DNA

Una zona dedicata alle riflessioni e alle idee.
Questa sezione è per i "pensieri", quelli cioe del tipo "Oggi mi è venuto in mente che... cosa ne pensate?", non per postare poesie od opere personali e chiedere poi di discuterne. Per pubblicare tue opere online, usa l'apposita funzione del nostro sito, grazie alla quale potrai farti leggere ed essere commentato.
Giancarlo Rizzo
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Re: DNA

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Recensione o commento # 1, data 14:45:42, 31/07/2024

Raccolgo volentieri l'invito a commentare la tua idea di "algoritmo della vita".
Nel corso del tempo, la selezione naturale porta a un accumulo di variazioni favorevoli, dando origine a nuove specie e adattamenti. Questo "algoritmo" è in continua esecuzione sulla Terra da miliardi di anni, dando origine alla straordinaria diversità di forme di vita che conosciamo oggi.
Ma l'algoritmo di cui parli è solo una metafora.
Non esiste un singolo algoritmo nel senso strettamente informatico del termine che governi tutti gli aspetti della vita. La metafora è utile per sottolineare come l'evoluzione, guidata dalla selezione naturale, possa essere vista come un processo interattivo e basato su regole, simile a un algoritmo. La vita è un fenomeno molto più complesso di un semplice algoritmo. Interagiscono una miriade di fattori, dalle leggi della fisica alla chimica, alla genetica, all'ecologia. L'evoluzione è un processo influenzato da eventi casuali, come le mutazioni genetiche, e da fattori ambientali imprevedibili. Non si tratta di un semplice codice binario, ma di un sistema dinamico e interattivo che coinvolge una miriade di fattori, dall'ambiente genetico a quello sociale.
il discorso è lungo, ma mi sono permesso di aggiungere note al tuo saggio con uno mio che intitolo "La vita: Algoritmo o Omeostasi?"
Giancarlo Rizzo
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Re: DNA

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LA VITA: ALGORITMO O OMEOSTASI?
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di Giancarlo Rizzo
Breve descrizione: Escluderei che il sistema sia fatto in modo da mantenere vivo un algoritmo che protegge se stesso e che quindi abbia uno scopo cosciente nell'essere vivo.

Testo realizzato con l'aiuto di AI.
La vita: Algoritmo o omeostasi?
Quello che mi lascia perplesso è il ragionamento per cui noi, intendo la vita nel complesso, siamo arrivati nell'universo dopo miliardi di anni della sua esistenza e forse spariremo tra poco tempo rispetto al tempo di esistenza del tutto.
L'origine della vita sulla Terra è uno dei più grandi misteri della scienza. Non abbiamo una risposta definitiva e precisa, ma le ricerche e le scoperte degli ultimi decenni ci hanno permesso di inquadrare questo evento in un periodo molto ampio.
Le stime più accreditate collocano la comparsa delle prime forme di vita tra i 4, 4 e i 2, 7 miliardi di anni fa. Tuttavia, le tracce fossili più antiche e indiscutibili risalgono a circa 3, 7 miliardi di anni fa, quando sono state ritrovate strutture microbiche nelle rocce verdi di Isua, in Groenlandia.
La selezione naturale ha guidato l'evoluzione: una volta apparsa, la vita ha iniziato a diversificarsi e ad adattarsi ai cambiamenti ambientali, dando origine alla straordinaria varietà di organismi che popolano oggi il nostro pianeta.
il DNA può essere considerato come la memoria dell'evoluzione di una specie. Il DNA contiene le informazioni genetiche che vengono trasmesse di generazione in generazione, ed è proprio grazie a queste informazioni che gli organismi viventi si sviluppano e si adattano al loro ambiente. Quindi, il DNA è come un registro storico che conserva le tracce dei cambiamenti che si sono verificati negli esseri viventi nel corso di milioni di anni.
Ogni essere vivente è un archivio di informazioni che, anche se in gran parte inutili nel presente, costituiscono un prezioso bagaglio genetico pronto a essere "attivato" in caso di cambiamenti ambientali.
L'evoluzione agisce come un raffinato meccanismo di selezione, favorendo la sopravvivenza degli organismi che possiedono caratteristiche più adatte all'ambiente. In questo senso, l'algoritmo della vita è un sistema auto-protettivo che si adatta costantemente all'ambiente.
I comportamenti istintivi, come l'attaccamento del cucciolo alla madre, non sono altro che l'espressione di strategie evolutivamente vantaggiose, selezionate nel tempo per garantire la sopravvivenza della specie.
Tuttavia, è importante precisare che il DNA non è una memoria perfetta. Alcune informazioni possono andare perse o deformarsi nel tempo, e non tutti i cambiamenti genetici sono vantaggiosi per la sopravvivenza di una specie. Inoltre, il DNA non registra le esperienze individuali o le modifiche ambientali che non hanno avuto un impatto sul patrimonio genetico.
Quindi, mentre il DNA è uno strumento prezioso per comprendere l'evoluzione, è importante usarlo in combinazione con altre fonti di informazione per ottenere una visione completa della storia della vita sulla Terra.
Quando parliamo di Dna ed evoluzione occorre precisare che si tratta di modificazioni fisiche e non psicologiche. È facile per noi immaginare che la nostra civiltà sia direttamente il frutto della memoria contenuta nei geni del Dna. Nulla di più errato: siamo noi che forniamo l'ambiente in cui l'evoluzione psichica si svolge e a quello ci si deve riferire se parliamo di evoluzione della civiltà.
L'idea dell'algoritmo della vita:
In effetti la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin ci fornisce una sorta di "algoritmo base" per comprendere l'origine e la diversità della vita. All'interno di una popolazione, gli individui presentano delle variazioni nelle loro caratteristiche. Alcune di queste variazioni sono ereditabili, ovvero possono essere trasmesse alla progenie. Gli individui con caratteristiche che li rendono più adatti all'ambiente hanno maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi, trasmettendo così i loro geni alle generazioni successive. Nel corso del tempo, la selezione naturale porta a un accumulo di variazioni favorevoli, dando origine a nuove specie e adattamenti. Questo "algoritmo" è in continua esecuzione sulla Terra da miliardi di anni, dando origine alla straordinaria diversità di forme di vita che conosciamo oggi.
Ma l'algoritmo di cui si parla è solo una metafora.
Non esiste un singolo algoritmo nel senso strettamente informatico del termine che governi tutti gli aspetti della vita. La metafora è utile per sottolineare come l'evoluzione, guidata dalla selezione naturale, possa essere vista sì come un processo interattivo basato su una memoria ancestrale e su regole che la rendono simile a un algoritmo. Ma la vita è un fenomeno molto più complesso di un semplice algoritmo. Interagiscono una miriade di fattori, dalle leggi della fisica alla chimica, alla genetica, all'ecologia. L'evoluzione è un processo influenzato da eventi casuali, come le mutazioni genetiche, e da fattori ambientali imprevedibili. Non si tratta di un semplice codice binario, ma di un sistema dinamico e interattivo che coinvolge una miriade di fattori, dall'ambiente genetico a quello sociale. L'ambiente poi svolge un ruolo cruciale nella modulazione della vita. Cambiamenti climatici, inquinamento e altre pressioni ambientali possono accelerare o rallentare l'evoluzione, influenzando la selezione dei tratti favorevoli.
È un processo cieco e senza teleologia (la concezione per cui gli eventi avvengano in funzione di un fine o scopo); soprattutto non c'è una "volontà" cosciente: gli organismi non hanno una consapevolezza cosciente del loro desiderio di sopravvivere o di perpetuare la specie. Questi comportamenti sono guidati da meccanismi biologici e neurochimici. La selezione naturale non ha uno scopo predefinito. Gli organismi si adattano semplicemente alle condizioni ambientali, e ciò che sopravvive è ciò che risulta più adatto in quel momento.
Parlerei piuttosto di omeostasi.
L'omeostasi è un concetto fondamentale in biologia che descrive la capacità degli organismi viventi, dalle semplici cellule agli esseri umani complessi, di mantenere un equilibrio interno relativamente stabile nonostante le continue variazioni delle condizioni esterne. L'omeostasi è il risultato di una complessa rete di sistemi di controllo che lavorano in sinergia anche nelle cellule più semplici. Questi sistemi utilizzano dei meccanismi di feedback per rilevare eventuali variazioni dalle condizioni ottimali e innescare le risposte necessarie per ristabilire l'equilibrio. L'omeostasi è essenziale per la sopravvivenza di tutti gli organismi viventi. Le nostre cellule sono progettate per funzionare al meglio in un ambiente interno stabile. Se questo equilibrio viene compromesso, possono verificarsi malattie e, in casi estremi, la morte. L'omeostasi permette agli organismi di adattarsi a un'ampia gamma di condizioni ambientali. Grazie ai meccanismi omeostatici, possiamo vivere in ambienti molto diversi, dal deserto ai poli. L'omeostasi garantisce che tutti i processi biologici avvengano in modo efficiente.
Mentre i geni non memorizzano o trasmettono direttamente conoscenze comportamentali specifiche, possono influenzare la nostra predisposizione a sviluppare determinati comportamenti.
E a sua volta, l'evoluzione umana influenza lo stato dei geni del DNA in modo profondo e complesso, attraverso diversi meccanismi: mutazioni casuali si verificano continuamente nel DNA. Quelle benefiche, ad esempio, conferendo un vantaggio selettivo, tendono ad accumularsi nella popolazione nel corso delle generazioni, modificando la frequenza di determinate varianti di gene. Mutazioni indotte possono essere causate da fattori ambientali come radiazioni o sostanze chimiche. Anche queste possono influenzare l'evoluzione se conferiscono un vantaggio selettivo.
Esiste una "volontà" di sopravvivenza e di perpetuazione della specie negli esseri viventi?
La filosofia ha a lungo dibattuto sul concetto di "volontà" e sul libero arbitrio. Alcuni filosofi sostengono che gli esseri umani, in particolare, hanno una volontà libera che li rende capaci di prendere decisioni consapevoli sulla propria vita. Altri filosofi sostengono invece che il nostro comportamento sia determinato dai nostri geni e dal nostro ambiente, e che quindi non abbiamo un vero e proprio libero arbitrio.
Il comportamento umano non è determinato solo dai geni, ma anche dalla cultura. La cultura è un sistema di idee, comportamenti e prodotti condivisi da un gruppo di persone. La cultura può evolversi nel tempo, proprio come la biologia, e questo può influenzare il comportamento dei membri del gruppo.
Quindi, mentre l'idea di una memoria ancestrale trasmessa direttamente attraverso i geni non è supportata dalla scienza, l'evoluzione gioca comunque un ruolo importante nello sviluppo del comportamento umano. Questo avviene attraverso una varietà di meccanismi, tra cui adattamenti evolutivi, predisposizioni genetiche, vincoli di sviluppo e coevoluzione gene-cultura.
Tenendo conto che a tutt'oggi ogni essere vivente ha dentro di sé informazioni accumulate in milioni di anni e che l'ambiente crea mutazioni dandogli la possibilità di sopravvivere, escluderei che il sistema sia fatto in modo da mantenere vivo un algoritmo che protegge sé stesso e che quindi abbia uno scopo cosciente nell'essere vivo.
Ultima modifica di Giancarlo Rizzo il 01/08/2024, 15:55, modificato 1 volta in totale.
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Saggio Natura, Breve - per Tutti
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Breve descrizione: Saggio sul DNA

Visto che nessuno mi ha mandato a quel paese io contino a parlare del DNA.
Oggi mi dedico al capitolo "Evoluzione" che è parte integrante del sistema di au*to protezione dell'algoritmo DNA.
Torniamo indietro nel tempo fino alla comparsa dei primi batteri e chiediamoci come mai sono nati.
Il Dna è un sistema di codifica dati tale e quale a un programma di computer, replica se stesso all'infinito e si tiene vivo ma non c'è un determinismo nella sua attività, è tutto legato al caso.
Perché è nato?
La risposta è semplicissima, era possibile, e come dice la legge di Murphy se una cosa può andare storta ci va.
Tutto quel che è possibile prima o poi avviene e la sua nascita è solo il frutto del caso e non di un disegno superiore.
Le possibili combinazioni di elementi di chimica organica sono praticamente infinite e in un tempo lunghissimo, miliardi di anni, si sono verificate le situazioni necessarie a che questo accadesse.
Le rocce restano quel che sono, non interagiscono tra di loro ma altre cose lo fanno e creano un infinito numero di possibili situazioni, tanto infinito che quel che sembra impossibile alla fine diventa reale.
Anticamente si diceva " omne vivum e vivo" ma all'inizio non fu così.
La terra, il nostro pianeta, ha attraversato periodi molto tumultuosi in cui le condizioni sulla sua superficie erano veramente estreme e con quei parametri di pressione e temperatura poteva succedere di tutto.
Certo è possibile che quelle molecole organiche indispensabili per la formazione del DNA siano arrivate sulla Terra con gli asteroidi o con le comete, ma la sostanza del discorso non cambia, da qualche parte si erano formate e la risposta è sempre la stessa, il caso.
Da dove vengano la cosa fondamentale è che esistono e in qualche modo si sono formate, qui da noi o altrove probabilmente non lo sapremo mai ma resta il fatto che il loro comportamento non è mai cambiato.
Le rocce sono assolutamente passive e indifferenti alla loro sopravvivenza ma le sostanze organiche interagiscono tra loro continuamente e le possibili combinazioni che si creano sono praticamente infinite.
Come dice il protagonista di una serie televisiva a me molto cara " Il caso governa il mondo." e non ci sono disegni superiori a cui appellarsi per giustificare la vita. Era possibile che nascesse e quindi era inevitabile che prima o poi lo facesse.
Ma allontanandoci da problemi che lasciano il tempo che trovano dedichiamoci a quelli che possono cambiarci la vita.
L'evoluzione è la dimostrazione di come questo programma protegga se stesso.
Recentemente è stato scoperto un verme che è rimasto congelato nel permafrost per circa quarantamila anni e quando è stato riportato a condizioni climatiche normali ha ricominciato a muoversi e nutrirsi.
Probabilmente niente gli avrebbe impedito di rimanere in quello stato per altri centomila anni conservando al suo interno quell'algoritmo nella sua piena funzionalità.
Tempo fa ho scritto che la natura le prova tutte ma avrei dovuto dire che è il DNA a farlo.
Nella sua estrema capacità di cambiamento e adattamento alle più varie condizioni climatiche conserva la possibilità di resistere a qualunque cambiamento del nostro pianeta.
Una buona parte dei geni contenuti nelle catene degli esseri viventi non è funzionante ma resta li come una memoria storica ad assicurare la possibilità di una mutazione, sempre casuale e non deterministica, che proteggerà il sistema da ogni pericolo come ha già fatto in passato e come farà in futuro.
Normalmente gli errori nel sistema di duplicazione delle catene sono una costante e la forma e le dimensioni degli esseri viventi cambiano così come cambia il nostro pianeta. Certe volte queste mutazioni incontrano un ambiente favorevole quindi sopravvivono e si riproducono creando nuove specie, ma sarebbe meglio dire nuove forme, quindi resta sempre la possibilità di una evoluzione o meglio di un adattamento al cambiamento.
Un esempio particolare sono i virus che di per sé non sono neanche vivi, infatti non respirano e non mangiano ma in un ambiente favorevole possono riprodursi e non necessariamente infettando un animale ma anche una pianta o addirittura un batterio diffondendo il sistema Dna ovunque.
Non c'è determinismo in questo ma solo una casualità praticamente infinita ma la cosa più impressionante di questo fenomeno è la nascita del cervello.
Noi ne abbiamo tre, quelli più conosciuti, il più antico è quello che abbiamo in comune coi rettili, poi è nato il cervelletto, molto utile a controllare il movimento e infine la corteccia cerebrale ma ne abbiamo anche di periferici.
Se tocchiamo un ferro rovente prima ritiriamo la mano e poi strilliamo di dolore e questa è l'opera di un particolare meccanismo chiamato arco riflesso che agisce prima che la corteccia cerebrale si accorga di quello che è successo. Ne abbiamo anche altri, come i recettori del Golgi ma questo in realtà vale solo per confermare che l'autoconservazione è una presenza costante negli esseri viventi e anche in questo modo il programma conserva se stesso e la sua capacità di evolversi.
Ci sono organismi, i Tardigradi, che non muoiono neanche se esposti al vuoto dello spazio interplanetario e alle sue radiazioni da cui la terra è protetta e anche questa è l'espressione della volontà di conservare se stesso di quell'algoritmo.
Il sistema è sempre quello, il Feed Back, una sorta di meccanismo premio punizione che ormai funziona da miliardi di anni. C'è un disegno in questo? Direi proprio di no finora, è solo una casualità ma ora che il nostro cervello ha maturato una cultura storica anche lui fa la stessa cosa, protegge se stesso come specie e non sappiamo dove potrà arrivare ma qui si che c'è un determinismo che però può diventare pericoloso.
A questo punto cosa dire di più? Impariamo dalla realtà, accettiamola senza coprirla di mistificazioni e rendiamoci conto di quel che siamo e potremmo essere.
Ultima modifica di Giancarlo Rizzo il 01/08/2024, 15:58, modificato 1 volta in totale.
Giancarlo Rizzo
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Recensione o commento # 1, data 18:49:35, 31/07/2024

Un buon articolo.
Queste le mie idee:
Il DNA è un Acido tenuto insieme da 4 Basi.
Disposto come due serpenti incrociati dentro una pressa.
È presente in ogni cellula del corpo umano e di ogni essere vivente.
Sembra complicato, viene idealizzato fino a diventare il Deus ex machina della vita.
In realtà, è informazione incarnata che opera insieme alla "carne". Essendo fatto di due elementi chimici diversi e complementari, (cioè?) per lo meno in questo caso, funziona come un codice binario con un linguaggio digitale.
Non ha niente di quantistico se non la capacità di lavorare a enorme velocità utilizzando un numero enorme di informazioni.
Per il resto origina e gestisce bene tutto quanto vive.
Alcuni pensano che il DNA da solo non riuscirebbe a fare quello che fa a meno che non peschi informazioni da qualche parte ma non si sa dove.
Ad esempio, nel caso dell'uomo, il cervello funziona molto con una intuizione di fondo di cui non siamo consapevoli.
Molti premi Nobel hanno detto che nel loro lavoro contava più spesso intuire che pensare logicamente. Intuendo, capivano cose che con la ragione non avrebbero mai capito dato che mancavano loro i dati per capire.
Da dove arrivano i dati?
Watson e Crick erano disperati perché non riuscivano a capire come ci potesse stare il DNA dentro una cellula.
Finalmente, una notte, uno dei due sognò due serpenti che danzavano intrecciati allungando e restringendo i corpi. La mattina dopo, avevano finalmente capito!
Chi fu il regista del sogno?
Doveva essere uno che conosceva benissimo il DNA e la sua collocazione nella cellula, il suo essere intrecciato, avvolto e pressato ma non fisso.
In pratica un laureato in genetica nucleare.
A proposito di sogni, guardate che i sogni non sono "privati" e "chiusi" come si pensa, se lo fossero ce li ricorderemmo tutti o quasi…
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Re: DNA

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Recensione o commento # 3, data 22:46:23, 31/07/2024
di Rizzo Giancarlo

"Le rocce restano quel che sono, non interagiscono tra di loro ma altre cose lo fanno e creano un infinito numero di possibili situazioni, tanto infinito che quel che sembra impossibile alla fine diventa reale".
"Certo è possibile che quelle molecole organiche indispensabili per la formazione del DNA siano arrivate sulla Terra con gli asteroidi o con le comete, ma la sostanza del discorso non cambia, da qualche parte si erano formate e la risposta è sempre la stessa, il caso."
"Come dice il protagonista di una serie televisiva a me molto cara " Il caso governa il mondo." e non ci sono disegni superiori a cui appellarsi per giustificare la vita. Era possibile che nascesse e quindi era inevitabile che prima o poi lo facesse."

I tuoi brani che ho riportato sottolineano il tuo convincimento sul ruolo del caso nell'origine della vita e nell'evoluzione come unico fattore.
Tuttavia, la complessità degli organismi viventi e l'apparente "progettualità" di molti processi biologici possono far sorgere dubbi sulla sufficienza del "caso" come unica spiegazione. Certo semplifica ma non risolve i problemi.
Potrebbe essere utile esplorare ulteriormente il concetto di "necessità" in biologia, ovvero le condizioni che hanno reso possibile l'emergere della vita e la sua evoluzione. La scienza può fornire spiegazioni causali per molti fenomeni naturali, ma non può rispondere a tutte le domande come dimostrare con certezza che la vita sia nata per un serie di condizioni favorevoli uniche. Sarebbe possibile creare la vita e invece possiamo solo replicarla. Ci sono aspetti della realtà che sfuggono alla nostra comprensione attuale e che potrebbero richiedere approcci interdisciplinari o nuove teorie.
La comparsa della coscienza e della mente umana inoltre rappresenta una sfida per una spiegazione puramente materialistica dell'evoluzione. Come si è passati dalla materia inanimata alla coscienza? Qual è il rapporto tra mente e il corpo? Queste domande sostengono un dibattito filosofico e scientifico ancora aperto che non si può liquidare semplicemente con "il caso".
Piccoli esempi:
Se è vero che non c'è determinismo in questo, ma solo una casualità praticamente infinita, cosa significa "l'espressione della volontà di conservare sé stesso di quell'algoritmo"?
Dici che il sistema è sempre quello, il Feed Back, una sorta di meccanismo premio-punizione che ormai funziona da miliardi di anni. Eppure la coerenza con il piacere o dispiacere e il loro significato non è chiara. Come fa la cellula a capire che uno stimolo essendo piacevole è anche utile? Come fa a conoscere la coerenza tra piacere e utilità?
Poi ammetti che nonostante non ci sia un disegno e che è solo una casualità, "ora che il nostro cervello ha maturato una cultura storica anche lui fa la stessa cosa e protegge sé stesso come specie e non sappiamo dove potrà arrivare; ma qui sì che c'è un determinismo che può diventare pericoloso.
Infatti la cosa che cambia tutto è la consapevolezza di esistere che introduce il libero arbitrio.
A questo punto cosa dire di più? Tu dici: impariamo dalla realtà, accettiamola senza coprirla di mistificazioni e rendiamoci conto di quel che siamo e potremmo essere.
Sono perfettamente d'accordo.
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Re: DNA

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Apparentemente una roccia è inanimata
ma non è così.
Consideriamo gli atomi di cui è fatta e le particelle che compongono quegli atomi.
Protoni, elettroni, gluoni, sono in costante vibrazione e entangled tra di loro e con altre particelle che possono trovarsi sulla terra o a distanze incommensurabili nello spazio.
Entangled significa che due particelle mutano il loro stato orbitale reciprocamente e istantaneanente qualunque sia la loro distanza e posizione nell'universo.
Il sasso, dunque, è in sintonia e sincronia con tutto il resto del cosmo
La teoria delle stringhe propone l'idea di una vibrazione generale dell'universo e la quantistica, con il fenomeno entsnglement, l'idea di una sincronia e sintonia istantanea.Il DNA lo è parimenti, quindi vita e non vita sono idee che non corrispondono a ciò che l'universo e la natura sono.
Il sasso vive perchè esiste, ciò che esiste
vive.
Che cosa è dunque la vita?
Anche in questo caso ci aiuta la quantistica.
Una particella può trovarsi in una sovrapposizione di stati diversi e si rivela su uno stato quando la si misura.
È la misura che ci permette di "trovarla" o è la particella che si rivela alla misura in quel.particolare stato?
In parole semplici, esiste un gioco di rivelazione tra il mondo subatomico e l'operatore, questo gioco si svolge tramite la misura usata.
Questa meraviglia ci indica che noi possiamo influenzare la materia energia usando informazioni.
Dal momento che queste informazioni non sono materiali energetiche ma idee e astrazioni, misure, ciò significa che
l'immateriale è presente, opera e determina in qualche modo il materiale.
Adesso veniamo al DNA.
Il DNA è in continua lentissima trasformazione perchè tutto ciò che è materiale energetico si trasforma in continuazione.
Niente si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma e non può fare altro.
Se, ipoteticamente, la materia energia cessasse di trasformarsi si ANNICHILEREBBE all'istante, scomparirebbe.
Un fotone, un atomo, una molecola, l'essere umano, il DNA, l'universo sono "costretti" a trasformarsi senza fermarsi mai.
Questa trasformazione può essere lenta o veloce, ma non può essere fermata mai.
Quindi, sul piano della vita organica, il nostro, ma anche per tutto il resto, esiste quello che io chiamo IL TENSORE DELLA TRASFORMAZIONE.
Questo tensore è un driver universale, la base dell'universo stesso e di ogni forma di esistenza materiale ed energetica.
Lo chiamo "tensore di Dio" per questa sua importanza e fondamentalità.
Senza di esso, l'universo non esisterebbe neppure.
Come funziona il tensore di Dio?
Garantisce la trasformazione continua, impedisce creazioni ex novo e distruzioni, supporta il cambiamento e mantiene tutta la materia energia in questa condizione.
In un certo senso è "dittatoriale" ma è l'unico modo per mantenere l'esistente… esistente.
Il DNA non è altro che una raccolta di informazione che operatoria reso la materia energia agli ordini del tensore.
Il DNA serve il tensore e il tensore serve il DNA.
Per questo esiste una evoluzione e una differenziazione di speci viventi, evoluzione e differenziazione che non si fermano mai.
Homo sapiens sapiens non è l'ultima specie intelligente ed evoluta terrestre!
Il DNA sta cambiando lentamente seguendo quella che gli evoluzionisti chiamano mutazione endogena e, nel contempo, grazie a questa mutazione interna alla specie e a mutazioni relative al rapporto con l'ambiente, "cova" la prossima apparizione di una NUOVA SPECIE UMANA.
Questa nuova specie apparirà come è successo per le altre e la nostra attuale, ACCANTO ALLA NOSTRA, COESISTERÀ CON LA NOSTRA, SI IBRIDERÀ IN PARTE VON LA NOSTRA E POI LA SUPERERÀ INESORABILMENTE MENTRE LA NOSTRA SCOMPARIRÀ.
Questa è la regola della vita organica, supportata e retta dal TENSORE DI DIO, da essa non si esce, non si scappa.
Qualcuno potrebbe pensare che l'esistente sia, in qualche modo, una prigione, una dittatura, un' esistenza obbligata, una regola aurea.
Di fatto lo è ma, nel contempo, è cambiamento, evoluzione, differenziazione e creatività.Gli studi sulla creatività dimostrano che non è possibile essere creativi senza prescrivere il campo, il come e l'oggetto della creatività stessa.
Monet passeggia sulla riva di uno stagno lasciandosi "impressionare" dall'ambiente, sceglie l'area che lo interessa di più e la dipinge.
Se non scegliesse e prescrivesse, non potrebbe creare un bel niente.
Questo vale per tutti gli artisti ma anche per gli scienziati e, per esteso, ogni genere di persona e attività creativa o meno.Il DNA si comporta nello stesso modo.
Tutto funziona così.
Per questo ho chiamato il tensore TENSORE DI DIO: che uno creda o meno, il tensore è Dio dell' esistente, un Dio che potrebbe essere laico oppure uno strumento nelle mani di Dio o, ancora, qualcosa d'altro.
Ma state sicuri che, senza di lui/esso NON POTRESTE NEPPURE ESISTERE!
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Re: DNA

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Giancarlo, ho modificato il primo post usando il link all'opera invece del copiaincolla.
Ti chiedo di fare altrettanto con le altre che hai messo, grazie.
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Re: DNA

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Lo scopo fondamentale di quel che ho scritto era dimostrare che non esiste un disegno superiore nella magia della vita ma tu Culture sembra stia facendo tutto il contrario evocando entità superiori che col mio discorso non c'entrano nulla anzi sono proprio quello di cui cerco di negare l'esistenza.
Non siamo sullo stesso piano di ricerca quindi mi tiro fuori dal discorso.
Ciao a tutti e Scusami Rizzo ma se vuoi ne parliamo tra noi.
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Re: DNA

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Lo sapevo che chiamare il tensore "di Dio" avrebbe suscitato stra ne reazioni e rifiuti.
Il bosone di Higgs viene chiamato "particella di Dio" perchè dà la massa a tutte le altre e i tensori sono alla base della gravitazione e dei sistemi biologici.
Leggi la parola "Dio" e scappi?
Leggendo bene quello che scritto, si evince che il tensore in questione si riferisce all'informazione e ad alcuni fenomeni quantistici noti.
Perfino la cosmologia MOND che sta acquistando maggiori consensi si basa sull'idea di tensori universali e locali di gravitazione.
Allora, prima di scrivere o di rispondere relativamente a qualcosa, bisogna informarsi bene prima.Io non sto inventando un bel niente, sto facendo un discorso basato su dati e processi noti.
Ci sono quantisti stranoti che affermano che la materia energia risponde alle misure e ne risulta in buona parte o per metá determinata.Parli del "caso" e della materialità come ne fosse la Dea, quando la fisica attuale evidenzia sempre di più l'importanza e l'universalità dell'Informazione.
E l'Informazione, come dimostra l' entanglement, non ha niente a che vedere con i limiti spaziotemporali e dimensionali della materia essendo qualcosa di completamente diverso.
La mia intenzione era quella di discutere di questo e basta.
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Re: DNA

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E sei ovviamente fuori tema.
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Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

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Fare un commento a un saggio non significa non tenerne alcun conto e scrivere il proprio saggio, ma significa eventualmente contestare le idee dell'autore con proprie affermazioni. Così si sviluppa una discussione dove, partendo da una base, si esprimono i propri punti di vista.
Culture secondo me avrebbe fatto bene a scrivere una propria opera e metterla a disposizione dei commenti di eventuali lettori e non entrare a gamba tesa con la propria tesi.
Io torno all'idea di usare il sito per scrivere opere e commenti. salvo opinioni diverse che ascolterò ( Massimo?)
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carlocelenza
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Re: DNA

Messaggio da leggere da carlocelenza »

Perfettamente d'accordo Giancarlo.
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
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Culture
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Re: DNA

Messaggio da leggere da Culture »

Un certo Hegel dice: "… il pensiero procede anteponendo a una Tesi un'Antitesi. Dalla dialettica delle due nasce una Sintesi… "
Mai letto Hegel?Sembra proprio di no, infatti Celenza scrive, con l'approvazione di Rizzo:"Lo scopo fondamentale di quel che ho scritto era dimostrare che non esiste un disegno superiore nella magia della vita ma tu Culture sembra stia facendo tutto il contrario evocando entità superiori che col mio discorso non c'entrano nulla anzi sono proprio quello di cui cerco di negare l'esistenza."
Certo, alla tua Tesi io contrappongo un'Antitesi che tra l'altro non hai neppure ben capito aspettandomi poi una dialettica discorsiva che possa arrivare eventualmente, a una Sintesi.
Viste le risposte…
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Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Masquerade

Masquerade

antologia AA.VV. di opere ispirate alla maschera nella sua valenza storica, simbolica e psicologica

A cura di Roberto Virdo' e Annamaria Ricco.

Contiene opere di: Silvia Saullo, Sandro Ferraro, Luca Cenni, nwGabriele Pagani, Paolo Durando, Eliana Farotto, nwMarina Lolli, nwNicolandrea Riccio, nwFrancesca Paolucci, nwMarcello Rizza, nwLaura Traverso, nwNuovoautore, nwIda Daneri, Mario Malgieri, nwPaola Tassinari, nwRemo Badoer, nwMaria Cristina Tacchini, Alex Montrasio, Monica Galli, nwNamio Intile, nwFranco Giori.

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Dentro la birra

Dentro la birra

antologia di racconti luppolati

Complice di serate e di risate, veicolo per vecchie e nuove amicizie, la birra ci accompagna e ha accompagnato la nostra storia. "Dentro la birra", abbiamo scelto questo titolo perché crediamo sia interessante sapere che cosa ci sia di così attraente nella bevanda gialla, gasata e amarognola. Perchè piace così tanto? Che emozioni fa provare? Abbiamo affidato questa "indagine" a Braviautori, affinché trovasse, tramite l'associazione e il portale internet, scrittori capaci di esprimere tali sensazioni. E infatti sono arrivati numerosi racconti: la commissione ne ha scelti 33. Nemmeno a farlo apposta, 33 è la quantità di centilitri di un gran numero di bottiglie (e lattine) di birra; una misura nota a chi se n'intende.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwAndrea Andreoni, nwTullio Aragona, Enrico Arlandini, Beril, Enrico Billi, nwLuigi Bonaro, Vittorio Cotronei, Emanuele Crocetti, nwBruno Elpis, Daniela Esposito, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Livio Fortis, Valerio Franchina, Luisa Gasbarri, Oliviero Giberti, Elena Girotti, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Fabrizio Leo, Sandra Ludovici, Micaela Ivana Maccan, Cristina Marziali, Stefano Masetti, Maurizio Mequio, nwSimone Pelatti, Antonella Provenzano, Maria Stella Rossi, Giuseppe Sciara, nwSalvatore Stefanelli, nwSer Stefano, nwSunThatSpeed, Marco Vignali.

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77, le gambe delle donne

77, le gambe delle donne

ovvero: donne in gamba!

Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwTullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, nwAlessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, nwNunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, nwAlessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, nwStella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, nwRoberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, nwAnna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, nwIsabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, nwLibero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, nwMarino Maiorino, nwAngelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), nwRoberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, nwMarina Paolucci, nwRoberto Paradiso, nwUmberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, nwDaniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, nwPietro Rainero, nwGianluigi Redaelli, nwMaria Rejtano, Stefania Resanfi, nwFranca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, nwSalvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, nwLiliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.

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GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie

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(autunno 2022, 22 pagine, 525,42 KB)

Autori partecipanti: nwNamio Intile, nwPaola Tassinari, Francesco Pino, nwNunzio Campanelli, nwEleonora2, nwDomenico Gigante, Gabriele Pecci, nwLaura Traverso, nwRoberto Bonfanti, nwPiramide, nwGiuseppe Gianpaolo Casarini,
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 30 - La verità è là fuori

La Gara 30 - La verità è là fuori

(aprile-maggio 2012, 33 pagine, 1,57 MB)

Autori partecipanti: nwNathan, nwLodovico, nwStillederNacht, nwLicetti, nwLorella15, nwMastronxo, Selene B, Alhelì, nwAntonella P, nwTuarag, Kutaki Arikumo,
A cura di Diego Capani e Luigi Bonaro.
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Gara d'inverno 2021/2022 - La Strega, e gli altri racconti

Gara d'inverno 2021/2022 - La Strega, e gli altri racconti

(inverno 2021-2022, 72 pagine, 700,60 KB)

Autori partecipanti: nwRoberto Bonfanti, nwMessedaglia, nwMarino Maiorino, nwAthosg, nwRobertoBecattini, nwAlberto Marcolli, nwGiovanni p, nwNamio Intile, nwStefano M., nwDomenico Gigante, nwMacrelli Piero, nwTemistocle,
A cura di Massimo Baglione.
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