Lo specchio

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2024.

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Laura Traverso
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Lo specchio

Messaggio da leggere da Laura Traverso »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Come ogni sera, Antonia si prepara per il riposo notturno, non va mai a dormire senza essersi tolta il trucco e applicata la crema da notte facendola penetrare sul suo volto con massaggi accurati; è molto meticolosa e da sempre si prende cura del suo aspetto al fine di allontanare quanto più possibile il passare del tempo che, inevitabilmente, lascia tracce sui volti, e non solo, di chiunque.
Di solito procede rapida a quei doveri nei confronti di se stessa, ma quella sera succede qualcosa che la turba profondamente.
E’ davanti allo specchio e vede, si osserva con una lucidità come mai prima di allora, e all'improvviso capisce e percepisce la realtà, una verità che ha cercato in tutti i modi di rimuovere, ma adesso è lì, davanti a lei e non può più illudersi.
Di fronte ecco riflettersi una donna vecchia e stanca, col viso dal colorito giallognolo solcato da profonde rughe, gli occhi spenti e circondati da una fitta trama di piccoli solchi, la capigliatura liscia e canuta.
Sì, è lei, è sua l’immagine che ha di fronte, fa fatica ad accettare quella visione che le appare devastante.
Non regge e piange, lacrime copiose le solcano il volto, che fu bello, e scendono lente dopo aver attraversato la sua faccia dove l’impietoso scorrere del tempo è anche troppo evidente.
Continua in silenzio a versare lacrime senza emettere alcun suono, quasi per pudore, come se non potesse neppure permettersi un lamento.
Poi accade qualcosa, all'improvviso succede ciò che ha dello straordinario, del miracoloso e dell’incredibile.
Lo specchio le rimanda un’altra visione, la vecchia non c’è più, è scomparsa.
Al suo posto è apparsa la bellezza, la gioia e la giovinezza.
A quel punto ha anche smesso di piangere, guarda attonita la leggiadra immagine riflessa; avverte un capogiro, è malferma sulle gambe e si aggrappa con forza al mobile che sostiene l’oggetto che, impietosamente, pochi minuti prima, l’aveva mostrata senza filtri, così come era. E poi la voce…sente parlare.
“Va bene che è passato tanto tempo ma potresti anche ricordarti, riconoscermi, quasi quasi mi irriti un poco, ma solo un poco però, perché comprendo e non mi offendo più di tanto”
“Ah sì, certo che sì, adesso ti riconosco. Eri tanto bella, con le gote rosee, il volto tondo e paffutello, gli enormi occhi scuri circondati da lunghissime ciglia nere, i dentini bianchi e perfetti che brillavano tra le labbra larghe e carnose quasi sempre sorridenti.
Avevi i capelli color del grano maturo che portavi con le trecce fermate da due fiocchi vistosi e colorati, mentre le ciglia e sopracciglia erano scure. Alcuni arrivarono a dire che allora ti tingevi, ciò ti dava giustamente fastidio. Ovviamente non era vero, eri così, bionda naturale e con gli occhi scuri, anche in ciò un poco fuori dal comune”
“Bene, adesso mi rincuori, sono davvero tanto felice, mi avrebbe veramente dato fastidio essere finita nel dimenticatoio. E no, non avrei proprio potuto accettarlo. Non devi mai e poi mai dimenticarti di me, se accadesse non potrei proprio perdonarti”
“Ma no, non mi sgridare, scusami tanto, è trascorso così molto tempo che al momento non ti avevo riconosciuta, ma adesso sì, ricordo e ti chiedo di dirmi, come mai sei qui? Sono confusa da questa tua apparizione, non so tanto come interpretarla… Vuoi prenderti gioco di me?
“Beh, non è difficile da capire il perché mi sono fatta avanti. Desidero aiutarti a ricordare, sai bene che io non me ne sono mai andata; lo sa il tuo cuore rimasto immutato, sempre sensibile e capace di cogliere ogni sfumatura della vita, lo sanno i tuoi sentimenti che sono stati, e sono, intensi, profondi e impetuosi. Lo sa la tua mente, rimasta ancora curiosa, pur con qualche inciampo di memoria.
Ricordi quanto sono state le cose belle che ti hanno accompagnato durante lo scorrere del tempo?
Lo so, è vero, anche le brutte ci sono state, ma cerchiamo di non considerarle in quanto sappiamo essere inevitabili, sì purtroppo fanno parte del pacchetto che si chiama esistenza.
Allora, coraggio, non esitare, ricorda… ”
Lo sguardo di quella donna stanca aveva adesso acquistato un guizzo di lucentezza e curiosità.
Incredula per ciò che aveva davanti agli occhi e, soprattutto, per il curioso dialogo scambiato con la bimba emersa dal passato, si sentiva pronta ad accettare la sfida e a rivedere il film della propria vita.
Come per magia eccola catapultata nella sua infanzia che fu piuttosto felice, vissuta accanto agli amati genitori, assai severi e non poco autoritari, ma sempre presenti e attenti a ogni sua mutata esigenza durante il passare del tempo.
Ed ecco le scorribande in strada con gli amici di allora, i vari giochi come il pampano, guardie e ladri, alto e basso, le “baracchette” costruite ai margini dell’autostrada, i dadi, le biglie colorate e di varie misure, i negozietti dove si vendevano per poche lire giocattoli o cose che non servivano più, per poi potersi comperare un ghiacciolo o una merendina.
Ma forse il ricordo più bello erano le corse in bicicletta con le inevitabili cadute e le ginocchia sbucciate, l’andare senza sosta avanti e indietro per le strade di quel paese di provincia, distante un’ora di auto dalla città.
Percorreva velocemente quelle vie, poco asfaltate e polverose, pedalando sulla sua bellissima bicicletta “Fiorelli”, di colore azzurro metallizzato, regalo di suo padre per una promozione importante: la prima media.
A quel tempo avrebbe voluto togliersi l’etichetta della provinciale, le sarebbe piaciuto di più essere nata e vissuta in città; ma poi no, con l’andare degli anni apprezzò quel vivere lento del suo paese, dove le tradizioni e i rapporti umani erano più sentiti, dove l’umanità era tangibile, assieme, certamente, al pettegolezzo; non esisteva la privacy, ognuno sapeva tutto di tutti. Quello era l’aspetto che le piaceva di meno.
Era una bambina esuberante e il solo andare in bicicletta aveva dato adito a critiche, riportate a sua mamma con queste parole: “Ma insomma, Antonina è sempre in giro, sempre in bicicletta…Dovresti tenerla di più in casa, non va bene così”. Si sentì offesa, le fece male quel rimprovero, solo per un comportamento sano e gioioso.
Ma così fu… le taglienti lingue ebbero da dire anche su ciò che era solo gioco, allegrezza e vitalità giovanile.
Il periodo delle scuole, anche nella sua provincia, cominciava con la materna che al tempo si chiamava asilo infantile, per poi proseguire con le elementari e infine con le medie.
Le superiori erano in città, per raggiungerle ci si doveva sobbarcare un viaggio in treno, spostandosi da dove viveva, se si voleva continuare a istruirsi.
Molte ragazze di allora finivano le scuole in paese, con la terza media. Per l’epoca era superflua l’istruzione per le donne, destinate soprattutto a svolgere il ruolo di mogli e madri, pertanto alla totale dipendenza del marito.
I suoi genitori erano mentalmente emancipati, per loro era importante, anche se ragazza, che proseguisse gli studi.
Così si spostò in treno, dalla provincia alla città, per molti anni.
Ma quanto erano gioiosi quei viaggi in compagnia di alcuni compagni e amici, effettuati con quel mezzo sferragliante.
Si divertivano tanto, ridevano per nulla, ma ripassavano anche il programma scolastico in modo da affrontare al meglio l’interrogazione probabile. Un rito non trascurabile era la seconda colazione: la focaccia, buonissima, appena sfornata, acquistata di corsa prima di partire e consumata durante il viaggio.
E poi i primi amori, la grande e indimenticabile emozione del primo bacio a quattordici anni.
Lui, Renzo, era davvero bello ed elegante, aveva più anni di lei, forse diciotto, non ricorda bene neppure come finì.
I flirt allora erano abbastanza frequenti, il cuore batteva all’impazzata alla vista del lui di turno, ci si innamorava in fretta e altrettanto velocemente l’infatuazione svaniva.
Tristi, molto tristi, invece, furono i primi dolori: la perdita, anno dopo anno, degli amati nonni.
La prima ad andarsene fu la nonna Gina, era una donnina dolcissima, la mamma di sua madre, viveva assieme al nonno con lei e la sua famiglia. Allora, per fortuna, non usavano gli ospizi, o case di riposo che dire si voglia, e gli anziani erano accuditi e amati dai figli sino alla fine della loro esistenza.
Ma pure gli esami, l’ansia delle interrogazioni: l’impegno, lo studio intenso per raggiungere l’obiettivo prefissato, i sacrifici e la soddisfazione per avercela fatta.
Anche questo aspetto è da inserire tra le azioni laboriose affrontate.
Poi ci fu l’incontro con il grande amore, diventato marito e poi padre dei sui due figli.
Lei aveva 18 anni ed era ancora studentessa, lui 21 e si era appena diplomato. Si sposarono dopo alcuni anni di fidanzamento.
Faticosi furono i molti anni da "salti mortali" per conciliare lavoro, casa e famiglia.
Allora - come ora – tanto per stare al passo coi tempi, dopo il diploma o la laurea mediamente ci si sposava ed era scontato che si andasse a lavorare, occupazione conseguente al titolo di studio faticosamente raggiunto.
Non bastavano a una donna la casa e i figli da crescere, no, la chiamano, e chiamavano, “indipendenza”. Certo, sarà anche vero, ma a che prezzo!
Comunque era riuscita anche in quello, l’obiettivo era stato raggiunto; i figli, amatissimi, cresciuti non sempre con facilità, tra crisi adolescenziali e non solo.
Infine il dolore della vita più grande: la morte dei genitori a distanza di quattro anni l’uno dall’altra.
La perdita del marito, anche se in età assai avanzata, aveva lasciato un vuoto enorme nel suo cuore, fu da allora che iniziò a essere preda dei morsi della solitudine; pur con i loro alti e bassi si erano sempre amati e rispettati. Infine la gioia dei nipoti, una delle felicità più grandi del suo vivere era stata il diventare nonna.
Dopo questo percorso mentale indotto, avverte una sorta di scossa e si ridesta, torna a guardare lo specchio che ha davanti e la vede ancora, la bella bimba bionda con le trecce è ancora lì.
La lei bambina non se ne è ancora andata.
Sorride un po’ beffarda. È tanto carina con quell’aria da monella impertinente.
Grazie alla sua comparsa ha potuto ripercorrere la propria vita, non c’è voluto neppure molto, il nastro dell’esistenza coi suoi ricordi si è srotolato in fretta.
Continua a vederla e le sorride, le fa ciao con la manina, riconosce quanto sia stata utile e preziosa.
La saluta e le manda un bacio: “Ciao Antonia piccolina, grazie per essere venuta in mio soccorso in un momento di grande crisi esistenziale. Grazie per esserti fatta ricordare, per non essertene mai andata”.
Il passato è utile, serve a ricordarci che ci siamo guadagnati tutto ciò che la vita ci ha messo davanti, gioie e dolori, facendoci accettare il presente pure con un poco di orgogliosa soddisfazione, perché per tutti la strada è piuttosto in salita e non facile, e dopo averla percorsa ed essere arrivati quasi in fondo, si ha il diritto di sentirsi bene e in pace con noi stessi.
Adesso la bambina è svanita, ha compiuto al meglio la sua missione, non si vede più.
Ora é rimasta da sola Antonia, sola con se stessa.
Si osserva, è uguale a prima della comparsa di lei piccina, anzi quasi uguale, ci sono sì le rughe profonde e i capelli bianchi ma gli occhi adesso sono vivaci e brillano.
Ultima modifica di Laura Traverso il 17/10/2024, 22:52, modificato 1 volta in totale.
Ombrone
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Messaggio da leggere da Ombrone »

Mi piace molto l'idea… anch'io a volte rifletto su concetti simili, sul bilancio della vita passata, dei ricordi, dei rimorsi e dei rimpianti, forse sarà che ormai pure io ho qualche anno e tanti di tutti e tre i tipi.
La scrittura è curata, ma se permetti la trovo che manchi un po' di fluidità.
Cmq mi piace molto
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Ombrone ha scritto: 25/09/2024, 12:53 Mi piace molto l'idea… anch'io a volte rifletto su concetti simili, sul bilancio della vita passata, dei ricordi, dei rimorsi e dei rimpianti, forse sarà che ormai pure io ho qualche anno e tanti di tutti e tre i tipi.
La scrittura è curata, ma se permetti la trovo che manchi un po' di fluidità.
Cmq mi piace molto
Ciao e innanzitutto grazie per il tuo consenso e la gratificante valutazione. Mi fa piacere che l'idea ti sia piaciuta molto, già, è argomento che appartiene a tutti... che ci piaccia o no. Un saluto e ancora grazie
Raffaella
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Messaggio da leggere da Raffaella »

Stupenda, mi è piaciuta sia il testo che come hai scritto, però tutto sommato è soddisfacente nel complesso del racconto, pensa che io diversamente da tutti suppongo non ho mai avuto un qualcosa di positivo quindi le scuole in molte circostanze non erano adatte a me, comunque mai rimpiangere il passato se si è rotto l'incantesimo è meglio romperlo del tutto. Il mio voto è 1
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Raffaella ha scritto: 26/09/2024, 9:14 Stupenda, mi è piaciuta sia il testo che come hai scritto, però tutto sommato è soddisfacente nel complesso del racconto, pensa che io diversamente da tutti suppongo non ho mai avuto un qualcosa di positivo quindi le scuole in molte circostanze non erano adatte a me, comunque mai rimpiangere il passato se si è rotto l'incantesimo è meglio romperlo del tutto. Il mio voto è 1
Ciao Raffaella, non ho tanto ben capito il tuo commento, inizi dicendo "Stupenda" e spieghi... e poi termini con il voto 1 che è il minimo che si possa dare. Sarebbe, mi pare, una contraddizione. Ma forse ti sei sbagliata, a volte capita di confondere tra la numerazione del sondaggio.
Comunque ti ringrazio molto per aver letto il mio racconto che non era rivolto a un rimpianto del passato, ma bensì a una celebrazione della vita, della nostra vita, mediamente. Aspetto, questo, da tener presente anche nei momenti bui che ogni essere umano attraversa. Ciao, a rileggerci
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Un racconto intimista in cui la protagonista parte dal dialogo con la propria immagine per perdersi nei ricordi di una vita, tristi e lieti. Mi pare che rimpianga la bellezza della gioventù, e a questo punto mi viene in mente la frase della Magnani, sulle rughe che "C'ho messo una vita a farmele, non me ne togliere nemmeno una.", rivolta alla sua truccatrice. Alla fine anche Antonia ne diviene consapevole, poiché l'importante è avere vissuto una vita piena, e aver conservato la curiosità e la spontaneità dell'infanzia.
La società di oggi (soprattutto quella dell'Occidente) ha il mito della giovinezza e dell'efficienza a tutti i costi, e le donne ne sono le prime vittime, a costo di ridursi a maschere grottesche a colpi di lifting e botox, per sembrare delle bambine anche a 70 anni.
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Andr60 ha scritto: 26/09/2024, 19:11 Un racconto intimista in cui la protagonista parte dal dialogo con la propria immagine per perdersi nei ricordi di una vita, tristi e lieti. Mi pare che rimpianga la bellezza della gioventù, e a questo punto mi viene in mente la frase della Magnani, sulle rughe che "C'ho messo una vita a farmele, non me ne togliere nemmeno una.", rivolta alla sua truccatrice. Alla fine anche Antonia ne diviene consapevole, poiché l'importante è avere vissuto una vita piena, e aver conservato la curiosità e la spontaneità dell'infanzia.
La società di oggi (soprattutto quella dell'Occidente) ha il mito della giovinezza e dell'efficienza a tutti i costi, e le donne ne sono le prime vittime, a costo di ridursi a maschere grottesche a colpi di lifting e botox, per sembrare delle bambine anche a 70 anni.
Ciao Andr, hai fatto un'analisi perfetta sul mio racconto. Sì, è patetico e triste vedere settantenni atteggiarsi a ragazzine, in realtà sembrano mostri alieni riempiti di botox e lifting, e non se ne rendono conto... hanno l'aspetto, come hai detto bene tu, di maschere grottesche fatte con lo stampino, tutte ugualmente "gonfiate": un'altra schiavitù che la donna si autoimpone non concedendosi neppure ciò che è fisiologico, ossia l'invecchiamento. Grazie per l'apprezzamento e il voto al mio racconto.(Conoscevo anche io la bellissima frase pronunciata dalla grande Anna Magnani sulle sue rughe. Come fu lei ce ne sono poche). Ciao
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Non mi devo sforzare molto per commentare questo racconto, perché il commento e il tema del racconto sono già contenuti nel racconto stesso:

"Il passato è utile, serve a ricordarci che ci siamo guadagnati tutto ciò che la vita ci ha messo davanti, gioie e dolori, facendoci accettare il presente pure con un poco di orgogliosa soddisfazione, perché per tutti la strada è piuttosto in salita e non facile, e dopo averla percorsa ed essere arrivati quasi in fondo, si ha il diritto di sentirsi bene e in pace con noi stessi."

È come un viaggio a ritroso, tra ricordi, sentimenti e "quello che è stato", per comprendere in modo più consapevole e cosciente quello che oggi noi siamo. Scrittura vera, schietta, affabile; personaggio (Antonia) assolutamente credibile, malgrado ci sia qualcosina da rivedere nella prosa.

Molto brava e cari saluti, Laura Traverso

Antonio

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Yakamoz ha scritto: 28/09/2024, 17:32 Non mi devo sforzare molto per commentare questo racconto, perché il commento e il tema del racconto sono già contenuti nel racconto stesso:

"Il passato è utile, serve a ricordarci che ci siamo guadagnati tutto ciò che la vita ci ha messo davanti, gioie e dolori, facendoci accettare il presente pure con un poco di orgogliosa soddisfazione, perché per tutti la strada è piuttosto in salita e non facile, e dopo averla percorsa ed essere arrivati quasi in fondo, si ha il diritto di sentirsi bene e in pace con noi stessi."

È come un viaggio a ritroso, tra ricordi, sentimenti e "quello che è stato", per comprendere in modo più consapevole e cosciente quello che oggi noi siamo. Scrittura vera, schietta, affabile; personaggio (Antonia) assolutamente credibile, malgrado ci sia qualcosina da rivedere nella prosa.

Molto brava e cari saluti, Laura Traverso

Antonio

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Ciao Antonio e grazie di cuore per le tue belle parole sul mio racconto. Avere la tua approvazione per me è molto gratificante in quanto sei preparato per farlo, analizzi tutto al meglio, con grande competenza, davvero da Bravo Autore. Grazie anche per la valutazione massima assegnata- Un caro saluto anche a te, Antonio.
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Ciao Laura, ho apprezzato moltissimo il tuo racconto. Il tema del ricordo del passato mi è molto caro, anzi, forse il sottoscritto vive più guardando al passato che al futuro. Ma il senso del tuo testo (almeno, per me) è che questo passato può/deve darci coraggio per il presente e il futuro, perchè quello che eravamo non si cancella, come ciò che abbiamo vissuto. Anzi, siamo anche ciò che siamo stati.
Brava, voto 5!
Saluti
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Sulla scrittura ho solo da esprimere pareri positivi. Scorre, chiara, ben spiegata, terminologia precisa. Il contenuto non mi è gradito perchè ognuno deve sentirsi libero di comportarsi come vuole nel momento in cui si occupa di sè. Come lettrice trovo soddisfazione in altre storie. Si tratta sempre e solo di un'opinione personale. Ho commentato per lasciare traccia del passaggio dimostrando di aver letto il brano.
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Eleonora2 ha scritto: 04/10/2024, 15:39 Sulla scrittura ho solo da esprimere pareri positivi. Scorre, chiara, ben spiegata, terminologia precisa. Il contenuto non mi è gradito perchè ognuno deve sentirsi libero di comportarsi come vuole nel momento in cui si occupa di sè. Come lettrice trovo soddisfazione in altre storie. Si tratta sempre e solo di un'opinione personale. Ho commentato per lasciare traccia del passaggio dimostrando di aver letto il brano.
Ciao Eleonora, non ho tanto ben capito il commento. Il mio racconto da indicazioni su come gli altri devono comportarsi sul proprio aspetto? A me non pare davvero, parla, il mio racconto, di Antonia, la protagonista e non di altro. Ma certamente ognuno è libero di interpretare gli scritti altrui, come meglio crede. Grazie per aver letto il mio racconto, hai lasciato certamente la tua traccia. A rileggerci
Ultima modifica di Laura Traverso il 04/10/2024, 18:32, modificato 1 volta in totale.
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Vittorio Felugo ha scritto: 04/10/2024, 11:42 Ciao Laura, ho apprezzato moltissimo il tuo racconto. Il tema del ricordo del passato mi è molto caro, anzi, forse il sottoscritto vive più guardando al passato che al futuro. Ma il senso del tuo testo (almeno, per me) è che questo passato può/deve darci coraggio per il presente e il futuro, perchè quello che eravamo non si cancella, come ciò che abbiamo vissuto. Anzi, siamo anche ciò che siamo stati.
Brava, voto 5!
Saluti
Vittorio
Ciao Vittorio, ti ringrazio davvero molto per il tempo dedicato alla lettura del mio racconto, sono davvero lieta di aver appreso che ti sia moltissimo piaciuto e sono altrettanto grata per la valutazione massima che gli hai dato. Il ricordo del passato, come ben dici, dovrebbe sì aiutarci a guardare con ottimismo il presente e il futuro. Ognuno di noi deve essere fiero della propria vita, perché per ognuno di noi non credo sia stata, solo, una passeggiata. Grazie ancora per tutto, ciao
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Secchio, specchio, specchio delle mie brame… il tuo è il contrario della invidiosa e supponente regina della favola.
Una donna deve e può ricordarsi del meglio del suo passato,su tutti i piani come hai fatto te nel tuo racconto.
Io avrei sviluppato e descritto l'emozione del momento di riscoperta traducendola in una ridecisione attuale.
Questo limitando l'aspetto descrittivo secondo me iperdettagliato.
In questo modo,penso,sarebbe stato perfetto.
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Culture ha scritto: 09/10/2024, 19:47 Secchio, specchio, specchio delle mie brame… il tuo è il contrario della invidiosa e supponente regina della favola.
Una donna deve e può ricordarsi del meglio del suo passato,su tutti i piani come hai fatto te nel tuo racconto.
Io avrei sviluppato e descritto l'emozione del momento di riscoperta traducendola in una ridecisione attuale.
Questo limitando l'aspetto descrittivo secondo me iperdettagliato.
In questo modo,penso,sarebbe stato perfetto.
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grazie molte per il commento e la valutazione, va benissimo, grazie ancora, ciao
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Culture ha scritto: 09/10/2024, 19:47Secchio, specchio, specchio delle mie brame…
Per essere pignoli, sarebbe: Specchio, servo delle mie brame... :-P
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Re: Lo specchio

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Eh eh eh… e per essere strapignoli, sarebbe "specchio" iniziale e non "secchio"
Però, in fondo, l'invidia vorrebbe mettere tutti in un secchio :smt005
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Massimo Baglione ha scritto: 10/10/2024, 13:24 Per essere pignoli, sarebbe: Specchio, servo delle mie brame... :-P
A meno che non stesse davvero parlando con un secchio...
(Laura, scusa l'OT... :-))
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commento Lo specchio

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Alcuni miei suggerimenti
“Come ogni sera Antonia…” - Come ogni sera, Antonia…
“è la sua l’immagine…” - è sua l’immagine…
“Ora é rimasta…” - Ora è rimasta
“piuttosto felice, vissuta accanto agli amati genitori, assai severi, piuttosto autoritari” – piuttosto… - piuttosto…
“un bacio “ciao Antonia piccolina…” - un bacio: “Ciao Antonia piccolina…
“…l’impegno, lo studio intenso per raggiungere l’obiettivo prefissato, i sacrifici e la soddisfazione per avercela fatta.
Anche questo aspetto è da inserire tra le cose impegnative affrontate…”
- Impegno – impegnative

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Sa tanto di autobiografico ed è bello per questo.
voto 4
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Re: commento Lo specchio

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Alberto Marcolli ha scritto: 17/10/2024, 13:42 Alcuni miei suggerimenti
“Come ogni sera Antonia…” - Come ogni sera, Antonia…
“è la sua l’immagine…” - è sua l’immagine…
“Ora é rimasta…” - Ora è rimasta
“piuttosto felice, vissuta accanto agli amati genitori, assai severi, piuttosto autoritari” – piuttosto… - piuttosto…
“un bacio “ciao Antonia piccolina…” - un bacio: “Ciao Antonia piccolina…
“…l’impegno, lo studio intenso per raggiungere l’obiettivo prefissato, i sacrifici e la soddisfazione per avercela fatta.
Anche questo aspetto è da inserire tra le cose impegnative affrontate…”
- Impegno – impegnative

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Sa tanto di autobiografico ed è bello per questo.
voto 4
Grazie Alberto, anche per gli utili suggerimenti che metterò in pratica subito. E grazie per il consenso e l'ottima valutazione. (In parte è sì autobiografico, ma non nei dettagli...nei quali ho calcato un po' la mano. Ho la fortuna di avere una pelle con pochissime rughe... :wink: ). Ciao
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Massimo Baglione ha scritto: 10/10/2024, 13:24 Per essere pignoli, sarebbe: Specchio, servo delle mie brame... :-P
:lol: :lol: :smt006
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Laura Traverso
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Massimo Baglione ha scritto: 10/10/2024, 13:57 A meno che non stesse davvero parlando con un secchio...
(Laura, scusa l'OT... :-))
:wink: :wink:
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Complimenti, per affrontare senza pudore un problema che tutti quanti, prima o poi, dovremo affrontare in totale solitudine:
La paura del futuro e del tempo che scorre.
L'idea della bambina dello specchio, pur non essendo originale, rende bene il contenuto dei ricordi che si nascondono alle volte sotto troppi strati di delusione.
Nel complesso la scrittura è scorrevole e fluida, gli argomenti trattati semplici e piacevoli.
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Ivo Aragno ha scritto: 06/11/2024, 19:28 Complimenti, per affrontare senza pudore un problema che tutti quanti, prima o poi, dovremo affrontare in totale solitudine:
La paura del futuro e del tempo che scorre.
L'idea della bambina dello specchio, pur non essendo originale, rende bene il contenuto dei ricordi che si nascondono alle volte sotto troppi strati di delusione.
Nel complesso la scrittura è scorrevole e fluida, gli argomenti trattati semplici e piacevoli.
Ciao Ivo e grazie per il tempo dedicato alla lettura e per il commento espresso al meglio, ciao
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Francesca Espositi ha scritto: 07/11/2024, 16:50 Un riepilogo, o meglio un viaggio autobiografico compiuto con l'aiuto di un oggetto magico, come è lo specchio, che forse conserva memoria nelle innumerevoli immagini che noi vi imprimiamo ogni volta che ci mettiamo davanti al nostro riflesso. Il tempo passato non torna, e l'invecchiamento è quello che è, però riuscire a farci i conti ed accettarlo può aiutare e, addirittura- come nel tuo bel racconto - benedirci con un raggio di luce. Ma è anche vero che capita di rado. Ti do quattro che, a differenza di quanto capitava a scuola, qui è un bel voto.
Grazie e buona giornata.
Grazie Francesca, per la tua intima riflessione molto bene espressa, mi fa piacere che ti sia piaciuto il mio racconto che hai premiato con un bel voto. Qui il 4 conta, non come a scuola... :) Buonanotte, ciao
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Il testo è una riflessione toccante sul confronto con il tempo e l'identità. Antonia, turbata dalla sua immagine riflessa, intraprende un viaggio interiore guidato dall'apparizione della bambina che era. Attraverso ricordi vivi e dettagliati, si riconcilia con il passato, riscoprendo forza e significato nella propria vita. Lo stile, seppur prolisso, trasmette autenticità e profondità emotiva, offrendo un messaggio universale di accettazione: il passato illumina il presente, e ogni segno del tempo racconta una storia di crescita e resilienza.
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Terradipoeti ha scritto: 01/12/2024, 9:59 Il testo è una riflessione toccante sul confronto con il tempo e l'identità. Antonia, turbata dalla sua immagine riflessa, intraprende un viaggio interiore guidato dall'apparizione della bambina che era. Attraverso ricordi vivi e dettagliati, si riconcilia con il passato, riscoprendo forza e significato nella propria vita. Lo stile, seppur prolisso, trasmette autenticità e profondità emotiva, offrendo un messaggio universale di accettazione: il passato illumina il presente, e ogni segno del tempo racconta una storia di crescita e resilienza.
Ti ringrazio molto per aver apprezzato il mio racconto. Bello il finale del tuo commento "il passato illumina il presente..." grazie anche per l'ottima valutazione assegnata. Ciao
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Ciao Laura,

"la vita è un viaggio", e sembri invitarci a ricordarlo per restare noi stessi, quei piccoli felici lasciati tanti anni addietro.
Il racconto è gradevole: sei sempre delicata e misurata, in ciò che proponi, e non ho altro diritto di commentare se non quello che mi offre la gara, quindi mi trovo nella situazione imbarazzante di non sapere come commentarlo.
Letterariamente, dovrei ammettere che mi piace, personalmente non mi comunica calore. Credo dipenda dal mio personale rapporto col tempo, sempre presente (alla Peter Pan) che poi mi conduce a rimpiangere non ciò che è stato, ma ciò che non ho avuto il coraggio di fare (sarebbe stato piacevole scrivere un neutro "ciò che non lo è", ma il mio problema sono io, non il destino).
Sicché oggi sono angosciato dal tempo, sì, come la tua "Antonia", ma rivedermi ragazzo mi farebbe troppo male! Sicché sto cercando di imparare a vivere nel presente, perché credo che il viaggio non sia mai finito. Ho ripreso alcune cose che erano mie e che mi mancavano, anche se ho perso pezzi di vita, per questo, ma il viaggio continua, anche con le rughe d'espressione, i capelli assai diradati e i peli bianchi sulla barba. Questo mi fa vivere più intensamente, perché domani, oggi, l'impensabile può ancora accadere.
Ma questa è una gara di racconti, non una di "lezioni di vita", quindi ho stabilito il mio voto.
A presto.
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Marino Maiorino ha scritto: 15/12/2024, 7:37 Ciao Laura,

"la vita è un viaggio", e sembri invitarci a ricordarlo per restare noi stessi, quei piccoli felici lasciati tanti anni addietro.
Il racconto è gradevole: sei sempre delicata e misurata, in ciò che proponi, e non ho altro diritto di commentare se non quello che mi offre la gara, quindi mi trovo nella situazione imbarazzante di non sapere come commentarlo.
Letterariamente, dovrei ammettere che mi piace, personalmente non mi comunica calore. Credo dipenda dal mio personale rapporto col tempo, sempre presente (alla Peter Pan) che poi mi conduce a rimpiangere non ciò che è stato, ma ciò che non ho avuto il coraggio di fare (sarebbe stato piacevole scrivere un neutro "ciò che non lo è", ma il mio problema sono io, non il destino).
Sicché oggi sono angosciato dal tempo, sì, come la tua "Antonia", ma rivedermi ragazzo mi farebbe troppo male! Sicché sto cercando di imparare a vivere nel presente, perché credo che il viaggio non sia mai finito. Ho ripreso alcune cose che erano mie e che mi mancavano, anche se ho perso pezzi di vita, per questo, ma il viaggio continua, anche con le rughe d'espressione, i capelli assai diradati e i peli bianchi sulla barba. Questo mi fa vivere più intensamente, perché domani, oggi, l'impensabile può ancora accadere.
Ma questa è una gara di racconti, non una di "lezioni di vita", quindi ho stabilito il mio voto.
A presto.
Ciao Marino e intanto grazie per aver commentato così attentamente il mio racconto. Ognuno di noi è diverso dagli altri e ben comprendo la tua opinione in merito allo scorrere del tempo. La protagonista del mio scritto è un esempio di come ha vissuto il suo passare del tempo. Sono d'accordo che la miglior cosa sarebbe riuscire a vivere serenamente nel presente, anche io ci provo... Grazie ancora per lettura il commento e il voto :-)
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La Gara 28 - L'ultima notte

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(febbraio 2012, 54 pagine, 1,94 MB)

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La Gara 15 - Risorse a piccoli sorsi

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(luglio/agosto 2010, 60 pagine, 845,46 KB)

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A cura di Mastronxo.
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2020 - (in bianco e nero)

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Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
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Déjà vu - il rivissuto mancato

Déjà vu - il rivissuto mancato

antologia poetica di AA.VV.

Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.

Contiene opere di: Alberto Barina, nwAngela Catalini, Enrico Arlandini, nwEnrico Teodorani, nwFausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, nwFrancesca Paolucci, nwGabriella Pison, nwGianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, nwIda Dainese, nwLaura Usai, nwMassimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, nwPatrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, nwSilvia Ovis, nwUmberto Pasqui, nwFrancesco Zanni Bertelli.

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