Voglio essere elogiato

Spazio dedicato al GrandPrix stagionale d'autunno 2022.

Votazione

Sondaggio concluso il 23/12/2022, 23:00

1 - Bravissimo
1
7%
2 - Straordinario
1
7%
3 - Eccezionale
0
Nessun voto
4 - Stupefacente
8
57%
5 - Genio!!!
4
29%
 
Voti totali: 14

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Domenico Gigante
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Voglio essere elogiato

Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

(All'impostore Emile Cioran con insincera gratitudine e a Charles Baudelaire con sfacciata ammirazione dedico questo sonetto sconnesso e bugiardo)

Sto qui ritto sul cassero, carte gonfie come vele
dei miei vuoti pensieri - per sempre ricchi e inutili.
Inquieto del mio valore - con le mie stesse unghie
scorticato come un tronco - imploro un po' di gloria.

Non chiedo forse niente più che di essere elogiato.
Una sfumatura di supplica - mio lettore - di certo
non può esserti sfuggita - l'insistita acclamazione
è il compagno sospirato sul bordo dei mie versi.

Grigio sollievo alla coscienza l'insolente certezza
di una malattia universale - se Dio ne è indenne,
è perché alla Creazione mancarono dei testimoni.

L'adulazione - caro lettore - è il piatto infetto
che mi nutre. E questa vivanda fatale tu di sicuro
la conosci. Ipocrita lettore - mio simile - fratello!

------------------------------

Francisco Goya, "Saturno devorando a su hijo", 1821-1823, Olio su tela, Museo del Prado, Madrid
Allegati
Francisco_de_Goya,_Saturno_devorando_a_su_hijo_(1819-1823).jpg
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
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Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Ottima come sempre Domenico, la trovo ironicamente colta sia nel linguaggio che nella forma, una verità sbattuta in faccia come uno sberleffo, la consapevolezza del proprio valore, ma anche, la superbia vanità, rivendicata, propria, riconosciuta e ricondotta sull'apprezzamento altrui, di e su ciò che si è stati capaci di proporre al pubblico; il pasto di cui nutre e si nutre, ogni forma d'arte, come nel quadro da te allegato, un mostro che divora, fagocita e restituisce, nient'altro che noi stessi; la nostra verità che mente è solo la nostra menzogna più vera. Voto 4.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 01/10/2022, 13:59, modificato 1 volta in totale.
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Gabriele Pecci ha scritto: 29/09/2022, 20:06 Ottima come sempre Domenico, la trovo ironicamente colta sia nel linguaggio che nella forma, una verità sbattuta in faccia come uno sberleffo, la consapevolezza del proprio valore, ma anche, la superbia vanità, rivendicata, propria, riconosciuta e ricondotta sull'apprezzamento altrui, di e su ciò che si è stati capaci di proporre al pubblico; il pasto di cui nutre e si nutre, ogni forma d'arte, come nel quadro da te allegato, un mostro che divora, fagocita e restituisce, nient'altro che noi stessi; la nostra verità che mente è solo la nostra menzogna più vera. Voto 4.
Grazie veramente per il tuo commento! Mi sembra che tu abbia colto il gioco ironico-provocatorio del mio componimento: da una parte il carattere autoreferenziale dei versi, che sembrano parlare di se stessi; e dall'altra il ribaltamento sul lettore, reso consapevole del suo stesso rapporto ambiguo con i versi. Niente più di Goya sa esprimere questo rapporto autodistruttivo della creazione artistica. Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

FraFree ha scritto: 30/09/2022, 19:49 Da scribacchina, più o meno onesta (perlomeno, ci provo), trovo che questa tua poesia menzognera dica una verità vera. Penso che in ognuno di noi ci sia quella sorta di vanità, pur sforzandosi di essere autocritici, che porta quasi sempre al desiderio di avere consensi e "gloria". Ma questo non significa che non si riesca a cogliere i propri limiti e a riconoscere i flop, quando si presentano. Piaciuta.
Cara Fra! La capacità di autocritica è l'unica cosa che ci salva dal mostro della vanità che ci divora, come nel dipinto di Goya. Sia in positivo che in negativo: certe volte siamo noi a fare flop, ma altre sono i nostri critici. Una piena e onesta consapevolezza dello sforzo compiuto e del risultato a cui siamo giunti è il nostro saldo punto archimedeo. Un caro abbraccio!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
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Be’, dico la verità (la mia, ovviamente): quel “dei miei vuoti pensieri” mi ha d’acchito reso perplesso, anche perché poi i pensieri si trasformano in “ricchi e inutili”, che se voleva essere un ossimoro io non ne colgo però l’efficacia nel contesto della strofa che chiude con due allitterazioni. Magari non l’ho capita io.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Giampiero ha scritto: 09/10/2022, 7:14 Be’, dico la verità (la mia, ovviamente): quel “dei miei vuoti pensieri” mi ha d’acchito reso perplesso, anche perché poi i pensieri si trasformano in “ricchi e inutili”, che se voleva essere un ossimoro io non ne colgo però l’efficacia nel contesto della strofa che chiude con due allitterazioni. Magari non l’ho capita io.
Grazie Gianpiero! Probabilmente è un errore mio. Cercavo solo di rendere l'idea dell'abbondanza dei pensieri, unita alla loro povertà di contenuto e inutilità pratica.
Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Hai sottolineato, con la tua poesia, una realtà che ritengo piuttosto assoluta, salvo forse rare eccezioni. Utile è, e sarebbe, un'autoanalisi, una comprensione dei propri limiti e dei propri pregi, ma non sempre è facile poterlo fare. Molto significativa è l'immagine del Goya allegata. Voto alto per questi tuoi versi veritieri e poetici. Ciao
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Laura Traverso ha scritto: 09/10/2022, 14:56 Hai sottolineato, con la tua poesia, una realtà che ritengo piuttosto assoluta, salvo forse rare eccezioni. Utile è, e sarebbe, un'autoanalisi, una comprensione dei propri limiti e dei propri pregi, ma non sempre è facile poterlo fare. Molto significativa è l'immagine del Goya allegata. Voto alto per questi tuoi versi veritieri e poetici. Ciao
Cara Laura! Grazie per il tuo commento. Sì, siamo tutti un po' afflitti da questo male. In misura contenuta e modarata da una capacità autocritica la cosa è anche utile, perché può rafforzare la socialità. Ma spesso diventa eccesso.
Cmq, se noi siamo in questo forum, è probabilmente perché cerchiamo l'approvazione degli altri. Non sempre, però, arriva. Ed è a quel punto che dobbiamo capirò cosa vogliamo fare delle critiche.
Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Mi hai fatto venire in mente "chi scrive vuole essere letto" non mi chiedere chi l'ha detto perché non lo ricordo. La poesia non mi ha smosso molto ma è scritta bene e mi è piaciuta nella forma e nella struttura. Ho dato 4.
Ultima modifica di Eleonora2 il 15/11/2022, 11:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Commento a Voglio essere elogiato

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Eleonora2 ha scritto: 13/10/2022, 11:50 Mi hai fatto venire in mente "chi scrive vuole essere letto" non mi chiedere chi l'ha detto perché non lo ricordo. La poesia non mi ha smosso molto ma è scritta bene e mi è piaciuta nella forma e nella struttura. Ho dato 4.
Ciao Eleonora! Grazie mille del tuo commento. I versi non intendevano smuovere niente di profondo sull'esistenza. E' un gioco di specchi, in cui ognuno, alla fine, può riconoscere i suoi vizi e i suoi limiti, se vuole. Un abbraccio!

PS Attenta che hai scritto Commento a Voglio essere elogiato, invece di Commento
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Re: Commento

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Francesco Pino ha scritto: 13/10/2022, 14:40 Ciao Domenico. Il contorno alla tua poesia mi ha mandato un po' in confusione: Saturno che mangia i suoi figli simboleggia la competizione, la rivalità per il trono. I termini che hai scelto di dare ai voti alludono alla presuntuosita' . Nel tuo lavoro però io non vedo richiami né alla rivalità né alla presuntuosita'. C'è la voglia di essere elogiati ed è descritta in grande stile. Non è forse quello che vuole ogni artista? Senz'altro si, e ci mostri questa certezza inconfutabile. Nessun accenno alla competizione (quella si, dannosa) nei tuoi versi, nessun "io sono il più bravo". Non c'è nemmeno bisogno di far appello alla giusta autocritica e all'umiltà perché nella tua poesia non c'è traccia della loro mancanza. L'artista spera sempre nel consenso del pubblico, c'è chi ne fa un lavoro e con gli applausi ci campa. Dio ne è indenne? Non so, credo che in mancanza di pubblico si sia lodato da solo: "E vide che era cosa buona."
Mi è piaciuta particolarmente l'apertura dai richiami marinareschi.
Stupefacente ;)
Caro Francesco! Come sempre grazie per il commento. Hai ragione sul fatto che Saturno simboleggia la lotta per il potere, ma in realtà può avere molti altri significati (vedi ad esempio "Saturno e la melanconia" di Panofsky). In particolare io qui lo uso proprio per intendere che il desiderio di gloria è qualcosa che ti può "divorare" come un mostro. L'opera di Goya si presta a questa interpretazione. Riguardo ai voti scelti alludono al mio desiderio di essere elogiato: nessuno può essere interpretato come una critica, anche se esiste - o almeno ho cercato di dare - un ordine crescente ai voti da Bravissimo a Genio (ma nessuno mi ha dato ancora del Genio, purtroppo :lol: ). Su Dio hai ragione: l'autoelogio è nella sua natura divina.
Grazie ancora e un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Mauro Conti »

"Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange"
Diceva Corazzini....
mentre tu "inquieto del tuo valore" sei alla ricerca di un po' di clamore e di adulazione
come negartelo!
Bel pezzo, snello ma pregno.
Un saluto Domenico.
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Mauro Conti ha scritto: 13/10/2022, 16:08 "Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange"
Diceva Corazzini....
mentre tu "inquieto del tuo valore" sei alla ricerca di un po' di clamore e di adulazione
come negartelo!
Bel pezzo, snello ma pregno.
Un saluto Domenico.
Ciao Mauro! Molto bella la citazione di Corazzini. Ti ringrazio molto per il commento.
Un abbraccio!
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BladeRunner ha scritto: 22/10/2022, 18:36 Ben giocata, bello stile. Si vede che sai rendere i versi fluidi, scioglierli e annodarli a tuo piacimento, da bravo uomo di mare, anche in mezzo a tempeste di incompetenza, che rischiano di affondare anche le navi più solide.
Metrica perfetta in un sonetto privo di rime.
Ho solo il dubbio che si riferisca a qualcosa di estremamente personale, qualcosa che mi sfugge...
Comunque che dire: impeccabile. Sarà adulazione?
Grazie Rick! Sei stato adulatorio a sufficienza :lol:
Non c'è nulla di meno personale di quello che è veramente personale. In qualche modo i "nostri" peccati sono i peccati di tutti; altrimenti, se non sapessimo che gli altri sono capaci di riconoscerli - e di confessarli -, non sarebbero più peccati.
Un abbraccio!
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Rosmary ha scritto: 24/10/2022, 16:29
Grazie Rosmary! Mi spiace non aver soddisfatto i tuoi gusti. D'altra parte la mia poesia intendeva far riflettere, piuttosto che suscitare emozioni. Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Ironica e spiritosa introspezione ben costruita a partire dalla ammiccante e quasi istrionesca quartina iniziale nonché dalla lapidaria e significativa terzina finale, "L'adulazione - caro lettore - è il piatto infetto
che mi nutre. E questa vivanda fatale tu di sicuro
la conosci. Ipocrita lettore - mio simile - fratello!" Meritevole di 4.
Ultima modifica di Giuseppe Gianpaolo Casarini il 02/11/2022, 14:51, modificato 2 volte in totale.
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Giuseppe Gianpaolo Casarini ha scritto: 01/11/2022, 9:21 Ironica e spiritosa introspezione ben costruita meritevole di 4.
Grazie mille Giuseppe! Soprattutto per aver colto l'ironia, che è la cosa più importante quando si parla di vizi.
Un abbraccio!

PS Se ti va di allungare un poco il commento, il tuo voto risulterà valido. Grazie!
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Giuseppe Gianpaolo Casarini ha scritto: 01/11/2022, 9:21 Ironica e spiritosa introspezione ben costruita a partire dalla ammiccante e quasi istrionesca quartina iniziale nonché dalla lapidaria e significativa terzina finale, "L'adulazione - caro lettore - è il piatto infetto
che mi nutre. E questa vivanda fatale tu di sicuro
la conosci. Ipocrita lettore - mio simile - fratello!" Meritevole di 4.
Sì, hai ragione. La terzina finale funziona benissimo, ma non per merito mio, essendo quasi un plagio da Baudelaire :lol:
Grazie ancora!
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Rifacendoti a Baudelaire, proclami il diritto dell'artista a ricevere la meritata dose di riconoscimenti e onori. Ben scritta, questa introduzione in cui si fa riferimento all"ipocrita lettore" citato dal poeta nell'introduzione a: " I fiori del:Male".
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Egidio ha scritto: 03/11/2022, 12:00 Rifacendoti a Baudelaire, proclami il diritto dell'artista a ricevere la meritata dose di riconoscimenti e onori. Ben scritta, questa introduzione in cui si fa riferimento all"ipocrita lettore" citato dal poeta nell'introduzione a: " I fiori del:Male".
Grazie mille, caro Egidio! Doverosa citazione di un poeta che ha fatto dei vizi umani un'analisi spietata e bellissima. Un abbraccio!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
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Re: Voglio essere elogiato

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Ciao, Domenico.
Non so se abbia funzionato o meno il dar dell'ipocrita a chi ti legge, seppure accomunato all'autore che compone. Mal comune...
Credo che nel linguaggio poetico vada celebrata in primo luogo l'estetica dei versi, e i tuoi quasi liberi (per il tentativo di contenerli entro determinati paletti) a mio avviso centrano l'obiettivo. L'oggetto componimento poetico costuito con strofe e versi è bello a vedersi come a leggersi. Sul senso in poesia sono tollerante, perché non penso sia essenziale, pure se Heidegger scrive che i poeti sono i veri dicenti mentre gli scrittori si limitano a enumerare concetti.
Tra Dire ed esprimere concetti, servirsi della lingua e servire il linguaggio, passa un universo infinito. Eppure tutti si affannano a trovercelo un senso in una poesia, come se fosse essenziale, anzi dirimente.
Come se quel Sempre caro mi fu quell'ermo colle debba per forza avere un riferimento reale, debba voler significare per forza qualcosa che il poeta voleva farci capire, con tanto di note a piè pagina.
Ma il poeta ha cercato significati altrove e in altre opere, non aveva bisogno di esprimere senso lì, ma di dire e basta
Il colle è come un dipinto, un'immagine, che dice di per sé.
Dunque, il senso e l'ironia valgono e non valgono. Dunque, vale quello star ritto sul cassero, con carte gonfie come vele, inquieto del tuo valore e scorticato come un tronco. E quest'immagine dice più di quanto significa.
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Re: Voglio essere elogiato

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Namio Intile ha scritto: 22/11/2022, 11:47 Ciao, Domenico.
Non so se abbia funzionato o meno il dar dell'ipocrita a chi ti legge, seppure accomunato all'autore che compone. Mal comune...
Credo che nel linguaggio poetico vada celebrata in primo luogo l'estetica dei versi, e i tuoi quasi liberi (per il tentativo di contenerli entro determinati paletti) a mio avviso centrano l'obiettivo. L'oggetto componimento poetico costuito con strofe e versi è bello a vedersi come a leggersi. Sul senso in poesia sono tollerante, perché non penso sia essenziale, pure se Heidegger scrive che i poeti sono i veri dicenti mentre gli scrittori si limitano a enumerare concetti.
Tra Dire ed esprimere concetti, servirsi della lingua e servire il linguaggio, passa un universo infinito. Eppure tutti si affannano a trovercelo un senso in una poesia, come se fosse essenziale, anzi dirimente.
Come se quel Sempre caro mi fu quell'ermo colle debba per forza avere un riferimento reale, debba voler significare per forza qualcosa che il poeta voleva farci capire, con tanto di note a piè pagina.
Ma il poeta ha cercato significati altrove e in altre opere, non aveva bisogno di esprimere senso lì, ma di dire e basta
Il colle è come un dipinto, un'immagine, che dice di per sé.
Dunque, il senso e l'ironia valgono e non valgono. Dunque, vale quello star ritto sul cassero, con carte gonfie come vele, inquieto del tuo valore e scorticato come un tronco. E quest'immagine dice più di quanto significa.
A rileggerti
Ciao Namio! Lascio a chi è più bravo di dipanare il groviglio tra forma e contenuto. Heidegger aveva una visione quasi mistica e profetica della poesia: il portare alla luce e rivelare l'ente della poesia di Hölderlin. Non ho questa pretesa, ma non cerco solo la forma. Le dediche a Cioran e Baudelaire svelano l'intento ironico e provocatorio: il gioco di specchi che c'è tra confessore e penitente. Come nel romanzo La caduta di Camus, dove il protagonista fa il mestiere del "giudice-penitente" mettendo a nudo la sua duplicità e il marciume dietro la sua apparentemente irreprensibile esistenza. E così facendo svela al suo interlocutore l'orrore che l'altro si porta dentro e lo costringe a confessarsi. Il mio lettore è il mio penitente. Non credo di essere tanto bravo da aver raggiunto l'intento, ma tanto valeva sperimentare.
Un abbraccio forte!
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Domenico,

ho gradito il gioco che crei col lettore e che, qui su BA, trova la sua cornice naturale, come negarlo?
Lo chiamo "gioco" perché questo deve restare, e come tale lo apprezzo. Ti prego, non fare che vada oltre!
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Marino Maiorino ha scritto: 03/12/2022, 9:33 Domenico,

ho gradito il gioco che crei col lettore e che, qui su BA, trova la sua cornice naturale, come negarlo?
Lo chiamo "gioco" perché questo deve restare, e come tale lo apprezzo. Ti prego, non fare che vada oltre!
Ciao Marino! Ci mancherebbe! E' un modo di scherzare sulle nostre debolezze di autori. E magari così alleggerire il peso della competizione. Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Vanità, il tuo nome è Domenico...
Perdona il gioco di parole ma il tono ironico della tua "implorazione" mi ha ispirato. Le lodi piacciono a tutti, è inutile fare l'ipocrita, lo dici chiaro e tondo anche tu nel finale, basta che non diventino un bisogno patologico, non è il tuo caso, ne sono certo.
Comunque il mio elogio lo prendi lo stesso, vedi di non montarti la testa, eh!
Ciao Domenico, alla prossima.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Messaggio da leggere da Paola Tassinari »

Mi ero ripromessa di dare valutazioni anche tecniche, ma poi con la tua poesia salta tutto, ma proprio tutto. Adulazione non è altro che voler essere amati, un poeta, un'artista il più delle volte non si è sentito amato, (per Freud tutto accade nell'infanzia a Leopardi si appaia l'anafettività della madre, del padre e il vivere in un angusto paese senza avere con chi parlare e confrontarsi ma io vado oltre e penso che ci sia anche qualcosa di innato e Dio dà i talenti che devono essere restituiti, quindi l'artista vuol essere accarezzato, ne ha bisogno più che del cibo e infatti bulimia e anoressia imperano) perciò alla tua poesia dò 5 e avrei voluto dare 6 perchè il tema è nuovo, fresco e vero oggi più che mai, perché ben pochi sono sinceri come te… chapeau
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Domenico Gigante
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Paola Tassinari ha scritto: 09/12/2022, 17:57 Mi ero ripromessa di dare valutazioni anche tecniche, ma poi con la tua poesia salta tutto, ma proprio tutto. Adulazione non è altro che voler essere amati, un poeta, un'artista il più delle volte non si è sentito amato, (per Freud tutto accade nell'infanzia a Leopardi si appaia l'anafettività della madre, del padre e il vivere in un angusto paese senza avere con chi parlare e confrontarsi ma io vado oltre e penso che ci sia anche qualcosa di innato e Dio dà i talenti che devono essere restituiti, quindi l'artista vuol essere accarezzato, ne ha bisogno più che del cibo e infatti bulimia e anoressia imperano) perciò alla tua poesia dò 5 e avrei voluto dare 6 perchè il tema è nuovo, fresco e vero oggi più che mai, perché ben pochi sono sinceri come te… chapeau
Caspita! Mi hai preso sul serio. Bella anche la tua riflessione sul rapporto distorto tra l'artista e il cibo. Molto appropriata. Grazie mille e un abbraccio!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
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Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


Gara di primavera 2024 - La cantautrice calva - e gli altri racconti

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(primavera 2024, 71 pagine, 1,02 MB)

Autori partecipanti: nwAndr60, nwLodovico, nwNamio Intile, nwAthosg, nwMarino Maiorino, nwYakamoz, nwAlessandro Mazzi, nwAlberto Marcolli, nwMarirosa, nwLaura Traverso, nwLetylety, nwGiovanni p,
A cura di Massimo Baglione.
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Calendario BraviAutori.it 2012 - (a colori)

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(edizione 2012, 6,33 MB)

Autori partecipanti: nwMarina, Paul Olden, Maurizio Vicedomini, nwLady Rugiada, nwAndrea Leonelli, nwAngela Di Salvo, nwCeleste Borrelli, yami iume, nwRecenso, nwSimone Guidi, nwMariadele, nwTullio Aragona,
A cura di Tullio Aragona.
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Gara di primavera 2020 - Tre capitani, e gli altri racconti

Gara di primavera 2020 - Tre capitani, e gli altri racconti

(primavera 2020, 750 pagine, 610,23 KB)

Autori partecipanti: nwNamio Intile, nwRoberto Bonfanti, nwSperanza, nwAndr60, nwRoberto Ballardini, nwMariovaldo, nwEliseo Palumbo, nwLetylety, nwMacrelli Piero, nwAthosg, nwFausto Scatoli, nwAlessandro Mazzi, nwTeseo Tesei, nwStefyp,
A cura di Massimo Baglione.
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Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Museo letterario

Museo letterario

Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte

Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
Copertina di Giorgio Pondi.

Contiene opere di: nwClaudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, nwIsabella Galeotti, nwTiziano Legati, nwAngelo Manarola, Pasquale Aversano, nwGiorgio Leone, nwAlberto Tivoli, nwAnna Rita Foschini, nwAnnamaria Vernuccio, William Grifò, nwMaria Rosaria Spirito, nwCristina Giuntini, nwMarina Paolucci, nwRosanna Fontana, nwUmberto Pasqui.

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Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)

Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)

Le Gare letterarie stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova nel forum di BraviAutori.it, divertirsi, conoscersi e, perché no, anche imparare qualcosa. I migliori testi delle Gare vengono pubblicati nei rispettivi ebook gratuiti i quali, a ogni ciclo di stagioni, diventano un'antologia annuale come questa che state per leggere.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwAlessandro Mazzi, nwAngelo Ciola, nwAurora Gallo, nwIda Dainese, Carlo Celenza, nwCarol Bi, nwDaniele Missiroli, nwDraper, nwEdoardo Prati, nwFabrizio Bonati, nwFausto Scatoli, nwGabriele Ludovici, nwL.Grisolia, nwLaura Traverso, nwLiliana Tuozzo, nwLodovico, nwMarco Daniele, nwNamio Intile, nwN.B. Panigale, nwNunzio Campanelli, nwPierluigi, nwRoberto Bonfanti, nwSeira Katsuto, nwSelene Barblan, nwSmilingRedSkeleton, nwStefano Giraldi Ceneda, nwTeseo Tesei, nwTiziano Legati, nwTiziana Emanuele.

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Riduzione di complessità - il libro Downpunk

è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.

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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.