La gallina e l'uomo

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2024.

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Eleonora2
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La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

La giornata era cominciata male.
Camminava sul marciapiede.
La difficoltà non stava nella riva che si presentava davanti, a pochi passi, ma nel buio che avvolgeva ogni costruzione.
Di mattina non avrebbe dovuto essere scuro. In nessun posto; il sole scaldava, come al solito; la luna raffreddava, come al solito; sole e luna facevano a gara a chi si vedeva di più, come al solito; a intermittenza, mandavano segnali di fumo ai pochi villeggianti rimasti a godersi il freddo o il caldo del paese.
Non c’erano più le mezze stagioni e la giornata era cominciata male, specialmente per chi non si alzava con il piede giusto.
I viventi, anche i vegetali, avevano delle teste.
Le teste crescevano, diventando sempre più ingombranti, negli esemplari di sesso maschile.
Il sesso femminile aveva la testa piccola, non essendo piena di pensieri, opinioni, considerazioni o suggestioni.
Chi possedeva entrambi i sessi, a seconda dei momenti, aveva testa piccola o estremamente grossa; così imparava.
Si arieggiavano i locali prima di soggiornarvi e si faceva di ogni erba un fascio ma si pensava che non tutto il male viene per nuocere.
Tutti, tubi e vivande comprese, sopravvivevano nella confusione e si aiutavano a stare a galla nel marasma che circondava idee o conversazioni.
Ognuno se la cavava come poteva.
Lei andava. Sul marciapiedi prestava attenzione e si guardava alle spalle, per il terrore di abbandonarsi all’amicizia.
L’amore imperversava.
Il buon cuore anche.
Il vuoto lasciato dagli atti di generosità doveva, in qualunque modo, venire colmato.
La scritta LEGGERE ATTENTAMENTE LE AVVERTENZE lampeggiava e lei ripensava ai fatti.
Procacciarsi cibo e garantire la continuazione della specie. Ma quale specie? Si interrogava su cosa fosse giusto o sbagliato. Ogni opportunità si doveva valutare e considerare di rimodulare i comportamenti creando nuove regole.
Molte domande. Istanze. Richieste. E la giornata era cominciata male.
Le galline, chiuse al buio, non si trasformavano più in prede per le volpi. La catena alimentare era diventata una corda per saltare.
Dal suo cervello di gallina non avrebbe potuto uscire un’idea.
Dopo aver camminato per quasi un’ora su quel marciapiedi, dall’altro lato della strada, la gallina, che canta ha fatto l’uovo, si trasformò in uomo, avvisato mezzo salvato.

Con il suo strumento, un violino nella custodia, l’uomo tornava dalle prove.
Era tardi e qualcuno lo aspettava nella gabbia.
Era una notte buia e tempestosa ma si preannunciava un buon giorno.
I fogli erano pronti, il lavoro filava e la storia scorreva che era un piacere.
Continuava, la storia, da sola; la notte incombeva e la musica, la solita, si diffondeva.
- Era, hai dimenticato era.
- Di proposito. L’ho fatto di proposito. Uno scrittore davvero abile non fa degli errori. Non si ripete!
- Vero. Tu sei uno scrittore?
- Sì.
Così dissero e non c’era niente di male nelle parole.
Parole lecite.
Autonomo il nome dell’uomo e Devota il nome della donna.
Donna costruita a misura.
Misura lunga, troppo lunga.
Lunga la strada. E i componimenti?
Componimenti troppi.
Troppi grilli per la testa.
E adesso, basta!
Basta con le moine.
Le moine vanno bene per le finzioni.
Tutto vero: donna, gabbia, gallina, giornata, inizio, mattinata, uomo.
Domande. Tante, troppe domande. E dubbi che nascono, crescono, salvano da certezze.
L’uomo si mette nella gabbia e racconta: dei giorni andati, delle ore trascorse nei boschi, delle lunghe camminate in montagna; ma, soprattutto, delle speranze; scrive di sé come una persona rispettosa degli spazi altrui, responsabile delle proprie azioni, indulgente, molto indulgente, e comprensiva.

Difetti? Non ne riconosceva. Erano legati alla sua natura, e comuni. Tipici della predisposizione umana. Quale predisposizione?
Non facciamoci troppe domande!
Continua a scrivere.
Autonomo continua a scrivere.

Arrivato a pagina tre. smise.
Smise di inventare, smise di crogiolarsi nei tormenti, smise di pensare. Bel risultato, anzi ottimo! far correre il tempo nella gabbia, e avere la mente vuota, completamente libera da preoccupazioni, ansie o visioni che consolano.
E, non volendo lasciare niente al caso, aveva in tasca la soluzione per i mali, tutti i mali.
Tenendola ben stretta, la soluzione, non aveva intenzione di condividerla con nessuno; – tre pagine, pfui! – .
L’uomo si accontentò e la donna si eclissò.
Dove?
Nella gabbia.

Vivere in gabbia non è gradevole. O, magari, è allettante se c’è chi provvede al tuo sostentamento e se c’è chi pensa a trasformarti in quel che sei.
Cosa significa? La trasformazione. Non saperlo rientra nei canoni della vita in gabbia: allo stretto e costretti a figliare.
Breve periodo e poi via, a rincorrersi nei campi di grano, promesse o delusioni, spighe in sfighe, uomini e donne, vincitori e vinte, come in una gara.
Senza coppe o trofei, con la pelle troppo esposta per bruciare
.
In gabbia la giornata era cominciata male.
E niente, proprio niente, si metteva in atto per cambiare la situazione.
Yakamoz
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Ciao, Eleonora,

il tuo stile di scrittura presenta caratteri post-modernisti, in particolare nella dimensione visiva piuttosto che in quella letteraria. La tua narrazione appare disgregata e scomposta, e potrebbe non risultare gradita a tutti. È come un racconto costruito su frasi frammentarie, con un'assenza di coerente linearità temporale tra le azioni.
In effetti, il testo suscita una certa angoscia in chi lo legge, simile all'esperienza di osservare un quadro composto da immagini disordinate. Mi ricorda molto il programma televisivo "Blob" di RAI 3. Sembra che tu voglia rappresentare il mondo in cui viviamo: un luogo dove le persone sono come galline rinchiuse nelle loro gabbie, intrappolate tra luce e ombra, con teste di dimensioni variabili a seconda del sesso. Ci sono anche riflessioni sulla scrittura, nonostante lui sia un violinista, ci si poi imbatte in domande prive di risposta… e tutto avviene in questo caos che, appunto, definiamo "mondo".

Voto 4/5 (nel suo valore distruttivo, anche nella narrazione, post-modernista)

Tante belle cose

Antonio

P.S. Classiche domande post-moderniste: Cos'è l'arte? Chi decide cosa è arte e cosa non lo è? Qual è il ruolo dell'artista nella società?
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Antonio! Per l'attenta lettura, per il voto, il commento. Il testo fa parte di una delle mie tante ossessioni, cioè di coinvolgere chi legge facendo uno sforzo, non limitandosi a vedere ma mettendoci del suo, non guidandolo per mano fino al finale, C'è, poi, una ricerca della parola. Una chiama l'altra e stravolgo tutto l'ordine del racconto e i tempi verbali. C'è qui la costruzione di un mondo. Per me, la gallina ha un significato, che non deve essere necessariamente lo stesso per tutti così, pure l'uomo, la gabbia, la strada, ecc. Non so se ho trasmesso qualcosa. Spero di sì. Il tuo giudizio, opinione o riflessione, mi onora in modo sublime. Ti ringrazio ancora per la fatica!
Vittorio Felugo
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Un racconto originale, parole e pensieri in libertà, che si formano via via e camminano con le proprie gambe. Per dove, non si sa, il bello è proprio questo. Una storia non deve necessariamente avere un inizio e una fine, qui ravviso una ciclicità nella vita di queste galline, galli, uomini, donne, tra proverbi e giochi di parole. Testo bizzarro e simpatico, voto 4.
Saluti
Vittorio
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Vittorio! Per lettura e commento.
Andr60
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Mi pare una composizione in stile dadaista e a questo punto alzo le mani, essendo del tutto impreparato alla letteratura di avanguardia (del '900). Apprezzo lo sforzo dell' autrice perciò do il voto 3
Ultima modifica di Andr60 il 29/09/2024, 11:14, modificato 1 volta in totale.
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie! Andr06, ho tentato di stravolgere la struttura del racconto costruendo un mondo ma, per me, la strada è ancora lunga e accidentata.Si tratta di vedere se e come funziona. Ho cercato strade nuove ma non so se ci sono riuscita. Il risultato non mi convince ancora. Continuerò a cercare..... Niente di super-moderno o artistico ma ricerca nella scrittura e divertimento, reciproco.
Jacopo Serafinelli
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Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

@Eleonora2
Gran bel caos caoticamente descritto ma… ma in fondo se gettiamo gli occhi di gallina fuori dalla gabbia quello che vediamo è quello che leggiamo in questa lettura che… senza un filo logico… si srotola dentro e fuori la gabbia.
Si sente l'odore sgradevole di ammassamento numerico… quello che… se allertiamo le narici si sente nelle aree metropolitane.
Mi è piaciuto! Un bel 4.
Jacopo
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Jacopo! Ognuno deve trovare la propria, personale, soluzione. Ripeto. Dirò il mio tentativo, alla fine della Gara d'Autunno. Progetto ambizioso? Può darsi. Mi interessa conoscere i vostri pareri.
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Luoghi comuni, domande, gabbie, finzioni, scrittori che terminano a pagina tre. Sembra un sogno, anzi un incubo. La materia di cui sono fatti i sogni è evanescente, e nei sogni la razionalità può venire meno. Non so se hai mai letto il Don Chisciotte di Cervantes. È il primo romanzo della storia, il primo romanzo europeo, e accadono fatti insoliti, incontri improbabili, coincidenze impossibili. Il romanzo barocco è onirico senza esserlo, è irrazionale senza esserlo. Il secolo dei lumi ci ha ancorato alla realtà, alla razionalità. Da quel momento l'irrazionale è stato bandito dalla vita come dalla letteratura e relegato alle visioni oniriche, o alle rimembranze a occhi aperti, o alle esperienze allucinatorie indotte da qualche droga o da qualche accadimento neurale e informatico insieme, il genere cyberpunk presumo. A trionfare nel secolo di Voltaire è stato il principio di realtà, la consequenzialità irrinunciabile di causa ed effetto. Così la visione del mondo del Don Chisciotte, limpida e potente irrazionale e illogica (ma non magica), è svanita per sempre ed è stata relegata a una lettura difficile per gente come noi abituata fin dalla nascita alla relazione tra causa ed effetto.
Ecco, forse la sensazione di straniamento di fronte al tuo stesso scritto è data da questa impossibilità ormai genetica, nell'incomprensibilità del romanzo originario europeo. L'umanità ha percorso un'altra strada, quella di Bacone, di Hume, di Galileo, degli illuministi.
A mio avviso l'antica strada, quella dell'irrazionale, è ormai impercorribile, a meno di non scendere nell'onirico(Broch a inizio Novecento), nel magico (ricordi il realismo magico di Marquéz? Ma appunto realismo), o in esperienze allucinatorie varie (Matrix e il cyberpunk in generale). Tentativi di aggirare la dittatura della realtà.
Il racconto per me è valido così com'è. Un tentativo, dici bene. Il mio consiglio è di attingere alla fonte, al don Quixote dove, ti garantisco, ti perderai dentro le sue infinite gabbie.
Un caro saluto
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Namio. Per la mia presunzione è un onore ricevere tuoi commenti. Ho provato tante volte a leggere il Don Chisciotte, l'uitima volta circa dieci anni fa, quando mi è stato regalato un manifesto in cui mi si paragonava a una che lotta contro i mulini a vento, ma non sono arrivata oltre le prime pagine. Magari è arrivato il suo momento. Trovo che la strada dell'irrazionalità sia sempre percorribile e mi lascio più che mai invischiare, altrimenti la realtà mi ridurrebbe in pezzi. Le mie scarse conoscenze, filosofiche e non solo, portano a cercare nelle esperienze di quelli che mi circondano il conforto alle mie mancanze. Un caro saluto a te.
Namio Intile
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Namio Intile »

Se devi riprendere il Don Chisciotte (quant'è vero che ogni opera ha il suo tempo nel nostro personale tempo) non impostare la lettura come faresti con un'opera moderna o contemporanea. Lascia perdere chi ha fatto cosa e quando. Lasciati trasportare da un Don Chisciotte che non è un folle, né un mago, né un sognatore, ma solo lo spirito del barocco. Forse per me, da siciliano, abituato ad avere tutti i giorni davanti i fiori di marmo di Casa Professa o i galeoni tra le nuvole di Santa Caterina, Villa Palagonia coi suoi mostri o i mascheroni altrettanto fuori di testa di Palazzo Nicolaci di Villadorata è più facile entrare dentro allo spirito barocco; mi basta una passeggiata per fare un bagno di irrazionale, di caos, di forme cariche fino all'inverosimile e quella sensazione di troppo, che a me non stanca, a cui sono abituato, ma che so in molti, al di là del Faro, detestano fino alla nausea.
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Namio per la dritta! Credo fosse un problema di traduzione. Ho trovato, gironzolando in rete, un'edizione più recente e più vicina alle mie esigenze. La Sicilia deve lasciare un segno e avere, oltre a una vegetazione da sogno, un fascino che non si può descrivere! Il momento del libro è arrivato!
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Lodovico
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Messaggio da leggere da Lodovico »

Non avevo ancora letto il tuo raccondo quando ho postato il mio ieri. Devo dire che ci trovo una certa "parentela". Il "non sense" che vuole e deve avere un senso, ogni frase è corretta, ma magari in un altro contesto. Mi è piaciuta la tua prima risposta nella quale sostieni che ognuno può vedere un senso diverso a seconda di quello che il racconto gli ispira. una narrazione che dal punto di vista logico parrebbe reggere ma, leggendo i dettagli, pone infinite domande: la gallina, la gabbia, la verdura con la testa... Non c'è bisogno di dire che mi è piaciuto!
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

@Lodovico grazie. Rispetto il tuo paragone ma, per me, i due testi, tuo e mio, risultano diversi. Riferendoti al senso, nella mia testa, ne aveva uno preciso, Ne parlerò, se interessa, al termine della stagione. Verrò a trovarti sotto le parole, per dirti che cosa mi hanno ispirato e poi, se ti va, ne discutiamo. Mi riempie di soddisfazione che le reazioni, di fronte alla mia costruzione siano state, ognuna a modo proprio, differenti tra loro.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Sarò sincero (lo so, è quello che dovremmo sempre fare, quando commentiamo, ma voglio dire che non avrò peli sulla lingua), ma l'ho trovato brutalmente, surrealisticamente bello, calvinamente bello.
Non credo ti sia divertita a esprimere qualcosa che non va assolutamente bene, certamente nella società in genere, ma di passo ti sei tolta qualche sassolino (taglia asteroidale) dalla scarpa.
Ovviamente le galline non dovrebbero stare in gabbia, certamente non per figliare (quello lo fanno i polli in batteria, e per l'industria ovicola, non quella avicola), e tantomeno per "farsi trasformare in quel che sono".
Però, se leggo il senso che CREDO di aver capito, di fatto privo il racconto della sua grazia surreale, come spiegare un D'Alì...
Dunque che faccio, oltre che riflettere?
Un filosofo greco (a ricordare quale!) risolse il dubbio su chi era nato prima tra l'uovo e la gallina in maniera "formale": prima l'uovo, perché l'essere in potenza precede l'essere in atto (magari Namio potrà confermare, per ora incrocio le dita di non aver scritto una bestialità).
Ma tra la gallina e l'uomo... È opportuno leggere le pagine di un libraccio che è stato usato per giustificare le peggiori nefandezze, e nemmeno le sue pagine più "progressiste", ma quelle più antiche: la Genesi.
"E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò."
Questa è la Bibbia Cattolica, e dice che Dio creò l'uomo "maschio E femmina". Eva non c'è ancora (sarà creata dopo), ma c'è una femmina creata da Dio a spasso per Eden, ohibò! Lilith.
Qualcosa di terribile è accaduto all'umanità, per imbarbarirsi al punto tale da cacciare Lilith, la compagna assegnata da Dio ad Adam, nella notte, e di fatto temo che questa storia non fa che anticipare ciò che accade in ogni coppia che non funziona. Ma credo anche che non sia colpa di Autonomo o di Devota: oggi ci portiamo dentro millenni di merda culturale, e siamo circondati da immondizia sociale, è difficile che una coppia riesca sempre bene senza che ciascuno non si senta altro da sé.
Che poi è quello che ciascuno vorrebbe: trovare quella persona con la quale continuare a essere sé stessi, o addirittura con la quale cominciare, a essere sé stessi.
Scusa, ho preso la tangente. Piaciuto, moltissimo!
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

@Marino Maiorino, grazie!
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Messaggio da leggere da Letylety »

Un racconto molto strano e per questo bello. Mi ha ricordato, come filo di un copione molto aggrovigliato, alcuni film di David Lynch dove prevale, al termine, lo stupore. E la predisposizione allo stupore dovrebbe essere uno stato d'animo ottimale per vedere e cercare di capire, forse inutilmente, questo mondo. Al fondo di tutto mi ha ricordato un film bellissimo e spiazzante che ho visto recentemente. Si tratta di The lobster di Yorgos Lanthimos. Ecco, in quel film c'è, forse, la stessa domanda che ti poni come autrice. Le risposte, più facili, sono come sempre molteplici.
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Sono davvero dispiaciuta ma non posso dare un parere positivo al tuo racconto. A me piace leggere brani dove si comprenda il significato, dove il lettore sia accompagnato nella storia con grazia, senza troppo starsi ad arrovellare la mente. Qui, dal mio punto di vista, è tutto una confusione. Questo tipo di scrittura che vuole essere originale, cosi come la trama, non la comprendo e non riesce a coinvolgermi. Ovviamente è un mio parere personale che va preso per quello che è.
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie!
@Letylety. Apprezzo molto i riferimenti ai film! A me, prima, piacevano, soprattutto quelli di Lynch. Il tuo commento mi rende felice!
@Laura Traverso. Ci mancherebbe! Mi dispiace di essere stata criptica, spesso mi dicono così. Il tuo parere è importante. Ogni opinione lo è. A rileggerci!
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Messaggio da leggere da Terradipoeti »

Il testo usa immagini surreali e riflessioni ironiche per esplorare temi di alienazione e vita quotidiana. La "gabbia" simboleggia una condizione di limitazione, sia sociale che personale, in cui l'uomo si trova intrappolato tra ambizioni e frustrazioni. Le figure femminili, ridotte a stereotipi, e l'uomo scrittore che riflette sulla sua esistenza, evocano una critica ai ruoli di genere e alle aspettative. Il linguaggio frammentato e caotico esprime una disillusione verso la vita, suggerendo un mondo in cui il cambiamento sembra impossibile e ogni giorno inizia "male".
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

@Terradipoeti. Grazie!
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Alberto Marcolli
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commento La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Sarei tentato di seguire il parere di Laura Traverso, non lo nego. Seguo da tempo le gare stagionali e mi sono via via adattato all’evoluzione dei racconti dei Bravi Autori.
Anche i nuovi romanzi che escono a raffica non fanno che raccontare di guerre, tragedie, ammazzamenti, sangue, violenze nelle famiglie, ecc. Siamo arrivati a un punto di non ritorno?
Ciò comporta la necessità di dovermi impegnare nella valutazione, mettendo da parte le mie preferenze, temo legate a un passato che non tornerà mai più: ne sono convinto. Spero solamente che le cassandre sull’imminente fine del genere umano non l’abbiano vinta, non per me ma per i miei nipoti.
Dunque. Veniamo al tuo racconto.
Che la narrazione appaia dissociata mi sembra innegabile, con livello di gradimento opposti.
Una conclusione non c’è, e nemmeno ci potrebbe essere. Il tuo è un testo che va preso per quello che è, senza inizio né fine, se non per l’angoscia che riesce a suscitare nel lettore, e non è poco.
Voto 3.
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Alberto Marcolli.
Bobinsy
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Messaggio da leggere da Bobinsy »

Tre volte non mi sono bastate
La quarta volta che ho letto dell'uomo e della gallina ho cominciato a focalizzare i paletti che avevi disseminato
In mezzo alle banalità, alle ovvietà, alle reiterazioni, ho scorto le sentenze.
O forse le ho riconosciute, giacchè si conoscono bene
e si ignorano con altrettanta facilità.

Mi è rimasto chiaramente che così non va
ma anche che dalla gabbia si potrebbe uscire
solo volessimo

Ma delle galline (che conosco abbastanza, visto che razzolano fuori casa mia) alle volte si equivoca il pensiero
Ad esempio il "Coccode" che accompagna la deposizione dell'uovo, chi di noi l'ha capito ?
Che è sofferenza pura
Provate voi a espellere un oggetto di quelle dimensioni
E noi allegramente: "Ha fatto l'uovo" e glielo rubiamo.

Che dire; hai una prosa zeppa di spunti di riflessione, che per me è pregio
Voto, giacchè è questo il gioco che stiamo facendo, un bel 4
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie, Bobinsy!
Ombrone
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Messaggio da leggere da Ombrone »

Un racconto che è una sfida. Almeno per me. Come avrai notato è molto molto lontano dal mi stile e dal mio modo di vivere la scrittura.
Di certo non rendi la vita facile al lettore, legittima scelta artistica, ma che appunto può diventare complicata per lettore come sono io, un po' testoni che non capiscono.
Ma è questo il punto se non ci si capisce il "problema" sta da entrambi le parti
Mi dispiace ma mi sento da 3, e sulla fiducia!"
Macrelli Piero
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Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Ma se non si capisce la lingua con cui è cantata una canzone, ha senso ascoltarla? Questo è un dilemma che spesso ritorna. Se non si comprende il testo, consideralo per la musicalità. Del resto, la musica piace anche se non si sanno riconoscere gli accordi usati.
Dove voglio andare a parare? Dopo una prima lettura, cercando di seguire la trama, ho fatto una lettura seguendo la musicalità data dal ritmo e dalla punteggiatura.
A me è piaciuto.
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

@Ombrone Grazie! Ogni opinione o parere mi interessa. Sono attenta soprattutto ai lettori coi quali ho meno affinità. Questo rappresenta l'inizio di un percorso e ci sono troppi passaggi che non vanno, secondo me, fornendo impressioni molto lontane dalla realtà, dalla mia realtà.
@Macrelli Piero. Grazie!
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Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Déjà vu - il rivissuto mancato

Déjà vu - il rivissuto mancato

antologia poetica di AA.VV.

Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.

Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.

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A Quattro mani

A Quattro mani

antologia di opere scritte a più mani

Una collaborazione, di qualunque natura essa sia, diventa uno stimolo, la fusione di peculiarità ben definite, la concretizzazione di un'intesa, la meraviglia di scoprire quel qualcosa che individualmente non si sarebbe mai potuta fare. È una prova, una necessità di miglioramento, il superamento dei propri limiti stilistici o di quei blocchi creativi che sovente ci pongono di fronte a un disarmante "foglio bianco". Gli autori di questa antologia ci hanno voluto provare.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Antonio Abbruzzese.

Contiene opere di: Chiara Masiero, Mauro Cancian, Stefania Fiorin, Anna Rita Foschini, Ida Dainese, Alberto Tivoli, Marina Paolucci, Maria Rosaria Spirito, Marina Den Lille Havfrue, Cristina Giuntini, David Bergamaschi, Giuseppe Gallato, Maria Elena Lorefice.

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L'arca di Noel

L'arca di Noel

Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
E chi? E come?
L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
Di Massimo Baglione.

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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.






Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


La Gara 46 - Non più in vita

La Gara 46 - Non più in vita

(maggio 2014, 17 pagine, 337,04 KB)

Autori partecipanti: Lodovico, Annamaria Vernuccio, Nunzio Campanelli, Patrizia Chini, Awomanofnoimportance.
A cura di Ser Stefano.
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La Gara 36 - De Rerum Scientia

La Gara 36 - De Rerum Scientia

(febbraio/marzo 2013, 35 pagine, 707,18 KB)

Autori partecipanti: Scrittore 97, Lodovico, Nunzio Campanelli, Roberta Michelini, Skyla74, Mastronxo, Patrizia Benetti, freecora, Ser Stefano, Marino Maiorino, sogliaoscura, Carlocelenza.
A cura di Monica Porta may bee.
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La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?

La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?

(giugno/luglio 2016, 35 pagine, 1,73 MB)

Autori partecipanti: Lodovico, Nunzio Campanelli, Massimo Tivoli, Carlocelenza, Stefania Di Giannantonio, Mirtalastrega, Skyla74, Patrizia Chini, Gabriele Ludovici, Giorgio Leone.
A cura di Alberto Tivoli.
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