Il Trasferimento
Il Trasferimento
L’Agente Y e l’Agente K, incaricati della missione sul pianeta Terra, presero possesso della mente di due ospiti umani il 18 ottobre 2019 alle ore 23:35. I ricordi e le conoscenze degli uomini in cui furono trasferiti rimasero intatti ma la coscienza fu sostituita.
La prima sensazione fu di disagio. Succedeva sempre così. Nel giro di pochi istanti, il trasferimento era completo e quel malessere svaniva. Si ritrovarono seduti, uno di fronte all’altro in un pub buio e chiassoso. Entrambi stavano sorseggiando una birra. Uno sguardo fu sufficiente per intendersi. Tutto era andato bene. Avevano preso il totale controllo degli ospiti e ora sapevano di chiamarsi Andrea e Marco.
2.
I primi trasferimenti effettuati dai Vulturiani, tutt’altro che semplici, spesso si erano rivelati assai pericolosi. Del resto, prendere possesso di un corpo in un mondo tanto lontano non è cosa da poco. D’altronde la loro smania di sapere era inestinguibile e ora, dopo la scoperta del “Trasferimento”, poteva finalmente essere soddisfatta.
Grazie a questa tecnica la loro coscienza poteva essere trasferita in una creatura con uno sviluppo evolutivo comparabile in un pianeta lontano anche decine di migliaia di anni luce.
Tali viaggi ormai andavano avanti da circa un secolo e i Vulturiani si stavano impadronendo dei segreti, delle tecnologie e delle conoscenze più profonde di tutte le entità senzienti dell’Universo.
I loro successi li riempiva di orgoglio e li rendeva sempre più potenti.
3.
Giovanna era davvero innamorata, questa volta era quello giusto, se lo sentiva. Si diede un’ultima aggiustata al rossetto mentre si guardava allo specchio. Era molto bella e lo sapeva. Un concentrato di sensualità e maliziosa innocenza. Dopo l’ennesima compiaciuta occhiata, tornò nel locale e si sedette vicino ad Andrea che le sorrise come faceva sempre. A dire il vero Giovanna notò in lui qualcosa di strano. Forse aveva bevuto troppo, pensò.
Fu una notte agitata. Lei non riusciva a prendere sonno mentre Andrea rimase sveglio a lavorare al computer fino all’alba e ogni tanto andava a controllare come stava.
4.
Per l’intera settimana Andrea e Marco lavorarono incessantemente per accumulare più informazioni possibili da portare ai superiori una volta tornati su Vultur. Ritenevano di essere tra i migliori agenti della loro squadra e ormai avevano visitato innumerevoli pianeti portando a termine con successo quasi tutte le missioni. Erano stati in grado di distinguersi per la dedizione alla causa e per l’importanza delle scoperte fatte.
Quella prima sera avevano deciso di ritrovarsi nello stesso pub il venerdì successivo e ora erano lì. Stavano discutendo sul da farsi mentre gustavano un panino caldo super farcito accompagnato da un’enorme birra luccicante:
— Agente K, — disse Marco — la vita dei terrestri non mi sembra un granché. Il livello scientifico e tecnologico sono piuttosto arretrati. Dal punto di vista sociale invece non vedo niente di interessante, anzi talvolta la loro ottusità mi sorprende. Insomma, una noia mortale.
— Sì, sono d’accordo, — rispose l’agente K — non vedo niente di buono in questo pianeta. Nella vita degli esseri umani non ho ancora trovato una cosa che possa esserci utile.
— Potremmo anticipare il rientro, che ne pensi? — chiese Y.
— Non ne sono convinto… d’altronde dalle nostre indagini preliminari sembrava che qui ci saremmo imbattuti in qualcosa di speciale. Ti devo confessare che dopo una settimana di ricerche mi sento un po’ deluso e ho una gran voglia di tornare a casa. Nonostante tutto però, ho la sensazione che qualcosa ci stia sfuggendo, Y.
L’agente Y si stava spazientendo — Agente K, io passo la giornata a portare i bambini a scuola, a fare un lavoro al limite della stupidità e di sera litigo sempre con mia moglie. Lo sai come funziona! Siamo Vulturiani ma nel momento in cui ci incarniamo diventiamo allo stesso modo terrestri a tutti gli effetti. Io sono l’agente Y ma anche Marco Sigoldi di anni quarantotto residente a Milano. E sinceramente non ho molta voglia di continuare a esserlo ancora a lungo.
— Sì, ti capisco Y. OK, la decisione è presa! Domani a quest’ora ci ritroveremo qui e torneremo indietro. Porteremo ai nostri superiori quello che abbiamo appreso in questa settimana, sperando che sia all’altezza delle loro aspettative. L’incombenza di studiare la civiltà umana passerà a qualcun altro che farà il salto dopo di noi.
5.
Il giorno dopo, all’ora stabilita, Andrea e Marco o forse sarebbe più giusto dire l’agente K e l’agente Y, raggiunsero il punto scelto per il Trasferimento.
— Non vedo l’ora di lasciare questo pianeta e le vuote vite degli esseri umani! — disse Y, con un sorriso impaziente e una leggera smorfia di disgusto.
— Eppure Y, mi chiedo se non ci sia sfuggito qualcosa? — rispose K sentendo una strana inquietudine che non riusciva a spiegarsi.
I tubi di trasferimento si materializzarono attorno ai corpi dei due agenti interspaziali. Ci sarebbero voluti solo pochi secondi per completare il salto. Fu in quel momento che l’agente K capì il motivo della sua inquietudine. Una fitta al petto gli fermò per un istante il respiro. Non voleva perderla! Doveva assolutamente rivederla! Non sopportava l’idea di non poter più stare con Giovanna. Lei dava un significato a quella vita inutile. Era così. Era lei la chiave di tutto e lo strano sentimento che provava era forse ciò che stavano cercando. I tubi iniziarono a restringersi, ancora qualche secondo e i due agenti spaziali sarebbero tornati al loro avanzatissimo pianeta.
Andrea ovvero l’agente K, saltò fuori proprio all’ultimo istante. Un rumore sordo accompagnò il trasferimento e i tubi scomparvero. L’agente Y si incarnò nuovamente nella sua corazza bionica e fece un urlo di gioia. — Wow, ragazzi che brutta esperienza! Meno male che sono di nuovo qui! — alzò le braccia in segno di vittoria e si guardò intorno — Ehi ma dov’è K? — chiese stupito.
Intanto K accendeva il motore della sua scassatissima Fiat con un sorriso pieno di eccitazione e il cuore colmo di gioia e di attesa. Stava andando da Giovanna e non vedeva l’ora di riabbracciarla e baciarla. Non si era mai sentito così vivo prima d’ora. La vita sulla Terra era bellissima pensò. Ora gli era tutto chiaro!
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La trama è lineare ed il colpo di scenza finale è reso con il giusto ritmo (anche se un po' me lo aspettavo, più che altro perchè il tema viene trattato spesso).
La suddivisione in paragrafi numerati funziona bene ed incoraggia la lettura, oltre a dare cadenza al racconto.
L'idea di un taferimento mentale non è nuovissima, ma il fatto che la coscienza sia inalterata mi sembra orginale e mi è piaciuto! (ma confesso di non aver letto moltissima fantascienza)
Il linguaggio è semolice e sintetico, molto adatto ad un racconto umoristico (ed un po' agrodolce come questo). Sono sicuro che gli amanti del genere lo apprezzeranno.
Mi avrebbe forse fatto piacere sapere di più sui Vulturiani, sul perchè non conoscano i sentimenti o su cosa gli renda possibile il trasferimento. Ma, non è una mancanza: sono soltanto curioso.
Ne complesso, una lettura piacevole dalle ottime premesse, ma che nel finale mi ha un po' perso.
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Re: Il Trasferimento
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Re: Il Trasferimento
PS: ho aggiunto il sondaggio
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la storiella è simpatica, leggera e divertente, ma mi risulta troppo piatta, senza emozioni.
in sostanza, al termine mi rimane poco, troppo poco.
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Re: Il Trasferimento
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Trovo il racconto scorrevole e, nella parte centrale, ironico o forse dovrei dire satirico. La parte finale mi piace meno, smorza secondo me l’effetto un po’ critico nei confronti del genere umano che sembra caratterizzare il racconto. Nel complesso si legge volentieri.
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Si lascia leggere volentieri e, come unico appunto già evidenziato, il mancato approfondimento non solo del sentimento verso Giovanna ma anche verso altri aspetti dell'esistenza umana.
Potresti fare dei resoconti di altri viaggi...
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Re: Il Trasferimento
Per esempio ti potresti soffermare di più sui ricordi e conoscenze degli uomini in cui c'è stato il trasferimento e sulla coscienza che viene sostituita, un passaggio interessante.
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Difronte si scrive staccato
"Del resto, prendere possesso di un corpo in un mondo così lontano, non è cosa da poco" - la seconda virgola è tra soggetto e verbo.
Abuso della radice del termine trasferire e suoi composti nella parte iniziale.
Non mi sembra necessario ripetere in continuazione Agente Y Agente K nei dialoghi tra loro: sembrano degli automi!
Anche la ripetitività delle battute toglie tensione: da un lato troppo sicurezza e dall'altra dubbi informi, che secondo me sarebbero stati resi meglio nei pensieri del personaggio che non dalle sue parole.
No, non mi è piaciuto, nemmeno il finale, che ha poco senso se prima non è spiegato che su Vultur l'attrazione/amore tra i sessi è cosa sconosciuta. Oppure io non ho compreso il senso della storia.
Re: Il Trasferimento
Per quanto riguarda l’ultima parte del tuo commento, ho preferito non rispondere alla domanda se i Vulturiani conoscano l’amore fra uomo e donna oppure no perché non volevo appesantire il racconto e credo che non ne avrebbe cambiato il senso.
Roberto Virdò. Mi fa molto piacere che il racconto ti sia piaciuto, lo apprezzo davvero. Spero che ci sia una Giovanna nella vita di tutti anche se alle volte potrebbe anche non essere una persona ma semplicemente un'idea, una passione o la fede in qualcosa.
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Re: Il Trasferimento
Il racconto è pensato così, semplice, senza la pretesa di addentrarsi nei meandri angusti e soffocanti della vita umana che tutti bene o male hanno sperimentato e che ognuno di noi conosce. Poi, detto questo, chiunque è liberissimo di esprimere il proprio giudizio, ci mancherebbe!
PS: ho corretto alcuni errori ed eliminato qualche ripetizione di troppo.
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Gara d'autunno 2022 - La Méduse - e gli altri racconti
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Dentro la birra
antologia di racconti luppolati
Complice di serate e di risate, veicolo per vecchie e nuove amicizie, la birra ci accompagna e ha accompagnato la nostra storia. "Dentro la birra", abbiamo scelto questo titolo perché crediamo sia interessante sapere che cosa ci sia di così attraente nella bevanda gialla, gasata e amarognola. Perchè piace così tanto? Che emozioni fa provare? Abbiamo affidato questa "indagine" a Braviautori, affinché trovasse, tramite l'associazione e il portale internet, scrittori capaci di esprimere tali sensazioni. E infatti sono arrivati numerosi racconti: la commissione ne ha scelti 33. Nemmeno a farlo apposta, 33 è la quantità di centilitri di un gran numero di bottiglie (e lattine) di birra; una misura nota a chi se n'intende.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Contiene opere di: Andrea Andreoni, Tullio Aragona, Enrico Arlandini, Beril, Enrico Billi, Luigi Bonaro, Vittorio Cotronei, Emanuele Crocetti, Bruno Elpis, Daniela Esposito, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Livio Fortis, Valerio Franchina, Luisa Gasbarri, Oliviero Giberti, Elena Girotti, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Fabrizio Leo, Sandra Ludovici, Micaela Ivana Maccan, Cristina Marziali, Stefano Masetti, Maurizio Mequio, Simone Pelatti, Antonella Provenzano, Maria Stella Rossi, Giuseppe Sciara, Salvatore Stefanelli, Ser Stefano, SunThatSpeed, Marco Vignali.
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L'Animo spaziale
Tributo alla Space Opera
L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Fungo più, fungo meno...
Nessuno li ha mai raccontati in maniera avvincente.
Cosa può accadere se una élite di persone geneticamente Migliore si accorge di non essere così perfetta come crede?
Una breve storia di Fantascienza scritta da Carlo Celenza, Ida Dainese, Lodovico Ferrari, Massimo Baglione e Tullio Aragona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.