Recensione o commento # 1, data 00:00:00, 31/01/2008
molto triste...molto poetica...descrittiva.. mentre la si legge si sente il rumore della pioggia...e il tuo silenzio.
E bravo sphinx...allora non sei dipietra? scherzo.
recensore:
Sphinx(socio onorario, collaboratore)
donatore 2011
risposta dell'autore, data 00:00:00, 31/01/2008
Quando l'ho scritta mi ci sono praticamente messo dentro. Forse è per questo che, a quanto pare, piace.
Recensione o commento # 2, data 00:00:00, 14/04/2009
La breve lirica suona come musica melanconica e sublime, ma travolgente e forte al tempo stesso. Quel procedere cauto per non lasciarsi bagnare pur godendo paradossalmente di quegli effluvi di dolore, sono una trasposizione poetica delle contraddizioni dell’animo umano che oscilla continuamente nel dubbio di apparire come realmente è, o continuare a nascondersi al riparo sicuro della maschera sociale.
recensore:
Sphinx(socio onorario, collaboratore)
donatore 2011
risposta dell'autore, data 00:00:00, 16/04/2009
Caspita Dino. Grazie per il commento.
Recensione o commento # 3, data 00:00:00, 29/09/2010
Anche qui la figura retorica ha una funzione prevalente. L'anafora "E piove" con cui ha inizio la strofa trasmette l'idea dell'incessante rumore della pioggia che batte.
Cade su tutto,sul mondo,sulle cose e sugli uomini arrivando fin dentro l'anima. Ma è una pioggia metaforica che rappresenta il pianto continuo delle creature viventi(qui in particolare il poeta offre come esempio il "suo" pianto), un pianto che non libera dalle oppressioni come uno sfogo, sono lascrime sconsolate che non lasciano spazio al sole, alla luce e alla bellezza del mondo. E' un pianto che viene da fuori e che si insinua dentro, oggetto e soggetto diventano una cosa sola.Molto ben costruito, il componimento mantiene musicalità e gradevolezza fino all'ultimo verso.
recensore:
Sphinx(socio onorario, collaboratore)
donatore 2011
risposta dell'autore, data 00:00:00, 29/09/2010
Grazie Angela, troppo buona davvero. Sono contento che si percepisca la musicalità . E' scaturita quasi naturalmente in un momento in cui sentivo proprio piovermi dentro.
Recensione o commento # 4, data 00:00:00, 12/11/2014
Emozionante
la figura delle gocce che solca l'anima é bella. Quello che ti direi di ricontrollare é l'uso smodato della congiunzione "e", affatica la trama della poesia. Sempre se ti interessa farlo naturalmente^^
recensore:
Arcangelo Galante
Recensione o commento # 5, data 00:00:00, 25/06/2017
Una personalizzata sinfonia, scandita dal tintinnio della pioggia che scroscia su tutte le cose, bagnandole con continuità e musicale cadenza, al fine di simboleggiare il pianto dell'anima. Immagini stupende, deliziose e molto suggestive, rendono preziosa l'intera pubblicazione. D'obbligo è affermare che mi è davvero piaciuta. Un cordiale saluto, Sphinx!
Recensione o commento # 6, data 00:00:00, 15/09/2018
Una poesia davvero toccante, in cui il pianto della natura si confonde a quello dell'autore, creando un'atmosfera di tormentata malinconia. I versi finali creano un bellissimo contrasto fra il rumore della pioggia e il grido soffocato appena prima di venir fuori. Complimenti!
recensore:
Ida Dainese(socio onorario, collaboratore)
donatore 2019 (2 dal 2015)
Recensione o commento # 7, data 11:18:56, 04/03/2021
Sembra che questa pioggia abbia scelto il momento giusto per avvicinarsi alla sofferenza del protagonista e suscitarne le reazioni. La prima strofa è dedicata alla commiserazione di sé, con lacrime e gocce che si fondono, nella seconda realizza che sarà faticoso sfuggire o cercare un riparo da quelle nuvole incombenti, nella terza c'è il desiderio di sfogarsi, di urlare e tirare fuori, liberando nuove energie e forse poter ricominciare. Tutto è accompagnato, con la stessa melodia, dallo scrosciare di quella pioggia che, a dispetto di qualsiasi riparo, arriva profondamente dentro.
Recensione o commento # 8, data 13:41:28, 09/10/2024
Il senso profondo di malinconia e introspezione attraverso l'immagine della pioggia, che diventa simbolo del dolore interiore. Le gocce d'acqua non bagnano solo il mondo esterno, ma anche l'anima del poeta, recisa e vulnerabile. C'è una strana dolcezza nel cullarsi in questo dolore, quasi un piacere nel sentirsi immersi in esso. Le nubi beffarde rappresentano gli ostacoli emotivi che il poeta cerca di evitare, mentre la voglia di amare, forte ma imprigionata, resta in gabbia, incapace di esprimersi, forse per paura di soffrire ulteriormente.