Descrizione: da definire...
Incipit: Noli me tangere Di Selene Barblan Ricordava ancora quando, da ragazzina, il contatto con la pelle umida, appiccicaticcia, rappresentava per lei qualcosa di insopportabile. Quando suo malgrado vi era costretta dentro lei qualcosa si muoveva, come un verme nello stomaco che si torceva, in volute strette, aggrovigliandosi. La pelle rabbrividiva, le membra fremevano: avrebbe voluto fuggire. Vedeva che per le altre ragazze però non era la stessa cosa, amavano stare.
Grazie mille davvero!
L'emozione che questo racconto mi ha fatto provare è un velo di tristezza e questo è per me un successo.
Una vita passata via così nel rimpianto e nella solitudine, appena scalfita dall'amore per un fiore…
Quello che però mi è sembrato un pochino fuorviante è la questione della mano. Per come l'ho inteso io lei non ama il contatto della pelle con le persone perchè la riportano al contatto con la mano dell'fratello morto. Ho inteso bene? Però all'inizio tu dici che non ama il tocco della pelle sudata e appiccicaticcia, questo mi rimanda a un'immagine negativa che mal si accompagna al ricordo della stretta del fratello.
Per come è stato condotto il racconto la morte del fratello sembra essere la causa principale della vita triste e malinconica della signora. Se così è la frase finale sembra un pochino buttata lì. Condivido l'idea di lasciarla un po' in sospeso e svelarlo solo alla fine, ma gli avrei dedicato forse qualche parola in più.
Ho apprezzato invece gli intermezzi in corsivo per raccontarci i suoi ricordi.
Un ultimo piccolo e insignificante dettaglio: A me sembra di ricordare che la patina bianca che ricopre il cioccolato non è data dallo zucchero che fuoriesce ma dal burro di cacao che con il caldo e con il tempo si separa.
Il disegno dei fiori è molto bello, se lo hai fatto tu complimenti!
Capisco i tuoi dubbi riguardo ciò che riguarda il contatto, o meglio la difficoltà che ha Flora a toccare gli altri; effettivamente può non apparire molto chiaro. Per come ho concepito io la storia lei già da sempre non amava molto il contatto fisico. Questo ovviamente non traspare da ciò che scrivo e probabilmente è una mia mancanza. Poi ciò che mi sono immaginata sia successo al momento della morte del fratello è che lei gli abbia effettivamente tenuto la mano negli ultimi attimi, e questo contatto le sia rimasto impresso in modo ambivalente, da una parte il legame affettivo e l'ultimo ricordo di lui, dall'altra parte il trauma subito. Non solo, il fatto di aver perso quella persona cara, oltre a portarla all'isolamento, ha creato in lei una difficoltà emotiva e insieme fisica a lasciarsi andare e aprirsi agli altri. Però mi rendo conto che è tutto molto criptico e che hai già, in quanto lettrice, fatto uno sforzo notevole e molto apprezzabile per capirmi. Fin dalle prime cose che ho buttato giù su carta mi è stato fatto notare questo eccessivo ermetismo, vedrò se, in questo o nei prossimi racconti, riuscirò a essere meno contorta o anche solo più coerente (penso infatti che non sia del tutto riuscito questo racconto).
Riguardo la chiusa hai beccato un altro dei miei punti dolentissimi; faccio molta fatica a concludere i miei racconti, non sempre mi riesce di dare una degna fine a ciò che inizio. Vedrò se riuscirò a lavorarci sopra.
Riguardo allo zucchero/burro di cacao hai perfettamente, anche qui, ragione. Correggerò sicuramente, grazie anche per questo appunto!
Riassumendo ti ringrazio molto per le osservazioni e spunti di riflessione, utilissimi. Grazie anche per i complimenti riguardo il disegno, sì mi piace pasticciare un pò coi colori
user deleted
È un racconto un po' troppo criptico. Magari la cosa è voluta pero' si fa davvero fatica a capire il motivo della fobia di Flora. Tra l'altro dal racconto sembra che lei non abbia paura solo del contatto fisico, ma che detesti anche l'appiccicaticcio dei suoi vestiti dovuto al sudore. Quel che è certo è che l'episodio chiave è la morte del fratello, che rimane pero' anch'essa un mistero.
Insomma, quando un racconto mette tanta curiosità chi lo scrive ha sicuramente colpito nel segno. Gli stacchi in corsivo poi ci stanno benissimo!
Grazie per il passaggio.
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