Suicida

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'estate 2024.

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Letylety
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Suicida

Messaggio da leggere da Letylety »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

La macchina procedeva lenta verso la capitale. L’elicottero che sorvolava la zona d’interesse avrebbe visto un puntino giallo perso nella coda chilometrica e, all’interno di quell’abitacolo, due ragazzi abbronzati.
“Ma tutte queste persone cosa fanno in giro?” chiese la ragazza.
“Più o meno quello che facciamo…”
“Noooooooo.”
“Che c’è?” chiese Franco.
“Mi ha scritto Angela. Ha detto che una persona si è buttata dalla finestra!”
“Come dalla finestra?”
“Aspetta mi sta scrivendo.”
Per un po’ Claudia continuò a scambiarsi messaggi con l'amica. Franco continuava a guidare, seguendo con una leggera preoccupazione l'evolversi delle notizie. La ragazza passava dalla tristezza allo stupore, dalla curiosità al tentativo di capire per filo e per segno cosa fosse successo.
Franco la guardò per la centesima volta. Non abitavano insieme ma ormai conosceva quasi tutti nel palazzo e si sentiva come uno di casa.
“Allora ti spiego. Mamma che paura. C’è Angela che è sconvolta. Un uomo si è buttato dal balcone. E’ accorso mezzo palazzo, un trambusto pazzesco, poi sono arrivati i carabinieri e l’ambulanza che l’ha portato via. E’ morto.”
“E chi era?”
“Appena sa qualcosa me lo scrive.”
Franco si passò la mano sulla faccia.
“Ogni volta che sento parlare di un suicida penso a Chris Cornell e Chester Bannington.”
“E chi erano?” chiese Claudia in catalessi.
“Due cantanti. Belli, bravi, adorati, con moglie bellissime e figli ancor di più. Eppure si son tolti la vita. Mi sembra si siano impiccati. E ci sono foto del giorno prima che li ritraggono felici e sorridenti.
Claudia lesse l’ultimo messaggio di Angela.
“Noooo, non è possibile! Abitava sopra casa mia. E’ Aldo, quello del sesto piano. Si è schiantato davanti al mio garage. Dio che tragedia.”
“Aldo? Quello un po’ cicciottello? Biondo, con una macchina nera.”
“Siiii, proprio lui.”
“Aldo…quello che era sempre in garage a sistemare le scatole. Mi chiedevo sempre cosa avesse da essere sempre così indaffarato. Aveva anche una figlia no? Carina.”
“Sì, è lui. Ma come ha potuto?”
“E chi può dirlo. Secondo me chi fa un gesto del genere ha un interruttore interno che un bel giorno si spegne. Magari non hanno problemi, è qualcosa nel DNA che è sfasato dalla nascita. Un difetto di produzione-”
“Era simpatico, mi salutava sempre.”
Claudia si asciugò una lacrima.
“La vita è proprio grande. E assurda. E crudele. Non ha senso.”
“Ma che dici?”
“Non ha senso. Oggi è stata una bella giornata e finirà nel dimenticatoio. Un foglio di carta straccia che vola via. Poi tra quarant’anni, se va bene, chi dei due rimane la dissotterrerà dalla memoria. Una foto ingiallita che si accartoccerà intorno al cuore. Troppo assurdo e troppo vero, perché quel giorno, stanne certa, arriverà.”
“Moriremo insieme Franco.”
“No, toccherà prima a me e tu sarai sempre bella.”
Il traffico si stava decongestionando e ora i due ragazzi procedevano ben spediti.
“Forse era troppo preciso e non ha più accettato la realtà, oppure aveva qualche problema che gli pesava. Certo che la moglie se lo domanderà per il resto dei suoi giorni sul perché di questo gesto.”
Claudia chiuse gli occhi e prese un lungo respiro. Ormai mancavano pochi chilometri a casa.
Li riaprì una volta superato il cancello del palazzo.
Erano le otto di sera e il silenzio regnava indisturbato. Non c’era in giro anima viva. Scesero per la rampa che portava ai garage.
“Sai, è strano ma oggi mi sento un po’ più sola.”
Franco l’accarezzò.
Fermò la macchina e Claudia aprì il garage. Osservò delle macchie scure sull’asfalto che non aveva mai notato.
Tre garage più avanti vide la serranda alzata di un box. Era quello di Aldo. Filtrava una luce. Molto probabilmente era la figlia e d’istinto si preparò mentalmente a porgerle le condoglianze.
Franco parcheggiò, uscì dal garage e subito vide la sua ragazza bianca come un cencio.
“Oh” disse Claudia, guardandolo fisso negli occhi.
“Oh.”
“Guarda là.”
Franco girò lo sguardo. Vide un uomo indaffarato e sudaticcio, un cicciottello che trotterellava verso il garage con una scatola tra le mani.
Si avvicinò.
“Avete sentito cos’è successo? Chiese Aldo dopo averli visti.
“Qualcosa” balbettò Claudia.
“Giuseppe, quel signore che camminava con il bastone, abitava al quarto piano, quello sotto il tuo appartamento, si è buttato giù dalla finestra. La moglie era uscita per andare in farmacia e lui… Pare fosse malato.”
Aldo sorrise malinconico mentre Claudia si copriva il volto e scappava verso il portone di casa.
Nessuno seppe mai se quelle mani nascondessero un pianto o una risata agghiacciata.
Jacopo Serafinelli
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Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

@Letylety
Mi è piaciuto il racconto, soprattutto perché mi ha fatto pensare a come ci si può sbagliare nel riferire le cose, nel recepirle e nel diffondere le notizie.
Chissà chi aveva visto Aldo morto!
Che poi i suicidi lascino sempre perplessi questo è chiaro ma… ma c'è sempre una ragione… io non credo alla pazzia come causa scatenante.
Jacopo
Andr60
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Racconto apprezzabile, con sorpresa finale. Non so perché, anche se non c'entra nulla mi ha fatto pensare a quel famoso gatto morto/non morto il cui destino si scopre solo aprendo la scatola o, in questo caso, il garage :)
Ci sono alcune virgole da sistemare, voto 4.
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Voto 3. Ho letto con attenzione le Istruzioni. Quanto scrivo appartiene ai consigli non richiesti, ma vorrei fare una premessa a quello che dirò sul testo, letto più volte. La mia posizione è quella di lettrice inevitabilmente influenzata dal gusto personale. Ciò non significa che valga tutto ma il tuo testo, per contenuto e modo di svolgersi, contiene un'idea geniale. Mi piace sottolineare di non essere nessuno e le mie osservazioni si possono anche buttare non tenendone conto o seguendole, non guardarle o leggerle, insomma farne ciò che si vuole, Partirei dal titolo, che cambierei, Così evoca scenari che ricordano altre situazioni a me. Il modo di condurre la vicenda è riuscito. Una situazione moderna. Ti piace quello che scrivi? Hai timore di rovinarne l'effetto eliminando o riducendo la prosa? Come mai ti ho dato solo 3? Hai idee stimolanti e le conduci da Bravo Autpre. Secondo me, la prosa, in questo brano, andrebbe affinata.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Ciao Letylety,
riesci sempre a proporre qualcosa fuori dalle righe, il che mi piace molto, e questa volta sei stata davvero brava a creare una situazione a effetto.
Posso rimproverarti solo una cosa: non era certo necessario stremare il lettore con la suspense o con la ridda di pensieri che possono correre impazziti nella testa di Claudia (e Franco, di riflesso), ma un minimo, dai!
Te ne prego! Credo che hai più che la stoffa per raggiungere maggiore immedesimazione, per estrarre le tue storie dalla pagina.
Alla prossima?
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Yakamoz
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Racconto semplice, perché lineare. La prosa poteva essere migliore. L'argomento è l'equivoco. Personaggi dialoganti e nulla più. C'è pure un morto e un presunto morto. La morale del racconto è: "Non fidarti mai troppo di quello che dice la gente e verifica bene la verità".
Come racconto non è né bello e né brutto. Ha il pregio di essere corposo, discretamente carino da leggere e abbastanza lunghetto. Giusto per creare "l'attesa in attesa" del colpo di scena finale.
Si potevano, forse, raccontare meglio i personaggi, tanto per incuriosire di più il lettore. Mi sembra un racconto con pretese drammatiche che poi alla fine si svilisce in altro: una amara ironia? Espressa con la risata "agghiacciata", semmai agghiacciante.

Devo essere sincero? È una "piccola cronaca di una morte presunta" che non va oltre a quello che c'è scritto.

Ciao, Letylety

Antonio

Voto 3/5 (troppo insipido, privo di sapore)
Ombrone
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Messaggio da leggere da Ombrone »

Bella l'idea di fondo e bello il colpo di scena finale.
Piacevoli le riflessioni sul senso della vita che fanno i due ragazzi che inevitabilmente risuonano con i lettori creando empatia.
Lo stile però dovrebbe essere pià curato, perché fai perdere forza all'idea e, personalmente, avrei creato un po' più di tensione sul finale, giocando sull'apparizione del "morto".
Per me comunque è almeno un 4 pieno
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

L'idea non è male, i suicidi, gli equivoci, la sorpresa finale, assai rapida e poco descritta... però il racconto non mi ha coinvolto particolarmente. Apprezzabili i ragionamenti dei 2 ragazzi sul senso della vita. Voto 3
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