Quella sera che Jimi Hendrix e la sua band suonarono per noi
- Alberto Marcolli
- rank (info):
- Correttore di bozze
- Messaggi: 304
- Iscritto il: 08/05/2018, 18:06
-
Author's data
Quella sera che Jimi Hendrix e la sua band suonarono per noi
Al Festival di San Remo del ’66, mi aveva presentato a Maurizio un amico di famiglia, pezzo grosso di una primaria casa discografica di Milano, che sperava di convincerlo a incidere con loro. La mia presenza, secondo i piani, sarebbe stata di aiuto, perché anch’io iniziavo a muovere i primi passi nell’ambiente e l’avevo già incrociato in qualche balera della bassa.
Mi impegnavo per diventare un buon strumentista, ma non andai mai oltre le feste popolari e i locali di Lugano e Locarno, mentre Maurizio aveva già imbroccato la strada giusta da un paio d’anni ed era lanciato verso importanti successi nazionali, con il nuovo nome dato al suo complesso.
Attendere l’arrivo, dato per imminente, di questa stella del rock, senza conoscere nient’altro, accendeva al massimo la nostra curiosità, e certo non potevamo telefonare oltre oceano, a chi, poi! Altri sistemi non ne esistevano in quegli anni. Potevamo soltanto insistere con Maurizio per saperne di più. Ma lui, impegnato in giro per l’Italia, era impossibile da rintracciare, e le poche volte che lo scoprivamo in via Bodoni, si divertiva a inventare storie, burlandosi bonariamente di noi.
La data certa del concerto ce la comunicò l’amico di famiglia e, non so come, riuscì anche a procurare due biglietti, per me e l’amico Andrea, ovviamente pagati da mio padre. Sborsò il denaro e nemmeno volle dirmi quanto gli costarono. Proprio lui, grande ammiratore di Claudio Villa e Frank Sinatra, che odiava sentirmi in camera mia strimpellare le canzoni di De André.
23 maggio del 1968, giovedì. Il gran giorno era arrivato!
Mattina scuola, pomeriggio Jimi Hendrix. Questa, era vita!
Noi avevamo i biglietti per il concerto delle 16:30, ma il tempo passava e Jimi non arrivava, nel frattempo emergevano le notizie più fantasiose.
Ricordo di un volo dirottato, o forse caduto in mare, non era Jimi in arrivo ma Cassius Clay. L’ultima fu questa: agli Experience avevano sequestrato gli amplificatori. Li stavano smontando alla dogana dell’aeroporto, alla ricerca di droga.
Alla fine il concerto del pomeriggio non si fece. Gli organizzatori volevano rimborsarci il biglietto. Figuriamoci! Prima avrebbero dovuto passare sul nostro cadavere.
Si rimase tutti in attesa del concerto serale, fissato per le 21:30. Fu lunga, ma con l’adrenalina che avevamo in corpo avremmo aspettato anche fino a domenica. All’apertura delle porte, aiutati dalla mia prestanza fisica e dalla furbizia del mio amico Andrea, entrammo con i primi e correndo ci piazzammo davanti al piccolo palco dei musicisti. La calca di ottocento persone in uno spazio per quattrocento era molta e lottammo con le unghie e con i denti per mantenere la posizione. Fu una vera battaglia e non ci fu possibile evitare di spostarci sulla sinistra. Pazienza.
Il concerto iniziò con l’immancabile ritardo verso le 22:30. Sulla piccola pedana, stracolma di strumenti, c’erano un sacco di persone che non capivamo perché stessero lì. Si iniziò con l’esibizione di due gruppi incaricati di rompere il ghiaccio, un’usanza considerata allora doverosa, ma per fortuna durò poco. Finalmente apparirono batterista e bassista degli Experience, poi spuntò anche Jimi, con la mitica Fender Stratocaster.
Chitarra e basso utilizzavano una coppia di amplificatori Marshall: un vero schianto per me e il mio amico Andrea.
Partì la Musica
Io ero lì, Jimi Hendrix era a due metri e non me lo sarei perso per tutto l'oro del mondo!
Jimi suonava e cantava senza eccessi. Era concentrato sul suo strumento, ma ve lo giuro: era un fiume in piena di note.
Erano in tre. Sembravano dieci. Gli amplificatori erano a palla. Basso e batteria producevano un ritmo indiavolato. Jimi lo dominava e lo cavalcava con sicurezza. Viaggiava sulle corde con un’agilità mai vista. Noi sempre lì, a due passi. Lo osservavamo grondare di sudore. Stregati dall’energia prodotta dalla sua chitarra.
Sparava note acute e basse a velocità siderale. Utilizzava un distorsore inesistente qui in Italia, i suoni che produceva si rovesciavano addosso a noi con veemenza. Le nostre casse toraciche vibravano all’unisono con quell’impasto di ritmo e frenesia. Era una scena da matti, letteralmente, ma andava bene così, anzi lo incitavamo urlando. Lui raccoglieva e ne traeva nuovo vigore. Sapevo cosa voleva dire suonare su un palco con il pubblico che ti spronava a dare il massimo, ma qui eravamo oltre ogni umano limite.
Non ho la sequenza delle canzoni. Di sicuro eseguirono tutti i brani dell’album “Are You Experienced”.
Ho frammenti di ricordi di Hey Joe, Stone free e Purple Haze. Ebbi un’emozione particolare quando Jimi cantò Foxy Lady. Ne era talmente coinvolto da convincermi del suo reale rimpianto per l’incontro con una ragazza, lasciata poi chissà dove, con la nostalgia di averla persa per sempre.
Ancora oggi, se penso che dopo soli due anni, quel ragazzo, alto e magrissimo, frutto di un incrocio fra sangue indiano Cherokee, sangue nero e messicano, lo avrebbero ritrovato morto a Londra, in una stanza del Samarkand Hotel, mi sento male peggio di allora.
Questo è uno degli epitaffi scritti sulla sua tomba a Seattle, visitata in tempi recenti dall'amico Andrea, gran giramondo.
“Message to Love – Everybody come alive, Everybody Love alive, Everybody hear my message”
Il concerto finì molto tardi. Io dovevo essere a casa per le otto di sera, invece a mezzanotte e oltre, ancora non ero rientrato e avvisare i genitori di un ritardo era allora quasi impossibile. Il telegiornale forse qualche cosa aveva detto, ma mio padre, uomo di altri tempi, parti in macchina per venire a vedere cosa cavolo fosse successo. Come fece a individuarmi, in quella babele, è rimasto un mistero, e quante me ne disse! Da buon genitore, però, portò a casa anche il mio amico e le altre due ragazze che avevamo agganciato al concerto.
Allora le cose andavano così!
- Alberto Marcolli
- rank (info):
- Correttore di bozze
- Messaggi: 304
- Iscritto il: 08/05/2018, 18:06
-
Author's data
Re: Commento
Allora eravamo in un locale, sostanzialmente piccolo, nel parco Sempione di Milano, chi a due metri chi in fondo, ma sempre a distanze umane, mica in uno stadio con il palco a venti e passa metri di altezza e cinquantamila persone sedute sugli spalti a distanze tali che è impossibile vivere le emozioni non solo tue ma anche di chi suona.
Gli ultimi concerti che ho vissuto erano nei palazzetti. De Andrè, Gaber, James Brown, Venditti, De Gregori... Poi ho smesso.
PS. Hai intuito chi era Maurizio e la via Bodoni?
- Roberto Bonfanti
- rank (info):
- Terza pagina
- Messaggi: 782
- Iscritto il: 13/10/2013, 12:58
-
Author's data
Commento
Hai reso bene l’idea dell’eccitamento e dell’adrenalina che si respirava all’epoca nel rock, del rapporto con i genitori (molto comprensivo tuo padre, per gli standard di quei tempi) e dell’atmosfera generale di un’era irripetibile per la musica e per la società.
Ben sintetizzate le differenze con i tempi odierni nella tua considerazione alla fine.
Quel Maurizio era Vandelli?
Ti do un voto alto e rilancio con un aneddoto, legato in qualche modo a Jimi Hendrix.
Me lo ha raccontato un chitarrista di lungo corso, che era adolescente alla fine degli anni sessanta. Con i compagni della sua prima band frequentava un negozio di dischi di Firenze, ci passava delle mezze giornate, spesso senza comprare niente, viste le sue tasche perennemente vuote.
Un giorno che, come al solito, lui e gli altri del gruppo erano intenti a esaminare le copertine della sezione pop-rock, il proprietario li chiamò e disse: “Ragazzi, vi faccio ascoltare un disco che mi è appena arrivato dall’America” e mise sul piatto il 45 giri di Foxy Lady.
Alla fine della canzone il mio amico avrebbe voluto attaccare lo strumento al chiodo, il bassista, invece, commentò: “Sì, questo Hendrix è bravo, canta bene, ma il chitarrista! Quello è un vero fenomeno!”
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
- Alberto Marcolli
- rank (info):
- Correttore di bozze
- Messaggi: 304
- Iscritto il: 08/05/2018, 18:06
-
Author's data
Re: Commento
Via Bodoni (Milano) è dove abitava in affitto in una antica villa stile liberty con tutta la banda del suo complesso. Era un vero porto di mare con musicisti e cantanti che andavano e venivano e pure si fermavano a dormire, se serviva. Di Jimi potrei anche dirti qualche cosa di più, ma sono cose troppo personali.Francesco Pino ha scritto: ↑26/06/2022, 16:11 Chi era il Maurizio a cui ti riferisci ci sono arrivato tramite il festival del '66. Via Bodoni invece no.
- Alberto Marcolli
- rank (info):
- Correttore di bozze
- Messaggi: 304
- Iscritto il: 08/05/2018, 18:06
-
Author's data
Re: Commento
Non è un mio filone, solo che molti bravi autori mi hanno chiesto di continuare.
Il concerto con Jimi ho finito di scriverlo una settimana fa, sulla base di ricordi e note scritte in un diario. La prossima volta ti prometto che invierò tutt'altra storia: ho solo l'imbarazzo della scelta. Data la mia età ne avrò almeno duecento, forse più, sparsi nei quattro computer di casa + portatile. Ogni tanto ci guardo dentro e tra versioni antiche, recenti e meno, non ci capisco più niente.
-
- rank (info):
- Correttore di bozze
- Messaggi: 338
- Iscritto il: 13/10/2021, 17:38
-
Author's data
commento
Purtroppo il lasciarsi trasportare è stato un po' il dramma delle mia generazione, o almeno io l'ho vissuto così. Sono cresciuto ascoltando molti grandi artisti che però se n'erano già andati, personaggi come Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Freddy Mercury, De Andrè, Rino Gaetano ecc...
A quattordici anni iniziavo ad apprezzare chi non c'era più, voi li avete vissuti, e anche se non sono un esperto di musica, li avrei voluti vivere.
Sul racconto c'è poco da dire, scritto alla perfezione e ricco di trasporto, parla di vicende personali quindi non giudicabili.
Complimenti.
- Eleonora2
- rank (info):
- Correttore di bozze
- Messaggi: 371
- Iscritto il: 04/07/2021, 19:23
-
Author's data
Commento
Commento
Un saluto
-
- rank (info):
- Terza pagina
- Messaggi: 753
- Iscritto il: 07/03/2019, 11:31
-
Author's data
Commento
Diciamo che la struttura tutto sommato funziona con qualche sbavatura.
"Le note sul mio diario di bordo, conservato come una reliquia, parlano di un volo dirottato, o forse caduto in mare, non era Jimi in arrivo ma Cassius Clay. L’ultima fu questa: agli Experience avevano sequestrato gli amplificatori. Li stavano smontando alla dogana dell’aeroporto, alla ricerca di droga."
Perché parlano? Se l'impostazione è al passato direi parlavano. In l'ultima fu questa metterei: l'ultimo appunto riguardava gli E. a cui avevano sequestrato..."
"Non ho la sequenza delle canzoni. Di sicuro suonarono tutti i brani dell’album “Are You Experienced”.
Ho frammenti di ricordi di Hey Joe, Stone free e Purple Haze."
Anche qui viri al presente, ma una tantum ci può stare. Ma perché il verbo avere? Non ricordo la sequenza, non ho memoria della sequenza.
Mi rimangono solo frammenti... e così via.
"Oggi non ci capisco niente. Sempre con il cellulare in mano, e poi?"
Scriverei: non si ci capisce, per non tornare al presente si rende impersonale.
Ti segnalo un refuso: "23 maggio del 1968, giovedì. Il gran giorno era arrivato!"
Quando è a capoverso anche se è una data il numero va tradotto in lettere. Ventitré maggio.
Mi è sembrato un buon onesto racconto tutto incentrato sull'esperienza di un ragazzo al tour Are you experienced di Jimi Hendrix. Non sapevo della tappa italiana. La lettura risulta scorrevole e il testo attira l'attenzione.
Una riflessione personale io a quel tempo ero solo un ragazzetto, ma certo è impressionante la differenza tra la tua Milano (?) e il mio remoto paesello del Belìce fermo nel tempo in cui da poco in quello stesso 1968 un terremoto aveva devastato piccoli centri antichi togliendo ogni cosa a chi già non aveva niente. Il mio paese per fortuna venne solo sfiorato dall'epicentro. I miei ricordi di ragazzino non sono certo concerti e band in giro per l'Europa, ma donne vestite d'un eterno lutto con le spalle alla strada e il viso alla porta intente a cucire o spalmare concentrato di pomodoro su logore tavole e fichi secchi sugli stecchi costruiti con le canne, o raggrinziti contadini seccati dal sole che all'alba ogni mattina in groppa al loro mulo partivano per i campi per poi tornare al tramonto. Io negli anni sessanta vivevo forse ancora come si viveva nell'Ottocento, in una sorta di bianco e nero, e tu invece eri proiettato in un mondo colorato cosmopolita. Per certi versi ti invidio.
Io avevo un pianoforte a casa e mio padre, amante della lirica, mi pagava le lezioni di pianoforte. L'imprinting che ho avuto con la musica vira su Corelli e Monteverdi più che sui Doors. Ho scoperto il progrock già grandetto, ma per me la musica rimane quella di Bach e compagnia danzante.
Certo oggi le cose sono cambiate pure da noi e i ragazzi li vedi ciondolare col cellulare in mano. Rimane però una certa resistenza mi accorgo e molti giovanissimi mi sembrano più attratti dalla tradizione che dalla modernità e provano e recuperare quanto è stato perduto negli ultimi decenni. Ma non so quanto durerà.
-
- rank (info):
- Pubblicista
- Messaggi: 99
- Iscritto il: 25/11/2018, 0:46
-
Author's data
Commento
Ancora oggi, se penso CHE quel ragazzo, alto e magrissimo, frutto di un incrocio fra sangue indiano Cherokee, sangue nero e messicano, funambolico chitarrista che ammiravo da così vicino, appena due anni dopo, a 28 anni non ancora compiuti, lo avrebbero ritrovato morto a Londra, riverso sul letto di una stanza del Samarkand Hotel, mi sento male peggio di allora.
Frase però decisamente troppo lunga, prova ad alleggerirla.
- Marino Maiorino
- rank (info):
- Terza pagina
- Messaggi: 830
- Iscritto il: 15/10/2012, 0:01
- Località: Barcellona
- Contatta:
-
Author's data
Commento
Emozionante, senza dubbio!
Se mi permetti un solo, piccolo appunto: evita il confronto coi tempi di oggi, o almeno evitali in modo diretto.
Quando parli della tecnologia, di come si facevano certe cose, chi ha vissuto quei tempi (e anche un bel po' dopo) sa già di che parli. Inoltre, stai creando un doppio tempo narrativo: quello della vicenda e quello di te che oggi ragioni sui fatti di allora, ed è a tratti disorientante.
Penso che, invece, dovresti calarti solo in quel tempo, e sono certo che riusciresti a comunicare lo sconcerto (oggi ignoto ai ragazzi) del non avere come avvisare un genitore, o l'emozione di vedere un distorsore mai nemmeno visto in Italia, o la sensazione che generava il nome "Fender Stratocaster".
Cazzo (e non chiedo venia): Jimi Hendrix!
Racconti alla Luce della Luna
Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
- Domenico Gigante
- rank (info):
- Correttore di bozze
- Messaggi: 420
- Iscritto il: 09/01/2022, 22:38
- Località: Roma
- Contatta:
-
Author's data
Commento
Invidio molto chi ha vissuto gli anni tra il 65 e il 75. Io sono nato nel 75 e per me i concerti sono stati una vera noia. Li ho frequentati poco e svogliatamente. Sono sempre stato solo un consumatore di CD e per tradizione familiare ho spaziato in tutti i generi (classica, leggera, rock). Ho scoperto i Beatles verso i 12 anni. Mi piacquero moltissimo, ma tra i miei coetanei venivo deriso perché erano già troppo agée. Quindi mi sono spostato su prodotti più recenti. Passata l'adolescenza mi sono sentito finalmente più libero di ascoltare ciò che volevo e, complice la curiosità, ho scoperto un mondo che andava dai Pink Floyd e Led Zeppelin fino ai Dire Straits. Negli ultimi anni ho iniziato ad amare anche il punk e il metal. Insomma una storia come tante altre.
Un abbraccio!
Un passo indietro
Il titolo di questo libro vuole sintetizzare ciò che spesso la Natura è costretta a fare quando utilizza il suo strumento primario: la Selezione naturale. Non sempre, infatti, "evoluzione" è sinonimo di "passo avanti", talvolta occorre rendersi conto che fare un passettino indietro consentirà in futuro di ottenere migliori risultati. Un passo indietro, in sostanza, per compierne uno più grande in avanti.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (1,82 MB scaricato 493 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
BReVI AUTORI - volume 5
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Angela Catalini, Francesco Gallina, Liliana Tuozzo, Roberto Bonfanti, Enrico Teodorani, Laura Traverso, Antonio Mattera, Beno Franceschini, F. T. Leo, Fausto Scatoli, Alessandro Chiesurin, Selene Barblan, Giovanni Teresi, Noemi Buiarelli, Maria Rupolo, Alessio Del Debbio, Francesca Gabriel, Gabriele Iacono, Marco Vecchi, SmilingRedSkeleton, Alessandro Pesaresi, Gabriele Iacono, Gabriele Laghi, Ilaria Motta.
Vedi ANTEPRIMA (263,51 KB scaricato 91 volte).
Il Bestiario del terzo millennio
raccolta di creature inventate
Direttamente dal medioevo contemporaneo, una raccolta di creature inventate, descritte e narrate da venti autori. Una bestia originale e inedita per ogni lettera dell'alfabeto, per un bestiario del terzo millennio. In questa antologia si scoprono cose bizzarre, cose del tutto nuove che meritano un'attenta e seria lettura.
Ideato e curato da Umberto Pasqui.
illustrazioni di Marco Casadei.
Contiene opere di: Bruno Elpis, Edoardo Greppi, Lucia Manna, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Roberto Paradiso, Luisa Gasbarri, Sandra Ludovici, Yara Źagar, Lodovico Ferrari, Ser Stefano, Nunzio Campanelli, Desirìe Ferrarese, Maria Lipartiti, Francesco Paolo Catanzaro, Federica Ribis, Antonella Pighin, Carlotta Invrea, Patrizia Benetti, Cristina Cornelio, Sonia Piras, Umberto Pasqui.
Gara d'inverno 2021/2022 - La Strega, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
Scarica questo testo in formato PDF (700,60 KB) - scaricato 145 volte.
oppure in formato EPUB (347,45 KB) (vedi anteprima) - scaricato 30 volte..
Lascia un commento.
GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
Scarica questo testo in formato PDF (525,42 KB) - scaricato 41 volte.
oppure in formato EPUB (391,43 KB) (vedi anteprima) - scaricato 25 volte..
Lascia un commento.
La Gara 40 - La musica è letteratura
A cura di Antonella Pighin.
Scarica questo testo in formato PDF (1,14 MB) - scaricato 248 volte..
Lascia un commento.