ben si intuisce perché la moglie lo abbia abbandonato, difficile stare nell'ombra per tutta la vita, ancor più se di umili origini e di popolana provenienza. Si apprezza il ben congegnato finale, "sospeso" su una inquadratura che è la chiave di volta di tutta la storia e, soprattutto, si capisce dall’epilogo il titolo "Il prezzo", che è quello pagato dalla povera Valeria per la sua libertà. Molto sottile ed efficace stilisticamente il colloquio-ricordo del protagonista con la voce immaginaria della donna sullo sfondo del giardino di casa e della stanza del figlio.

Ecco uno scritto che puoi finire di leggere ma non finire di pensarci. Umberto Eco, mi pare, definisce "rivoluzionari" gli scritti non consolatori, quelli che nel finale realistico e crudele ti agitano e non ti acquietano, ti arrovellano, amareggiano, ti danno da pensare — i tipici scritti che non fanno assolutamente bene alla mia acidità di stomaco
Scritto benissimo, molto bello e desolato, e in particolare, c'è un artificio retorico che ho davvero apprezzato, e che metto sotto lo

SPOILER
SPOILER
SPOILER

Come hanno già fatto notare, quella voce verso la volta celeste — Valeria — sembra presente, poi si scopre — amaramente — che la fanciulla che correva a fare l'amore sotto l'albero, non è lì, presente, con la sua risata. Un punto davvero bello di questo scritto, commovente direi.

Un didascalico racconto d'altri tempi, costruito con ridondanza di espressioni e dialoghi che risultano spontanei e per nulla artificiosi. Ben scritto, certamente sarà apprezzato dagli idealisti e da quanti primeggiano per l’acquisizione di una agognata libertà, combattendo con dignità, e talvolta, pagandone un prezzo davvero alto. Valido il finale, ben congeniato ad incoronare l’emblematico messaggio insito nel dipanarsi della storia. Complimenti!

Bel racconto che non ha pietà per il lettore. E adesso, che si fa? Dico che la riconosco e mi tiro una tegola in testa o faccio finta di niente tenendomi un masso nel cuore? Il senso del racconto è questo: nella vita si paga per ogni cosa, l’unica libertà è quella di scegliere quale prezzo vale la pena di essere pagato. Una ricchezza di beni e una cultura da sfoggiare che si paga con la solitudine e l’invidia degli altri, la bellezza dei ricordi da pagare con lo strazio del ricordare stesso. Una libertà da un mondo che opprime pagata con la miseria, superare il disagio di un’adolescenza pagando l’euforia di una droga. Pagare la lettura di un bel racconto con una riflessione amara sulla vita.
(Ti segnalo, verso la fine, “gli” al posto di “le”: le ciocche bianche che le scendevano sul viso.)