
L'attesa
Moderatore: Il Guru
L'attesa

Commento partecipante
I due salgono in soffitta, dove trovano un vecchio baule, dentro al quale c'è il diario di un trisavolo che si chiama proprio come uno dei due (Frederick),che veniva spesso punito con lunghe segregazioni in quel luogo a fare riassunti della Bibbia.
Cominciano a leggere il diario trovato nel baule.
il trisavolo raggiunge un luogo che non dovrebbe esistere e che nessun bianco ha mai visto: la città del lago di Catyr Kol, a 6 o 7 mila metri d'altezza, dove, si dice, una volta (qualche mese o duemila anni prima?) un viandante solitario, ignaro del fatto che che le porte fossero sempre chiuse, sia stato accolto.
E poi? E poi basta, nel diario c'è un'altra storia, ma così si spiegherebbero le strane punizioni di papà verso Frederick junior.
Il racconto è (quasi) scevro da errori, e si fa leggere, storia nella storia, avvincendo: lo stile, nonostante qualche virgola ballerina o, più spesso, assente, è scorrevole e incuriosisce al punto che, quando si arriva in fondo, si vorrebbe sapere il resto di quel che accadde a Frederick senior, in quella città presso il lago di Catyr Kol. In effetti, a parte quell'orrida ripetizione(*), l’unico difetto di questa storia è che, in realtà, resta sospesa, senza un vero finale: la battuta finale («Adesso capisco perché papà ti rinchiudesse qui con l’obbligo di leggere la Bibbia. Voleva sincerarsi che non seguissi le orme di Frederick il matto.») non riempie abbastanza la curiosità suscitata, che è tanta, perché il racconto nel racconto è introdotto bene e scritto da un’Ombra decisamente brava.
Dodicimila battute circa: lo spazio ci sarebbe stato per rivelare qualcosa di più, magari anche la brutta fine fatta dal trisavolo in quel posto, per dire. Trisavolo che, tuttavia, doveva essere sopravvissuto per aver scritto in quello almeno un’altra storia di un altro luogo. Quindi non doveva essersi fermato tutta la vita, epperò se era un viaggiatore, perché rinchiudere junior in soffitta per ore? Il papà non la contava giusta, lo dico.
Sfruttando anche solo due o tremila delle battute rimaste, l’autore avrebbe potuto soddisfare curiosità e dubbi del lettore ( i secondi, più sulla sanità mentale del babbo che su quella del trisavolo).
Il commento in una parola:
Intrigante.
Nota a piè di pagina:
(*)ripetizione: "vita". E, insomma, anche due virgole in più, dai!
Vi sono dei pellegrini qui in attesa da tutta una vita. Un minimo di pazienza è necessario nella vita.
proposta:
Vi sono dei pellegrini anziani, qui, in attesa da quando sono nati. Un minimo di pazienza è necessario, nella vita.
In considerazione della scarsità di errori e, all’opposto, della capacità di avvincere, nonostante la chiusura "piccola":
VOTO: 4
Commento partecipante
Il racconto mi ricorda molto un libro che ho letto anni fa (accidenti non mi sovviene il titolo) dove un vecchio si univa a una carovana nel deserto e camminava e camminava verso una meta irraggiungibile, verso dio. Un libro assurdo, ma veramente stimolante.
Se posso: la parte dei fratelli è noiosa e irrilevante, il finale è totalmente assurdo. Mi sarei concentrato sulla storia e sui personaggi della città. Se l’Ombra riscrive il tutto, può venirne fuori qualcosa di ottimo.
Due osservazioni da rompiscatole:
1 - se la città è “popolosa”, è impensabile che vi sia un passaggio per una persona alla volta. Ci dovrebbe essere un notevole traffico in entrata e in uscita, soprattutto di merci. Dubito che uno che attende per anni l’apertura di una porta sia disposto a perdersela perché è a zappare la terra; la città deve essere per forza fornita da carri alimentari e quindi i varchi e le strade devono esserci.
2 - se io attendo che si apra una porta non mi fisso su una sola porta, ma su tutte. Mi immagino quindi che la popolazione ruoti in continuazione intorno alle mura, come succede alla Ka’ba.
Poiché la gente gira intorno all’edificio da secoli, la strada dovrebbe essere molto consumata e trovarsi al di sotto del livello del terreno circostante.
Insomma la storia della città mi intriga molto.
Finale senza senso, va riscritto.
VOTO: 3
Commento partecipante
La storia è molto interessante e piacevole, l’ombra crea un’atmosfera immersiva che trascina il lettore dentro a questo mondo fatto di attesa, speranza e meraviglia. A tratti diventa quasi una parabola religiosa, creando un senso di mistico, di spiritualità, dalle tinte eterne.
L’unico difetto secondo me è dato da periodi e paragrafi troppo lunghi che appesantiscono la prosa in alcuni punti. Rendendo il racconto forse troppo denso.
Vorrei leggere di più di questo autore o autrice.
Voto: 4
Commento partecipante
VOTO: 3
Commento partecipante
apre solo quando il vento del caso spira attorno al suo uscio. Apprezzo
anche lo stratagemma del diario dentro il baule centenario. Mi piace.
Voto: 4
Re: L'attesa
VOTO: 2
L'Altro
antologia AA.VV. sulle diversità del Genere Umano
Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Furio Bomben.
Contiene opere di: Furio Bomben, Antonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli,
Vespina Fortuna,
Thomas M. Pitt,
Laura Massarotto, Pasquale Aversano,
Ida Dainese,
Iunio Marcello Clementi, Federico Pavan,
Francesca Paolucci,
Enrico Teodorani,
Giorgio Leone, Giovanna Evangelista,
Alberto Tivoli,
Anna Rita Foschini,
Francesco Zanni Bertelli,
Gabriele Ludovici,
Laura Traverso, Luca Valmont,
Massimo Melis, Abraham Tiberius Wayne,
Stefania Fiorin.
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Dentro la birra
antologia di racconti luppolati
Complice di serate e di risate, veicolo per vecchie e nuove amicizie, la birra ci accompagna e ha accompagnato la nostra storia. "Dentro la birra", abbiamo scelto questo titolo perché crediamo sia interessante sapere che cosa ci sia di così attraente nella bevanda gialla, gasata e amarognola. Perchè piace così tanto? Che emozioni fa provare? Abbiamo affidato questa "indagine" a Braviautori, affinché trovasse, tramite l'associazione e il portale internet, scrittori capaci di esprimere tali sensazioni. E infatti sono arrivati numerosi racconti: la commissione ne ha scelti 33. Nemmeno a farlo apposta, 33 è la quantità di centilitri di un gran numero di bottiglie (e lattine) di birra; una misura nota a chi se n'intende.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Contiene opere di: Andrea Andreoni,
Tullio Aragona, Enrico Arlandini, Beril, Enrico Billi,
Luigi Bonaro, Vittorio Cotronei, Emanuele Crocetti,
Bruno Elpis, Daniela Esposito, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Livio Fortis, Valerio Franchina, Luisa Gasbarri, Oliviero Giberti, Elena Girotti, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Fabrizio Leo, Sandra Ludovici, Micaela Ivana Maccan, Cristina Marziali, Stefano Masetti, Maurizio Mequio,
Simone Pelatti, Antonella Provenzano, Maria Stella Rossi, Giuseppe Sciara,
Salvatore Stefanelli,
Ser Stefano,
SunThatSpeed, Marco Vignali.
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I sogni di Titano
Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Gara 30 - La verità è là fuori








A cura di Diego Capani e Luigi Bonaro.
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Giudizio Ardito - A.D. - Apocalypse Day













A cura di Arditoeufemismo.
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La Gara 54 - Sotto il cielo d'agosto








A cura di Giorgio Leone.
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