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Gaia

(racconto fantasy, breve - per tutti)
Tempo di lettura: circa 10 minuti
884 visite dal 25/01/2011, l'ultima: 2 settimane fa.
6 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:




Descrizione: Testo di Carola Del Buono.

Incipit: Ormai non posso più fare finta di niente. La presenza di Gaia nella mia vita non è cosa da nulla, e la mia presenza nella sua neppure. La prima volta che ebbi modo di incontrarla fu sulle scale del nostro palazzo, i suoi occhi scuri ed incuriositi emanavano un qualcosa che mi catturò, senza che me ne accorsi.


Gaia
file: gaia.rtf
size: 23,45 KB
Tempo di lettura: circa 10 minuti
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Recensioni: 6 di visitatori, 6 totali.
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recensore:

Giuseppe Novellino
Recensione o commento # 1, data 00:00:00, 25/01/2011
Un demone cambia continuamente residenza, lacerato da due tendenze: quella della misantropia e quella di farsi in qualche modo accettare come diverso. Quest'ultimo tema appare solo alla fine e non si amalgama bene con il resto. L'idea del racconto in sè è buona. La narrazione presenta anche una certa suggestività con quel giocare con l'atmosfera fiorentina (i lungarni che sembrano risuonare dei loro rumori notturni)e il soprannaturale (o comunque l'alieno). Mi sembra un po' acerbo l'aspetto formale, per i seguenti motivi:
1) ci sono alcuni errori (es. so con l'accento e un indicativo sbagliato - senza che me ne accorgessi, non: senza che me ne accorsi)
2) alcune imperfezioni nella punteggiatura
3) i due punti e i punti e virgola messi con spaziature errate
4) i dialoghi messi con un corsivo di cui non si capisce la funzione.
Comunque il lavoro si rivela interessante e denota una certa dimestichezza con le tematiche horror.



recensore:
avatar di Angela Di Salvo
nwAngela Di Salvo
(socio onorario, collaboratore)
$ donatore 2015 (3 dal 2011)

Recensione o commento # 2, data 00:00:00, 25/01/2011
Forse non è proprio un demone il protogonista del racconto ma il frutto di razze aliene o di uomini che hanno caratteristiche diverse dagli altri esseri umani. Nascondere la propria deformità vuol dire non poter mai stabilire un contatto con gli altri e meno che mai entrare in intimità con una donna. Eppure Gaia entra nella sua testa, sembra una ragazza qualunque ma riesce a perforare la corazza di misantropia e di solitudine che è diventata per lui come una seconda pelle. Anzi l'uomo giovane riesce persino a entrare nella testa della giovane e a vedere i suoi sogni (ha forse nella sua natura questa particolare facoltà?). Ma la fuga dagli altri e il vagare sempre in città e luoghi diversi sono delle scelte perpetrate come una condanna, in attesa di che cosa non è dato sapere.
Il racconto non appare molto armonioso nelle sue parti. Mi appare molto riuscita quella dedicata alla descrizione della strana creatura che era la madre e alla sua morte inattesa. I dialoghi sembrano come sprazzi di comunicazione che si perdono nelle lunghe parti dedicate ai pensieri e ai ricordi del protagonista. Forse la formattazione del testo, con quegli spazi incomprensibili fra le battute, rende il tutto poco coeso. E' un racconto interessante, meriterebbe una revisitazione che corregga le imperfezioni già segnalate e amalgami meglio le varie sequenze.



recensore:
avatar di Stefano di Stasio
nwStefano di Stasio
$ donatore 2010

Recensione o commento # 3, data 00:00:00, 12/04/2011
Pareti invisibili e risonanze della mente per un misantropo del Lungarno. Una serie di immagini, che, all’incedere dell’io narrante, si aprono e si chiudono come saracinesche di negozi su Ponte Vecchio. Il protagonista riesce a vedere attraverso i muri e a captare ciò che la giovane vicina pensa durante le ore notturne. La narrazione prosegue soffermandosi su sentimenti, ragioni e modalità del suo esilio volontario rispetto a qualsiasi consesso umano. Come spesso accade nella realtà, basta poco per far vacillare assolute e granitiche certezze. Nel caso del personaggio del racconto sono sufficienti gli occhi della ragazza, Gaia. Stimolato dall’inatteso colloquio che con essa si instaura, il narratore rivede la propria madre descrivendone le insolite abitudini notturne. L’epilogo è inatteso e geniale. In un colloquio figurato con Gaia, il protagonista spiega qual è il segreto che è di ostacolo all’amore che viene. Complimenti all’autore.
Ortografia: prima dei due punti “:” non ci vuole lo spazio; inizio seconda pagina “qualcun altro” non “qualcun’altro”; “ che ognuno porta con sé” non “ che ognuno porta con se”; “So che ti sembrerà strano“ non “ Sò che ti sembrerà strano“; “Seduta sulla sedia del soggiorno la vedevo in una posizione un po' rigida” non “la vedeva”; ripetizione evitabile “ Lei mi confidò che a volte in quelle situazioni a volte le mancava”.



recensore:
avatar di Ida Dainese
nwIda Dainese
(socio onorario, collaboratore)
$ donatore 2019 (2 dal 2015)

Recensione o commento # 4, data 00:00:00, 15/08/2017
Un bel racconto che si fa ricordare per la triste bellezza dell’incompiuto, perché non può certo avere un finale felice una storia tra Gaia e il protagonista. Innegabile il suo fascino, con quel suo meditare segreto, il percepire i pensieri della ragazza attraverso i muri, il suo muoversi elegante, il suo complicato passato.
Bellissimo il ricordare d’infanzia, la magica presenza della madre, il dolore del padre.
Peccato invece quei refusi, le ripetizioni, la punteggiatura.



recensore:

Arcangelo Galante
Recensione o commento # 5, data 00:00:00, 06/09/2017
Un lavoro interessante, in perfetto stile horror, all'interno del quale si racconta di un demone che cambia in continuazione il luogo di residenza, tormentato da domande esistenziali: rimanere solitario, per sempre, senza mostrarsi a nessuno, oppure cercarne la comprensione di qualcuno che possa accettarlo per quello che è, nella sua natura di essere "diverso". La narrazione, in alcuni punti, appare un poco slegata, ma, nel complesso, la lettura è gradevole e, a tratti, persino ironica, ben ambientata sui lungarni fiorentini. Un caro saluto, Carola.



recensore:

Recensione o commento # 6, data 00:00:00, 07/06/2019
Un racconto molto interessante, anche ben sviluppato, avrei preferito non scontrarmi con piccoli errori di ortografia e di distrazione.
Ma la trama è molto accattivante e i concetti espressi con semplicità. Si fa leggere bene, forse mi avrebbe tenuta lontana dalle distrazioni se la loro unione fosse stata sviluppata un po’ di più, ma ho apprezzato molto





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