Conchiglie sulla spiaggia

Spazio dedicato al GrandPrix stagionale d'inverno 2022/2023.

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Sondaggio concluso il 23/03/2023, 0:00

1 - Se non ti è piaciuta, sono fatti tuoi!
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2 - Invece di criticare, potevi fare due passi!
0
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3 - Te sei sprecato proprio!
1
9%
4 - Potevi farlo un piccolo sforzo in più!
3
27%
5 - Mo ragioniamo!
7
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Domenico Gigante
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Conchiglie sulla spiaggia

Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Fuori dalle onde del tempo
attardarsi presso la riva eterna
tra le cose presenti - inutili e belle
che non hanno un passato
e non avranno futuro
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Nunzio Campanelli
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Messaggio da leggere da Nunzio Campanelli »

Bella Domenico! Hai scritto 5 righe che sembrano abbracciare tutta un'umanità. Mi piace moltissimo la prima strofa, "Fuori dalle onde del tempo". Apocalittica, definitiva, misteriosa.
Bravo! Della metrica, invece, non so dirti, non è argomento per me. Voto 5.
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Messaggio da leggere da Nuovoautore »

Non lo so perché ma la tua poesia, breve e intensa, insieme all'immagine delle conchiglie, mi ha fatto pensare al delirio umano. Mi spiego: l'uomo, nonostante abbia un passato pregno di errori, sembra scordarselo, e continando a commettere gli stessi errori, sta compromettendo seriamente il futuro, suo e della Terra… stiamo diostruggendo il nostro presente e il nostro futuro, continuando pervicacemente a non tener conto del nostro passato. Va beh, da inesperto di poesie, posso descrivere solamente ciò che mi ha trasmesso il tuo testo. Ti do un bel 5. Ciao, Domenico.
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Nunzio Campanelli ha scritto: 22/12/2022, 13:57 Bella Domenico! Hai scritto 5 righe che sembrano abbracciare tutta un'umanità. Mi piace moltissimo la prima strofa, "Fuori dalle onde del tempo". Apocalittica, definitiva, misteriosa.
Bravo! Della metrica, invece, non so dirti, non è argomento per me. Voto 5.
Ciao Nunzio! La metrica non è neanche il mio forte (ma ho in progetto di dedicarmici un po' a breve). Ti ringrazio molto per il tuo commento. Un abbraccio forte!
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Nuovoautore ha scritto: 22/12/2022, 15:14 Non lo so perché ma la tua poesia, breve e intensa, insieme all'immagine delle conchiglie, mi ha fatto pensare al delirio umano. Mi spiego: l'uomo, nonostante abbia un passato pregno di errori, sembra scordarselo, e continando a commettere gli stessi errori, sta compromettendo seriamente il futuro, suo e della Terra… stiamo diostruggendo il nostro presente e il nostro futuro, continuando pervicacemente a non tener conto del nostro passato. Va beh, da inesperto di poesie, posso descrivere solamente ciò che mi ha trasmesso il tuo testo. Ti do un bel 5. Ciao, Domenico.
Caspita! Hai dato un'interpretazione molto bella e personale. Non potrei affatto dire che è sbagliata. In qualche maniera i versi sono venuti fuori di getto, senza una costruzione razionale sul loro senso autentico. Quindi sono aperti anche per me. Io - solo dopo che li ho scritti - li ho decifrati secondo il mio personale sentire. Per me l'uscire fuori dal tempo è il bisogno di vivere il presente nella sua autenticità e non come mezzo per un fine da raggiungere in futuro. Grazie infinite per il tuo commento. Buon Natale!
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Messaggio da leggere da Mauro Conti »

In cinque righe sono racchiuse tutte le fragilità umane.
Ho immaginato un uomo come una conchiglia, vuota, su una spiaggia, da sempre, in balia delle onde, una dopo l'altra, per l'eternità, senza la possibilità di cambiare la sua condizione. Il presente? si forse bello, ma completamente inutile.
"le onde del tempo, la riva eterna" sono locuzioni che non lasciano scampo, dimostrano che da li non se ne esce. Il passato è stato questo e il futuro sarà uguale...
Questa è l'immagine che mi regalato questa poesia. Non so se è la stessa che volevi trasmettere tu scrivendola ma l'evocazione suscitata è sicuramente molto forte, unita ad una azzeccata scelta delle parole ne fanno un pezzo indubbiamente pregno di pathos. Un 4 più che pieno. Ciao!
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Re: COMMENTO

Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Mauro Conti ha scritto: 23/12/2022, 12:42 In cinque righe sono racchiuse tutte le fragilità umane.
Ho immaginato un uomo come una conchiglia, vuota, su una spiaggia, da sempre, in balia delle onde, una dopo l'altra, per l'eternità, senza la possibilità di cambiare la sua condizione. Il presente? si forse bello, ma completamente inutile.
"le onde del tempo, la riva eterna" sono locuzioni che non lasciano scampo, dimostrano che da li non se ne esce. Il passato è stato questo e il futuro sarà uguale...
Questa è l'immagine che mi regalato questa poesia. Non so se è la stessa che volevi trasmettere tu scrivendola ma l'evocazione suscitata è sicuramente molto forte, unita ad una azzeccata scelta delle parole ne fanno un pezzo indubbiamente pregno di pathos. Un 4 più che pieno. Ciao!
Ciao Mauro! Grazie come sempre per il tuo sostegno. Molto significativa anche la tua interpretazione della poesia. Come ho già scritto è un pezzo uscito senza che io ne abbia cercato prima il significato. Quindi è ciò che ognuno vuol vedere. Così è (se vi pare). Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Francesco Pino ha scritto: 27/12/2022, 18:00 Ciao, Domenico. Da quel che leggo la tua poesia è venuta fuori quasi di getto, senza cercare un significato.
Nella piena libertà di interpretazione dunque io ci vedo un desiderio di pace interiore. In alcune occasioni l'animo tormentato si tranquillizza e si vorrebbe bloccare quella sensazione, renderla eterna, libera da ogni ricordo pesante e da ogni futuro tutt'altro che ignoto. Un momento inutile e bello, bloccato per sempre come le conchiglie sulla spiaggia.
Il "problema" delle poesie come la tua in questo contesto
- lo dico a mo' di critica - è che il voto dipende molto dall'interpretazione del lettore. D'altra parte, al di là di ogni contesto, l'opera dell'artista può avere anche il solo scopo di far vibrare le sensazioni di chi legge. Voto perciò 4.
Ciao Francesco! Non hai torto: il voto dipende dall'interpretazione. Però mi dà grande soddisfazione vedere che questi pochi versi sollecitano qualche spunto. In sé evidentemente valgono più delle poche semplici parole nate per caso. Alla fine il voto è spesso solo questione di fortuna.
Grazie come sempre per i tuoi commenti!
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Emma Faccin ha scritto: 03/01/2023, 15:06 Incisiva e potente. Poesia molto vera e che fa riflettere sulla fine, sulla morte e sull'apocalisse. Mentre la leggevo e rileggevo mi veniva in mente il finale di Neon Genenis Evangelion (sempre sulla spiaggia) e allo stesso tempo "Stalker" di Tarkovsky, due prodotti audiovisivi molto apocalittici e distruttivi. I miei più sinceri complimenti, uno dei lavori che ho più apprezzato.
Ciao Emma! Conoscevo Stalker, ma mi hai fatto scoprire Neon Genesis Evangelion, di cui non sapevo nulla. Cercherò di recuperare. Grazie mille per il tuo commento. Ricambierò al più presto. Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Comincio da te, Domenico, che sei una certezza.
Il poeta è dicente, scriveva il mio Heidegger. Ed è vero. Il vero poeta dice, dice il taciuto. I poeti dicono il taciuto. Non accumulano senso, non cantano per questo o per quella, ma per nulla. Le cose che sono presenti, nel suo senso letterale di ciò che è in quanto si trova al cospetto di qualcuno, sono belle e utili solo, dici il vero, se sono presenti. Altrimenti sono inutili. Come il tempo, esiste se qualcuno lo vive, lo fa proprio e lo seziona, lo distingue in passato presente e futuro. Sennò, fuori dalle onde del tempo, fuori dall'umano sentire, la riva è eterna, il mondo l'universo, e le cose che vi si trovano inutili, inservibili, senza passato e senza futuro.
In quattro versi hai detto tutto, non c'è altro.
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Namio Intile ha scritto: 21/01/2023, 9:44 Comincio da te, Domenico, che sei una certezza.
Il poeta è dicente, scriveva il mio Heidegger. Ed è vero. Il vero poeta dice, dice il taciuto. I poeti dicono il taciuto. Non accumulano senso, non cantano per questo o per quella, ma per nulla. Le cose che sono presenti, nel suo senso letterale di ciò che è in quanto si trova al cospetto di qualcuno, sono belle e utili solo, dici il vero, se sono presenti. Altrimenti sono inutili. Come il tempo, esiste se qualcuno lo vive, lo fa proprio e lo seziona, lo distingue in passato presente e futuro. Sennò, fuori dalle onde del tempo, fuori dall'umano sentire, la riva è eterna, il mondo l'universo, e le cose che vi si trovano inutili, inservibili, senza passato e senza futuro.
In quattro versi hai detto tutto, non c'è altro.
Grazie Namio per la tua interpretazione heideggeriana dei mie pochi versi. Siamo ad un livello molto alto dal punto di vista interpretativo. Certo il poeta non può che dire la meraviglia davanti alle cose presenti, come il divino - eterno e immortale - della natura nell'Hölderlin tanto caro al filosofo di Friburgo. Solo così si supera il razionalismo che sommerge con la sua prosopopea le rive fragili fuori dal tempo: "le magnifiche sorti e progressive" su cui ironizzava un altro poeta romantico.
Un abbraccio forte!
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Giardellicaruso ha scritto: 01/02/2023, 18:56 "inutili e belle"
perchè inutili, mi spieghi il perchè?
Io lo capisco come "relative,contingenti,a volte aleatorie o inconsistenti..."
Noi viviamo in uno strano mondo sospeso tra l'infinito e il finito,questo però io lo trovo bello e non inutile.
La poesia mi piace ma non trovo il corrispondente nelle scelte di voto.
Ciao! Intanto grazie per il commento. Come ho già detto, siete liberi di dare l'interpretazione che volete a questi pochi versi.
Personalmente do a quell'"inutile" un'accezione positiva, nel senso che lo contrappongo all'"utile" mondano, ovvero all'utilità pratica (economica, politica, sociale). Quindi non necessariamente inutile in senso assoluto. Per cui non penso che una cosa bella sia inutile, se non perché può avere una scarsa utilità pratica (poi - per carità! - si possono fare soldi anche con le cose belle, come dimostrano i prezzi di alcune opere d'arte). Il termine utile è polisemico, quindi va preso come tale. Ma nella nostra cultura ha assunto un significato piuttosto specifico: quello dell'utilità economica (sic!).
Spero di aver soddisfatto la tua richiesta.
Grazie ancora per il commento.
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Marco Pozzobon
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Re: Conchiglie sulla spiaggia

Messaggio da leggere da Marco Pozzobon »

Una poesia che ti fa abbracciare l'eternità e la sua fragilità. Letta svariate volte e a ogni lettura mi stupisco. Breve eppure ti colpisce come una spada in pieno petto, breve eppure infinita.
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Re: Conchiglie sulla spiaggia

Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Marco Pozzobon ha scritto: 04/02/2023, 16:54 Una poesia che ti fa abbracciare l'eternità e la sua fragilità. Letta svariate volte e a ogni lettura mi stupisco. Breve eppure ti colpisce come una spada in pieno petto, breve eppure infinita.
Ciao Marco! Grazie infinite per le tue parole. Mi fa piacere vedere che questi pochi versi usciti dal nulla stiano colpendo tanto la fantasia dei lettori. Me ne uscissero di più cosi!
Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Brevissima ma intensa la tua poesia. "Fuori dalle onde del tempo" dici... Vi leggo pensieri, ricordi e tanta malinconia per un presente triste senza un domani. Potrebbero essere riferite, le tue parole, alla fine di un amore, alla vita, alla fine della vita? Un arrendersi forse? Come le conchiglie, ormai vuote, che riposano, arenate, sulla sabbia. Non saprei dare una risposta... Complimenti anche per gli interrogativi che hai saputo suscitare nel lettore, almeno per me è stato cosi.
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Laura Traverso ha scritto: 18/02/2023, 22:59 Brevissima ma intensa la tua poesia. "Fuori dalle onde del tempo" dici... Vi leggo pensieri, ricordi e tanta malinconia per un presente triste senza un domani. Potrebbero essere riferite, le tue parole, alla fine di un amore, alla vita, alla fine della vita? Un arrendersi forse? Come le conchiglie, ormai vuote, che riposano, arenate, sulla sabbia. Non saprei dare una risposta... Complimenti anche per gli interrogativi che hai saputo suscitare nel lettore, almeno per me è stato cosi.
Grazie Laura! Molto bella la tua riflessione. In particolare ho trovato profonde queste tue parole: "Un arrendersi forse? Come le conchiglie, ormai vuote, che riposano, arenate, sulla sabbia". Sì, forse è questo arrendersi - ma tranquillo, sereno, come un lasciare andare - che mi ha colpito su quella spiaggia quel giorno. Un abbraccio!
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Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

"Fuori dalle onde del tempo
attardarsi presso la riva eterna
tra le cose presenti - inutili e belle
che non hanno un passato
e non avranno futuro"

Ciao Domenico, hai scritto dei versi molto evocativi, dirompenti, epici oserei, da questa immagine, come più volte ti è stato scritto in precedenza è sovrapponibile poeticamente l'epopea umana. Un anno fa molto probabilmente ti avrei analizzando solo poeticamente l'opera dato 5 senza se e senza ma. Ora purtroppo, o per fortuna (dipende da come la si vuol vedere), riesco a comprendere almeno personalmente, molto meglio questi aspetti legati al "presente", "tempo", o concetti attributivi come "eterno" ecc. Questo risulta poi valido sia che la si sovrapponga ad uno stato in essere e divenire sulla situazione umana, o in alternativa la si legga percependo solo l' immagine naturalistica/emotiva della foto da te postata.

Quindi per quanto poeticamente ed evocativamente risulti ineccepibile, non riesco più a non sovrapporre il tutto mentalmente ora ad un concetto diciamo più di tipo soggettivo/oggettivo realistico, sottoporla cioè visto le parole da te usate ad una analisi logica.

Analizziamo (lo so che mi odierete per questo) :

"Fuori dalle onde del tempo
attardarsi presso la riva eterna"

Se fossimo fuori da un concetto di tempo, come potremmo "attardarci" o si potrebbe qualcosa poi attardare?

Se siamo fuori dal tempo, siamo fermi, immobili in una "riva eterna", il punto è che, se così fosse, non ci si può può poi più attardare da/in ciò che non passa, ma solo essere senza essere nulla, perché non si diviene appunto nulla, di fondo perde così di significato anche il termine "essere qualcosa", come anche il termine di fatto quindi di trovarci in una "riva", dato che si può essere o ci può essere qualcosa di fatto, solo e soltanto se ci si trova in relazione ad un tempo ed uno spazio di movimento, cioè di uno stato intrinseco di moto, quindi il nostro essere in movimento rispetto a qualcos'altro, qualcos'altro a sua volta poi in stato di movimento rispetto a noi.

"tra le cose presenti - inutili e belle
che non hanno un passato
e non avranno futuro"

Se non hanno un passato, e non avranno futuro, sono solo presenti, ma se sono solo presenti non possono essere più però, proprio per questo, né inutili, né tantomeno belle, dato che in un assoluto presente, in una riva eterna, in una istantaneità, non c'è più nessuno spazio e nessun tempo in cui questi concetti possano venire ad essere, o in essere, espressi

Per questo non posso personalmente, ma facendoti comunque tutti i complimenti che evocativamente e poeticamente merita la tua opera andare col mio voto oltre al 3, perché mi risulta per quanto bella e potente sia, totalmente illogica. Purtroppo la logica "ammazza" o decurta poi notevolmente, la poesia se posta sotto questa ottica.
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Gabriele Pecci ha scritto: 23/02/2023, 17:10 "Fuori dalle onde del tempo
attardarsi presso la riva eterna
tra le cose presenti - inutili e belle
che non hanno un passato
e non avranno futuro"

Ciao Domenico, hai scritto dei versi molto evocativi, dirompenti, epici oserei, da questa immagine, come più volte ti è stato scritto in precedenza è sovrapponibile poeticamente l'epopea umana. Un anno fa molto probabilmente ti avrei analizzando solo poeticamente l'opera dato 5 senza se e senza ma. Ora purtroppo, o per fortuna (dipende da come la si vuol vedere), riesco a comprendere almeno personalmente, molto meglio questi aspetti legati al "presente", "tempo", o concetti attributivi come "eterno" ecc. Questo risulta poi valido sia che la si sovrapponga ad uno stato in essere e divenire sulla situazione umana, o in alternativa la si legga percependo solo l' immagine naturalistica/emotiva della foto da te postata.

Quindi per quanto poeticamente ed evocativamente risulti ineccepibile, non riesco più a non sovrapporre il tutto mentalmente ora ad un concetto diciamo più di tipo soggettivo/oggettivo realistico, sottoporla cioè visto le parole da te usate ad una analisi logica.

Analizziamo (lo so che mi odierete per questo) :

"Fuori dalle onde del tempo
attardarsi presso la riva eterna"

Se fossimo fuori da un concetto di tempo, come potremmo "attardarci" o si potrebbe qualcosa poi attardare?

Se siamo fuori dal tempo, siamo fermi, immobili in una "riva eterna", il punto è che, se così fosse, non ci si può può poi più attardare da/in ciò che non passa, ma solo essere senza essere nulla, perché non si diviene appunto nulla, di fondo perde così di significato anche il termine "essere qualcosa", come anche il termine di fatto quindi di trovarci in una "riva", dato che si può essere o ci può essere qualcosa di fatto, solo e soltanto se ci si trova in relazione ad un tempo ed uno spazio di movimento, cioè di uno stato intrinseco di moto, quindi il nostro essere in movimento rispetto a qualcos'altro, qualcos'altro a sua volta poi in stato di movimento rispetto a noi.

"tra le cose presenti - inutili e belle
che non hanno un passato
e non avranno futuro"

Se non hanno un passato, e non avranno futuro, sono solo presenti, ma se sono solo presenti non possono essere più però, proprio per questo, né inutili, né tantomeno belle, dato che in un assoluto presente, in una riva eterna, in una istantaneità, non c'è più nessuno spazio e nessun tempo in cui questi concetti possano venire ad essere, o in essere, espressi

Per questo non posso personalmente, ma facendoti comunque tutti i complimenti che evocativamente e poeticamente merita la tua opera andare col mio voto oltre al 3, perché mi risulta per quanto bella e potente sia, totalmente illogica. Purtroppo la logica "ammazza" o decurta poi notevolmente, la poesia se posta sotto questa ottica.
Ciao Gabriele! Ben ritrovato! Ho letto con molto piacere il tuo commento, che punta molto a "smontare" dal punto di vista logico il mio - diciamo così - pensiero. In realtà i tuoi argomenti ripropongono l'eterna (perdonami!) questione filosofica tra essere e divenire - in sostanza tra Protagora e Eraclito. Sebbene la posizione di Eraclito sia stata abbracciata da molti pensatori nel Novecento, resta cmq la grandiosità logica del pensiero di Protagora e, dopo di lui, di Platone, Aristotele e molti altri, che hanno saputo concepire l'Essere come atemporale, in un eterno presente come l'Iperuranio platonico o l'Empireo dantesco, dove tutto accade in una dimensione in cui il tempo non ha più senso. D'altra parte la fisica moderna ipotizza la possibilità che lo spazio-tempo (le due cose devono andare a braccetto) possa collassare: i buchi neri sono esattamente questo. E allora cosa resterebbe se non la luce immobile, sospesa in eterno sull'orizzonte degli eventi, in un presente senza fine?
L'uomo ha da sempre ricercato nell'ontologia e nella metafisica delle realtà, per così dire, fisse. E nell'estetica le cose belle proprio perché al di fuori dal commercio con tutto (il tempo, il movimento, ecc.), ossia eternamente belle. E in altri campi, come la morale, vale l'idea che possa esistere un principio al di là del divenire dei costumi e delle società.
Per cui - per quanto tu lo abbia ben argomentato - non esiste una vera contraddizione logica nella poesia: può essere intesa come questo perenne anelito a quel qualcosa di eterno che contraddistingue l'uomo e che ha trovato spazio in pagine straordinarie della storia della filosofia e del pensiero umano.
Un abbraccio e grazie ancora per il tuo commento.
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Gabriele Pecci
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Re: Conchiglie sulla spiaggia

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

"D'altra parte la fisica moderna ipotizza la possibilità che lo spazio-tempo (le due cose devono andare a braccetto) possa collassare: i buchi neri sono esattamente questo. E allora cosa resterebbe se non la luce immobile, sospesa in eterno sull'orizzonte degli eventi, in un presente senza fine?

Poeticamente è così, ma la luce in realtà per la luce stessa se si potesse avere un sistema di riferimento di moto relativo a questa costante( che non c'è, e non è possibile avere) è già ferma, la luce il fotone dal punto di vista del fotone (che ripeto è impossibilitato non essendoci un sistema a cui possa fare o essere a sua volta in stato di riferimento) è totalmente ferma, non viaggia. Viaggia e non più quindi alla velocità, alla costante della luce solo per chi la osserva, cioè in questo caso il tuo occhio che la assorbe, o comunque a qualsiasi altro elemento con cui entri in interazione. Un buco nero è un fenomeno astronomico causale non di un collasso totale dello spazio/tempo ma, dovuto al suo astronomico potenziale valore di massa, rallentamento esponenziale del valore di essi man mano e maggiore che ci si avvicina o si entri in interazione con esso, fino ad arrivare alla singolarità in esso ipotizzata, ma non si tratterebbe comunque di un assoluto presente. Questo dato che lo stesso concetto di vuoto non è assolutamente e realmente vuoto nella nostra realtà, anch'esso presenta oscillazioni, fluttuazioni di energia a livello di campo quantistico, che hanno così dato modo allo spazio tempo di espandersi, e dove c'è energia c'è anche automaticamente e contemporaneamente moto, e dove c'è una quantità di moto e quindi di energia, automaticamente c'è spaziotempo in cui essa viene a necessitare di prodursi . Infatti il nostro viene definito un falso vuoto. Il concetto di presente assoluto, una istantaneità, un concetto di eternità atemporale e quindi non localmente spaziale può essere attribuita solo quindi ad un vuoto assoluto, ad un "nulla" di fatto, uno zero a livello quantistico, zero energia, quindi zero movimento, lo stesso fotone risulta quindi un fenomeno di costante istantaneità, quando esso viene emesso, come anche l'entanglement quantistico, e sotto determinati aspetti quindi, "essere" solo e soltanto in un tempo (che tempo infatti non è più) presente anche se apparentemente appartenente però ad una realtà di moto, ma proprio per questo infatti poi impossibile però da poter essere compresi o da comprendere nella loro istantaneità, ma rilevabili solo con la perdita di essa, cioè tramite una loro qualsiasi interazione, che causa arbitrariamente lo stare al di sotto della velocità della luce in questo caso che, non è in nessun modo infatti raggiungibile da tutto ciò che presenti una massa propria, dato che servirebbe energia infinita per raggiungere tale costante e non esiste energia infinita in uno stato di realtà finita o di costante quantità intrinseca di moto, dato che essa tende e tenderà sempre a diminuire col tempo e quindi nello spazio in cui questa viene a prodursi. Tutto si trasforma perciò, tutto al fine nella nostra realtà è in divenire anche i buchi neri. Perciò non può essere legato nessun termine o consapevolezza di nessun livello cosciente (essere o esserci, oppure inutile, bello,attendere, come anche osservare, creare o qualsiasi sia azione o pensiero) ad un atemporale e non spazio locato assoluto presente.
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Re: Conchiglie sulla spiaggia

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Gabriele Pecci ha scritto: 23/02/2023, 18:40 "D'altra parte la fisica moderna ipotizza la possibilità che lo spazio-tempo (le due cose devono andare a braccetto) possa collassare: i buchi neri sono esattamente questo. E allora cosa resterebbe se non la luce immobile, sospesa in eterno sull'orizzonte degli eventi, in un presente senza fine?

Poeticamente è così, ma la luce in realtà per la luce stessa se si potesse avere un sistema di riferimento di moto relativo a questa costante( che non c'è, e non è possibile avere) è già ferma, la luce il fotone dal punto di vista del fotone (che ripeto è impossibilitato non essendoci un sistema a cui possa fare o essere a sua volta in stato di riferimento) è totalmente ferma, non viaggia. Viaggia e non più quindi alla velocità, alla costante della luce solo per chi la osserva, cioè in questo caso il tuo occhio che la assorbe, o comunque a qualsiasi altro elemento con cui entri in interazione. Un buco nero è un fenomeno astronomico causale non di un collasso totale dello spazio/tempo ma, dovuto al suo astronomico potenziale valore di massa, rallentamento esponenziale del valore di essi man mano e maggiore che ci si avvicina o si entri in interazione con esso, fino ad arrivare alla singolarità in esso ipotizzata, ma non si tratterebbe comunque di un assoluto presente. Questo dato che lo stesso concetto di vuoto non è assolutamente e realmente vuoto nella nostra realtà, anch'esso presenta oscillazioni, fluttuazioni di energia a livello di campo quantistico, che hanno così dato modo allo spazio tempo di espandersi, e dove c'è energia c'è anche automaticamente e contemporaneamente moto, e dove c'è una quantità di moto e quindi di energia, automaticamente c'è spaziotempo in cui essa viene a necessitare di prodursi . Infatti il nostro viene definito un falso vuoto. Il concetto di presente assoluto, una istantaneità, un concetto di eternità atemporale e quindi non localmente spaziale può essere attribuita solo quindi ad un vuoto assoluto, ad un "nulla" di fatto, uno zero a livello quantistico, zero energia, quindi zero movimento, lo stesso fotone risulta quindi un fenomeno di costante istantaneità, quando esso viene emesso, come anche l'entanglement quantistico, e sotto determinati aspetti quindi, "essere" solo e soltanto in un tempo (che tempo infatti non è più) presente anche se apparentemente appartenente però ad una realtà di moto, ma proprio per questo infatti poi impossibile però da poter essere compresi o da comprendere nella loro istantaneità, ma rilevabili solo con la perdita di essa, cioè tramite una loro qualsiasi interazione, che causa arbitrariamente lo stare al di sotto della velocità della luce in questo caso che, non è in nessun modo infatti raggiungibile da tutto ciò che presenti una massa propria, dato che servirebbe energia infinita per raggiungere tale costante e non esiste energia infinita in uno stato di realtà finita o di costante quantità intrinseca di moto, dato che essa tende e tenderà sempre a diminuire col tempo e quindi nello spazio in cui questa viene a prodursi. Tutto si trasforma perciò, tutto al fine nella nostra realtà è in divenire anche i buchi neri. Perciò non può essere legato nessun termine o consapevolezza di nessun livello cosciente (essere o esserci, oppure inutile, bello,attendere, come anche osservare, creare o qualsiasi sia azione o pensiero) ad un atemporale e non spazio locato assoluto presente.
L'esposizione risulta ostica e poco chiara. Mi occorre tempo per esaminarla. La proporrò anche a mio padre per un suo giudizio.
Io mi riferivo al paradosso dell'informazione di Hawking, in base al quale tutta l'informazione, compresa quella quantistica, viene persa nel momento in cui è assorbita in un buco nero e resta come sospesa nell'orizzonte degli eventi, rilasciando di quando in quando delle radiazioni.
Comunque la questione mi sembra più ampia degli aspetti fisici. E' qualcosa che tocca l'uomo dagli albori e che ha condotto a pesanti antinomie. Non è illogica o contraddittoria, ma è in contraddizione con altre teorie, comprese quelle fisiche e quelle sulla natura dei buchi neri.
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Gabriele Pecci
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Re: Conchiglie sulla spiaggia

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Si in effetti era troppo arzigogolato nei concetti il mio precedente commento, pardon, comunque il mio voto è strettamente legato come ho cercato di espletare al meglio (peggio in questo caso) alla concezione che ho ora del concetto stesso di infinito, non più sovrapponibile a mio avviso ad un aspetto realistico o meno che sia di coscienza dato che questa necessita poi arbitrariamente di movimento. Comunque son discorsi e valutazioni personali che non tolgono nulla al valore del tuo scritto che a prescindere dal voto che ho infine assegnato, reputo invece molto alto poeticamente.
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Domenico Gigante
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Re: Conchiglie sulla spiaggia

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Gabriele Pecci ha scritto: 23/02/2023, 22:11 Si in effetti era troppo arzigogolato nei concetti il mio precedente commento, pardon, comunque il mio voto è strettamente legato come ho cercato di espletare al meglio (peggio in questo caso) alla concezione che ho ora del concetto stesso di infinito, non più sovrapponibile a mio avviso ad un aspetto realistico o meno che sia di coscienza dato che questa necessita poi arbitrariamente di movimento. Comunque son discorsi e valutazioni personali che non tolgono nulla al valore del tuo scritto che a prescindere dal voto che ho infine assegnato, reputo invece molto alto poeticamente.
Grazie Gabriele! La tua ricerca di senso evidentemente è qualcosa che ti coinvolge nel profondo, quasi una questione di vita o di morte. Ciò è sinceramente lodevole, segno di un'anima inquieta e che non si accontenta. E questa è la cosa veramente importante, non un voto o un commento. In bocca al lupo con tutto il cuore per la tua ricerca.
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Re: Conchiglie sulla spiaggia

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Grazie per le tue parole Domenico. E che purtroppo in relazione alle relative conclusioni a cui sono giunto, determinate parole associate a determinate concezioni mi appaiono ora differentemente, senza più poesia, senza più magia se vogliamo, cercare o trovare determinate risposte purtroppo ha un prezzo che và accettato se si vuole poi essere coerenti su ciò che si è compreso. Ma è un discorso che come dicevo vale per me, tu hai scritto una gran bella poesia, il voto è un voto, non sposta di una virgola il tuo giudizio sulla tua opera che è il solo e unico a contare. Il mio non era un commento per "smontare" ma per dare spunti riflessivi differenti, valutazioni non sul valore poetico di ciò che asseriva, quello è solo da lodare per la tua sensibilità, ma sul concreto di quello che il tuo testo nel suo poetare, poi prefiggeva sottointendere. Lo stesso per dire mi capita ogni qualvolta ora sento usare la parola "anima" (ci credevo io stesso fino in fondo poco più di un anno fa), non per la parola in sé, ma per ciò che sovrapponiamo noi ad essa, attribuiamo di tutto senza avere minima concezione di ciò che in realtà significhi, e non possiamo saperlo, nessuno può, si può solo dedurre coscientemente da ciò che essa, questo stato dove "stato" già non può più essere chiamato, sicuramente per deduzione logica coerente non è, lo stesso per infinito, eterno, a cui associamo derivata da una concezione greca (per assurdo sto leggendo proprio di questo nell' ultimo periodo) e poi anche latina, essere presente ma in stati di movimento, di coscienza, di creazione, ma ciò, proprio per il fatto di "essere" eterni e infiniti rende questi "stati" assolutamente poi qualcosa di totalmente nulli, non vitali, non esperibili, quindi non coscenziali, non creativi, ma solo e di fatto un nulla appunto. È un discorso troppo lungo e complicato da portare, e non è certo una gara di poesie il luogo adatto deve farlo, mi scuso anzi per la prolissità dei miei ragionamenti e per la divagazione eccessiva dalla e sulla tua opera Domenico.


Solo una precisazione rileggendo il mio primo commento forse c'è stato anche un piccolo fraintendimento dove dicevo

"Purtroppo la logica "ammazza" o decurta poi notevolmente la poesia se posta sotto questa ottica."

Intendevo tutta la poesia, non questa in particolare, ma il concetto alla base che spesso viene posto e si esprime in poesia riferendosi appunto all'anima, o all' eternità, sempre e comunque però sotto terminologie di movimento.
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Sempre inquietanti i voti che ci permetti di attribuirti, diventa difficile ricordare a cosa servono! :D
Piaciuta: in due parole hai espresso molto bene che le cose davvero importanti sono (solo) apparentemente effimere.
Singolarmente, volevo esprimere qualcosa di simile, ma mi è uscita invece una filastrocca :D
Non imparerò mai.
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Dopo la lettura di questi versi, ecco sembra di vederlo il Poeta imbattersi , nella solitudine, sulla risacca, nei residui di ormai morte vite marina, e dato loro uno sguardo porsi a meditare. Bello per lui il potere evocativo di queste conchiglie pur nella loro inutilità e bellezza e da cui ne nasce una forte e lapidaria riflessione che a ulteriori riflessioni porta. Voto 5.
Ultima modifica di Giuseppe Gianpaolo Casarini il 26/02/2023, 14:17, modificato 1 volta in totale.
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Marino Maiorino ha scritto: 25/02/2023, 14:30 Sempre inquietanti i voti che ci permetti di attribuirti, diventa difficile ricordare a cosa servono! :D
Piaciuta: in due parole hai espresso molto bene che le cose davvero importanti sono (solo) apparentemente effimere.
Singolarmente, volevo esprimere qualcosa di simile, ma mi è uscita invece una filastrocca :D
Non imparerò mai.
"Sempre inquietanti i voti che ci permetti di attribuirti, diventa difficile ricordare a cosa servono!". Eh sì, mi diverto per imparare a non prenderli troppo sul serio.
Ti ringrazio per il commento e ricambierò a breve.
Un abbraccio!
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Giuseppe Gianpaolo Casarini ha scritto: 26/02/2023, 12:08 Bello il potere evocativo di queste conchiglie pur nella loro inutilità e bellezza e da cui ne nasce una forte e lapidaria riflessione che a ulteriori riflessioni porta. Voto 5.
Grazie mille Giuseppe per il tuo commento (se ti va di modificarlo e allungarlo fino a 250 caratteri, anche il tuo voto risulterà valido). Felice che ti sia piaciuta la poesia.
Un abbraccio!
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