Questo è un soldato!
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Questo è un soldato!
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Re: Questo è un soldato!
Re: Questo è un soldato!
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Re: Questo è un soldato!
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Questa è fantascienza - basta guardare ai cadaveri di civili, morti dopo torture anche ai giorni nostri per capirlo.
Ti invito a rivedere questo periodo, perché ci sono troppi "due":
"Mentre gli elicotteri si allontanano, con a bordo i due Leoni feriti, un operatore chiede al suo comandante se i due se la caveranno. Non viene fatta distinzione tra i due."
Che ne penso? Si fa leggere, per quanto inverosimile sia la storia e criptico il graffio del gattino (che voleva dire? Meglio un giorno da leone? Io scelgo i 50 da orsacchiotto).
Comunque, dai, scorrevole, nonostante tutte quelle "d" distoniche.
Per me è un quattro su cinque, e questo nonostante si porebbe pensare che "uno= numero uno", "cinque=ultimo", perché — attento! — hai modificato il sondaggio. Forse non sai che è un reato di lesa Sbagliosità: un forum è stato abbandonato, per questo. Non sei "uno di noi"*, vero?
Ps
"Anima" è femminile: mettilo, l'apostrofo.
*
Chi lo è, capisce.
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Re: Questo è un soldato!
Non tollererò ulteriori provocazioni non attinenti ai racconti, né al normale svolgersi delle attività qui nel sito.
Tra qualche giorno eliminerò anche questo mio intervento (ricordatemelo, nel caso).
L'amministratore.
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Re: Questo è un soldato!
Cerco di rispondere a tutte le questioni più o meno direttamente.
Certamente ogni soldato, nella sua azione, cerca di non morire e di evitare la morte dei propri colleghi, questo è un suo dovere così come è dovere adempiere alla propria missione rispettando ordini, regole di ingaggio e regolamenti: che peraltro contemplano anche quanto sopra.
Motivi ideologici generalmente comprendono: difesa della Patria, salvaguardia delle istituzioni, rispetto delle regole dello Stato e fedeltà alla Repubblica. Difesa dei deboli e altruismo sono anche tra i maggiori motivi che determinano un soldato.
Naturalmente ogni soldato può benissimo avere motivazioni religiose, sono cose tra lui e Dio, ci mancherebbe.
Su Kant e Nietzsche stendo un velo pietoso: non mi sono mai andati a genio.
Si, la guerra fa schifo, molto meglio la pace: solo un pazzo non sarebbe d’accordo.
La guerra è il regno del caos: ma proprio per questo ordine, disciplina, lealtà, etica etc. sono l’arma più potente per chiunque voglia rimettere le cose a posto. Soccombere non è mai la cosa giusta, aumentare il caos neppure.
"Quello che fino all’attimo prima era un nemico, non potendo più nuocere, torna ad essere semplicemente un essere umano" non è fantascienza: è parte del nostro Credo, del Codice e dell’Etica.
Chi pratica torture su civili, fino alla morte, commette un crimine ed è un criminale: non un soldato per come la vedo.
Grazie per i suggerimenti, hai ragione.
“Meglio morire della zampata di un Leone che del morso di un gatto” è un famoso proverbio sovietico, pardon russo.
Lesa sbagliosità… non direi.
Voluta zamposità , da leggersi come addestramento d’Anime nel pieno rispetto, si spera, delle ROE: molto più probabile.
Leggo nelle ROE
“Opzioni:
Inserisci una voce per riga. Puoi specificare fino a 5 opzioni …”
N.B. Se esiste qualche norma, a me sconosciuta, che vieta il cambio d’opzioni prego di comunicarmelo.
Più che d'accordo invece riguardo il ribaltamento del punteggio nel mio caso: è cosa buona e giusta.
Dopo una cura intensiva per curare le “d” eufoniche che ti aspettavi?
Gradevolezza, armonia, assonanza nel leggere?
Potrei ricominciare però.
La questione “uno di noi” richiede invece articolata risposta considerando le seguenti opzioni lette come: Sono uno di voi con stella e cioè sarei:
1) Babbano:
Inteso come privo di poteri magici, che non proviene da una famiglia magica, salvo eccezioni non a conoscenza dell'esistenza del mondo magico pieno di stelle.
Negativo:
Ho poteri “magici”, provengo da famiglia “magica” e conosco il mondo “magico”. Stelle “magiche” alla grande insomma.
2) Bravo scrittore stellato.
Negativo:
Sono una pippa di scrittore, attualmente apprendista, ma vedrai che pian piano apprendo: così quando son vecchio scrivo le mie brillanti memorie ai posteri.
3) Ammiratore della stella rossa, di sovietica memoria.
Negativo:
Pur avendo avuto molteplici “contatti”, spesso violenti, con mugìk e meno violenti con le loro belle figliole furbacchione ben addestrate, ho sempre considerato i portatori della stella rossa, facenti parte del partito arancione. Li rispetto come esseri umani, ma avvio radar e sonar quando ne incrocio qualcuno in navigazione preparando le camere di lancio. Evito a tal proposito di descrivere la situazione siluri che in assonanza con "belle figliole" potrebbe portare ad errate conclusioni. Nulla da dire tuttavia sulla stella rossa della famosa "bionda" olandese: quella me la bevo più volentieri.
4) Portatore di stellette sul bavero.
No comment: certo che "capisco" ma devi farti bastare la risposta.
5) Seguace della stella simbolo di luce, speranza, energia, libertà, fede, eternità e ricerca della vita.
Sempre! E che gli Angeli siano con noi.
Corretta la segnalazione sull’Anima che è femminile: ma anche qui avrei da disquisire.
Carl Gustav Jung, col suo concetto di energia, attribuisce:
A) All'Animus, un’energia maschile, decisionale e razionale della psiche.
B) All’Anima, un’energia femminile più vicina alle proprietà accoglienti, creative, emotive e intuitive della mente.
Sarebbe quindi, a mio vedere, più corretto scrivere un Animus.
Scherzi a parte, grazie davvero a tutti per la comprensione, ho buttato giù il racconto in fretta e furia badando ben poco alla forma.
Grazie anche a chiunque vorrà segnalarmi ulteriori imprecisioni, sarà mia premura rimediare.
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Re: Questo è un soldato!
I loro successori non è che siano molto diversi, salvo essere costretti a raccontare qualche balla in più.
La disinformatja fa parte del loro modo di agire e anche da noi tentano di esportarla da parecchio tempo.
Oggi è forse appena più chiaro a tutti quale sia il loro modo di agire, quali siano i loro metodi, quale sia il loro concetto di libertà etc.
Tuttavia la realtà è molto peggio di quanto si possa percepire.
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Il racconto ha una struttura piuttosto semplice: dei dialoghi, che sostituiscono le sequenze narrative e descrittive e fungono anche da introduzione. Questa soluzione, pure se toglie qualcosa alla narrazione, rende il racconto piuttosto rapido, e fresco.
Il finale è meno riuscito, perché un narratore esterno quasi dialoga con l'autore reale. E l'autore reale suggerisce al lettore quale debba essere la corretta interpretazione del racconto. Il che fa deragliare anche la prima parte verso qualcosa di diverso da un racconto. Non so se sono riuscito a spiegarmi. Se la prima parte possiede tutti gli ingredienti di una narrazione, il finale no, a mio avviso. Quelle inserzioni volutamente didascaliche recitate dall'autore rovinano l'effetto iniziale. Dovresti provare a dar voce a un narratore, piuttosto che all'autore.
Sia ben chiaro, l'autore può intervenire nella narrazione, ma deve farlo in modo leggero e isolato, non può entrare a gamba tesa. Altrimenti è marketing, è un discorso narrativo a fini pubblicitari. Perché anche in pubblicità si costruiscono narrazioni, ma alla fine si propone il prodotto, o di sicco o di sacco, si dice dalle mie parti.
Altro appunto. Il vocativo sta sparendo. I vari Caimano e Gamma, sono vocativi, va la virgola, non so quante migliaia di volte l'ho scritto in questo forum. E lo stesso vale per i vari Come va, Leone, Ok, Leone. Quando si chiama qualcuno, va posizionata la virgola prima o dopo il nome, la vocazione. Greci e latini avevano un caso loro e gli mancava la virgola. Noi abbiamo la virgola, ma non i casi. Adoperiamola.
Una curiosità, ma i Leoni non sono quelli della Brigata San Marco? Qui, invece, adoperi il termine in senso lato, come sinonimo di soldato, o uomo.
Il dubbio riguarda invece l'ambientazione. Ruslan è russo. Mentre gli avversari sembrano truppe NATO.
Quanto al tema in sé, da appassionato di storia militare, ti capisco. Ma gli eserciti occidentali sono ormai tutte forze armate professionali. E, avendo a che fare con dei professionisti, sono sicuro che così accade, come tu descrivi. Ma nel passato non è stato così. E anche oggi. I Wagner, cosa sono? I cosiddetti miliziani di Hamas che hanno catturato decini di civili israeliani? E i civili israeliani stessi, tutti con una lunga formazione militare alle spalle e con un Galil a casa, cosa sono? Ecco, se è facile sapere che un Lagunare è un soldato, purtroppo i conflitti odierni, quasi sempre asimmettrici, non permettono di capire chi sia il soldato e chi il civile.
La domanda non è se questo sia un soldato, ma chi si può considerare un soldato.
Mi viene in mente, durante la Guerra dei Sette Anni (che fu il conflitto tra la talassocrazia britannica e la nascente talassocrazia francese, conflitto che in forme diverse durò sino al 1815 con la sconfitta totale della Francia), nella sua diramazione nordamericana, che prese il nome di guerra franco indiana. Ecco, da ambo le parti si ricorse non solo a milizie coloniali, ma anche all'ausilio di popolazioni native da secoli in guerra tra loro e federatesi per farsi la guerra e annientarsi a vicenda. Le truppe regolari, sia da una parte che dall'altra, erano scandalizzate dal modo di combattere dei nativi e dei coloniali. La loro era una guerra già totale. Ogni colono, e ogni nativo, era un soldato. Ogni famiglia, e ogni clan, era un gruppo combattente. E quindi tutti i civili erano considerati nemici in armi, compresi donne e bambini, e come tali venivano trattati. Come i popoli nativi, anche i coloni erano un popolo guerriero. Gli americani si sono forgiati su quei campi di battaglia, sin dall'inizio della loro storia, e hanno assorbito quella mentalità. E hanno inventato loro la guerra totale. I contadini americani non avevano nulla in comune con i contadini europei, che erano considerati e trattati alla stregua di cose, proprietà che passavano da un padrone all'altro. E come proprietà rimanevano in disparte dalla guerra, come se non li riguardasse. Guerra che era combattuta da mercenari ed eserciti professionali, almeno fino alla Rivoluzione Francese, che fece diventare le cose cittadini e introdusse la leva obbligatoria. I contadini americani, invece, erano innanzitutto coloni, uomini liberi. E combattevano per sé.
L'esercito continentale si formò sulla base delle milizie coloniali. Il corpo dei marines venne fondato addirittura nel 1775. Non guardavano ai Royal Marines britannici, loro avevano in mente ben altro. Loro erano i cani del diavolo.
Questo per dirti, la realtà a me pare sempre più variegata, difficile da incasellare e inquadrare, di quanto si voglia. E forse quel tuo titolo, nella sua assertività, non riesce a cogliere sfumature che a me paiono infinite.
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Re: Questo è un soldato!
I Leoni sono indubbiamente quelli della Brigata Marina nonché forza da sbarco, tuttavia qui abbiamo a che fare con un altra razza di "felini" che non intendono assolutamente usurparne il nome, inquadrati altrove.
Il Leone del gruppo Gamma si chiama così.
O meglio questo è il nome di battaglia con il quale i suoi compagni lo conoscono.
Il perché gli sia stato affibbiato è una lunga storia, influisce indubbiamente la sua provenienza dalla sopra citata Brigata oltre ad un episodio occorso nel continente nero dove il buon Leone ha fatto secchi due suoi simili del mondo animale che terrorizzavano da lungo tempo un villaggio... e qui mi taccio.:
Ruslam viceversa è un nome proprio russo che significa Leone.
"Felini" tutti ma in maniera diversa, insomma.
Non so se ho chiarito il dubbio.
L'ambientazione è vaga perché così deve essere ma contatti con ex sovietici, più o meno regolari, sono tutt'altro che rari.
A mio modo di vedere soldato è colui che rispetta disciplina, etica e onore militare.
Colui che nel rispetto di quanto sopra lotta attivamente per la difesa della libertà e della vita degli esseri umani.
Colui che cerca attivamente di trasformare caos e violenza in ordine e pace.
Sono d'accordo che esistano diversi modi di interpretare il ruolo di soldato nel mondo, in oriente, in occidente e anche in Europa, in passato e anche oggi.
Tuttavia per come lo intendo: questo è un soldato! Dal mio punto di vista.
Concordo sul titolo assertivo che parrebbe dire: Solo così è un soldato!
Per quello, conscio del fatto che la natura umana è bella proprio perché ognuno di noi è diverso da qualsiasi altro essere umano, con risvolti a volte piacevoli e a volte molto meno, termino il racconto con: Anche questo è un soldato oggi! Diffidate dalle imitazioni.
Implicitamente:
Sono cosciente che un soldato può essere anche altro.
Chi ne scimmiotta il modo d'agire o sbaglia purtroppo non manca.
Non lo nego: il loro operato purtroppo lo vedo.
P.S. Un po' l'ho modificato, quando avrai tempo e voglia buttagli un altro occhio.
Naturalmente ogni consiglio è un dono. Grazie ancora.
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Re: Questo è un soldato!
Sugli ex sovietici ho idee divergenti. Credo che l'Unione Sovietica comunista fosse in fondo un'entità molto meno aggressiva della Russia capitalista di oggi. Dubito che l'ex URSS si sarebbe imbarcata in una guerra del tipo che vediamo oggi in Ucraina, e infatti non l'ha mai fatto. Anche l'Afghanistan fu ben altra cosa.
Comunque, visto quanto sta succedendo in Israele ho paura che un grande conflitto generalizzato sia molto vicino. Spero di sbagliare, ma gli israeliani dovranno reagire e gli Stati Uniti ho paura che non resteranno a guardare. Un tentativo così deliberato di destabilizzazione dall'Africa al Medio Oriente all'Europa, io non lo ricordo.
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Re: Questo è un soldato!
I loro discendenti (mafiosi e capitalisti), in quanto a strategia, a volte fanno davvero dubitare, sebbene non è mai il caso di sottovalutarli.
D'altra parte quando ci si circonda di leccapiedi che hanno paura di dire le cose come stanno i risultati sono questi.
Non credo che nei vari vertici a cui la Russia ultimamente ha partecipato abbiano parlato solo di economia e condimeteo.
I risultati di recenti accordi cominciamo a vederli: Africa, Balcani, Medioriente...
Anche la mia speranza è che riguardo il conflitto generalizzato tu possa sbagliare.
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Re: Questo è un soldato!
Uno di noi: i monelli di un altro luogo. A posto cosi.
Il sondaggio: no, non c'è regolamento, mi pare. Vai sereno, almeno finché non lo mettono.
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Re: Questo è un soldato!
grazie per la segnalazione: aggiunto.Il_Babbano ha scritto: ↑08/10/2023, 18:42 Il sondaggio: no, non c'è regolamento, mi pare. Vai sereno, almeno finché non lo mettono.
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Re: Questo è un soldato!
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L'idea di un sentimento umano universale che nobiliti gli uomini mi ha fatto molto riflettere, soprattutto in un periodo come questo. Hai fatto un buon lavoro proponendo uno spaccato crudo, ma (spero) reale.
Buona gara Teseo.
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Fa piacere rileggerti anche se devo confessarti che i racconti di guerra non mi hanno mai coinvolto tanto a parte uno di cui ancora ho ricordo e lo rileggo volentieri (il sergente nella neve di Rigoni Stern).
Ho apprezzato la morale che vuole emergere, nonostante la scrittura un po' difficile e macchinosa.
Potrei dirti di alleggerire le parti narrative, di utilizzare parole più semplici e meno ricercate. (il narratore può benissimo essere un soggetto fuori dal contesto che non parla il linguaggio "militare", può essere addirittura un civile che vede e racconta).
Accetto consigli per approfondire questo tipo di racconti, per me ancora da esplorare.
Mi sento di darti un 3 per ora, ma se lo modifichi e dai la possibilità di cambiare voto, sono pronta con il dito a cliccare 5!
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
I sette vizi capitali
antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Federico Mauri, Emilia Pietropaolo, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Lidia Napoli, Alessandro Mazzi, Monica Galli, Andrea Teodorani, Laura Traverso, Nicolandrea Riccio, F. T. Leo, Francesco Pino, Franco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, Selene Barblan, Caterina Petrini, Fausto Scatoli, Andr60, Eliana Farotto.
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Mai Più
Antologia di opere grafiche e letterarie aventi per tema il concetto del MAI PIÙ in memoria del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, di AA.VV.
Nel 2018 cade il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, perciò abbiamo voluto celebrare quella follia del Genere umano con un'antologia di opere grafiche e letterarie di genere libero aventi per tema il concetto del "mai più".
Copertina di Pierluigi Sferrella.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Alessandro Carnier, Romano Lenzi, Francesca Paolucci, Pasquale Aversano, Luisa Catapano, Massimo Melis, Alessandro Zanacchi, Furio Bomben, Pierluigi Sferrella, Enrico Teodorani, Laura Traverso, F. T. Leo, Cristina Giuntini, Gabriele Laghi e Mara Bomben.
La Gara 38 - Sorpresa!
A cura di Lodovico.
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La Gara 51 - 50 sfumature
A cura di ser Stefano.
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La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
A cura di Alessandro Napolitano.
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