Le ginestre

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Paola Tassinari
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Le ginestre

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La prima volta che le vidi
stordita di intenso profumo
di vento, di sole, di altezze
capii che erano loro, il passero
la siepe, il sabato, le illusioni
infrante, sì belle e gialle e tristi nuvole,
come il tempo che scorre e si perde.
Dove sei tu ora, cuore solitario e assetato
d'infinito, che non hai colto, perché l'hai reso terreno?
Tu lo avevi e lo sentivi dentro e l'hai cercato nonostante la
tua filosofale e bella mente ti dicesse, non c'è nulla di sensato
se non un motore partito che continua nel suo moto remoto.
Ma tu dentro ce lo avevi l'infinito, la luce, l'amore e anelavi
e cercavi fuori ciò che era dentro, dovevi amarti
col tuo infinito amore che è quello di Dio, dentro lo avevi.
Chi t'ha dato fratellanza non t'amava, era per scopo e tu
lo sapevi e ti ingozzavi di confetti e di gelati e la tua testa
s'è preso il Ranieri per la scienza, che superba e sciocca
s'adongia con le lonze. E le tue debolezze? Sempre
il Ranieri le ha messe in piazza, antesignano
dei fratelli e delle marie odierne che s'abbuffano
e si snudano non di vesti ma di santificati vizi.
Chi ha questo amore divino medita e s'arrovella
sui sensi onesti e giusti, sulla pietade, or ti dico che
la tua umana eroica fratellanza, che credevi possibile
puff puff, svanita, perciò anche il motore remoto che
gli illuministi han messo in moto puff puff, può svanire
nelle tenebre e le fole antiche tornare a illuminare il cuore.
Le genti non son come la tua ginestra, fan questo e
quello così tanto per fare oppure son forti e belve
in vita come la matrigna quando s'arrabbia,
non vedo dignità, né umiltà e sai adesso ti
amano e ti studiano, a Recanati non più sassi e lazzi,
ma fiori, onori, ammiratori, amori, sei il poeta tricolor,
ma credi che seguano le tue ginestre e le operette?
Ultima modifica di Paola Tassinari il 24/11/2022, 21:15, modificato 2 volte in totale.
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Massimo Baglione
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Re: Le ginestre

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Il testo è di 2.160 battute e risulta essere superiore alle 2000 battute massime consentite (alfanumeriche e spazi).
Vedi Regolamento e istruzioni.
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Ciao Paola, bentrovata, ho apprezzato molto questo tuo componimento, sicuramente sentito, i tuoi, i miei, i dubbi di tutti, o ciò che questi per qualcuno sono stati. Quanto questi hanno rappresentato, avevano, o ancora rappresentano e hanno in loro di noi? Un immenso amore, un concetto indefinito e totalizzante che tutto può, tutto incontra, tutto ingloba. Quanto costa comprendere meglio la verità? Che sacrifici siamo disposti a fare per comprendere la verità? Quanto ci toglie il reale? Ci toglie molto, forse anche troppo, ma allo stesso tempo e modo però, c'è lo restituisce per ciò che tutto in fondo è sempre stato, la comprensione reale su noi stessi.

Voto 5.
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Re: Le ginestre

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Non avendo nessuno studio alla spalle mi sfuggono sempre questi riferimenti od omaggi. Quando leggo una poesia, non bado mai a queste componenti se non palesemente evidenti, grazie per la dritta BladeRunner. Aiuta, oltre ad una interpretazione personale come può essere stata la mia, anche su una comprensione più ampia o allegorica del testo in questione.
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Gabriele Pecci ha scritto: 26/11/2022, 16:36 Ciao Paola, bentrovata, ho apprezzato molto questo tuo componimento, sicuramente sentito, i tuoi, i miei, i dubbi di tutti, o ciò che questi per qualcuno sono stati. Quanto questi hanno rappresentato, avevano, o ancora rappresentano e hanno in loro di noi? Un immenso amore, un concetto indefinito e totalizzante che tutto può, tutto incontra, tutto ingloba. Quanto costa comprendere meglio la verità? Che sacrifici siamo disposti a fare per comprendere la verità? Quanto ci toglie il reale? Ci toglie molto, forse anche troppo, ma allo stesso tempo e modo però, c'è lo restituisce per ciò che tutto in fondo è sempre stato, la comprensione reale su noi stessi.

Voto 5.
Grazie Gabriele, il tuo commento mi emoziona, non solo per il voto alto, ma perché ti è piaciuta la poesia senza conoscere certi particolari ( particolari che non importano alla fine, l'importante è far 'sentirè il dolore interno di chi si interroga e sta nel dubbio, di chi ha una specie di empatia con l'universo e saudade per l'intero da cui sente il distacco e di cui non si ha mai la certezza dell'esistenza) Leopardi l'ho amato sin da piccola ma non sapevo certi particolari, che hanno solo confermato ciò che avevo intuito… il Ranieri per esempio si era incollato a lui perchè vivacchiava sulle sue spalle, Leopardi lo considerava amico ma dentro di lui sapeva, perciò si ingollava di gelati, chili di confetti di sulmona poi paste e intrugli caldi tutti in una volta, pare sia morto per questo, si pensò che fosse stato seppellito in una fossa comune per via del colera che imperversava a Napoli, ma il Ranieri indicò un altro luogo, anche se la famiglia non fu mai convinta, tuttavia in questa tomba mancava la testa del poeta e la mia idea è che l'abbia venduta il Ranieri agli scienziati che al tempo erano ancora più convinti di oggi che la scienza fosse Dio ( anche Leopardi lo era ma in lui vi era la sete di infinito) per fare qualche soldo, visto che poi vendette il diario personale del Poeta con tutto quel gossip che va di moda oggi, ovvero i malesseri alimentari e le stranezze del poeta… e questo fu il grande amico
Ultima modifica di Paola Tassinari il 28/11/2022, 10:01, modificato 1 volta in totale.
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BladeRunner ha scritto: 27/11/2022, 12:40 Un elogio al Giacomo nazionale. Qui c'è tutto, la sua poesia, la sua filosofia, la sua vita e la divulgazione postuma. È una poesia completa. Sei riuscita a parlare di un mondo in una poesia.
Penso che Giacomino non si stupirebbe affatto che ci siano persone che nemmeno sanno chi è: fa parte di quel pessimismo di cui ha tanto parlato.
Mi dispiace che il voto massimo sia solo 5. Complimenti.
Grazie, grazie, grazie, ho cercato di mettere in poesia il mondo di Leo ( tu lo chiami Giacomino e io Leo fra amici si fa così) e tu son certa che lo ami come me… ti dico una cosa a Ravenna vi è un uomo forse di 30/40 anni che è custode nei Musei danteschi ebbene fisicamente è tale e uguale a Leopardi, identico e quando ci incontriamo io lo guardo come fosse un segno del destino, del caso, c'è un sacerdote che conosco che le chiama Dioincidenze…
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Paola Tassinari ha scritto: 28/11/2022, 9:44 Grazie, grazie, grazie, ho cercato di mettere in poesia il mondo di Leo ( tu lo chiami Giacomino e io Leo fra amici si fa così) e tu son certa che lo ami come me… ti dico una cosa a Ravenna vi è un uomo forse di 30/40 anni che è custode nei Musei danteschi ebbene fisicamente è tale e uguale a Leopardi, identico e quando ci incontriamo io lo guardo come fosse un segno del destino, del caso, c'è un sacerdote che conosco che le chiama Dioincidenze…
La poesia non è completa perché il testo era troppo lungo, superava le battute concesse dal sistema, metto qui sotto i versi finali
La mela che cade dall’albero per caso, uccide molte
formiche e distrugge la loro fatica, più o meno è
lo stesso per l’uomo, lo dici tu, Dio non esiste,
forse hai pure ragione, ma anche la fratellanza è
una fola, e vedi sia l’Uno che l’altra non sono di mente
ma di cuore, t’han fregato hai creduto che la loro ragione
fosse come la tua, il tuo metro non era il loro, le ginestre
son fiori di campo, non sono coltivate, erano in te, non fuori di te.
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Paola Tassinari ha scritto: 28/11/2022, 10:06 La poesia non è completa perché il testo era troppo lungo, superava le battute concesse dal sistema, metto qui sotto i versi finali ...
Questa mi mancava...
Se la poesia non è completa, mi pare ovvio che non è valida per il concorso.
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Massimo Baglione ha scritto: 28/11/2022, 17:32 Questa mi mancava…
Se la poesia non è completa, mi pare ovvio che non è valida per il concorso.
La poesia non è completa ma allo stesso tempo lo è… nel senso che va bene anche così per me, quello che dovevo dire era già stato espresso, altrimenti non l'avrei mai e poi mai pubblicata, quello che ho tolto l'ho tenuto perché posso aggiungerlo se voglio, se un giorno lo riterrò necessario, detto questo non è un problema se non è valida, mi adeguo al regolamento e
Grazie comunque dell'ospitalità
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Peccato! Qui versi finali avrebbero completato l'opera rendendola più personale, più tua. La poesia è nata così e trovo difficile leggerla diversamente. Questo è solo un mio parere, ci mancherebbe! Sei stata molto - sottolineato - brava a redigerla ma mi è parsa un'ode a Leopardi, un pubblico apprezzamento. Ho dato 4.
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Paola Tassinari ha scritto: 28/11/2022, 18:01La poesia non è completa ma allo stesso tempo lo è… nel senso che va bene anche così per me...
Perfetto così, allora.
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Massimo Baglione ha scritto: 29/11/2022, 6:37 Perfetto così, allora.
Grazie Massimo… anche perché non mi interessa la gara in sé stessa la pubblicazione o meno, è perché in questo modo gli autori leggono e commentano è questo che mi piace e che mi arricchisce ( anche i commenti negativi) che cerco di ricambiare con sincerità sempre secondo il mio sentire
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Eleonora2 ha scritto: 28/11/2022, 18:42 Peccato! Qui versi finali avrebbero completato l'opera rendendola più personale, più tua. La poesia è nata così e trovo difficile leggerla diversamente. Questo è solo un mio parere, ci mancherebbe! Sei stata molto - sottolineato - brava a redigerla ma mi è parsa un'ode a Leopardi, un pubblico apprezzamento. Ho dato 4.
Grazie Eleonora, la poesia è un'ode a Leopardi, l'ho fatta per lui, cercando di condensare tutta la sua vita, dai lazzi che gli lanciavano i ragazzacci a Recanati, all'amico Ranieri, citando persino le sue operette morali oltre alle poesie che più ho amato. La parte finale ribadiva ancora il concetto del suo nichilismo dovuto alla società e non al suo sentire… la mela che cade e uccide le formiche è nel testo della Ginestra leopardiana e l'avevo messa per ritornare come in un giro alle ginestre… ma il tema fondamentale è l'infinità che uno ha dentro (amore) chi ne ha tanto non lo può trovare fuori di sé e sta male, soffre, diventa anoressico, si fa del male ecc. la poesia quindi è per chi si sente come Leopardi ( intendo empaticamente ) la poesia è per chi segue le orme di Leo ( le sue operette morali) nella sua vita non per chi lo legge e dice… oh che bello… quindi la chiusura andava benissimo anche col punto interrogativo delle operette ( che devono far pensare alla moralità) e inizialmente doveva essere così… tra l'altro ormai son diventata così 'sensibilè che mi affido al caso ( che non è mai un caso) perciò se per un caso la poesia è capitata qui ( l'avevo scritta per un concorso ma poi non l'ho inviata perché non ne ho avuto voglia e ho pensato di inserirla su Bravi Autori, visto che per problemi familiari ero assente da un po') e sforava… il caso aveva deciso che dovevo chiuderla al punto interrogativo
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BladeRunner ha scritto: 29/11/2022, 10:17 Se passo per Ravenna, avrò una ragione in più per vedere i musei danteschi.
Dioincidenze mi piace!
Se vieni a Ravenna sarà una Dioincidenza incontrare Leopardi perchè non è fisso… a volte è ai Danteschi a volte al Nazionale
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Il Solitario di Recanati, la poetessa Paolo Tassinari ovvero e rispettivamente La ginestra o il fiore del deserto e Le ginestre, stesso fiore al singolare ed al plurale, dove in questo plurale, vedi in particolare quegli intensi versi iniziali vi è tutto riassunto, dal punto della produzione letteraria più conosciuta , Giacomo Poeta e dove poi nell’andare di questa fremente e intesa lirica vi è abbracciato tutto il pensiero filosofico sulla esistenza e sulla condizione umana del Solitario
Che dire? Grande poesia meritevole di un più profondo esame. Voto 5.
Veementi i versi nei confronti di Antonio Ranieri, il falso amico, di cui Leopardi fu ospite nella tenuta partenopea di quest’ultimo nell’occasione della sua ascensione al monte Vesuvio e che poi, ironia della sorte, fu il curatore di una delle prime edizione de La ginestra o il fiore del deserto.
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Giuseppe Gianpaolo Casarini ha scritto: 30/11/2022, 9:04 Il Solitario di Recanati, la poetessa Paolo Tassinari ovvero e rispettivamente La ginestra o il fiore del deserto e Le ginestre, stesso fiore al singolare ed al plurale, dove in questo plurale, vedi in particolare quegli intensi versi iniziali vi è tutto riassunto, dal punto della produzione letteraria più conosciuta, Giacomo Poeta e dove poi nell'andare di questa fremente e intesa lirica vi è abbracciato tutto il pensiero filosofico sulla esistenza e sulla condizione umana del Solitario
Che dire? Grande poesia meritevole di un più profondo esame. Voto 5.
Veementi i versi nei confronti di Antonio Ranieri, il falso amico, di cui Leopardi fu ospite nella tenuta partenopea di quest'ultimo nell'occasione della sua ascensione al monte Vesuvio e che poi, ironia della sorte, fu il curatore di una delle prime edizione de La ginestra o il fiore del deserto.
Grazie Giuseppe, la poesia è soggettiva, è possibile che il Ranieri fosse un buon amico, le fonti sono controverse e sapere quale fosse il loro rapporto è assai difficile saperlo, so che se vuoi veramente bene a una persona non metti in piazza i suoi vizi esistenziali, chi ti vuole veramente bene ti protegge anche contro te stesso. Ho avuto anch'io problemi alimentari e so che derivano dalla mancanza d'amore sincero ( quando l'ho ricevuto ho compreso) ho avuto anch'io un'amica a cui volevo bene e ho perdonato tutto sino a che non ne sono uscita e fuori dal cerchio mi sono resa conto che usava la tecnica della carezza dopo la pugnalata e che gli altri che mi dicevano… non vedi quello che ti fa? Testarda mi dicevo che si devono amare anche i difetti è tramite il mio vissuto che mi sono immaginata che a Leopardi fosse successa la stessa cosa perché ci sono persone che amano troppo, sono fatte così, incapaci di difendersi perché il diverbio le annienta, talmente amore hanno che non trovano chi lo eguaglia… Leo l'ho amato sin da bambina, non il poeta, il suo sentire, come amo il Foscolo e il Pascoli, amo gli uomini non i poeti, mi innamoro e ogni tanto quando li rileggo la cotta si riaccende, anno scorso ero innamorata pazza di Foscolo, due anni fa di Dante, quest'anno ho Leopardi… ho scoperto che è meglio innamorarsi di loro che di un uomo reali :D
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FraFree ha scritto: 03/12/2022, 18:13 Mi è piaciuta. L'ho avvertita viscerale questa dedica a Giacomo, non un omaggio tanto per… è come se l'avessi conosciuto dal vivo, assorbendo tutta la sua anima. Ma, in fondo, attraverso le sue liriche l'abbiamo vissuto anche noi il suo mondo.
Ti dirò, il pezzo rimasto fuori, per eccesso di battute, non toglie nulla al brano. Anzi, lo preferisco così. Brava.
Grazie
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Davvero bella e scorrevole la tua poesia su Leopardi. Hai saputo rendere in versi quasi discorsivi un riassunto della sua vita e opere. Non sapevo che il napoletano Ranieri fosse un falso amico del grande poeta.
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Un omaggio a Leopardi in una forma poetica non consueta, a volte più affine alla prosa, altre giocando con le assonanze e le onomatopee. Certo che a trovare insieme il passero solitario e l'ambiguo Ranieri, le ginestre, le operette, l'infinito con i fratelli e le marie di oggi un "mala tempora currunt" ci scappa di sicuro.
Anche i versi esclusi sono interessanti, ma per me la chiusa com'è nella gara è significante: quella fama formale e un po' ipocrita che forse il Poeta non avrebbe gradito.
Nei tuoi commenti parli di quel coinvolgimento che ritrovo in pieno nella poesia, ma noto anche una bella capacità nell'uso dei ferri del mestiere.
Complimenti Paola.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
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Egidio ha scritto: 04/12/2022, 16:13 Davvero bella e scorrevole la tua poesia su Leopardi. Hai saputo rendere in versi quasi discorsivi un riassunto della sua vita e opere. Non sapevo che il napoletano Ranieri fosse un falso amico del grande poeta.
Grazie Egidio, in realtà la figura del Ranieri è controversa, solitamente è considerato sbrigativamente un amico del poeta, tuttavia mi sono fatta una mia idea (condivisa anche da una parte di critica) che ho cercato di mettere nella mia poesia… Leopardi con quell'animo empatico e sensibile, amava e rispettava l'amicizia, pensa solo alla ginestra, ma non ha mai ricevuto vero amore o vera amicizia e lui lo sapeva solo che non voleva vedere l'ultimo fallimento… ma è un mio pensiero, per la maggior parte della critica è considerato un amico
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Roberto Bonfanti ha scritto: 06/12/2022, 20:17 Un omaggio a Leopardi in una forma poetica non consueta, a volte più affine alla prosa, altre giocando con le assonanze e le onomatopee. Certo che a trovare insieme il passero solitario e l'ambiguo Ranieri, le ginestre, le operette, l'infinito con i fratelli e le marie di oggi un "mala tempora currunt" ci scappa di sicuro.
Anche i versi esclusi sono interessanti, ma per me la chiusa com'è nella gara è significante: quella fama formale e un po' ipocrita che forse il Poeta non avrebbe gradito.
Nei tuoi commenti parli di quel coinvolgimento che ritrovo in pieno nella poesia, ma noto anche una bella capacità nell'uso dei ferri del mestiere.
Complimenti Paola.
Grazie Roberto… "mala tempora currunt", hai azzeccato in pieno Cicerone, (lui e Orazio) oltre ad amarli come letterati li stimo come persone (i televisivi fratelli e le marie odierne affascinano perché ti prendono di pancia di ventre, vanno direttamente al piacere voluttuoso che Freud (che detesto) sostiene che siamo solo quello, voglia di piaceri inconfessabili, sesso, droga e rock and roll, ebbene non sconfesso questo ma, tanto per stare coi latini, vuoi mettere i fratelli e le marie coi sensi amorosi di Ovidio?) Ho un amico che scrive anagrammi feroci in endecasillabi, usciranno presto in un libro, contro i 'mala tempora currunt ' in modo triviale e a volte anche osceno, la satira d'altrode è così… non sono capace di trivialità, ma nel mio piccolo sono anch'io profeta contro i tempi corrotti e chiudo con Kierkegaard… La povertà spirituale sottrae l'uomo all'angoscia, ma senza l'uomo è schiavo di tutte le circostanze… grazie per aver compreso questo mio essere una specie di Savonarola è ciò di cui mi accusano gli amici più intimi :smt006
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Stordita di o da? Trovo riuscita la strofa iniziale e l'aggancio alle opere di Giacomo Leopardi.
Meno mi è piaciuto, a esser sincero, il riferimento ad Antonio Ranieri. La polemica è antica, forse alimentata ad arte dallo stesso Ranieri che divenne dopo deputato e senatore del Regno e certo sfuttò bene e a suo vantaggio anche un tale conflitto alla guelfi e ghibellini, molto italiano. Ma l'affetto di Leopardi per la sorellina di lui fu sincero e ricambiato. Paolina, l'altra Paolina così diversa dalla sorella, lasciò un'impronta su Leopardi. Quali che fossero i rapporti tra i tre, ha poi importanza, contribuirono a far di Leopardi quel che era, come l'ingombrante e severa presenza del padre. Leopardi è stato quel che è anche grazie a loro, nel bene e nel male.
Il finale pecca forse della solita malattia agiologica italiana.
Sono stato severo, ma in effetti il tuo è un buon testo poetico. Molto meditato e, per molti versi, riuscito. Di un livello più alto della maggior parte dei lavori in gara.
A rileggerti
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Francesco Pino ha scritto: 14/12/2022, 17:25 Lavoro sincero e scritto con passione, si vede. C'è una parte in cui quasi giudichi l'autore per la sua mancanza di fede in Dio: non condivido il tuo giudizio ma apprezzo la tua scelta. È una poesia che pero' nel suo complesso non mi è piaciuta particolarmente e per più motivi.
Prima di tutto ha una musicalità quasi inesistente e, per i miei gusti, la lettura di una poesia dovrebbe essere in qualche modo "musicale". In altre parole: non scorre fluidamente.
la seconda cosa non di mio gradimento è la scelta dell'unico blocco. A mio parere sarebbe stata più elegante una forma divisa in strofe.
Poi secondo me hai scelto male il taglio. Non so se volutamente o no (ma opterei per la prima ipotesi) la poesia va in crescendo e la parte che preferisco è quella che va da "Le genti non son come la tua ginestra" in poi. La parte che hai scelto di tagliare mi piace anche di più. Io avrei piuttosto tagliato l'inizio, fino al tempo che scorre e si perde. Avrei soprattutto tagliato quegli orribili "puff puff".
Voto 3
Grazie per la critica, mi ci voleva, perché non amo molto troppi apprezzamenti, primo mi imbarazzano, secondo ho timore di perdere l'umiltà e terzo se si piace a tutti vuol dire che non piaci. Le tue critiche sono pertinenti ma vedi scrivo poesie per fermare ciò che sento, inizio pensando al metro o alla musicalità, mi dico questa volta progetto e medito poi esce tutto come un fiume in piena, limo un po' qua e un po' là, la leggo, l'ascolto e infine sai che faccio? L'ultima limatura è nella forma visiva, non vado a settenari o endecasillabi ma alla forma 'geometrica visiva'… con la poesia rappresento me stessa quindi non può essere fine, equilibrata, seria, musicale, non può essere un'ode barbara con parole troche, lirica e 'strofica' perché in questo momento non lo sono
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Namio Intile ha scritto: 14/12/2022, 18:36 Stordita di o da? Trovo riuscita la strofa iniziale e l'aggancio alle opere di Giacomo Leopardi.
Meno mi è piaciuto, a esser sincero, il riferimento ad Antonio Ranieri. La polemica è antica, forse alimentata ad arte dallo stesso Ranieri che divenne dopo deputato e senatore del Regno e certo sfuttò bene e a suo vantaggio anche un tale conflitto alla guelfi e ghibellini, molto italiano. Ma l'affetto di Leopardi per la sorellina di lui fu sincero e ricambiato. Paolina, l'altra Paolina così diversa dalla sorella, lasciò un'impronta su Leopardi. Quali che fossero i rapporti tra i tre, ha poi importanza, contribuirono a far di Leopardi quel che era, come l'ingombrante e severa presenza del padre. Leopardi è stato quel che è anche grazie a loro, nel bene e nel male.
Il finale pecca forse della solita malattia agiologica italiana.
Sono stato severo, ma in effetti il tuo è un buon testo poetico. Molto meditato e, per molti versi, riuscito. Di un livello più alto della maggior parte dei lavori in gara.
A rileggerti
Di (per il suono e perché la a è troppo aperta poco intimistica) Leopardi è stato quel che è anche grazie a loro, nel bene e nel male, hai ragione Namio, ma io 'sento' la sua sofferenza e questa poesia era per lui uomo, non per il poeta. Non sei stato severo, sono io che lo sono stata con te, perché mi è parso di 'sentirè nella tua poesia un'eco di maschilismo pregiudizievole verso le donne… ma credo di aver sbagliato perché tu forse chissà, la Paolina sorella non conta e la Paolina sorella del Ranieri perché non si è fatta avanti con il Leo? Il fratello la definiva una "creatura angelica" e "una suora di carità" era forse questa Paolina tanto buona e ubbidiente da non riuscire a farsi avanti con Leopardi, perché tu forse chissà mi saprai dare forse una risposta
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Domenico Gigante
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Cara Paola! La poesia nel suo complesso è Poesia, indubbiamente. Concordo con Namio nel dire che è su un altro livello rispetto a quelle in gara (che per altro in questa stagione sono state tutte molto buone). Mi ha colpito molto il nesso che instauri tra l'infinito e l'amore nel senso che la ricerca dell'infinito in noi è scoperta d'amore: è un concetto che apre uno spazio critico nuovo sul Leopardi. Non è questione di filologia, ma di sentire l'uomo oltre la lettera e in questo mi sembra che tu sia riuscita nell'intento. Ricambio quindi tutti gli elogi che mi hai fatto e li moltiplico. Brava, brava, brava!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Paola Tassinari
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Paola Tassinari ha scritto: 15/12/2022, 23:49 Di (per il suono e perché la a è troppo aperta poco intimistica) Leopardi è stato quel che è anche grazie a loro, nel bene e nel male, hai ragione Namio, ma io 'sento' la sua sofferenza e questa poesia era per lui uomo, non per il poeta. Non sei stato severo, sono io che lo sono stata con te, perché mi è parso di 'sentirè nella tua poesia un'eco di maschilismo pregiudizievole verso le donne… ma credo di aver sbagliato perché tu forse chissà, la Paolina sorella non conta e la Paolina sorella del Ranieri perché non si è fatta avanti con il Leo? Il fratello la definiva una "creatura angelica" e "una suora di carità" era forse questa Paolina tanto buona e ubbidiente da non riuscire a farsi avanti con Leopardi, perché tu forse chissà mi saprai dare forse una risposta
Buongiorno Namio, sono ancora qui, anche se sono in ritardo con gli impegni. Ieri sera prima di dormire ci ho messo un bel po'. Perché ho 'eliminato' le Paoline? Dovevo interrogarmi su questo. Primo ho scritto a lui da donna innamorata e ho 'fatto fuori' tutte le altre compresa la Fanny. Secondo, penso, è solo il mio sentire, che Leo fosse innamorato di Ranieri (lasciamo perdere i discorsi gay che sono fuovianti e difficili da capire non certo come si fa oggi) perché era ciò che voleva essere lui, bello, baldanzoso, anarchico, menefreghista, opportunista ecc. ma il vero geloso, invidioso, topo e roditore era il Ranieri che voleva 'il dentro' di Leo, lo voleva rovinare, distruggere, sfregiare (e forse pure lo ha fatto) perciò si guardava bene che Leo potesse essere felice, lo teneva col suo fascino in mano, come teneva la sorella, non avrebbe mai permesso che si 'rivelassero'. Quanto a Leo poteva solo fingere di innamorarsi di donne che sarebbero piaciute a Ranieri, voleva essere lui, come Ranieri voleva essere Leo… in quanto alla Paolina sorella di Leo, certo era una sorella, vi era affezionato ma Leo si rivedeva in lei e chissà quanto avrà ironizzato il Ranieri sulla sua scarsa avvenenza, sulla sua cerca disperata di un marito che le scappava sempre di mano… è ciò che penso, grazie Namio che mi hai dato modo di esternare e 'fermarè il mio pensiero
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Domenico Gigante ha scritto: 16/12/2022, 8:11 Cara Paola! La poesia nel suo complesso è Poesia, indubbiamente. Concordo con Namio nel dire che è su un altro livello rispetto a quelle in gara (che per altro in questa stagione sono state tutte molto buone). Mi ha colpito molto il nesso che instauri tra l'infinito e l'amore nel senso che la ricerca dell'infinito in noi è scoperta d'amore: è un concetto che apre uno spazio critico nuovo sul Leopardi. Non è questione di filologia, ma di sentire l'uomo oltre la lettera e in questo mi sembra che tu sia riuscita nell'intento. Ricambio quindi tutti gli elogi che mi hai fatto e li moltiplico. Brava, brava, brava!
Grazie Domenico, 'l'infinito e l'amore nel senso che la ricerca dell'infinito in noi è scoperta d'amorè, è il mio messaggio che spargo qua e là, è quello che penso ora, è quello che dice Dante (secondo il mio sentire)
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Re: Le ginestre

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Ciao, Paola. Siamo abituati a sezionare, frammentare, sicuri che dividere ci consenta di capire. Leopardi uomo, Leopardi poeta, Leopardi figlio, Leopardi amico, Leopardi malato, ma di Leopardi ce n'è uno solo. È ovvio, lo so, ma solo non scindendo l'in-dividuo, ciò che non si può dividere, il poeta, il figlio, il fratello, l'amico, il malato, si può cercare di com-prendere, di prendere l'insieme.
Se il conte Monaldo, che poi era un uomo illuminato a suo modo, non avesse tanto insistito nella lingua greca con il figlio, il figlio non avrebbe mai appreso quel modo di fare versi e di adoperare la lingua italiana come fosse la greca. La severità di Monaldo quanto ha inciso sulla grandezza del figlio? E lo stesso vale per la terribile forma di tubercolosi ossea di cui soffriva il Poeta. Come si fa a scindere un intreccio tanto intricato come la vita, la vita di Leopardi ma quella di ognuno di noi.
Paolina non poteva farsi avanti. Non erano quelli gli anni, e tantissima era la differenza di età e di stato.
Ranieri deve la sua carriera letteraria e politica alla vicinanza con Leopardi. Ma comunque è stato lui a raccogliere le sue opere e a renderle pubbliche. Doveva essere uno di quei personaggi tanto comuni in quel secolo. Nobili senza un feudo, patrioti senza patria, combattenti senza guerre, donnaioli senza donne, borghesi senza una professione. Un po' anarchici e fuori posto, forse il frutto della fine dell'aristocrazia e dell'affermarsi della borghesia. Né borghesi, né popolani e non più nobili. Mi vengono in mente i tanti Tukory e Turr al seguito dei Mille in Sicilia, ma anche il De Rudio che attentò alla vita di Napoleone III e poi si ritrovò a combattare con Custer al Little Big Horn.
Insomma, siamo quello che siamo perché la nostra esistenza è una molteplicità caotica.
Certo, ricordiamo il Leopardi poeta e anche filosofo, ma nell'uno né l'altro sarebbero mai esistiti senza il Leopardi uomo, con tutte le sue grandezze e bassezze.
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Re: Le ginestre

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Namio Intile ha scritto: 16/12/2022, 16:20 Ciao, Paola. Siamo abituati a sezionare, frammentare, sicuri che dividere ci consenta di capire. Leopardi uomo, Leopardi poeta, Leopardi figlio, Leopardi amico, Leopardi malato, ma di Leopardi ce n'è uno solo. È ovvio, lo so, ma solo non scindendo l'in-dividuo, ciò che non si può dividere, il poeta, il figlio, il fratello, l'amico, il malato, si può cercare di com-prendere, di prendere l'insieme.
Se il conte Monaldo, che poi era un uomo illuminato a suo modo, non avesse tanto insistito nella lingua greca con il figlio, il figlio non avrebbe mai appreso quel modo di fare versi e di adoperare la lingua italiana come fosse la greca. La severità di Monaldo quanto ha inciso sulla grandezza del figlio? E lo stesso vale per la terribile forma di tubercolosi ossea di cui soffriva il Poeta. Come si fa a scindere un intreccio tanto intricato come la vita, la vita di Leopardi ma quella di ognuno di noi.
Paolina non poteva farsi avanti. Non erano quelli gli anni, e tantissima era la differenza di età e di stato.
Ranieri deve la sua carriera letteraria e politica alla vicinanza con Leopardi. Ma comunque è stato lui a raccogliere le sue opere e a renderle pubbliche. Doveva essere uno di quei personaggi tanto comuni in quel secolo. Nobili senza un feudo, patrioti senza patria, combattenti senza guerre, donnaioli senza donne, borghesi senza una professione. Un po' anarchici e fuori posto, forse il frutto della fine dell'aristocrazia e dell'affermarsi della borghesia. Né borghesi, né popolani e non più nobili. Mi vengono in mente i tanti Tukory e Turr al seguito dei Mille in Sicilia, ma anche il De Rudio che attentò alla vita di Napoleone III e poi si ritrovò a combattare con Custer al Little Big Horn.
Insomma, siamo quello che siamo perché la nostra esistenza è una molteplicità caotica.
Certo, ricordiamo il Leopardi poeta e anche filosofo, ma nell'uno né l'altro sarebbero mai esistiti senza il Leopardi uomo, con tutte le sue grandezze e bassezze.
Grazie… per la risposta e per le cose che non conosco
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La tua è certamente una bella storia, che evoca tra le righe le opere di Leopardi di cui racconti vita, amori e dolori: penso che non fu felice durante la sua esistenza. Circa la descrizione sulla forse poca sincerità dell'amico Ranieri, che si permise addirittura di vendere le sue memorie, e forse anche la sua testa, è testimonianza come anche sul fronte dell'amicizia fosse stato tradito. Però, sinceramente, nonostante il contenuto e il significato sia apprezzabile, non mi è parso troppo scorrevole il testo e poco, come dire, musicale: non arriva al cuore. Chiaro è il messaggio ma ecco, sia per la lunghezza del brano che per la storia narrata mi pare forse più prosa che poema. Comunque lo valuterò con un 4 in onore al poeta e a te che lo hai celebrato. Ciao
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