
La lapide del profeta
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La lapide del profeta

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Ripeto, mi piace, ma probabilmente è troppo "compresso", dati i limiti imposti dalle regole della gara, e si perde qualcosa.
Voto 4.
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Re: Commento
Ciao Vittorio, grazie per il commento utile e lusinghieroVittorio Felugo ha scritto: 18/04/2025, 11:45 Questo racconto mi ha appassionato molto, e ti faccio i complimenti per l'originalità e la fantasia. Ci sono però dei passaggi poco chiari (almeno secondo me). Inizialmente Joel sembra il ribelle, poi pare che il ribelle sia l'altro ragazzo, che si scopre poi essere il neoeletto priore. O forse ho capito male io. Comunque, a parer mio, una trama così elaborata avrebbe meritato un racconto più ampio, in grado di spiegare bene tutto ciò che rimane oscuro. Questo asilo (nel senso di ricovero) per bambini/ragazzi sembra collocarsi in un luogo fantastico, proiettato nel passato (o nel futuro?); ma la citazione di Francia e Inghilterra rivelano che si trova da qualche parte sulla terra, forse proprio in Francia (o in Inghilterra?). L'uso del discorso indiretto, per me che uso tantissimo i dialoghi, è una scelta coraggiosa, ma che forse appesantisce un po' il testo.
Ripeto, mi piace, ma probabilmente è troppo "compresso", dati i limiti imposti dalle regole della gara, e si perde qualcosa.
Voto 4.

In realtà non hai capito male: diciamo che il tema del racconto dovrebbe essere proprio il passaggio di testimone dello "scandalo" con le simmetrie e le inversioni che questo comporta. Immagino però che l'effetto sia stato in una certa misura straniante e che certi passaggi vadano gestiti in maniera un po' più chiara, ci tornerò.
Capisco bene le critiche sull' "oscurità" del racconto, ma il mio intento era proprio vedere se potesse funzionare proposto in questo modo. Ho voluto dargli la forma della "traccia", o meglio del "documento", che il lettore reale è invitato a decifrare con la difficoltà di non essere il destinatario primario di quella forma comunicativa: a differenza di chi in futuro avrebbe letto per dovere dal libro rosso, e ancora più rispetto a chi ha ascoltato il discorso in prima persona, tu come lettore naturalmente non hai a disposizione tante informazioni che l'oratore/scrittore dà invece per scontate, dato che parla a persone ben informate dei fatti con l'intento di suscitare una reazione. La sfida è ad immaginare da questi indizi cosa possa davvero essere successo e quale possa essere la reazione conseguente. So che è una richiesta onerosa per il lettore medio, ma è il modo in cui mi piace giocare

Se sei interessato a capirci qualcosa di più, l'ambientazione comunque è comune con altre cose che ho scritto, tra cui "In paradiso si gioca tutto il tempo" che ha vinto una di queste gare ormai quasi 4 anni fa. Ma la mia idea generale è che questi racconti (più o meno lunghi) collegati dovrebbero essere tutti leggibili come "primo accesso", senza che sia necessario essere già al corrente di altre storie perché quella che si sta leggendo funzioni.
Riguardo infine all'idea che forse questa storia meriterebbe più spazio... Non lo escludo, magari un giorno potrei dargli una forma meno criptica e valorizzare diversi spunti che senz'altro ci sono

Commento: La lapide del profeta
Il racconto si chiude o proseguirà? Dal finale sembra che "il cattivo" sia Friedrich, ma non è il priore il cattivo?
Altra nota negativa dal mio punto di vista: è un racconto tutto al maschile.
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Re: Commento: La lapide del profeta
Purtroppo la mia risposta è andata perduta per una "manutenzione straordinaria" (?). Ad ogni modo ti ringrazio per il feedback, capisco le critiche anche se almeno in parte sono dovute al genere letterario (il racconto è sotto forma di documento e quindi è chiaro che presenti solo il punto di vista di chi l'ha scritto, e che si inserisca in un mondo in cui sono successe e succederanno altre cose... Che il lettore non ha i mezzi per scoprire), ma sicuramente la sfida sta nel rendere testi del genere interessanti e gradevoli anche senza poter "riempire" i vuotiElianaF ha scritto: 23/04/2025, 10:26 La scrittura è fluida e appassionante, ma la trama per me è confusa, a partire dal titolo.
Il racconto si chiude o proseguirà? Dal finale sembra che "il cattivo" sia Friedrich, ma non è il priore il cattivo?
Altra nota negativa dal mio punto di vista: è un racconto tutto al maschile.


Commento
1) "In una sola occasione Joël cambiava la sua faccia, rendendola rossa e ruvida e cattiva come quella dei bambini che vogliono sempre vincere nei giochi: quando, dopo l'ascolto delle storie dei Padri, un'altra persona faceva una lode o diceva agli altri quanto quella storia fosse bella, lui sbraitava con parole blasfeme, dicendo che erano soltanto favole per mocciosi, che chi le ascoltava sarebbe cresciuto come un mollusco senz'ossa, o cose del genere."
Le storie dei Padri di cosa parlavano? Non viene detto nulla.
2) "Gli uomini del villaggio gli dissero che allora se ne doveva andare, perché lì volevano solo stare in pace."
Ma tu più volte hai scritto che "da cui, per volontà dei Padri, non è possibile allontanare nessuno". Non è un po' incoerente? Quindi, diciamo che è stato indotto ad allontanarsi e non "quasi allontanato", come sembra leggendo il testo.
Anche il finale è leggermente ambiguo, che poi sarebbe il climax, questo:
"Ora, figli miei, è giusto che sappiate che quel ragazzo sciocco, arrogante, bugiardo e vigliacco è l'uomo che i più grandi tra voi hanno eletto come priore. Che il Signore abbia misericordia di tutti noi e risparmi dalla sua ira almeno i più piccoli."
Non tanto in quello che c'è scritto, ma nel seguito che non c'è scritto: cioè, il ragazzo sciocco, arrogante, bugiardo e vigliacco (eletto, una volta grande, a Priore) come muta/cambia la sua vita/condotta e fa ammenda dopo la dipartita di Joël? Non viene detto: tocca sempre al lettore immaginarlo. Ma qualcosina si poteva dire, no?
Ma, malgrado queste piccole lacune e altre "cosette", il racconto si presenta comunque coinvolgente e "soprattutto" aperto a molteplici interpretazioni (difetto e pregio) da parte del lettore. Si legge poi con piacere, grazie a una prosa e un ritmo complessivamente buoni, anche se nella parte centrale è un po' lento.
Mi fermo qui, per non essere troppo noioso.
Saluti, Ishramit,
Antonio
Voto: 5
Motivo del voto:
C'è qualcosa da perfezionare nel racconto, per via di molte aspetti che restano un po' all'ombra, come se appartenesse a una "saga", ma nel suo complesso, a orecchio, mi è sembrato scritto con una certa volontà, entusiasmo, impegno (anche una buona tecnica narrativa) da parte dell'autore.
P.S. C'è qualche virgola da aggiustare, tipo qui:
"Ma il ragazzo sciocco, arrogante e bugiardo era anche mollusco e vigliacco…"
"era" è separato da una virgola, e sarebbe più giusto così:
"Ma il ragazzo sciocco, arrogante e bugiardo, era anche mollusco e vigliacco…"
Giusto per non separare il soggetto dal suo verbo. Ma tu sei bravo a scrivere, quindi rileggiti e correggiti da solo.
Ciao

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Re: Commento
Yakamoz ha scritto: oggi, 0:45 Dalla lettura riscontro che hai una bella prosa, bravo! Il racconto è essenzialmente un fantasy con elementi morali e religiosi. La trama è un intreccio di più eventi, che si attaccano come anelli a una catena. Esistono alcune lacune narrative: nel senso che non tutto viene spiegato come dovrebbe (credo volute dall'autore), ma esiste sempre la fantasia del lettore che può compensare. Faccio due esempi dal testo:
1) "In una sola occasione Joël cambiava la sua faccia, rendendola rossa e ruvida e cattiva come quella dei bambini che vogliono sempre vincere nei giochi: quando, dopo l'ascolto delle storie dei Padri, un'altra persona faceva una lode o diceva agli altri quanto quella storia fosse bella, lui sbraitava con parole blasfeme, dicendo che erano soltanto favole per mocciosi, che chi le ascoltava sarebbe cresciuto come un mollusco senz'ossa, o cose del genere."
Le storie dei Padri di cosa parlavano? Non viene detto nulla.
2) "Gli uomini del villaggio gli dissero che allora se ne doveva andare, perché lì volevano solo stare in pace."
Ma tu più volte hai scritto che "da cui, per volontà dei Padri, non è possibile allontanare nessuno". Non è un po' incoerente? Quindi, diciamo che è stato indotto ad allontanarsi e non "quasi allontanato", come sembra leggendo il testo.
Anche il finale è leggermente ambiguo, che poi sarebbe il climax, questo:
"Ora, figli miei, è giusto che sappiate che quel ragazzo sciocco, arrogante, bugiardo e vigliacco è l'uomo che i più grandi tra voi hanno eletto come priore. Che il Signore abbia misericordia di tutti noi e risparmi dalla sua ira almeno i più piccoli."
Non tanto in quello che c'è scritto, ma nel seguito che non c'è scritto: cioè, il ragazzo sciocco, arrogante, bugiardo e vigliacco (eletto, una volta grande, a Priore) come muta/cambia la sua vita/condotta e fa ammenda dopo la dipartita di Joël? Non viene detto: tocca sempre al lettore immaginarlo. Ma qualcosina si poteva dire, no?
Ma, malgrado queste piccole lacune e altre "cosette", il racconto si presenta comunque coinvolgente e "soprattutto" aperto a molteplici interpretazioni (difetto e pregio) da parte del lettore. Si legge poi con piacere, grazie a una prosa e un ritmo complessivamente buoni, anche se nella parte centrale è un po' lento.
Mi fermo qui, per non essere troppo noioso.
Saluti, Ishramit,
Antonio
Voto: 5
Motivo del voto:
C'è qualcosa da perfezionare nel racconto, per via di molte aspetti che restano un po' all'ombra, come se appartenesse a una "saga", ma nel suo complesso, a orecchio, mi è sembrato scritto con una certa volontà, entusiasmo, impegno (anche una buona tecnica narrativa) da parte dell'autore.
P.S. C'è qualche virgola da aggiustare, tipo qui:
"Ma il ragazzo sciocco, arrogante e bugiardo era anche mollusco e vigliacco…"
"era" è separato da una virgola, e sarebbe più giusto così:
"Ma il ragazzo sciocco, arrogante e bugiardo, era anche mollusco e vigliacco…"
Giusto per non separare il soggetto dal suo verbo. Ma tu sei bravo a scrivere, quindi rileggiti e correggiti da solo.
Ciao![]()
Ciao Yamakoz, ti ringrazio molto per il tuo commento e la tua valutazione, sicuramente lusinghieri


Per quanto riguarda il punto 2, comunque, per quanto quel "racconto nel racconto" sia - come hai giustamente indovinato - una sorta di allegorizzazione della realtà del monastero, non necessariamente deve essere ambientato in luogo che abbia esattamente le sue stesse regole. Il narratore d'altronde è un ragazzo turbato da ciò che sta vivendo e percependo, non uno che voglia dare una lezione morale, e si presume che il priore non abbia voluto alterare più di quanto fosse inevitabile (data la lontananza nel tempo) il racconto originario. Per questo gli ho fatto lasciare quella discrepanza.
In quanto al finale, capisco che si vorrebbe sapere di più


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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
Vedi ANTEPRIMA (357,78 KB scaricato 133 volte).
Blue Bull
Poliziesco ambientato a Chicago e Nuovo Messico
Un poliziesco vecchio stile, cazzuto, ambientato un po' a Chicago e un po' in New Mexico, dove un poliziotto scopre di avere un figlio già adulto e, una volta deciso di conoscerlo, si accorgerà che non sarà così semplice. Una storia dura e forse anche vera.
Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Di Massimo Baglione e Cataldo Balducci.
Vedi ANTEPRIMA (482,65 KB scaricato 278 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
A Quattro mani
antologia di opere scritte a più mani
Una collaborazione, di qualunque natura essa sia, diventa uno stimolo, la fusione di peculiarità ben definite, la concretizzazione di un'intesa, la meraviglia di scoprire quel qualcosa che individualmente non si sarebbe mai potuta fare. È una prova, una necessità di miglioramento, il superamento dei propri limiti stilistici o di quei blocchi creativi che sovente ci pongono di fronte a un disarmante "foglio bianco". Gli autori di questa antologia ci hanno voluto provare.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Antonio Abbruzzese.
Contiene opere di: Chiara Masiero, Mauro Cancian, Stefania Fiorin,
Anna Rita Foschini,
Ida Dainese,
Alberto Tivoli,
Marina Paolucci,
Maria Rosaria Spirito,
Marina Den Lille Havfrue,
Cristina Giuntini, David Bergamaschi,
Giuseppe Gallato,
Maria Elena Lorefice.
Vedi ANTEPRIMA (802,46 KB scaricato 200 volte).
La Gara 68 - La gelosia








A cura di Alberto Tivoli.
Scarica questo testo in formato PDF (945,88 KB) - scaricato 5 volte.
oppure in formato EPUB (414,28 KB) (


La Gara 42 - Elogio della follia









A cura di Lodovico.
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oppure in formato EPUB (390,15 KB) (


La Gara 2 - 7 modi originali di togliere/togliersi la vita
A cura di DaFank.
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