L'abbaino

Il nocciolo della storia non è originalissimo, ma scritto da una penna come la tua assume tutto un altro aspetto, fai la differenza! Il racconto è molto lungo e mantenere viva l'attenzione non è certo facile quando l'azione è lenta: ci vuole stile e padronanza della lingua, cose che hai da vendere. Molto belle le descrizione dello stato d'animo dell'uomo quando vede la tendina rispondere ai suoi movimenti, confesso che ho avuto un brivido. Trovo un'incongruenza però: la donna nella lettera dice che il "bambino" mangiava di tutto, mi chiedo come abbia fatto tanti anni a sostenersi chiuso in un abbaino. Inoltre ti segnalo una sbavatura: caddi sulle mie ginocchia, forse sbaglio io, ma il possessivo mi sembra superfluo. Altra frase che non mi convince e credo che sia una svista da parte tua: a cui avevo appena dato alla luce. E' sempre un piacere leggere i tuoi racconti

Diciamo che ci vuole un po' per riprendersi dalla lettura di questa storia che da un lato spaventa e dall'altro fa provare repulsione. Scritta bene, si legge con una vaga angoscia, presi dall'intrigo di quell'abbaino, dalla curiosità timorosa eppure irrefrenabile. In quanto all'orrore è praticamente triplo; quello che si rivela con la scoperta di chi agita la tendina, quello provato nel corso della sua vita dalla vecchietta, scandito da episodi uno più terribile dell'altro, e quello del protagonista, per ciò che ha fatto e che resterà nella sua memoria per il resto dell'esistenza.