Muse e musica estiva di tanto tempo fa
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Muse e musica estiva di tanto tempo fa
Arriverò dove tramonta il sole. Dissi tra me.
Toccherò la fine dell’ orizzonte.
Mi voglio perdere in questo mare .
Dolce perdersi in questo infinito,
nuotare libero contro ogni avversità .
Ma mentre ero intento a nuotare .
Una voce sentii echeggiare su quel mare cristallino.
E tu chi sei? Come ti chiami umano ?
Chi turba il mio sogno muovendo
le sacre acque dell’ oblio ?
Io risposi
Nuoto, mi rinfresco , non pensavo di far nulla di male.
Volevo solo fare una nuotatina.
Chiedo perdono se ho disturbato
il suo riposo signore del mare.
Ma voi ditemi dove siete?
Poiché non vi vedo ,vi riesco solo ad udire.
Io umano sono il Dio del mare Nettuno.
E questo è il mio regno.
Io qui , tutto posso. In ogni cosa vivo
mi ricreo, rinasco, cresco, domino ogni mare.
Nei miei abissi , voi umani non potete mai giungere .
Accidenti allora ho commesso un grave sacrilegio vi chiedo umilmente perdono . Dissi. Datemi tempo, io ritorni indietro per svanire dalle vostre spiagge . Credimi ti prego non c’ era nessuna
mia intenzione di recare disturbo.
Me meschino come mi sento in colpa.
Son giunto qui per conoscere un mito
invece incontro un Dio.
Sono giunto in questo luogo meraviglioso
trasportato sulla scia d’un canto di libertà.
Continua a nuotare ragazzo mi rispose Il Dio non voglio farti alcun male ,son vecchio e saggio . Ho visto tanto mare e tanto male ho conosciuto tanti uomini ,donne . In molti son passati su queste chiare mie acque . Ti confesso spesso io stesso , nuoto nei vostri sogni e vi conduco in codesto mare dove
l’ immaginazione trasforma un pesce in una sirena
ed uomo in un tritone.
Confesso la mia ipocrisia.
Insita nelle mie azioni.
Nei secoli trascorsi , quanta pietà ho provato
per voi vittime della mia bellezza.
Non disperate Signore , non farti vincere dal rimorso dal senso di colpa forse la verità è che abbiamo sbagliato entrambi. Uomini e Dei.
Siamo giunti poche volte a comprenderci
E quella volte che è successo
E nato un nuovo canto , una gioia indescrivibile.
Le restanti volte che non ci siamo compresi ,qualcuno di noi è passato a miglior vita. Qualcosa è cambiato . Ma chi son io per giudicare l’ operato del Dio del mare ,io che per poco annego nei miei sogni e cerco qualcuno o qualcosa che mi aiuti ad uscire salvo da questo dormiveglia . Afferra la mia mano e lasciati andare , non muoverti rimani immobile quando riaprirai gli occhi tutto ciò che hai visto e sentito resterà solo un breve ricordo . mi disse il Dio.
Oh vi ringrazio vi son tanto grato Signore .
Questo vostro gesto lo ricorderò fin quanto campo . Lo narrerò ai miei figli e ai figli dei miei figli .
Lo narrerò al mondo intero .
Narrerò della vostra grazia ,della vostra giustizia ,della vostra bellezza . Dell’ amore che voi Dei continuate ad avere verso noi umani.
Sono felice d’ avervi conosciuto di aver potuto udire la sua voce . Di aver potuto comprendere la pietà che anima il tuo essere , al pari di una umanità sempre più ferita ,uccisa dal progresso ,dalla volontà di eguagliarvi.
Ma io voglio essere diverso ,voglio divenire
quell’ anello mancante tra voi Dei ed umani .
Dunque vorresti essere un semidio
un messaggero di noi Dei .
No , signore voglio essere un cantante.
Un cantante?
E un compito gravoso pieno di impegni e di dure prove da superare ,ma se tu ci tiene a divenire un cantante io non ho nulla da ridire . Già in tanti in passato son diventati semidei ,eroi ,messaggeri di quel nostra natura. Avvicinati e dunque abbracciami , nuota e canta ancora più forte, fin quanto le forze non ti lasceranno fino a rimanere esausto in un corpo privo di ogni volontà . Lasciati andare , ascolta il rumore del mare , ascolta ciò che ti vuole dire . Ascolta , poiché quelle sono le mie parole. Sono la prova che io da questo momento vivrò sempre in te, E tu sarai il mio messaggero , diverrai un cantante al pari di tanti semidei del passato, un novello Orfeo.
Ed io continuai a nuotare nel caldo afoso pomeriggio estivo ,lungo la calda costa calabra ionica , passando cosi dalla vita alla morte , dalla realtà alla leggenda , illuminato dalle pallide stelle della prima sera mi persi nell’ orizzonte dell’olimpo . Nuotai e cantai fino a giungere dove mai nessuno era giunto. In un luogo ameno aldilà del bene e del male , ove vivono gli Dei , padri e figli nei nostri sogni. Per continuare a sognare una vita ed un amore che il mare dona d’estate ai suoi figli a tutte le creature del creato. E nel canto degli dei prosegui il mio viaggio verso un mondo soprannaturale, ove vivevano in sintonia cantanti e miti , ove l’amore è un mare profondo e limpido. Che si confonde ed unisce con l’azzurro del cielo nel suono delle onde della melodia divina del creato.
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commento
la punteggiatura è completamente da rivedere.
ci sono parecchie ripetizioni e non mancano le d eufoniche.
quando ci sono i dialoghi, credo convenga mettere i caporali o il trattino, per far capire quale sia la parte parlata.
insomma, personalmente consiglio una revisione totale, anche perché, ripeto, l'idea è carina.
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Ne migliorerebbe solo la leggibilità, del racconto non posso eccepire nulla perché è davvero gradevole, coinvolgente, sembra di star lì.
Che la punteggiatura andrebbe messa in un certo modo? Te l'hanno già detto.
Che nella stessa frase ti sei rivolto a Nettuno col voi, col lei e col tu? Nella stessa frase!
E tu capisci che, se DAVVERO hai buttato giù queste righe tutte di getto, vergando su carta quello che ti usciva dalla bocca come ti usciva dalla testa, allora capisco che stai giocando, e mi dispiace.
Cosa vuoi dire, che ci prendiamo troppo sul serio? Può darsi, e allora?
Per alcuni, sarà vero. Per altri, il contrario.
Ricorda che anche per toccare Giobbe dovette chiedere permesso!
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Museo letterario
Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte
Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
Copertina di Giorgio Pondi.
Contiene opere di: Claudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, Isabella Galeotti, Tiziano Legati, Angelo Manarola, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Annamaria Vernuccio, William Grifò, Maria Rosaria Spirito, Cristina Giuntini, Marina Paolucci, Rosanna Fontana, Umberto Pasqui.
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