Mi ha telefonato Oscar Wilde
Mi ha telefonato Oscar Wilde
Mi ha confessato che la notte scorsa ha ripensato alle sue famose passeggiate alla Royal Arcad di Londra, ha pensato così che sarebbe stato bello ritornare nel mondo; del resto la sua prima esperienza non è finita bene, vorrebbe perciò di nuovo fare della sua vita un’opera d’arte, come spesso soleva dire.
“Intanto ti premetto, ho subito risposto, “che la tua casa al 34 di Tate Street di Chelsea in cui hai vissuto con tua moglie Constance e con i tuoi due figli, dov’è nato “Il ritratto di Dorian Gray”, non è più disponibile e non credo sia il caso che tu soggiorni al Cadogan Hotel, nella tua stanza preferita, la 118, ti ricordi che proprio lì si è consumata la storia con Bosie, proprio lì sei stato arrestato , no , impossibile, troppi ricordi dolorosi!"
“Ma ancora se ne parla? Non ci posso credere!” ribattè lui .
“Beh, risposi , “sicuramente quando si parla di te si pensa subito al tuo arresto, alla dura pena che hai dovuto scontare, alle gravi accuse che ti sono state imputate, non puoi negare che lo scandalo c’è stato, ma l’hai pagata cara, con due anni di prigione al Reading Gaol, dove hai scritto il meraviglioso De Profundis, la pena ha causato la tua morte a 46 anni, nel pieno della maturità artistica ed esistenziale.
Diciamo che oggi molte cose sono cambiate, però le accuse sono state gravi e non si conosce la verità, un giorno me la racconterai?”
“Preferisco di no, preferisco ricordare la mia splendida vita prima del carcere, prima di finire in quel misero alberghetto a Parigi dove morii abbandonato da tutti nel 1900” , ha replicato lui tristemente .
“Pensa che nel 1901 è morta la regina Vittoria segnando la fine dell’epoca vittoriana che così tanto ha influito sul tuo destino”, ho affermato, “ma la tua tomba a Parigi è sempre bellissima ed è tuttora omaggio di donne che vi lasciano l’ impronta del rossetto...quanta sensualità! Recentemente tuo nipote Merlin Holland ha posto una barriera di vetro per proteggere la divinità alata che sovrasta la tua tomba”.
“Ebbene, sì, fui amato da uomini e donne, ma vedo che continuo ad essere amato”, ha risposto compiaciuto.
“Lo sai che io, come tanti, ti ho sempre amato, non solo per il personaggio di Dorian Gray che rimane uno dei capolavori della letteratura, ma anche per la raccolta delle cinque storie che leggevi ai tuoi bambini intitolata ‘Il Principe Felice’. Cinque favole dedicate ai più piccoli, ma amate dai più grandi, ricche di personaggi fantastici ed indimenticabili. ‘Happy Prince’ è anche il titolo del film (poi ti spiego esattamente cosa è un film…) interpretato da Rupert Everett.
Ti ho amato e ti amo per i tuoi impareggiabili Aforismi sempre attuali, per le tue commedie, per le poesie , per tutte le tue opere”, ho aggiunto con enfasi.
“Ah, le favole…, ha risposto, “vedi che comunque avevo una certa innocenza, amavo i miei bambini e a mio modo anche mia moglie Constance, poi è finito tutto in tragedia, d’altra parte una persona come me non poteva condurre in una vita modesta ed ordinaria”.
“Come eri originale ed elegante quando passeggiavi per Piccadilly e ti fermavi all’Hotel Cafè Royal, non prima di essere passato dal fioraio all’angolo per acquistare gli inconfondibili garofani verdi che mettevi all’occhiello della giacca! Chi meglio di te ha incarnato lo stile dandy? “ ho confermato sognante.
“Ma il meglio, ha ribattuto Oscar , “lo diedi quando nel 1881 sbarcai negli Stati Uniti per un ciclo di conferenze sull’estetismo, indossavo colbacco e pelliccia, mi fotografò Sarony..gli americani mi adoravano”.
“Ho tutte le tue foto, ho replicato prontamente, “ certo, ti avverto che se tornerai oggi nel mondo non troverai più quell’eleganza, quell’amore per l’arte che connotavano la tua vita, troverai per lo più appiattimento e volgarità; uno dei tuoi aforismi che trovo più belli è ‘La vita imita l’arte più di quanto l’arte imiti la vita’, solo dopo l’impareggiabile ‘L’unico modo per resistere alle tentazioni è cedervi’ ( e questo l’hai veramente messo in pratica).
“Già ….bei tempi “, ha esclamato con rimpianto , “ poi, nel momento del dolore, nel De Profundis ho scritto: ‘Era sempre primavera, un tempo, nel mio cuore. Il mio temperamento inclinava alla felicità. Ora mi accosto alla vita da un punto di vista completamente nuovo, e anche soltanto concepire la felicità mi è spesso estremamente difficile’ “.
“Hai sofferto molto, gli ho confermato, “ è vero che i tempi sono mutati, ma non sono sicura che il mondo oggi ti accoglierebbe per così come sei, senza pregiudizi e senza condannarti pur non sapendo esattamente se sei innocente o colpevole riguardo alle gravi accuse mosse nei tuoi confronti durante il processo”.
“Per carità ,non voglio un altro processo, pur avendo scontato la mia pena, sono sicuro che mi processereste di nuovo”, ha esclamato preoccupato, “ e non potrei sopportarlo una seconda volta, vorrei vivere finalmente solo come artista!”
“Forse è vero, in fondo il mondo è cambiato solo apparentemente, ma non nella sua essenza, in realtà l’animo umano non cambia mai. Saresti di nuovo giudicato e messo alla gogna, senza sapere se sei veramente colpevole e colpevole di cosa? Ma sì, rimani lì dove sei, nell’olimpo della poesia, del lusso e dell’intelligenza, dell’anticonformismo e del piacere intellettuale, quello che non fa mai male a nessuno, ma che riempie ancora la nostra vita di vera classe ed eleganza. Ciao Oscar, maestro dello stile, del paradosso e dell’arte della buona conversazione. A presto!” , così ho concluso la telefonata con una sorta di incertezza e malinconia.
D’altra parte l’ha detto lui tanto tempo fa, ma vale anche per oggi: “Si vive in un’epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso”.
Superfluo aggiungere altro.
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Commento : Mi ha telefonato Oscar Wilde
Ho scritto volutamente testo e non racconto, perché mi sembra più che altro un modo diverso di raccontare, in parte, la biografia di Oscar Wilde. Non ho voluto consultare Wikipedia, mi fido di quanto scritto. Ho comunque apprezzato le rare considerazioni dell'io narrante sulla attuale società, paragonandola con quella di fine '800.
La frase finale "superfluo aggiungere altro" non l'ho approvata.
Ma come! Proprio adesso che, finita la telefonata, mi aspettavo di leggere vita, storia e emozioni della nostra narratrice, intenta a far colazione?
Voto 3, per la bontà della scrittura.
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Re: Mi ha telefonato Oscar Wilde
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Il brano è ben scritto e fa trasparire la passione per l'autore (fra l'altro ho sbirciato il tuo profilo e ho visto che hai usato questo format anche per altri scrittori), è un modo interessante per parlare della vita e delle opere di Wilde senza essere nozionistici. Ma è poco "racconto", l'idea, invece, si presterebbe a tanti sviluppi, fantasiosi, comici o surreali.
Formattazione da rivedere, soprattutto nei dialoghi, tanti spazi vuoti da togliere, ma il testo è corretto e piacevole da leggere.
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Re: Mi ha telefonato Oscar Wilde
Grazie per il commento positivo.
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"ti accoglierebbe per così come sei," non mi convince il per.
La punteggiatura, come pure le spaziature, sono da rivedere. Forse sarebbe bastata una semplice rilettura.
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A volte nei dialoghi mancano delle virgolette di chiusura; è comunque possibile la correzione del testo.
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Ad esempio:
“Beh, risposi , “sicuramente quando si parla di te si pensa subito al tuo arresto, alla dura pena che hai dovuto scontare, alle gravi accuse che ti sono state imputate, non puoi negare che lo scandalo c’è stato, ma l’hai pagata cara, con due anni di prigione al Reading Gaol, dove hai scritto il meraviglioso De Profundis, la pena ha causato la tua morte a 46 anni, nel pieno della maturità artistica ed esistenziale.
Diciamo che oggi molte cose sono cambiate, però le accuse sono state gravi e non si conosce la verità, un giorno me la racconterai?”
Che senso avrebbe dare così tanto dettagli a Wilde, lui che quelle cose le ha vissute? Piuttosto non sarebbe stato più interessante sfumare tutti quei dati puntando più sulle emozioni che pensi possa aver provato lui in quel momento? Si possono magari mettere dei rimandi, ma un po’ più vaghi, poi è anche responsabilità del lettore approfondire, se gli interessa.
Ti segnalo anche che, credo, sia Royal Arcade e non Royal Arcad. Andrebbero sistemate anche le spaziature. Per il resto mi sembra una scrittura fluida.
Concludendo secondo me ha un buon potenziale che andrebbe sfruttato, così secondo me si lascia leggere piacevolmente. Voto 3.
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Più che una conversazione telefonica, è un unico flusso di pensieri (e citazioni) in prima/terza persona, senza un autentico dialogo. Non noto punti di divergenza, di chiarimento, di curiosità: Wilde dà tanto per scontato e l'amica al telefono lo celebra senza contraddittorio, mistero, rivelazione. Si passano le battute come in un copione.
Se voleva essere un saggio, non doveva essere un racconto, e se voleva essere un racconto avrebbe dovuto essere più dialogico.
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dalla punteggiatura, dove non va spazio prima della virgola, ai dialoghi, che spesso non hanno le chiusure ".
a parte questo, in tutta sincerità la storia non mi dice praticamente nulla
certo, è una chiacchierata fantastica con un letterato che fu, ma qui si ferma e non produce.
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Circa l'utilizzo delle famose virgolette nel discorso è principalmente una scelta stilistica. Io personalmente ho sempre preferito quelle caporali per una questione di chiarezza. Quindi sicuramente le virgolette alte vanno bene però penso che a tratti non siano usate in modo giusto. Ad esempio, all'inizio: "Intanto ti premetto, ho subito risposto, "che la tua casa al 34 ecc ecc… " in questo caso penso che debbano essere aggiunte delle virgoletta tra premetto e ho subito risposto in modo che solo la parte discorsiva sia virgolettata. Perlomeno mi è parso di vederlo sempre in questo modo, ma correggimi se sbaglio!
Altra scelta stilistica è quella delle parentesi nel discorso. Ad esempio: "( e questo l'hai veramente messo in pratica)". In questo caso io trattandosi di una parte di un periodo che si trova in un discorso avrei usato i trattini alti invece delle parentesi. Ma anche in questo caso è una semplice preferenza.
Detto questo l'unico vero suggerimento che mi sento di dare è che mi sarebbe piaciuto molto di più se fosse stato più personale, se lo avessi reso più profondo o più comico.
Piccoli suggerimenti a parte, è ben scritto e lo trovo una bella idea!
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La narrazione, il contenuto, sinceramente mi ha lasciato indifferente.
E anche l'idea di un'intervista impossibile, visti i tempi cronologici, non mi sembra così 'rivoluzionaria'
Forse mi aspettavo qualcosa di diverso da una 'biografia scomposta' (parafrasando un termine oggi molto in voga in ambito culinario).
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
I sette vizi capitali
antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Federico Mauri, Emilia Pietropaolo, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Lidia Napoli, Alessandro Mazzi, Monica Galli, Andrea Teodorani, Laura Traverso, Nicolandrea Riccio, F. T. Leo, Francesco Pino, Franco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, Selene Barblan, Caterina Petrini, Fausto Scatoli, Andr60, Eliana Farotto.
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Mai Più
Antologia di opere grafiche e letterarie aventi per tema il concetto del MAI PIÙ in memoria del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, di AA.VV.
Nel 2018 cade il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, perciò abbiamo voluto celebrare quella follia del Genere umano con un'antologia di opere grafiche e letterarie di genere libero aventi per tema il concetto del "mai più".
Copertina di Pierluigi Sferrella.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Alessandro Carnier, Romano Lenzi, Francesca Paolucci, Pasquale Aversano, Luisa Catapano, Massimo Melis, Alessandro Zanacchi, Furio Bomben, Pierluigi Sferrella, Enrico Teodorani, Laura Traverso, F. T. Leo, Cristina Giuntini, Gabriele Laghi e Mara Bomben.