Accadde un giorno a “La Pulce”

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'inverno 2024/2025.
Avatar utente
Alberto Marcolli
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 314
Iscritto il: 08/05/2018, 18:06

Author's data

Accadde un giorno a “La Pulce”

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Con l’arrivo del nuovo millennio, il mio trentennale impiego bancario si era modernizzato, evolvendosi in quello del promotore finanziario: una professione al passo con i tempi, come l’aveva magnificata il mio capo filiale, e certamente rispettabilissima, ma assai poco confacente alle mie scarse doti d’imbonitore.
Ecco la ragione principale che mi spinse ad accettare, senza rimpianti, la proposta della Direzione per una sorta di pensionamento anticipato.
Giovane cinquantenne qual ero, godevo la mia fantastica età oziando, esplorando, inseguendo sogni e, soprattutto, azzardando i primi passi verso un amore antico, capace di rigenerarmi nel profondo: la scrittura.

Tra i numerosi luoghi che andavo scoprendo, ne rammento uno in particolare, da me bazzicato con singolare insistenza.
Il posto si chiamava “La Pulce”. Mi è difficile descrivere quei locali disadorni, recuperati da decrepiti capannoni, un tempo sede d’instancabili attività. Ci avevano lavorato operai di mille contrade: conciavano le pelli, le coloravano, le tagliavano e cucivano con mani esperte, producevano borsette, valige e cinture che erano state il vanto della nostra provincia, bagnata dai sette laghi.
“La Pulce” non si poteva definire un negozio vero e proprio, perché la gente ci andava per acquistare, ma anche per vendere, e non era nemmeno un punto di ritrovo, pur incontrandovi tanti individui, a volte bizzarri, sovente forestieri, spinti da queste parti da una comune condizione di povertà e bisogno. In cambio di pochi quattrini da destinare a necessità più pressanti, rinunciavano a qualche oggetto personale, magari non indispensabile, permettendo ad altri di procurarsi quelle stesse cose a prezzi accessibili.
Da ultimo non mancavano dei clienti, tra i quali anch’io, semplicemente divertiti dalla novità di quel traffico arruffato di mercanzie usate.
Visitavo “La Pulce”, ripeto, vestendo i panni di un qualunque curioso, a onor del vero, piuttosto originale; il mio interesse, infatti, era rivolto non tanto alle cose in mostra, quanto alle persone.
Girovagando in spazi angusti, tra scaffali polverosi, traboccanti di piccole e grandi carabàttole, la speranza era quella d’imbattermi in qualche buona fonte d’ispirazione: il tempo non mi mancava e la pazienza nemmeno.
Fu così che una mattina di marzo, durante il mio consueto giretto, mi capitò di assistere all’ingresso di una donna molto avanti negli anni, che trascinava, a fatica, una voluminosa valigia.
Vestiva con un’eleganza d'altri tempi, vagamente dimessa, il viso minuto ornato di candidi capelli, raccolti con cura. Tradiva un turbamento leggero, da me associato, lì per lì, al naturale imbarazzo causato in chiunque si fosse trovato, per la prima volta, in questo luogo caotico.
D’istinto mi avvicinai, aiutandola a posare la valigia sul gran bancone riservato alla verifica degli oggetti in consegna per la vendita. La donna mi ringraziò e poi, con esitazione, aprì il suo scrigno: era pieno fino all’orlo. C’erano riviste, bicchieri, una tazzina, una sveglia, un binocolo, una lente, una scatola di bottoni, dei ferri da maglia, un orologio a muro, delle bambole di stoffa, dei soprammobili, dei vasetti di vetro colorati e molto altro ancora, tutto riposto con precisione. Nulla di costoso, ovviamente. Soltanto piccole cose, compagne discrete dell’esistenza di ciascuno, ma per lei memoria palpabile di un’intera vita.
A una a una iniziò a estrarre quelle reliquie. Le contemplava un ultimo istante e le posava davanti alla giovane commessa che, con piglio professionale, le catalogava nel suo computer per tipologia e quantità.
Per le descrizioni, era prassi alla “Pulce” lasciare al venditore la libertà di definirle, e mai come in questo caso l’incombenza fu più spinosa. Impreparata, eppur decisa ad assolverla, la signora rigirava nelle mani un piattino dipinto o una teiera sbeccata, tentando di cavare una frase coerente dalle sue indecifrabili elaborazioni mentali.
Io sorridevo, a dispetto della solennità del momento, mentre la ragazza, impassibile, ascoltava, registrava e infine suggeriva abilmente il prezzo di vendita.
A quel consiglio interessato l’anziana nonnina annuiva incerta, lo sguardo malinconico di chi non avrebbe mai voluto separarsi dal suo tesoro.

Era entrato, nel frattempo, un attempato signore dall’aria distinta. La sua era una presenza abituale; altre volte l’avevo notato indugiare, quasi sempre tra gli scaffali straripanti di libri usati. Li accarezzava e sfogliava con affetto, quasi fosse dispiaciuto per la desolazione in cui giacevano. Non mancava poi di riunirne alcuni, sborsare soddisfatto i pochi spiccioli richiesti alla cassa, e allontanarsi col suo fardello di capolavori strappati alla rovina.
Osservò la signora intenta al suo ingrato compito e la riconobbe: meravigliati entrambi dall’incontro inatteso, i due si salutarono con la familiarità di vecchi amici.
Chiaramente, questa imprevista evoluzione aveva arricchito la mia già abbondante curiosità e, fingendomi attirato dalla raccolta di orologi, custodita sotto chiave a lato del bancone, mi fu possibile ascoltare i loro discorsi. Discorsi, oltretutto, forse a causa dell’età e di una probabile debolezza d’udito, pronunciati a voce alta, dai quali appresi che i due erano stati compagni di scuola.
Frugando distrattamente tra le mille cose allineate, l’uomo aveva intravisto un libro sul quale avevano studiato assieme. Si mise dunque a cercare con maggior impegno.
Ogni cosuccia riconosciuta si trasformava allora in un ripasso della remota gioventù.
«Sai Angelina,» le disse, «mi sembra di riconoscere l’astuccio della quarta elementare. E poi... cosa vedo? Il fermaglio che da ragazzina portavi nei capelli. Ed ecco la bambola, regalo di tua mamma per la promozione di quinta… Perché dai via tutto?» «Parto,» rispose lei, con un groppo alla gola, «vado a Montreal, in Canada, a raggiungere il mio unico figlio, sposato laggiù. Io vivo sola e lui mi vuole con sé. Capirai, tante cose non me le posso portare fin là.»

Senza che se ne accorgessero, si era avvicinata una bambina. Il visino smunto e l’umile abitino ne tradivano la modesta condizione, forse straniera. Afferrata una bambolina e due collanine di perle colorate, era corsa dalla mamma, chiedendole in dono.
Angelina, così l’aveva chiamata il suo compagno, colse soltanto il finale della scena, rimanendo dubbiosa sul da farsi, ma di fronte all’esitazione di quella mamma, nell’evidente impossibilità di spendere del denaro per l’innocente capriccio della figlia, il suo volto si intenerì all’improvviso.
«La bambola e le collane sono tue,» disse Angelina alla bimba, «tienile pure! Promettimi soltanto di conservarle con amore, come ho fatto io, fino ad oggi.»

Terminato l’inventario, il computer stampò la lista degli oggetti consegnati e Angelina, scorrendo in fretta quei fogli, chiese timidamente: «Signorina, mi potrebbe dire, per favore, quanto ci vorrà per vendere tutto? Io dovrei partire a breve, e questi pochi soldi mi sarebbero d’aiuto per l’acquisto del biglietto. Sa, andare in aereo fino in Canada costa parecchio!»
La ragazza, presa alla sprovvista, abbozzò un: «Non saprei… può darsi un mese, forse due… non dipende da noi, ma da chi acquista.»

La faccia già triste di Angelina diventò di cera e per un attimo temetti che stesse per piangere.
Contagiato dal buon cuore di Angelina, volli seguirne l’esempio: era giunto il mio momento d’intervenire.
«Signorina,» sussurrai alla commessa, imbarazzato dall’insolita spontaneità della mia scelta, «compro il contenuto della valigia in blocco. Se per cortesia mi calcola la somma, posso pagare subito, in contanti.»
Pochi minuti e l’operazione fu conclusa, mentre Angelina, ignara, continuava a spolverare ricordi con l’amico di un tempo.
«Per favore,» pregai di nuovo la commessa, «mi potrebbe custodire il tutto in deposito? Domani provvederò al ritiro.»
La ragazza, contagiata pure lei dall’atmosfera benevola che le aleggiava intorno, comprese al volo le mie intenzioni e annuì prontamente.

Riposto il portafogli, mi avvicinai ad Angelina, le sorrisi e mi allontanai silenzioso.
Nell’atto di uscire, mi volsi ancora per un attimo; il viso di Angelina, segnato dal tempo, era pieno di stupore, e solitaria una lacrima le rigava la guancia.
Il suo spirito, colmo di gratitudine, non avrebbe mai immaginato l’importanza del dono da me ricevuto: una concreta dimostrazione di quanto grande sia il dolore provocato in noi dall’abbandono delle nostre radici, non importa in quale misura siano nobili i motivi che ci spingono a farlo, e di come sia la bontà la ricetta più efficace per migliorare il nostro mondo.

Quel giorno, passeggiando verso casa, avvertii con sollievo come quella penosa malinconia di vivere, che ancora non avevo imparato a sconfiggere, stesse magicamente svanendo.
Yakamoz
rank (info):
Apprendista
Messaggi: 127
Iscritto il: 04/03/2024, 10:51

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Yakamoz »

Scusa se scrivo di notte, Marcolli.

letto! Sì, bel racconto! Tenero, nella sua conclusione: penso di natura "biografica". Scrittura sempre limpida e precisa… (senza troppi "che" relativi!). Ma che te lo scrivo a fare? Lo so che sei molto preciso e attento quando scrivi. Infatti, c'è sempre qualcosa da imparare leggendoti, e non si tratta di piaggeria o di complimenti vuoti, solo di verità. Noto, ma forse è una mia impressione, che a volte la tua scrittura assume quasi toni giornalistici, seriosi, come da cronaca, nella sua compostezza, piuttosto che da scrittura "creativa". Ma sappi che chi ti sta commentando, cioè io, usa pure la triplice aggettivazione e molti avverbi e complementi predicativi del soggetto/oggetto; perciò è una "leggera critica di parte", perché i nostri stili sono un po' agli antipodi. Noto, ancora e inoltre, che esiste sempre una morale "buona" alla fine dei tuoi racconti: perché? I cattivi ti fanno tanto ribrezzo? Un racconto deve essere sempre una sorta di "parabola" educatrice e moraleggiante? Ti lascio con queste domande e mi congedo dal mio commentare.

Ti auguro, a te e alle persone a te care, un sereno Natale e un anno nuovo ricco di gioia,

Antonio

P.S. C'è un refuso dove c'è scritto "«Sai Angelina, » le disse, «mi sembra di riconoscere… " manca la virgola, essendo un vocativo.

Voto 5/5: perché il racconto è scritto bene, ha un buon ritmo… etc. etc. Insomma, mi è piaciuto!

Per ora il "sistema" non permette di votare, ma appena si sblocca, ti voto.
Rispondi

Torna a “Gara d'inverno, 2024/2025”


Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Non spingete quel bottone

Non spingete quel bottone

antologia di racconti sull'ascensore

Hai mai pensato a cosa potrebbe accadere quando decidi di mettere piede in un ascensore? Hai immaginato per un attimo a un incontro fatale tra le fredde braccia della sua cabina? Hai temuto, per un solo istante, di rimanervi chiuso a causa di un imponderabile guasto? E se dietro a quel guasto ci fosse qualcosa o qualcuno?
Trentuno autori di questa antologia dedicata all\'ascensore, ideata e curata da Lorenzo Pompeo in collaborazione col sito BraviAutori.it, hanno provato a dare una risposta a queste domande.
A cura di Lorenzo Pompeo
Introduzione dell\'antropologo Vincenzo Bitti.
Illustrazioni interne di Furio Bomben e AA.VV.
Copertina di Roberta Guardascione.

Contiene opere di: Vincenzo Bitti, Luigi Dinardo, Beatrice Traversin, Paul Olden, Lodovico Ferrari, Maria Stella Rossi, Enrico Arlandini, Federico Pergolini, Emanuele Crocetti, nwRoberto Guarnieri, nwAndrea Leonelli, nwTullio Aragona, nwLuigi Bonaro, nwUmberto Pasqui, Antonella Provenzano, Davide Manenti, Mara Bomben, Marco Montozzi, Stefano D'Angelo, Amos Manuel Laurent, nwDaniela Piccoli, Marco Vecchi, nwClaudio Lei, Luca Carmelo Carpita, Veronica Di Geronimo, Riccardo Sartori, Andrea Andolfatto, Armando d'Amaro, Concita Imperatrice, Severino Forini, nwEliseo Palumbo, nwDiego Cocco, nwRoberta Eman.

Vedi nwANTEPRIMA (2,58 MB scaricato 613 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon



Kriminal.e

Kriminal.e

Kriminal.e è una raccolta di testi gialli "evoluti", che contengono cioè elementi tecnologici legati all'elettronica moderna.
Copertina di Diego Capani.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwTullio Aragona, nwNunzio Campanelli, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Emanuele Finardi, Concita Imperatrice, nwAngelo Manarola, nwFrancesca Paolucci, nwUmberto Pasqui, Antonella Pighin, Alessandro Renna, nwEnrico Teodorani.

Vedi nwANTEPRIMA (172,07 KB scaricato 194 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon



Intellinfinito

Intellinfinito

Questo libro è il seguito di "nwUn passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
Di Massimo Baglione.

Vedi nwANTEPRIMA (597,84 KB scaricato 98 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon

Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.






Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


La Gara 50 - La Verità

La Gara 50 - La Verità

(gennaio 2015, 24 pagine, 2,01 MB)

Autori partecipanti: nwSer Stefano, nwPatrizia Chini, nwNunzio Campanelli, nwNembo13, nwMastronxo, nwMichele, nwEliseo Palumbo,
A cura di Cladinoro.
Scarica questo testo in formato PDF (2,01 MB) - scaricato 144 volte..
nwLascia un commento.

La Gara 46 - Non più in vita

La Gara 46 - Non più in vita

(maggio 2014, 17 pagine, 337,04 KB)

Autori partecipanti: nwLodovico, nwAnnamaria Vernuccio, nwNunzio Campanelli, nwPatrizia Chini, nwAwomanofnoimportance,
A cura di Ser Stefano.
Scarica questo testo in formato PDF (337,04 KB) - scaricato 167 volte.
oppure in formato EPUB (359,27 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 262 volte..
nwLascia un commento.

La Gara 22 - Un'estate al mare.

La Gara 22 - Un'estate al mare.

(luglio 2011, 40 pagine, 693,14 KB)

Autori partecipanti: nwSer Stefano, nwAleeee76, nwMastronxo, nwArditoeufemismo, nwTania Maffei, nwStefano di Stasio, nwMorgana Bart, Polissena, nwSkyla74, nwLicetti,
A cura di Licetti.
Scarica questo testo in formato PDF (693,14 KB) - scaricato 346 volte.
oppure in formato EPUB (561,30 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 270 volte..
nwLascia un commento.