I colori dei ricordi
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I colori dei ricordi
A quell'ora si doveva avere già finito di cenare per poterci piazzare tutti davanti alla tv: non si rischiava di perdere la simpatica e divertente rassegna pubblicitaria fatta di storie e personaggi indimenticabili.
Anche per la mamma l'evento era importante, non succedeva mai che non fosse pronto e in tavola in tempo utile per poter poi vedere in santa pace l'atteso programma televisivo.
Quel rito è rimasto indelebile nella mia mente perché conteneva la magia di radunare tutta la famiglia, compresi i miei adorati nonni (allora, per fortuna, non usavano le case di riposo, i "vecchi" se ne stavano in famiglia sino alla fine della loro vita) davanti a quel voluminoso cubo che trasmetteva immagini luminose e in bianco e nero.
A pensarci adesso, con le tv gigantesche che mediamente tutti possediamo, a schermi super piatti e al plasma, sembra di parlare di preistoria.
In realtà non si va poi troppo indietro nel tempo. È solo che negli ultimi cinquanta anni la tecnologia ha fatto passi da gigante, tanto per usare un luogo comune ma che rende assai bene l'idea, che mai si sarebbero potuti immaginare.
Eravamo attorno ai favolosi anni '70. Attorno appunto, anzi prima, perché se è vero che i '70 hanno portato con sé tante novità, è altrettanto vero che si sono portati via altro: compreso l'amato e rimpianto Carosello.
La trasmissione aveva anche l'incarico di "toccare il tempo", soprattutto a noi bambini: faceva chiaramente intendere che la giornata era giunta quasi al termine. Ma quasi però, prima c'era ancora Carosello: la ciliegina sulla torta della giornata.
Era una maniera molto tenera per dare l'addio al giorno appena trascorso, per ritrovarci tutti insieme a sorridere e a sgranocchiare davanti alla tv il gradito dopo-pasto: che variava a seconda delle stagioni, spaziando dalle caldarroste in inverno, alle ciliegie in estate, e così via…
I personaggi rappresentati nei vari sketch erano divertentissimi e diversi tra loro. Alcuni erano interpretati da noti personaggi dello spettacolo, altri, invece, erano cartoni animati, pertanto nati dalla fantasia e bravura di professionisti del fumetto.
Non penso sia solo una questione di età, ma la pubblicità di adesso, mi pare non abbia nulla a che vedere con i messaggi di allora dove era bandita la volgarità. Oggi, i "consigli per l'acquisto", sono caratterizzati da corpi mezzi nudi in tutte le salse. Cosce, tette e culi abbondano per ogni prodotto da reclamizzare. Credo che anche per l'uomo ciò sia un po' troppo, penso che si stia stancando di troppa carne in vista. O forse il mio è solo un pensiero femminile, forse…
Fatto sta che Carosello resta unico e forse per questo è un bene che non venga più riproposto. Nove volte su dieci le ripetizioni sono deludenti, mai si equivalgono all'originale, anzi rischierebbero di adombrarlo e davvero sarebbe un vero peccato.
I ricordi, soprattutto se hanno fatto bene al cuore, vanno custoditi con cura nella nostra mente, così da poterli rispolverare ogni tanto, e farli ancora brillare di emozioni vissute e mai dimenticate.
Per chi, come me era allora una bambina, non potrà non ricordare con gioia la particolare trasmissione. Scenette, slogan e tanta allegria sono emersi in tutto il loro splendore durante la stesura di questo breve racconto.
Tra i miei personaggi preferiti c'era Calimero, il pulcino nero, che però con "Ava come lava..." diventava bianco e splendente, dopo aver passato ogni genere di avventure e contrattempi, ogni volta differenti; solo il finale era sempre identico, appunto, con "Ava...".
Chi invece è giovane e non ha mai visto Carosello, dico che mi dispiace per loro. Fu uno storico programma, penso amato da tutti, grandi e piccini.
L'avere rispolverato dalla mia memoria, andando molto a ritroso nel tempo, questa emozionante parte del passato, mi ha permesso di scoprire, attraverso questo percorso, quanti sfavillanti colori avesse in realtà il bianco e nero dello schermo di allora.
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Re: I colori dei ricordi
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Re: I colori dei ricordi
Grazie per la lettura, hai detto bene in merito al racconto, sono impressioni e ricordi personali, come ben dice il titolo. Circa la fretta, con la massima considerazione per la tua opinione, non c'è stata da parte mia: ritenevo che i ricordi finissero così, senza farla tanto lunga. Alla prossima, ciaoEleonora2 ha scritto: ↑10/08/2022, 11:31 Ho votato 2, per la forma e la trama. Mi è sembrato - e sottolineo a me - un articolo, con impressioni personali, opinioni e riflessioni. Il titolo è accattivante e incita alla lettura. La forma dà l'impressione della fretta. Le capacità non ti mancano. A rileggerti!
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Commento
molto toccante questa pagina di diario personale nel quale molti di noi avranno potuto ricordare quei tempi. Io ero magari molto piccolo per avere ricordi chiari e vividi, ma alcune cose le rammento anch'io.
Sono quindi un po' il peggior critico che potesse capitarti per questo scritto: ricordo abbastanza perché il tuo racconto desti in me qualcosa, ma non abbastanza perché desti tutto quello che potrebbe, ed è un peccato.
La tua pagina di diario fa infatti un confronto diretto tra quel tempo e il presente, un confronto impietoso per il presente (non è solo un tuo pensiero femminile: c'è davvero troppa carne in vista. Magari in altra occasione parliamo di come l'istinto del maschio formatosi in milioni di anni di primate sia totalmente sbalestrato dalla vuota gratuità del nudo odierna) ma non affondi, tu trattieni il colpo.
Magari non volevi tirar su un pistolotto (e allora l'accenno perde un po' senso), magari ti mancano al momento riferimenti che ti colleghino al lettore odierno (e allora avresti potuto farcire di più le tue descrizioni), non lo so, ma avrei voluto leggere di più su questa pagina.
Se rifacessero Carosello... non lo vedrebbe nessuno. I tempi, i costi, non sono compatibili col mondo della pubblicità attuale. Da allora a oggi abbiamo imparato tutti a mettere un cartellino del prezzo a ogni cosa, soprattutto al tempo, quello dei passaggi pubblicitari, poi... È cambiato il mondo: all'epoca le cose si facevano anche per passione (citi gli animatori e disegnatori di fumetti del tempo), mentre basta seguire le rocambolesche vicende della redazione di Topolino per sapere che fare le cose per passione è ormai un crimine verso sé stessi.
Crimine che ci ritroviamo a ripetere giusto qui, su BraviAutori...
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Re: I colori dei ricordi
Ciao Marino, grazie per la bella e precisa recensione al mio racconto. Come ben hai evidenziato, non volevo calcare troppo la mano in merito alla "troppa carne in vista". Ce ne sarebbe da dire in merito... ma non volevo, come ripeto, sembrare troppo bacchettona, anche se trovo la faccenda assai squallida. E poi certo che l'uomo odierno è sbalestrato, e mi fermo qui... non è questa la sede adatta ad andare oltre col mio pensiero. E poi sì, circa Carosello non lo guarderebbe nessuno al giorno d'oggi, altri tempi, bei tempi. Ti chiedo gentilmente di scrivere "Commento" su quanto hai scritto, altrimenti il sistema non lo considera, Infatti dice che non hai ancora commentato, e sbaglia! Grazie molte ancora, ciaoMarino Maiorino ha scritto: ↑10/08/2022, 18:14 Ciao Laura,
molto toccante questa pagina di diario personale nel quale molti di noi avranno potuto ricordare quei tempi. Io ero magari molto piccolo per avere ricordi chiari e vividi, ma alcune cose le rammento anch'io.
Sono quindi un po' il peggior critico che potesse capitarti per questo scritto: ricordo abbastanza perché il tuo racconto desti in me qualcosa, ma non abbastanza perché desti tutto quello che potrebbe, ed è un peccato.
La tua pagina di diario fa infatti un confronto diretto tra quel tempo e il presente, un confronto impietoso per il presente (non è solo un tuo pensiero femminile: c'è davvero troppa carne in vista. Magari in altra occasione parliamo di come l'istinto del maschio formatosi in milioni di anni di primate sia totalmente sbalestrato dalla vuota gratuità del nudo odierna) ma non affondi, tu trattieni il colpo.
Magari non volevi tirar su un pistolotto (e allora l'accenno perde un po' senso), magari ti mancano al momento riferimenti che ti colleghino al lettore odierno (e allora avresti potuto farcire di più le tue descrizioni), non lo so, ma avrei voluto leggere di più su questa pagina.
Se rifacessero Carosello... non lo vedrebbe nessuno. I tempi, i costi, non sono compatibili col mondo della pubblicità attuale. Da allora a oggi abbiamo imparato tutti a mettere un cartellino del prezzo a ogni cosa, soprattutto al tempo, quello dei passaggi pubblicitari, poi... È cambiato il mondo: all'epoca le cose si facevano anche per passione (citi gli animatori e disegnatori di fumetti del tempo), mentre basta seguire le rocambolesche vicende della redazione di Topolino per sapere che fare le cose per passione è ormai un crimine verso sé stessi.
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Re: I colori dei ricordi
Spero che ora vada bene.
A prestó!
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Re: I colori dei ricordi
Perfetto, Grazie!
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Re: Commento
Grazie anche a te per la tua opinione, ciaoFraFree ha scritto: ↑11/08/2022, 16:32 Benché questi tuoi ricordi, che portano al contesto televisivo di circa 50 anni fa, siano gradevoli, penso che messi così, come accenno diaristico, senza una costruzione più incisiva, diano poco mordente al racconto e che non supportino adeguatamente il giudizio morale (cosa che in genere eviterei - in un racconto - lasciando al lettore le conclusioni personali) che esterni verso il contesto attuale, paragonandolo a quello. Ma ovviamente è solo il mio pensiero.
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Ecco, io ti ringrazio per questo tuo racconto e per i ricordi teneri e indelebili che hai fatto riaffiora in me.
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Commento I colori dei ricordi
Per me il voto è un "mi piace" forse non ancora tantissimo, ma in questo testo io vedo una capacità di scrittura non da
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Re: Commento I colori dei ricordi
Ciao Alberto, non mi risulta che a "Bravi Autori" vogliano una storia con personaggi narrati ecc ecc. Si parla di racconti brevi nel loro aver promosso l'iniziativa. Ovvio che ognuno poi interpreti la scrittura altrui come meglio crede, ma per me è un racconto ciò che ho scritto, un racconto che narra un ricordo e lo esplicita. Ti ringrazio molto per l'analisi positiva al mio scritto. Lieta davvero che ti sia piaciuto. Certi commenti, tra cui il tuo, hanno per me un valore aggiunto... Grazie ancora, ciaoAlberto Marcolli ha scritto: ↑13/08/2022, 15:32 I "Bravi autori" vogliono una storia, con personaggi e vicende narrate. Questo testo, invece, vuole essere una rievocazione, forse nostalgica, ma senza mai eccedere, di quegli anni epici e che un nonnino come me ricorda molto bene. Pensate che in casa mia il televisore arrivò agli inizi degli anni settanta. La televisione io la vedevo al bar sottocasa, in una saletta apposita. Memorabili i comunicati commerciali qui descritti, e ce ne sono molti altri, tutti degni di nota.
Per me il voto è un "mi piace" forse non ancora tantissimo, ma in questo testo io vedo una capacità di scrittura non da
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Re: Commento
Grazie anche a te Marina, per aver aggiunto un pezzo ai ricordi di allora, citando i bravi interpreti che hanno contribuito, con la loro notorietà, a rendere indimenticabile Carosello. Grazie ovviamente per il tuo gradito commento positivo, mi fa piacere essere riuscita a far riaffiorare in te ricordi teneri del passato. E grazie per l'analisi fatta su ciò che è stato Carosello; tra l'altro, dici: "Un educatore mai sfacciato"; bellissima, e condivisa, questa tua interpretazione. CiaoMarina Lolli ha scritto: ↑13/08/2022, 8:11 Carosello può essere visto come uno studio di sociologia, in quel periodo col boom economico bisognava educare gli italiani a fare la spesa e a consumare. Carosello sara allora un educatore mai sfacciato, dove i prodotti saranno proposti tramite siparietti, scenette comiche e divertenti, che attireranno l'attenzione per poi convogliarla, alla fine dello sketch, sulla presentazione del prodotto.E tutto ciò presentato con grande maestria e professionalità da quelli che all'epoca erano attori famosi, come ad esempio Gino Bramieri, testimonial d'eccezione per lanciare il polipropilene, cioè il famoso Moplen, e come lui tantissimi altri, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Totò, Paolo Stoppa, Gianrico Tedeschi etc… Tantissimi grandi per tantissimi prodotti, e altrettante storie simpatiche e leggere che comunque sono riuscite a lasciare un segno importante i tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di vivere quel periodo storico.
Ecco, io ti ringrazio per questo tuo racconto e per i ricordi teneri e indelebili che hai fatto riaffiora in me.
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Re: Commento
Mi fa davvero piacere che la mia pagina di diario ti abbia incuriosito al punto di andare a cercare l'argomento su You Tube. E mi fa piacere per te che Carosello non te lo ricordi proprio... sei molto giovane quindi! Grazie molte per il commento positivo e per l'analisi attenta effettuata sul mio breve scritto. CiaoFrancesco Pino ha scritto: ↑20/08/2022, 9:50 Il problema delle "pagine da diario" è che becchi sempre quello al quale la pagina non dice proprio niente. Io, per esempio, Carosello non me lo ricordo proprio.
Parti bene, l'introduzione è quella di un bel racconto, poi diventa troppo personale. E per questo è un brutto lavoro? Fortunatamente no, perché attraverso quello che hai scritto si possono fare diverse riflessioni: i tempi che cambiano in generale, il ruolo della TV ieri e oggi, la vita in famiglia, la morale... andrò a cercare Carosello su YouTube.
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Il tuo più che un racconto è un amarcord, il cui unico difetto è la mancanza di ironia. I giovani sono tutti belli e i bambini sono tutti buoni: in fondo questa sembra essere l'unica morale della storia. Siamo prigionieri della nostra fanciullezza come di un mondo incantato. Per questo riproporre oggi Carosello non avrebbe senso: non siamo più le stesse persone di allora e quelle emozioni sono un ricordo con cui non riusciremmo a fare un confronto. L'età d'oro è sempre la più bella. Peccato sia sempre quella che è passata.
Un abbraccio!
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Re: Commento
Grazie caro Domenico, e si, dici bene, l'età d'oro è sempre la più bella, e i ricordi che a essa si collegano sono resi unici dal tempo che non c'è più. E ogni epoca ha i suoi di ricordi da non dimenticare... Grazie per l'analisi, la lettura, e la valutazione al mio breve racconto. CiaoDomenico Gigante ha scritto: ↑28/08/2022, 17:29 Cara Laura! Essendo nato a metà degli anni settanta, non ho mai visto Carosello. Ma mia madre lo ricorda con la tua stessa nostalgia. Per quanto mi riguarda sono cresciuto con i primi cartoni animati giapponesi e li ricordo con grande nostalgia. I miei figli stanno crescendo con gli youtuber e quello più grande parla già con nostalgia degli anni d'oro (2017-18, credo).
Il tuo più che un racconto è un amarcord, il cui unico difetto è la mancanza di ironia. I giovani sono tutti belli e i bambini sono tutti buoni: in fondo questa sembra essere l'unica morale della storia. Siamo prigionieri della nostra fanciullezza come di un mondo incantato. Per questo riproporre oggi Carosello non avrebbe senso: non siamo più le stesse persone di allora e quelle emozioni sono un ricordo con cui non riusciremmo a fare un confronto. L'età d'oro è sempre la più bella. Peccato sia sempre quella che è passata.
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Re: I colori dei ricordi
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Altri tempi, la televisione aveva due soli canali e le trasmissioni iniziavano nel pomeriggio e finivano poco dopo le 23… di lì a poco sarebbe cambiato tutto con l’arrivo delle tv private e poi di Mediaset.
Questo tuo racconto gioca con i colori dei ricordi, anche se si parla di un’epoca in bianco e nero, non so se migliore di quella attuale, nella memoria sicuramente sì, comunque diversa e irripetibile.
È un piacevole amarcord, soprattutto per chi, come me, era bambino in quegli anni.
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Re: I colori dei ricordi
Giancarlo Rizzo ha scritto: ↑30/08/2022, 18:50 veramente la musichetta faceva: ta ta ta ta ta taratà...ta ta ta ta ta taratà...
[/quote
Si, si, verissimo
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Ciao Roberto, mi piace molto la tua precisazione su colori dei ricordi su un ricordo in bianco e nero. Altri tempi, certo, con soli due canali e con orari assai ridotti. Sembra impossibile quanto adesso sia tutto cambiato, e anch'io non saprei dire se era meglio allora che ora... forse meglio il solo ricordo, perché legato agli anni della gioventù. Grazie molte per aver letto il mio racconto e averlo commentato, come al solito, con profondità. Grazie molte anche per la valutazione, un caro saluto, ciaoRoberto Bonfanti ha scritto: ↑04/09/2022, 23:25 Ricordo bene Carosello con Calimero, Jo Condor, Carmencita e tanti altri personaggi, disegnati o in carne e ossa. Invece ricordo poco i prodotti che reclamizzavano, probabilmente è per questo che smise di andare in onda nel 1978, non era efficace dal punto di vista pubblicitario.
Altri tempi, la televisione aveva due soli canali e le trasmissioni iniziavano nel pomeriggio e finivano poco dopo le 23… di lì a poco sarebbe cambiato tutto con l’arrivo delle tv private e poi di Mediaset.
Questo tuo racconto gioca con i colori dei ricordi, anche se si parla di un’epoca in bianco e nero, non so se migliore di quella attuale, nella memoria sicuramente sì, comunque diversa e irripetibile.
È un piacevole amarcord, soprattutto per chi, come me, era bambino in quegli anni.
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Sono Calimero e sono piccolo e nero, quindi un poveretto.
Sui ricordi Proust ha costruito la poetica della Ricerca del Tempo Perduto ed era capace di scrivere venti pagine su di una sensazione provata quando era un bambino su un prato della sua Combray.
Tu ci provi col tuo Carosello, il nostro, e mi pare che il tema principale del tuo scrivere stia nella contrapposizione tra la volgarità odierna e la soavità delle rappresentazione di quell'epoca.
Io non credo che allora tutto fosse migliore, ma solo più netto: gli spazi per i bambini erano solo per i bambini, come quelli per gli adulti, o quelli per la pubblicità, come quelli per gli spettacoli. Tutto cominciava a una certa ora e finiva a un'altra. Era tutto molto preciso e segmentato. Oggi in tivvù come nella vita regna la confusione. Abbiamo tutto e subito a qualsiasi orario.
E questo forse un problema, ma forse anche una soluzione. Forse la confusione è il preludio di un vero cambiamento.
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Re: Commento
Ciao Namio, grazie per la tua attenta lettura, è vero ciò che dici, adesso potremmo definire la nostra epoca, quella della confusione, un accozzaglia di cose che disorientano, a volte, troppo di tutto e con ciò si apprezza meno, ma così va il mondo però, dobbiamo farcene una ragione, - e direi che ce la siamo fatta tutti una ragione, in quanto perfettamente inseriti nel sistema di mille cose, e non solo dei programmi Tv - . Un caro salutoNamio Intile ha scritto: ↑08/09/2022, 17:31 Mia madre novantenne ancora oggi mi chiama Calimero quando mi lamento troppo, come faceva quando ero piccolino.
Sono Calimero e sono piccolo e nero, quindi un poveretto.
Sui ricordi Proust ha costruito la poetica della Ricerca del Tempo Perduto ed era capace di scrivere venti pagine su di una sensazione provata quando era un bambino su un prato della sua Combray.
Tu ci provi col tuo Carosello, il nostro, e mi pare che il tema principale del tuo scrivere stia nella contrapposizione tra la volgarità odierna e la soavità delle rappresentazione di quell'epoca.
Io non credo che allora tutto fosse migliore, ma solo più netto: gli spazi per i bambini erano solo per i bambini, come quelli per gli adulti, o quelli per la pubblicità, come quelli per gli spettacoli. Tutto cominciava a una certa ora e finiva a un'altra. Era tutto molto preciso e segmentato. Oggi in tivvù come nella vita regna la confusione. Abbiamo tutto e subito a qualsiasi orario.
E questo forse un problema, ma forse anche una soluzione. Forse la confusione è il preludio di un vero cambiamento.
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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I sette vizi capitali
antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Federico Mauri, Emilia Pietropaolo, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Lidia Napoli, Alessandro Mazzi, Monica Galli, Andrea Teodorani, Laura Traverso, Nicolandrea Riccio, F. T. Leo, Francesco Pino, Franco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, Selene Barblan, Caterina Petrini, Fausto Scatoli, Andr60, Eliana Farotto.
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Mai Più
Antologia di opere grafiche e letterarie aventi per tema il concetto del MAI PIÙ in memoria del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, di AA.VV.
Nel 2018 cade il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, perciò abbiamo voluto celebrare quella follia del Genere umano con un'antologia di opere grafiche e letterarie di genere libero aventi per tema il concetto del "mai più".
Copertina di Pierluigi Sferrella.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Alessandro Carnier, Romano Lenzi, Francesca Paolucci, Pasquale Aversano, Luisa Catapano, Massimo Melis, Alessandro Zanacchi, Furio Bomben, Pierluigi Sferrella, Enrico Teodorani, Laura Traverso, F. T. Leo, Cristina Giuntini, Gabriele Laghi e Mara Bomben.
La Gara 38 - Sorpresa!
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La Gara 51 - 50 sfumature
A cura di ser Stefano.
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La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
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