Un fulmine a ciel sereno

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2024.

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Marirosa
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Un fulmine a ciel sereno

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Monica se ne stava seduta alla scrivania, il mondo era cambiato, c'era una paura nuova e sottile nell' aria, ma il suo lavoro era quello di sempre, noioso e monotono, solo svolto da casa. Un colpo alla porta spezzò i suoi pensieri. Tutto sembrava silenzioso. Forse l’aveva immaginato. E poi perché bussare, se c’era il campanello? Si rimise al lavoro. I colpi si ripeterono. Stizzita andò a controllare, ci mancavano gli scherzi idioti!
Aprì la porta, sulla soglia, ansiosissima, stava una sua vecchia amica di scuola. Non la vedeva da anni.
«Aiutami.»
«Certo. Ma cosa…»
«Non qui…per favore, entriamo. Presto» La sua amica, sembrava agitata. E pareva supplicarla con lo sguardo. Una parte di sé voleva mandarla al diavolo, l’altra era curiosa di scoprire cosa l'aveva portata sul suo pianerottolo, in preda all’angoscia, dopo tanti anni.
«Va bene. Entriamo, così mi racconti.»
«Sì…» Sibilò a fior di labbra. «Sì ti racconto…» Aggiunse un poco più decisa.
Monica si fece indietro e Ilaria si precipitò dentro casa, non disse più una parola sin quando non furono lontane dall’ingresso.
«Vuoi un caffè?»
«Non c’è nessuno qui, vero?»
«Chi vuoi che ci sia?»
«Non so…siamo sole? Proprio sole?»
«Ho un criceto in camera, è un problema?»
«Non scherzare, ti prego. È una cosa seria. Davvero seria.»
«Ti decidi a spiegarmi? Queste scene mi stanno stancando…»
«Scusa… Io ho cominciato a lavorare subito dopo il liceo…no? Perché ero brava coi computer ti dissi…»
«Sono passati anni…e comunque non mi hai mai detto molto. Puoi tagliare corto?»
«Non potevo dirti niente! » Esclamò «E neanche adesso posso, ma sono davvero nei guai, se non mi aiuti tu, mi resta solo morire.»
«Come sei tragica!»
«Sono bruciata. »
«Ilaria smettila! Non sei mai stata un tipo diretto ma tutto questo è troppo! Se vuoi prendermi in giro, torna tra altri vent’anni!»
«Per favore, è una questione seria! Sei la mia ultima speranza, almeno ascoltami!» Monica alzò gli occhi al cielo. La sua amica sembrava sincera, anche se in preda al più totale delirio. Che in quegli anni fosse impazzita? Ascoltarla non le avrebbe cambiato la vita, e almeno era un diversivo dal suo lavoro.
«E va bene. Sentiamo.»
«Lavoravo qui in Italia per un uomo, Belonghi, come agente della sezione ET627 di un’agenzia governativa I.C.G.A, il mio nome in codice era G12, poi sono stata trasferita a Londra, per la mia buona conoscenza della lingua. Il mio capo a Londra era Sharley. Il mio nuovo nome in codice J24. Lavoravo nel campo delle ricerche e dei supporti tecnici, con i computer. Andava tutto a meraviglia. Ma poi mi sono fatta notare troppo, e sono stata promossa. »
«Cosa stai blaterando?» Monica, era quasi spaventata.
«Il mio capo è diventato Shadow, e io sono diventata S20K, ossia un agente ombra. Sono alla mia seconda missione, e ho fatto un casino»
«Spiegami, ma non sono sicura di voler sentire.» L’umore di Monica era cambiato.
«Un’ombra è un agente che svolge ricerche sul campo, sotto copertura. Avevo un appuntamento con un contatto, e avrei dovuto presentarmi come Luisa Rossi. Ma ho sbagliato. E mi sono presentata col nome che ho usato nella prima missione»
«E quindi?»
«Avrei dovuto fare rapporto per essere sostituita. Ma un’ombra bruciata deve sparire. Ossia prendere un veleno. Io rivoglio il mio vecchio lavoro.»
«Cosa vuoi da me?»
«L’uomo che dovevo incontrare, non conosce davvero il volto o la voce di Luisa Rossi. Gli ho mandato un messaggio, dicendo che avevo avuto un incidente, nulla che non si risolvesse in due, tre giorni, e gli ho dato un nuovo appuntamento.»
«Non vorrai che mi sostituisca a te, spero!»
«Per questo sono qui. Sei sempre stata molto più in gamba di me. Tu puoi riuscire, e salvare la situazione.»
«No. Se quello che mi hai detto è vero, è il tuo lavoro. Non voglio entrarci.»
«Per favore…non voglio morire…voglio tornare a essere un topo d’archivio.»
«Un cosa?»
«E’ così che gli operativi chiamano noi tecnici.» Monica alzò gli occhi al cielo.
«Gli operativi?»
«Sono gli agenti che vanno in missione, loro hanno vari gadget e anche armi.» Quella storia era troppo assurda anche per una storia inventata, e conoscendo Ilaria, era vera.
«Se ti aiuto, potresti anche rimanere un… ombra»
«No. Chiederò di tornare al mio reparto. »
«E se non accettassero?»
«Lo faranno, li supplicherò. Non possono non avere un cuore.» Monica era scettica, ma non disse nulla. Aiutare la sua amica le sembrava una follia. Ma da quando non faceva una follia? Aveva sempre amato i film di spionaggio, e da piccola più di una volta aveva sognato di essere un agente segreto. E ora ne aveva l’opportunità.
«Ti aiuterò». Ilaria l’abbracciò.
«Grazie. Grazie. Grazie
«Me ne pentirò. Non capisco perché hai accettato la promozione.»
«Anche il mio capo, ha abbaiato qualcosa di simile…ma ho avuto paura a rifiutare sul momento…»
«Il tuo capo ha cosa?»
«Oh…Sahrley abbaia sempre…ma penso che in fondo sia una brava persona.» Fece una piccola impercettibile pausa «Ed è quello meno spaventoso.» Aggiunse a bassa voce.

Luisa Rossi, se ne stava annoiata, in una piccola stanzetta, a guardare il suo orologio, e a svolgere un inutile lavoro di routine. Era lì, perché doveva raccogliere dati sull’attività di un’azienda, per alcuni comportamenti sospetti. Il contatto, che aveva incontrato al posto d'Ilaria, era servito per farla assumere come segretaria. Ma che noia! Già non sopportava il suo di lavoro… Secondo le istruzioni, avrebbe dovuto, discretamente, tenere le orecchie aperte, controllare, osservare, produrre qualche prova e fare rapporto a Shadow, tramite l’orologio come le aveva insegnato Ilaria. Ma dov’era l’azione? Non che si aspettava di saltare sui tetti o lottare con qualcuno…ma solo quello? Eppure, sentiva di poter fare di più e meglio di così. Perché avrebbe dovuto trovare le prove, e poi chiedere a un operativo d'intervenire, quando poteva procurarsele da sola? Era lì da tre giorni, ma già aveva capito il sistema. Tendere una trappola e incastrare la mente, dietro gli illeciti le sarebbe stato facile. Lo aveva comunicato. Ma quel dannato orologio, restava muto.
Svolse un altro po’ di lavoro, e poi le venne un’idea: se quel orologio non avesse emesso un suono entro i prossimi cinque minuti avrebbe agito di testa sua.

Shadow era più nero del solito. Il suo umore tetro peggiorava di minuto in minuto. E meno male che S20K, doveva essere un tipo calmo, discreto e ordinato…o almeno lo era stato fino a quando era stata J24. Ora invece, aveva saltato un appuntamento, recuperato all’ultimo minuto, gli aveva inviato una proposta assurda, che avrebbe portato solo rischi inutili, ma quale ragione spingeva un tecnico, promosso ombra, a voler giocare a fare l’operativo? Ma perché capitavano tutte a lui? Già poteva sentire il fiato di Barkey sul collo. Prima S1X, e le sue bravate…che era riuscito a risolvere con l’aiuto di Mallhoy, e il loro progetto degli agenti fantasma, poi i suoi problemi personali. E sapeva di aver sbagliato nell’ultima missione, ma lo avrebbe fatto ancora mille volte. Per fortuna ora la sua amata Jane era a casa, al sicuro. Ma lui avrebbe voluto un po’ di pace! Un discreto, lieve bussare alla porta. Si paralizzò. Troppo lieve per essere Malloly e Sharley non avrebbe bussato affatto.
«Avanti.» Disse. E non si sorprese di veder entrare Barkey, con la sua faccia da avvoltoio e i suoi occhiali da gufo.
«Cosa mi devo aspettare questa volta?»
«Nulla. Sarà allontanata dall’agenzia se non si brucerà.»
«E se si brucerà, andrà a riprenderla?» Shadow rimase impassibile.
«Dovrà seguire la procedura. Come ha visto, il mio intervento era necessario l’ultima volta.»
«Ho letto i rapporti della sezione ET627. Ma lo sa, non mi hanno convinto del tutto. »
«Non ci saranno sorprese, questa volta.»
«Me lo auguro. » Barkey andò via come era venuto. Lui prese un oggetto a caso e lo scagliò contro la porta. Dannazione. Odiava tutto quello. Era vero, avrebbe lasciato S24K al suo destino, più che volentieri. Pregava solo che Sharley, non avesse preteso indietro l’aiuto che gli aveva dato per salvare Jane. Non era da Sharley, mischiare sentimenti e lavoro, sempre che avesse sentimenti, ma era da Sharley chiedere indietro i favori dati.

A tempo scaduto, l’orologio aveva gracchiato: “rispetti la procedura”. Va bene. Signor pallone gonfiato grande capo Shadow. Cercò di calmarsi. Il suo piano era geniale, e facile, poteva portarlo a termine in poco tempo. Eppure era stato rifiutato.
E va bene. In fondo non era il suo lavoro, avrebbe rinunciato.

Andò nell’ufficio del direttore, rientrava nei compiti di Luisa Rossi, portava i caffè riordinava i file, e poi tornava nel suo ufficio, in fondo al corridoio. Non c’erano molti impiegati, e lei si recava nell’ufficio del direttore sempre alla solita ora, quando lui era in pausa pranzo. Lavorava al computer sui file che lui le lasciava, metteva il caffè sulla scrivania e usciva, tutto nel giro di mezz’ora. Avrebbe fatto così anche quel giorno, ma fatalità un piccolo particolare, attrasse la sua attenzione. Sarebbe passato inosservato a una semplice segretaria, ma lei non era una semplice segretaria, era una programmatrice, e di un certo livello, e poi ci sapeva fare con il computer, più di chiunque altro. Non poté resistere, era l’occasione perfetta per ottenere ciò che stava cercando. In un paio di minuti creò una traccia, invisibile, per poter accedere a quei file, dal suo computer. Lasciò tutto come lo aveva trovato, sistemò il suo lavoro, come ogni giorno, sistemò il caffè sulla scrivania e uscì a razzo, dopo mezz’ora, come sempre.
Tornata nel suo ufficio, prese la sua chiavetta personale, copiò tutti i file che era riuscita a richiamare, e cancellò ogni singola traccia. Anche la più piccola. Ora doveva passare all’azione. Era sicura di star facendo un buon lavoro. Peccato solo che il merito lo avrebbe preso Ilaria.

Era andato tutto secondo i piani o quasi. E ora come si tirava fuori dai guai? Una vocina le suggerì che un operativo si sarebbe tratto d'impaccio meglio. Ma la ignorò. Quella era la sua idea. Era riuscita a metterla in piedi e poteva anche fronteggiare quel contrattempo. Anzi doveva, o sarebbe toccato a lei il veleno destinato a Ilaria.
Pensa, Monica, pensa. Era in un vicolo cieco.
Era riuscita a incastrare il suo capo, facendogli ammettere le frodi, ma lui non era solo. Il secondo uomo, era sceso dalla macchina e le aveva puntato una pistola contro. Spaventata gli aveva consegnato la chiavetta...vuota. Poi era scappata. La sua fuga precipitosa li aveva disorientati, ma più di un paio di minuti di vantaggio non li aveva. Come usciva di lì? Sentì dei passi. Lì c’era solo lei, un paio di mattoni e un bidone della spazzatura, vicino a un muretto, E i passi sempre più vicini. Muretto? Mattoni? La sua mente scattò, perché diavolo non ci aveva pensato prima? Si mosse più veloce che poté accostò i mattoni al bidone, si arrampicò fino al muretto e saltò giù, senza guardare, tanto se restava sarebbe morta lo stesso. Non morì. Ma di sicuro le sue ossa non stavano bene. La caviglia le faceva un male atroce, e non sapeva dire se fosse contusa, slogata o addirittura rotta, l’adrenalina compensava il dolore. Doveva muoversi. Si rialzò, era seguita. Cosa poteva fare
nelle condizioni disastrose in cui era? Fermò un passante, e gli raccontò che era inseguita da un ex violento, il suo inglese non era fluente, ma se la cavò. Doveva trovare uno dei parcheggi sicuri dell' agenzia. Gliene aveva parlato Ilaria, e le aveva dato una chiave che avrebbe aperto qualsiasi auto. Qualcosa non andava: con la coda dell'occhio aveva scorto una macchina che si muoveva in modo molto strano. Dannazione! Il capo di Luisa, doveva era risalito in macchina, e la stava cercando. Raggiunse il parcheggio. Aprì la prima macchina, che trovò e partì sgommando. Non era mai stata molto brava a guidare, ma in quel momento era l’ultimo dei suoi pensieri. Era ancora viva dopo un tuffo di un metro e mezzo, sull’asfalto, scappando a un uomo armato, cosa poteva mai essere guidare, a velocità sostenuta, nel traffico serale?
Aveva dato appuntamento a Ilaria in un albergo, ma come arrivarci, senza essere seguita? Era il momento di fare un’altra pazzia. Doveva raggiungere un altro parcheggio, e l’avrebbe fatto a piedi. Trasse un respiro, non c’erano molte macchine in quel momento. Aumentò ancora la velocità, e con una forza e un’incoscienza che non sapeva di avere, fece inversione a u, puntando a scontrarsi con il suo inseguitore. Rallentò un poco. Un attimo prima di sentire lo stridere di lamiere, si catapultò fuori dall’auto in corsa. Si trascinò fino al marciapiede, e zoppicando, con la spalla ormai distrutta, un rivolo di sangue che le scorreva dalla fronte e il vestito strappato, sparì tra la folla, con il solo pensiero di mettersi in salvo. Raggiunse il secondo parcheggio, prese un'auto, e guidando come una pazza, raggiunse l’albergo.

Ilaria era davanti l’albergo. Suonò il clacson, per attirarne l’attenzione. Ilaria si avvicinò guardinga all’auto, anche se l’aveva riconosciuta come una delle auto dell’agenzia. Quando vide l’amica, non poté trattenere un grido d’orrore. Monica le intimò di salire, e lei ubbidì.
«Oh cielo Monica, cosa hai fatto?»
«Ho giocato a fare l’operativo. Devi portare delle cose al tuo capo.»
«Oh no, Monica. Dovremmo andare in un ospedale…»
«Dopo. Altrimenti sarebbe tutto inutile. »


Sharley, piombò nell’ufficio di Shadow, come una furia, muovendosi a una velocità impressionante per la sua mole. Buttò un rapporto sul tavolo.
«E’ l’ultima volta che si serve di uno dei miei agenti, per farne un’ombra. Comincio a chiedermi a cosa gli addestri.»
«Crede che mi faccia piacere un disastro di simili proporzioni? E è stata addestrata prima da lei no?»
«Sicuro. E uno dei miei agenti non avrebbe mai uno sprezzo così totale delle procedure e delle attrezzature dell’agenzia. Cosa conta di fare?»
«Ha appena comunicato che sta venendo qui. Sarà allontanata.»
« La rivoglio nella mia sezione.»
«Sa meglio di me, cosa ne direbbe Barkey.»
«Al diavolo! Io l’ho aiutata, ora le chiedo indietro il mio agente, traviato dal suo addestramento.»
«Se pensa di poterlo reinserire con profitto...farò ciò che posso. È molto poco, l’avverto.» Sharley annuì. Shadow, chiamò Mallhoy all’interfono. Quella faccenda era sempre più rognosa. E qualcosa dovevano fare. Perché c’erano così tanti agenti desiderosi di mandare a rotoli tutti gli sforzi fatti per ripristinare la zona d’ombra, e perché capitavano tutti a lui?

Ilaria e Monica, arrivarono all’agenzia, e vi entrarono entrambe. Arrivate nei corridoi della sezione S, Ilaria lasciò Monica ed entrò sola. Nella stanza c’erano tutti e tre i capi delle varie sezioni: uno spettacolo agghiacciante. Avrebbe voluto scappare, ma il pensiero di Monica, di quello che aveva fatto per lei, la costrinse ad avanzare.
«Qui, c’è tutto quello che volevate. E anche di più…» Biascicò a bassa voce, posando la chiavetta, il cellulare con le foto e le registrazioni sulla scrivania. I tre uomini la guardavano intenti.

Qualcosa non quadrava. La donna davanti a loro non aveva neanche un graffio. Cosa diamine stava succedendo? Era impossibile uscire indenni da tutto quello che aveva fatto S24K.
«Mi spieghi cosa diavolo sta succedendo.» Shadow, era furioso e la sua voce, era alta e tagliente come una lama.
«Ho agito di testa mia.» Lo sguardo di Shadow, era una maschera di rabbia, quello degli altri due uomini non era meno spaventoso.
«Da sola, J24?» La incalzò Sharley , la voce stridula e colma di rabbia.
«Certo…» Mentì. Shadow, sbatté un pugno sul tavolo, Sharley bofonchiò qualcosa di rabbioso e orribile che non volle comprendere. Solo Mallhoy parlò, e ogni parola era una pugnalata, fredda, precisa, letale.
«Suvvia, dica la verità, signorina.»
«L’ho…d…detta…» Balbettò.
«È forse un robot? » Urlò Shadow.
«Un robot? Non capisco, signore.» Gli fece eco spaventata e confusa.
«Vuole farci credere che è saltata giù, da un muro, ha provocato un incidente, buttandosi da un’auto in corsa, e ne uscita illesa? » Urlò ancora Shadow.
Guardò i tre uomini confusa. E restò in silenzio cosa doveva fare?
«Suvvia, non offenda la nostra intelligenza, se davvero avesse fatto tutto ciò a quest’ora dovrebbe essere a pezzi.» Interloquì Mallhoy. Davvero non sapeva chi temere di più, se Shadow, Mallhoy o Sharley , che ora se ne stava muto, il volto totalmente contratto dalla rabbia.
«Non le ho fatte.» Disse. Forse era meglio dire la verità.
«E chi è stato?» Chiese Sharley , con voce stridula e metallica.
«Ho commesso un errore. Ho usato la vecchia copertura con il contatto che mi avevate indicato.»
«Cosa? » Urlarono tutti e tre gli uomini.
«Non sapevo come fare. E ho mandato un’altra persona al posto mio.»
«Un’altra persona? » Urlò Shadow.
«Una mia amica del liceo.»
«Una civile?» Esclamò inorridito Mallhoy, anche Sharley era stupito. Shadow, era più che furioso.
«E ora, dove sarebbe questa fantomatica donna, tanto pazza da credersi superman? »
«Proprio qui.» Non si erano accorti che qualcuno aveva aperto la porta. La voce di Monica, era bassa ma ferma. Si muoveva a fatica.
Aveva sentito ogni cosa, e aveva pensato, d'intervenire. C’erano tre uomini nella stanza, uno non era alto, e la sua corporatura ricordava un armadio, La faccia era severa e i lineamenti marcati, sembrava un mastino. Doveva essere Sharley. Gli altri due, erano due uomini bellissimi. Sempre che la vista non le stesse giocando qualche brutto scherzo. Uno sulla cinquantina, elegante, carismatico, modi affabili, volto gentile, capelli brizzolati. Ma si capiva che l’aspetto ingannava molto, soprattutto sulla gentilezza. L’altro più giovane, coi capelli neri, era di una bellezza selvaggia e pericolosa. Visti vicini tutti e tre mettevano i brividi. Lei stava in piedi a fatica.
«Perché diavolo ha fatto questo macello? E come diavolo ci è riuscita?»
«La mia amica voleva riavere il suo lavoro con Sharley, e ho deciso di aiutarla. Come ci sono riuscita non chiedetemelo. Ma la mia idea era buona. Se mi aveste ascoltato, sarebbero andate storte meno cose.»
Gli uomini in sala si ammutolirono. Ma non si faceva illusioni. Era nei guai. La testa le girava, e sarebbe caduta, se qualcuno non l’avesse fatta sedere. Era stato Sharley. Ma quanto poteva muoversi veloce?
«Ha del fegato.» Le disse con la sua voce sgradevole. Ma almeno era stato gentile.
«Complimenti per essere ancora viva.» Disse Mallhoy, con la sua bella voce.
«Grazie per i regali.» Ironizzò Shadow. Ma Sapeva che non erano complimenti.
«Vi faccio pena?» Parlare le costava uno sforzo enorme.
«Rabbia.» La corressero all’unisono tutti e tre.
«Per aiutare la sua amica, ha messo nei pasticci tutti noi. Di solito lavoriamo separatamente. È di vitale importanza. Ma per quello che è successo e per quello che ha fatto ci ha coinvolti tutti.» Spiegò Mallhoy.
«J24 doveva sapere di doversi attenere alle procedure.»
«Io volevo solo il mio vecchio lavoro. Ho pensato che se chiudevo con successo questa missione, avrei potuto chiedere di essere riassegnata.»
«Con successo? E anche se tutto fosse filato liscio, cosa pensa ne sarebbe stato della sua amica?»
«Io, in ogni caso ritornerò alla mia vita.» Disse Monica debolmente.
«Non può. Si è troppo esposta e conosce troppe cose.» A parlare era stato ancora Mallhoy. I tre uomini continuavano a scambiarsi occhiate.
«Ora dobbiamo limitare i danni. » Disse Sharley.
«Cosa accadrà?» Chiese Ilaria spaventata.
«Lei tornerà alla mia sezione. J24.»
«In quanto a lei, non è certo il modo, ma benvenuta.» Disse Mallhoy. Ma quella frase gentile non le prometteva niente di buono.
«Io e Mallhoy, stiamo sperimentando un progetto, non una nuova sezione, ma una piccola squadra di agenti fantasma. Gente come lei, a quanto pare da oggi ha un nuovo lavoro.» Le parole di Shadow. Erano una minaccia.

«L’accompagnerò al nostro ospedale. Ora deve riposare. Quando starà meglio capirà di cosa parlano i miei colleghi.»Le disse Sharley.
Poi il buio.

In ospedale aveva avuto modo di riflettere, e a lungo. La sua bravata, le era costata cara. Durante la sua permanenza lì, aveva ricevuto visite regolari da Ilaria, la quale si era mostrata molto pentita e dispiaciuta di quello che era accaduto. E anche due visite del tutto inaspettate. La prima, era stata quella di Shadow. La mattina dopo, quando era ancora intontita dagli antidolorifici. Ma era riuscita a tenergli testa. Era davvero bello, e pericoloso. Ma non la spaventava, era un lusso che non poteva permettersi farsi spaventare dai capi sezione dell’agenzia.
Ripensò a quella breve visita.
«Ha smesso di sembrare uno zombie. Sta meglio?» La voce era controllata ed estremamente fredda.
«Sono viva, signore. Perché è venuto?» Faceva ancora fatica a parlare, ma sarebbe morta pur di non farglielo notare.
«L’agenzia ha regole ferree anche per noi. Mi creda, non è un piacere accettarle. »
«Ma vanno accettate sempre, vero?»
«Il più delle volte. Ma lei è allergica alle regole, no?»
«Quando sono stupide.»
«Certo. Ma hanno un ruolo ben preciso. A ogni modo, come le dicevamo c’è una zona fumosa nell’agenzia, lì non ci sono regole, o quasi.»
«E io finirò lì.» Dedusse Monica.
«Sarebbe più sicura in una delle sezioni, ma non farebbe per lei.»
«Devo averle fatto una pessima impressione.» Shadow, la guardò e un lampo gli passò negli occhi.
«Gente come lei è una spina nel fianco. Ma sicuramente merita stima.» Dopo queste parole, pronunciate con un tono freddo e distaccato, velato di una profonda rabbia, lui lasciò la stanza. E lei ancora adesso faticava a capire quelle parole.
La seconda visita era stata quella di Mallhoy. Era andato da lei, quando aveva cominciato la riabilitazione. L’aveva stupita il fatto che lui sembrava davvero interessato alla sua salute.
«Tengo ai miei uomini. E lei in parte rientrerà tra loro.» Aveva fascino ed eleganza, ma a guardarlo negli occhi, non era meno pericoloso di Shadow.
«Capisco. Perché è venuto? Poteva informarsi telefonicamente.»
«Preferisco sempre agire in prima persona, se posso farlo.»
«Devo essere davvero un problema, allora.» Lo sfidò. Ma non lo vide perdere il suo solito autocontrollo. Era forse fatto di ghiaccio?
«O forse una risorsa. Anche i problemi, hanno risvolti positivi.» Sorrise affabile prima di sparire. E a Monica Vennero i brividi.
Il periodo in ospedale era filato liscio. Ma ora era finito. Stavano per dimetterla. Si era già vestita. E non si faceva illusioni, i guai stavano per cominciare ora. Cosa l’aspettava davvero? E cosa era quella strana zona grigia di cui tutti parlavano? Non lo avrebbe mai ammesso, ma era spaventata. Scosse la testa. Non era una stupida. Se la sarebbe cavata. Ci era riuscita una volta, avrebbe potuto farlo di nuovo. La porta si aprì. Pensava che si trattasse di un’infermiera.
«Sono pronta.»
«Lo vedo.» Grugnì la voce di Sharley. Lei impallidì vedendolo. Cosa ci faceva lì?
«Anche lei? Rientro in un particolare tipo di attrazione, tipo animale dello zoo?»
«È la prima donna che tiene testa a quei due sul loro stesso piano.»
«Cosa vuole?»
«Offrirle una possibilità.»
«E sarebbe?»
«Tirarsi indietro, adesso.»
«Chi la manda, Shadow o Mallhoy?»
«Nessuno. »
«Non le credo. Altrimenti perché è qui?»
«Chissà? Mi sono rammollito con l’età. Anche io come quei due ero un operativo.» Monica rimase allibita. Uno come Sharley ?
«Lei?»
«Una vita fa.» Taglio bruscamente lui.
«Pensa che io non sia in grado?»
«Lei è in grado. Ma un fantasma fa tutto da sé. »
«Cosa vuol dire?»
«Prenderà le missioni e le direttive da Mallhoy e Shadow, le informazioni e gli equipaggiamenti da me. Poi dovrà improvvisare. Domani comincerà l’addestramento.»
«Dice che sono in grado. Ma vuole che rinunci.»
«Vuole rinunciare?»
«No.»
«Allora non è importante quel che penso.»
«Io voglio sapere il perché.»
«Ha il cervello di un tecnico, le capacità di un’ombra e l’istinto di un operativo. È perfetta per il ruolo più pericoloso dell’agenzia. Ma resta il più pericoloso.»
«Per una donna?»
«Cielo se è irritante! Per chi chiunque. Ma va bene, si diverta!» Abbaiò Sharley. Era un uomo singolare.
«Mi divertirò.» Lui ignorò deliberatamente la provocazione, ma il suo sguardo le disse chiaramente che l’aveva colta.
«Andiamo.»
«La porto all’agenzia, e poi le mostro dove abiterà. »
«Va bene. »
All’agenzia, Sharley l’accompagnò nella sezione S, e poi la lasciò entrare nel covo dei leoni da sola. Non si lasciò scoraggiare. Era in ballo e avrebbe ballato fino alla fine e oltre se necessario. C’erano tre uomini, Shadow, Mallhoy, un ragazzo giovane, sui 25 anni, biondo, strafottente. Chi era?
«E così finalmente la vediamo nel pieno delle sue forze.» L’accolse Mallhoy.
«Già. Ha un aspetto migliore rispetto alla sua versione zombie.» Fece eco freddamente Shadow.
«Grazie dei complimenti, purtroppo non posso ricambiarli.» Sfidò entrambi. Gli uomini si scambiarono un’occhiata e uno strano sorriso. William, nell’ombra era stupito della temerarietà di quella donna, ma quando era stupida?
«Lui è l’altra mia spina nel fianco. Da oggi farete parte dello stesso progetto, ma non lavorerete insieme. » Disse Shadow.
«Condividerete però gli addestramenti.» Chiarì Mallhoy. Ecco perché gli avevano fatti incontrare. William. Si avvicinò alla nuova arrivata.
«Ben venuta all’inferno.» Le disse. Probabilmente non era consapevole dei pericoli. Pensò.
«Ne sono consapevole.»
Vennero congedati entrambi.
Fuori dalla porta, l’aspettava Ilaria. La prese sotto braccio, e le disse che le avrebbe mostrato la nuova casa. Provò una sensazione strana nel sapere che non sarebbe stato Sharley, ma durò un istante e fu presto dimenticata. Incrociarono un uomo con gli occhialetti da gufo.

Barkey entrò nella stanza.
«Signori, perché S20K è ancora qui? L’ho appena vista.»
«Si sbaglia. Ha visto J24.»
«Sono la stessa persona, Shadow.»
«Lo sono state, non era tagliata per essere un’ombra, ed è tornata al suo reparto, subito.» Replicò gelido Shadow.
«Ed S20K che fine ha fatto?»
«Allontanata e riassegnata. Certi agenti sono fantasmi, non li si manda mai davvero via.» Barkey annuì alla fredda replica di Shadow.
«Nessuna eccezione stavolta?»
«Nessuna. Mai.»
Barkey, lasciò alcuni faldoni sulla scrivania di Shadow, e ne porse altri a Mallhoy, prima di congedarsi.

«Come va con la tua Jane?» Chiese Mallhoy.
«Bene. Cosa ne pensi del nuovo elemento?»
«Non ci deluderà.»
Ultima modifica di Marirosa il 31/03/2024, 18:13, modificato 3 volte in totale.
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Massimo Baglione
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Marirosa, il testo è di 28.526 battute e risulta essere superiore alle 25000 battute massime consentite (alfanumeriche e spazi). Vedi Regolamento e istruzioni.
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Commento

Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

@Marirosa
Me lo sto leggendo con molta fatica, lentamente… la punteggiatura che usi non aiuta. Quando e se riuscirò a finirlo cercherò di commentare!
La lunghezza, debbo essere sincero, unita a quanto detto sopra spaventa non poco!
Jacopo
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Marirosa »

Signor Massimo, chiedo scusa per il disguido ed il problema causato involontariamente, il programma che ho usato per il conteggio delle parole me ne segnalava 25000, e non mi sono accorta, quando ho pubblicato, che il conteggio fosse differente. Ho provveduto a limare il testo, ed adesso dovrei essere rientrata nel limite massimo. Mi scuso di nuovo. Buona serata.
Marirosa
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Re: Commento

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Jacopo Serafinelli ha scritto: 28/03/2024, 8:36 @Marirosa
Me lo sto leggendo con molta fatica, lentamente… la punteggiatura che usi non aiuta. Quando e se riuscirò a finirlo cercherò di commentare!
La lunghezza, debbo essere sincero, unita a quanto detto sopra spaventa non poco!
Jacopo
Signor Jacopo, mi dispiace che faccia fatica a leggere il mio scritto. È rimasto molto lungo, ma ho provveduto ad accorciarlo (per farlo rientrare nel limite) e ho rivisto un po' la punteggiatura, spero riesca a finirlo.
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Marirosa ha scritto: 28/03/2024, 16:26 Signor Massimo, chiedo scusa per il disguido ed il problema causato involontariamente, il programma che ho usato per il conteggio delle parole me ne segnalava 25000, e non mi sono accorta, quando ho pubblicato, che il conteggio fosse differente. Ho provveduto a limare il testo, ed adesso dovrei essere rientrata nel limite massimo. Mi scuso di nuovo. Buona serata.
Nessun "signor", per favore, qui diamoci tutti del tu.
In realtà dovresti limare altri 265 caratteri, perché il conteggio che effettua il programma delle Gare differtisce in qualcosa rispetto ad altri conteggi e ne conta un po' in più.
Purtroppo finché non sei sotto le 25.000, il racconto non viene considerato per la classifica.
Abbi pazienza :-)
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Marirosa »

Massimo Baglione ha scritto: 28/03/2024, 18:16 Nessun "signor", per favore, qui diamoci tutti del tu.
In realtà dovresti limare altri 265 caratteri, perché il conteggio che effettua il programma delle Gare differtisce in qualcosa rispetto ad altri conteggi e ne conta un po' in più.
Purtroppo finché non sei sotto le 25.000, il racconto non viene considerato per la classifica.
Abbi pazienza :-)
Massimo, ho appena provveduto a limare. Spero che sia la volta buona, se ci sono problemi provvederò a modificare di nuovo o a riscrivere il racconto.
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Re: Un fulmine a ciel sereno

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Adesso è perfetto :-)
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

Niente da fare, mi ci perdo non riuscendo a seguire lo srotolamento del racconto… troppo lungo per la mia resistenza… forse anche l'argomento… forse è quello che non mi prende e… leggere a forza non è il caso!
Interrompo qui con un caro saluto! 👋
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Alberto Marcolli
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Commento: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Per fortuna, leggere 25.000 caratteri per me non sono un problema.
La storia è interessante, secondo me, ma tieni conto che non sono un esperto di questo genere. Tuttavia ci devi lavorare ancora, magari con l’aiuto di un buon correttore di scrittura che ti segnali gli errori formali, es. la 'd' eufonica. Per la rilettura io salvo il file in pdf e lo faccio leggere da M. Edge. Mi aiuta a mantenere un tono distaccato dal testo.
Per ora non voto, nella speranza di poter esprimere un bel 4, post sistemazione.
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Re: Commento: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Marirosa »

Alberto Marcolli ha scritto: 31/03/2024, 11:43 Per fortuna, leggere 25.000 caratteri per me non sono un problema.
La storia è interessante, secondo me, ma tieni conto che non sono un esperto di questo genere. Tuttavia ci devi lavorare ancora, magari con l’aiuto di un buon correttore di scrittura che ti segnali gli errori formali, es. la 'd' eufonica. Per la rilettura io salvo il file in pdf e lo faccio leggere da M. Edge. Mi aiuta a mantenere un tono distaccato dal testo.
Per ora non voto, nella speranza di poter esprimere un bel 4, post sistemazione.
Signor Marcolli, grazie mille per aver letto e commentato il mio racconto. Sono lieta che la mia storia le sia sembrata interessante, ho provveduto, grammaticalmente, formalmente ed esteticamente, a correggere eventuali refusi, virgole scomposte ed alcune incongruenze simili, dovute al lavoro di limatura e in fine ho eliminato il problema della d eufonica. La ringrazio per la segnalazione dei problemi del testo e per i suoi consigli, buona serata.
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Ho riletto con molta attenzione e mi rimangono vari punto oscuri che mi dovresti chiarire.
Tu scrivi: ...avrei dovuto presentarmi come Luisa Rossi. Ma ho sbagliato. E mi sono presentata col nome che ho usato nella prima missione»
Se è pur vero che: ...L’uomo che dovevo incontrare, non conosce davvero il volto o la voce di Luisa Rossi, rimane comunque un'incongruenza: Ilaria si è presentata con il nome della prima missione e quindi come avrà fatto Monica a spiegare che il suo nome è cambiato in quello di Luisa Rossi?

ho trovato un refuso Sharley, non Sahrley.

Anche qui: Ora invece, aveva saltato un appuntamento, recuperato all’ultimo minuto, gli aveva inviato una proposta assurda, che avrebbe portato solo rischi inutili, ma quale ragione spingeva un tecnico, promosso ombra, a voler giocare a fare l’operativo? -- IO SPECIFICHEREI QUALE PROPOSTA ASSURDA, ANCHE SE SI POTREBBE INDOVINARE CHE SI TRATTI DELLA SOSTITUZIONE DI ILARIA CON MONICA.

Altro punto:
...«Avanti.» Disse. E non si sorprese di veder entrare Barkey, con la sua faccia da avvoltoio e i suoi occhiali da gufo.
«Cosa mi devo aspettare questa volta?»
«Nulla. Sarà allontanata dall’agenzia se non si brucerà.» - - - SPECIFICARE DI CHI SI TRATTA - MONICA O ILARIA?
«E se si brucerà, andrà a riprenderla?» Shadow rimase impassibile.
«Dovrà seguire la procedura. Come ha visto, il mio intervento era necessario l’ultima volta.»...

Confermo il mio giudizio iniziale: l'intreccio non è male, ma come lettore a volte mi rimangono molti dubbi.
Ce ne sono altri, ma per adesso mi servirebbe chiarire quelli segnalati.

Ciao
Marirosa
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Marirosa »

Alberto Marcolli ha scritto: 01/04/2024, 14:46 Ho riletto con molta attenzione e mi rimangono vari punto oscuri che mi dovresti chiarire.
Tu scrivi: ...avrei dovuto presentarmi come Luisa Rossi. Ma ho sbagliato. E mi sono presentata col nome che ho usato nella prima missione»
Se è pur vero che: ...L’uomo che dovevo incontrare, non conosce davvero il volto o la voce di Luisa Rossi, rimane comunque un'incongruenza: Ilaria si è presentata con il nome della prima missione e quindi come avrà fatto Monica a spiegare che il suo nome è cambiato in quello di Luisa Rossi?

ho trovato un refuso Sharley, non Sahrley.

Anche qui: Ora invece, aveva saltato un appuntamento, recuperato all’ultimo minuto, gli aveva inviato una proposta assurda, che avrebbe portato solo rischi inutili, ma quale ragione spingeva un tecnico, promosso ombra, a voler giocare a fare l’operativo? -- IO SPECIFICHEREI QUALE PROPOSTA ASSURDA, ANCHE SE SI POTREBBE INDOVINARE CHE SI TRATTI DELLA SOSTITUZIONE DI ILARIA CON MONICA.

Altro punto:
...«Avanti.» Disse. E non si sorprese di veder entrare Barkey, con la sua faccia da avvoltoio e i suoi occhiali da gufo.
«Cosa mi devo aspettare questa volta?»
«Nulla. Sarà allontanata dall’agenzia se non si brucerà.» - - - SPECIFICARE DI CHI SI TRATTA - MONICA O ILARIA?
«E se si brucerà, andrà a riprenderla?» Shadow rimase impassibile.
«Dovrà seguire la procedura. Come ha visto, il mio intervento era necessario l’ultima volta.»...

Confermo il mio giudizio iniziale: l'intreccio non è male, ma come lettore a volte mi rimangono molti dubbi.
Ce ne sono altri, ma per adesso mi servirebbe chiarire quelli segnalati.

Ciao
Purtroppo, se aggiungessi maggiori chiarimenti nel racconto andrei oltre il limite di 25000 caratteri. Proverò a chiarirle i dubbi che ha sollevato:
-Ilaria deve presentarsi come Luisa Rossi. Sì presenta con un altro nome, Shirley (per esempio). Sa perfettamente, è comunque stata addestrata, di aver commesso un errore, per limitare i danni continua a fingersi Shirley, finge di non essere lì per l'appuntamento, e poi va via. In un secondo momento, manda un messaggio, a nome di Luisa Rossi, per spiegare che ha avuto un incidente e che non è potuta andare all' appuntamento. Fissa un nuovo incontro, nel frattempo parte per raggiungere la sua amica Monica.
Comunicando solo per messaggio, l' uomo non conosce né la voce, né il volto di Luisa Rossi, e per lui Ilaria è un altra persona.
-Monica si presenterà all' appuntamento come Luisa Rossi, usando i documenti di Ilaria, chiaramente modificati. Monica è una programmatrice, Ilaria lavorava al servizio tecnico dell' agenzia, facile per loro sostituire la foto di Monica a quella di Ilaria sui documenti a nome di Luisa Rossi.
-il piano assurdo, è quello che Monica poi mette in atto lo stesso: agire lei in prima persona, recuperando i dati sensibili (di cui doveva solo verificare l' esistenza) ed incastrando il colpevole, piano a cui aveva deciso di rinunciare, ma poi cambia idea perché le si presenta davvero l' occasione d'oro per agire.
-Quando Barkey entra la prima volta nell' ufficio di Shadow, nessuno sa ancora che Monica ha sostituito Ilaria. Se avessero saputo della sostituzione, l'avrebbero impedita, annullando anche la missione. E probabilmente a Ilaria sarebbe toccata una fine peggiore. Per cui in quel momento i due uomini sono convinti di parlare di Ilaria. L' astio è dovuto ad una precedente missione, in cui Shadow è intervenuto in prima persona per salvare una sua agente, Jane, con la quale ha una relazione.
Agendo all'oscuro dei 4 capi dell' agenzia, tre sono i capi sezione: Shadow per il reparto "ombra", Mallhoy per il reparto operativo e Sharley per il reparto tecnico (gadget, strumenti, armi, coperture e rapporti etc) uno è il responsabile dei rapporti col governo, nonché colui che si occupa della sezione amministrativa, Barkey, Ilaria ha evitato di bruciarsi, perché di fatto, mandando Monica al posto suo la copertura di Luisa Rossi non è mai saltata.
Quando Shadow parla con Barkey, infatti parla di allontanare Ilaria. Se invece Ilaria avesse seguito la procedura standard, comunicando subito a Shadow il suo errore, ci sarebbero state due vie percorribili: a) Shadow avrebbe annullato la missione, divenuta troppo rischiosa e avrebbe chiesto ad Ilaria di sparire; b) Avrebbe potuto considerare la situazione non così irrimediabile, mandare un agente ombra meglio addestrato ed allontanare definitivamente Ilaria dall' agenzia ossia licenziarla. Ilaria non voleva correre il rischio che si verificasse la prima ipotesi.
Un' ombra si brucia quando viene scoperta. Per esempio, se mentre Ilaria fingeva di essere Shirley, l' uomo avesse provato a contattare Luisa, ed il cellulare di Ilaria (quello usato per contattare il tramite) avesse squillato rivelando che Luisa Rossi e Shirley fossero la stessa persona, allora nulla avrebbe evitato il veleno ad Ilaria.
Spero di averle chiarito i dubbi.
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Alberto Marcolli
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Re: Un fulmine a ciel sereno

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Concludendo. Sviluppati a dovere, ci sono tutti gli elementi per un bel romanzo di spionaggio. La scelta di partecipare alla gara e al suo vincolo di 25.000 caratteri ti va decisamente strettina.
voto 4
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Ciao Marirosa,

il problema del tuo racconto è che c’è troppa carne al fuoco in poco spazio. Crime, spy story, noir o thriller polizieschi sono difficili da rappresentare in poco spazio – tempi narrativi stretti. 25.000 battute sono circa una dozzina di paginette: davvero una miseria! Ti porto un esempio: immagina un piano, che sia un tavolino, un comò, una mensola (o altro, quello che piace a te), se ci piazzi sopra un soprammobile, lo vedi, se sono due, li vedi… anche tre, pure 4 o 5… ma se affolli troppo, a un certo punto non saprai dove focalizzare bene la tua attenzione. Vedrai troppo e poco! (cioè troppe cose da vedere ma in modo poco dettagliato). Tra l’introduzione dei personaggi, la loro caratterizzazione, la creazione degli ambienti/localizzazione, la trama e vari intrecci, dialoghi, le scene d’azione (che richiedono, come sai, a volte molti caratteri per essere ben raccontate), diventa davvero una sfida ardua e impegnativa, per il sovraccarico narrativo, farlo in poche pagine. È comunque da apprezzare il fatto che tu ci abbia provato, malgrado il risultato finale non sia, ma non poteva essere altrimenti, molto efficace. Non la considerare negativa questa mia critica, perché non lo è. Sarebbe stato meglio, per come la vedo io e in un contesto di piccoli racconti come questo, focalizzarsi su un numero minore di elementi e approfondendoli meglio. Concludendo, il racconto c’è, anche se in forma Bignami, i personaggi sono sufficientemente caratterizzati, la trama anche, esiste pure un finale… voto 4.

Da rivedere la punteggiatura: abbastanza distratta in molti passaggi del testo. Calmierare l’ardore della penna e rileggere bene quello che si è scritto, questo è un consiglio che posso darti.

Tante belle cose, Marirosa

A. Giordano

P.S. Io attualmente sto leggendo “Nostalgia di sangue” di Dario Correnti, che non esiste come scrittore vero, perché è un libro crime scritto a 2 o più mani, ed è oltre 500 pagine. Rifletti pure su questo… perché ogni cosa vuole il suo giusto spazio e tempo per poter crescere bene.

A rileggerci...
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Re: Un fulmine a ciel sereno

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Alberto Marcolli ha scritto: 02/04/2024, 8:38 Concludendo. Sviluppati a dovere, ci sono tutti gli elementi per un bel romanzo di spionaggio. La scelta di partecipare alla gara e al suo vincolo di 25.000 caratteri ti va decisamente strettina.
voto 4
La ringrazio ancora per aver letto il mio racconto, e soprattutto per avermi corretto e fatto riflettere su alcuni punti. Grazie mille per il suo voto, le auguro una buona giornata.
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Re: Commento

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Yakamoz ha scritto: 02/04/2024, 12:24 Ciao Marirosa,

il problema del tuo racconto è che c’è troppa carne al fuoco in poco spazio. Crime, spy story, noir o thriller polizieschi sono difficili da rappresentare in poco spazio – tempi narrativi stretti. 25.000 battute sono circa una dozzina di paginette: davvero una miseria! Ti porto un esempio: immagina un piano, che sia un tavolino, un comò, una mensola (o altro, quello che piace a te), se ci piazzi sopra un soprammobile, lo vedi, se sono due, li vedi… anche tre, pure 4 o 5… ma se affolli troppo, a un certo punto non saprai dove focalizzare bene la tua attenzione. Vedrai troppo e poco! (cioè troppe cose da vedere ma in modo poco dettagliato). Tra l’introduzione dei personaggi, la loro caratterizzazione, la creazione degli ambienti/localizzazione, la trama e vari intrecci, dialoghi, le scene d’azione (che richiedono, come sai, a volte molti caratteri per essere ben raccontate), diventa davvero una sfida ardua e impegnativa, per il sovraccarico narrativo, farlo in poche pagine. È comunque da apprezzare il fatto che tu ci abbia provato, malgrado il risultato finale non sia, ma non poteva essere altrimenti, molto efficace. Non la considerare negativa questa mia critica, perché non lo è. Sarebbe stato meglio, per come la vedo io e in un contesto di piccoli racconti come questo, focalizzarsi su un numero minore di elementi e approfondendoli meglio. Concludendo, il racconto c’è, anche se in forma Bignami, i personaggi sono sufficientemente caratterizzati, la trama anche, esiste pure un finale… voto 4.

Da rivedere la punteggiatura: abbastanza distratta in molti passaggi del testo. Calmierare l’ardore della penna e rileggere bene quello che si è scritto, questo è un consiglio che posso darti.

Tante belle cose, Marirosa

A. Giordano

P.S. Io attualmente sto leggendo “Nostalgia di sangue” di Dario Correnti, che non esiste come scrittore vero, perché è un libro crime scritto a 2 o più mani, ed è oltre 500 pagine. Rifletti pure su questo… perché ogni cosa vuole il suo giusto spazio e tempo per poter crescere bene.

A rileggerci...
Buonasera signor Giordano, grazie per aver letto e commentato il mio racconto. Quanto da lei evidenziato è assolutamente vero. Ho scritto svariate Spy-story, è un genere che mi diverte, e qualche volta sono riuscita a condensarle in poche pagine. Purtroppo, devo ammetterlo, mi sono intestardita su di una scelta forse sbagliata. Avevo molto a cuore questo racconto e volevo pubblicarlo, purtroppo questo racconto nasce ben più lungo di 25000 caratteri, e come mi faceva notare anche il Signor Marcolli, molti punti risultano confusi o poco chiari, spesso quasi contraddittori. La sua critica non mi è affatto sembrata negativa, anzi leggere il suo commento mi ha rincuorata, perché nonostante i difetti e i problemi, il mio racconto comunque è riuscito ad incuriosire. Forse sono un po' arrabbiata con me stessa, perché avrei potuto presentare una spy-story più corta (come le dicevo ne ho scritte), che meglio si sarebbe adatta al contesto della gara.
Questa, e la mia non è una giustificazione, purtroppo ha risentito più del dovuto dei vari tagli e riadattamenti.
Darò un' occhiata al libro da lei menzionato, sembra una lettura interessante.
Ancora grazie e buona serata a rileggerci.
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Non posso che ribadire quanto già detto negli altri commenti. So, per esperienza personale, quanto sia difficile tagliare qua e là per far rientrare un racconto in una lunghezza assegnata, e nel caso di una spy story ogni dettaglio può essere essenziale per chiarire al lettore i punti oscuri.
saluti
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Ciao Marirosa,

il mio giudizio (positivo), non raggiunge il massimo perché "tutto questo racconto dentro una valigia non ci può stare" (come più o meno cantava Julio Iglesias negli anni '70/'80). La valigia sono questi 25000 caratteri che vanno gestiti, e uno degli obiettivi delle gare diventa così imparare a non cadere nella condizione opposta e lasciarsi gestire dai 25000 caratteri.
Approfitto per chiedere a Max se sia possibile pensare a qualche altra formula (da affiancare, non per sostituire la corrente), perché a volte diventa frustrante limitare il flusso creativo.
La scelta del tuo tema, una spy story, che per definizione richiede giravolte di trama, spiegazioni alle volte anche arzigogolate, continui cambi di scena (fatichiamo a metterne su una, in 25000 caratteri, e tu ti lanci in una spy story?), è forse la meno indicata per questo genere di gare. C'è l'azione ad accelerare la narrazione, i dialoghi serrati, ma anche quelli prima o poi passano fattura e i 25000 caratteri... PUFF!
Inevitabilmente, la vicenda presenta una serie di incoerenze che naturalmente verrebbero sistemate negli spazi adeguati.
Il mio voto è quindi al tempo stesso un incoraggiamento, perché è evidente che non ti mancano la fantasia e la capacità di immaginare e svolgere una trama così intricata (sebbene, alle volte, un po' troppo "manierista". Ci torno dopo), e una chiara indicazione a osare e buttarti a realizzare un romanzo: ogni cosa vuole i suoi spazi, e se vuoi fare questa cosa perché ti appassiona, falla bene.
Il "manierista" è una questione di gusto personale. Shadow, Malloy, Sharley, J24, S20K... Perché deve essere sempre tutto così anglofono e siglato? Sicura che la vita delle spie sia proprio così? È vero che c'è tutto un filone di spy story che così sono fatte, fino a diventare la macchietta di sé stesse. Il secondo film di Cars era una spy story... Per dirti, persino i cartoni!
Che se è questo il genere che a te piace, va benissimo così e mi taccio, ma credo che assai più cruda sarebbe la storia di Ilaria Alpi, o di Guido Regeni, o degli agenti CIA e NATO coinvolti nell'omicidio Moro, nella morte di Sindona, in Gladio, nella strage di Capaci, in quella di Bologna... Non nei tascabili di Fleming, ma sulle pagine dei quotidiani puoi trovare materiale per spy story di tanti Antonio, Francesco, Giuseppe, Nicola, e compagnia cantando, e non mancano colpi di scena, esplosioni, complotti, sordidi interessi, gente preparata nelle più diverse discipline, insospettabilissimi insospettati.
A rileggerti presto
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Marirosa »

Signor Marino, la ringrazio per il commento, devo dire che mi ha fatto molto piacere leggerlo. Sì ho osato molto con questo racconto. Convengo sul fatto che possa sembrare molto anglofono e stereotipato, anche perché essendo (come lei ha ben intuito) molto più lungo in origine, per adattarsi al limite, si è un po' accartocciato su sé stesso.
Ho letto molto Fleming e questo purtroppo o per fortuna, lascio scegliere al lettore influenzerà sempre il mio modo di scrivere. È comunque vero che questa è la prima volta che mi cimento a scrivere di un agente donna, che agisce davvero in prima persona e contro le regole, quindi mi sono fermata in scenari e situazioni un po' più familiari (all' immaginario collettivo), cosa che negli altri racconti di spionaggio non ho fatto. Diciamo che già nell' osare molto nel carattere del personaggio, non ho voluto osare di più nell' ambientazione. Forse ho sbagliato, forse c' è tempo per il personaggio di "maturare" e confrontarsi con una missione più difficile, e complessa. Quando ho ideato Monica, avevo molte idee in testa, alcune ci sono ancora, altre sono state accantonate perché, secondo me, "il troppo storpia".
Sono comunque molto felice dell' attenzione con cui ha letto il mio racconto, e la ringrazio ancora, a rileggerci presto.
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Marirosa »

La ringrazio, molto per aver commentato. Sì, alla fine forse ho scelto il racconto sbagliato per la gara, purtuttavia guardando i consigli che ne ho ricevuto, le osservazioni fatte dai vari commentatori sono contenta della scelta che ho fatto, perché comunque ho avuto conferma che questo genere posso continuare a scriverlo, e svilupparlo, certo devo ancora crescere molto, ma forse non ho imboccato la strada sbagliata. Grazie ancora per il commento.
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Re: Un fulmine a ciel sereno

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Non si sbaglia mai, quando ci si mette alla prova.
Alla prossima!
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I sogni di Titano

Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.

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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.



L'anno della Luce

L'anno della Luce

antologia ispirata all'Anno della Luce proclamato dall'ONU

Il 2015 è stato proclamato dall'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce. Obiettivo dell'iniziativa adottata dall'ONU è promuovere la consapevolezza civile e politica del ruolo centrale svolto dalla luce nel mondo moderno. Noi di BraviAutori.it abbiamo pensato di abbracciare questa importante iniziativa proponendo agli autori di scrivere, disegnare o fotografare il loro personale legame con la luce, estendendo però la parola "luce" a tutti i suoi sinonimi, significati e scenari.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: Alessandro Carnier, Amelia Baldaro, Andrea Teodorani, Angelo Manarola, Anna Barzaghi, Annamaria Vernuccio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Camilla Pugno, Cinzia Colantoni, Claudia Cuomo, Daniela Rossi, Daniela Zampolli, Domenico Ciccarelli, Dora Addeo, Elena Foddai, Emilia Cinzia Perri, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Francesca Santucci, Furio Detti, Gilbert Paraschiva, Giorgio Billone, Greta Fantini, Ianni Liliana, Imma D'Aniello, Lucia Amorosi, Maria Rosaria Spirito, Maria Spanu, Marina Den Lille Havfrue, Marina Paolucci, Massimo Baglione, Mauro Cancian, Raffaella Ferrari, Rosanna Fontana, Salvatore Musmeci, Sandra Ludovici, Simone Pasini, Sonia Tortora, Sonja Radaelli, Stefania Fiorin, Umberto Pasqui.

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