Quello che ci aspetta a casa
Quello che ci aspetta a casa
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Diciamo che sembra una "lirica" amorosa (uno scritto a metà tra prosa e poesia) di un uomo d'arme al suo ritorno in patria dai campi di guerra. Ambientazione forse antica, o comunque medievale. Ma il termine "capomanipolo" o "capo manipolo" suggerisce anche qualcosa che ha a che fare con le "camice nere", confluite nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e poi accorpate al Regio Esercito. Oppure il termine si riferisce solo a un "principalis" di un'ipotetica antica milizia? Mi sciogli questo dubbio?
Ciao, Ombrone (e benvenuto!)
Antonio
A una prima impressione, vale 5 nel suo genere di "elogio d'amore", anche se alcuni termini "decadenti" e l'ambientazione potrebbero in parte penalizzarlo nel suo complesso.
Re: Quello che ci aspetta a casa
In verità credo che il colpo di scena nelle10 righe finali, possa risolvere il tuo dubbio sul ambientazione. Non spoilero per eventuali altri lettori
Come molte storie brevi in causa venenum e il gusto sta tutto, solo, lì!
Re: Quello che ci aspetta a casa
Altrimenti sarebbe stato:
"Lei mi accoglie, le nostre bocche si baciano, ci assaporiamo a vicenda, mi perdo nella sua mielata dolcezza, e rabbrividisco mentre mi accarezza il dorso.
E sono felice, immerso nel mio unico vero amore."
Quindi sono alieni se hanno "antenne" e "placche".
Ho solo frainteso, capita!
Voto 5/5 (Mi piace, malgrado sia un po' troppo "romantico")
Tante belle cose, Ombrone
Antonio
Re: Quello che ci aspetta a casa
Il racconto lo avevo scritto per un concorso di fantascienza tempo fa. Si piazzò pure piuttosto bene
Grazie del voto!
Roberto
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Originalità e brevità sono le cose che mi hanno fatto apprezzare questo racconto.
Sembrava un'ambientazione medioevale… uomini in armatura e borghi antichi ma… ma in realtà erano insetti con il loro esoscheletro e i borghi i loro nidi.
C'è fantasia! Complimenti!
Jacopo
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Alle volte, quando Massimo pubblica i bandi NASF mi viene lo stimolo di rispondere, di scrivere, ma proprio non ce la faccio.
Dunque bravo, al quadrato.
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Bravo, comunque.
Re: Quello che ci aspetta a casa
Contento che ti sia piaciuto.
Roberto
Re: Quello che ci aspetta a casa
Grazie del tuo commento.
Si l'impostazione non è originalissima, ampiamente ispirata a Sentinella di Brown, per dirne una, ma come dici giustamente tu è uno schema classico dei "cortissimi" per dargli un po' di pepe e mi sono divertito a scriverlo.
Re: Quello che ci aspetta a casa
Grazie del commento! Contento ti sia piaciuto
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In un racconto che deve stupire con un effetto a sorpresa, lasciar capire le cose con un minimo di anticipo rovina gran parte del divertimento.
Un po' di "Sentinella", un po' di altra sci-fi erotica degli anni '50/'60, la mia preferita. Per un momento ho temuto che il protagonista sarebbe tornato a casa per essere divorato dalla sesso-compagna; gli è andata bene.
Cosa stonava? Non perché io vada in cerca di stonature, ma per spiegare (ci mancherebbe) la mia mancanza di trasporto.
1) Gioia, gloria, guerra, vittoria: il racconto comincia con queste quattro parole (e credo altre) ripetute così spesso da dare la nausea. Sembra una velina ucraina.
2) "In guerra le memorie amorose, il ricordo del volto amato, sono un sogno lontano che ti stimola e ti spinge a dare il meglio, per meritare il suo amore" - In nemmeno due righe compaiono tre variazioni di "amor---" C'è un che di fastidiosamente mieloso in un gioioso glorioso guerriero vittorioso innamorato.
3) l'espressione "vedere i nostri figli in procinto di venire al mondo" è quella che ha rotto l'illusione: normalmente, gli esseri umani non mettono al mondo figli (al plurale) e non li vedono in procinto di venire al mondo. Per te era già ovvio che si potessero vedere, come poi spieghi quando lui incontra lei, ma non per il lettore. A questo punto non siamo ancora a metà del pur breve racconto, e già possiamo chiuderlo.
Credo che il punto 3 sia il nodo del mio commento: se vuoi tenere il lettore all'oscuro del plot-twist, devi riuscire a farlo bene. Il linguaggio andava curato per renderlo più realista, meno euforico, meno leggero: il protagonista torna da una guerra, ok, vinta, ok, ma sembra far parte del sentimento della folla, non tanto dei suoi compagni di battaglia. Soprattutto con quello che stiamo vivendo per l'Ucraina (mi perdonino quei popoli tribolati se li menziono per questo nostro divertissement privato), doveva essere più ovvio attingere ai sentimenti di un guerriero che torna a casa dopo aver visto la morte in faccia innumerevoli volte, dopo aver sentito i morsi della paura, dopo aver affrontato le indicibili armi del nemico (che, siccome, si parla di guerra planetaria, supponiamo sia della sua stessa specie, sebbene avrebbe potuto essere tranquillamente descritto come un'altra specie ancora, con tutto il ribrezzo che ne deriva, e così alimentare l'illusione che fosse un umano, a narrare).
Ho avuto modo di leggere i tuoi commenti in questa gara, e vedo che hai ottime basi sulle quali fare bene: quello che scrivi è sempre ben argomentato. Quindi spero che queste mie righe non ti sembrino del tutto fuori luogo.
A presto!
Racconti alla Luce della Luna
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Re: Quello che ci aspetta a casa
Hai perfettamente colto la principale fonte di ispirazione, ovviamente Sentinella, che era proprio l'idea che volevo imitare.
Io in verità ho appositamente puntato e spinto veramente molto sul linguaggio esaltato e magari addirittura melenso per distogliere l'attenzione del lettore e provare a distrarlo, da alcuni dei commenti che ho letto qui e in altre occasioni dove l'ho condiviso il trucchetto ha avuto un certo successo con parecchi lettori.
La guerra… non ho di certo niente da contestare alla tua posizione che personalmente condivido, ma questa che abbiamo è una sensibilità moderna.
Tralasciamo che ovviamente qui si parla di creature aliene e con una mentalità diversa, ma anche nelle società umane nel passato la gloria bellica aveva una funzione e una posizione molto diversa dalla nostra.
Parlando solo del mondo greco, da cui traggo parecchi degli stilemi del racconto, ancora in epoca classica, come in tante società fino ai nostri giorni, lo svolgere i propri compiti in battaglia era dovere e un punto di onore di un cittadino (persino Socrate e Platone lo puntualizzano) e in epoca precedente, come, in tantissime società fino a tempi recentissimi, la guerra era considerata un impegno ambito ed eroico, e spesso unico modi di elevazione sociale ed economica, e il guerriero ritenuto un personaggio assai più nobile e con un maggiore riconoscimento sociale del pacifico agricoltore.
Questo è lo spirito che andavo a descrivere. Francamente non trovo i pensieri del mio alieno protagonista di quelli che avrebbe provato un qualunque oplite ateniese o legionario romano ad essere celebrato dopo una campagna vittoriosa e ricca di preda.
La Gara 37 - Il trinomio Fantastico
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
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Gare letterarie stagionali - annuario n° 2 (2019 - 2020)
Le Gare letterarie stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova nel forum di BraviAutori.it, divertirsi, conoscersi e, perché no, anche imparare qualcosa. I migliori testi delle Gare vengono pubblicati nei rispettivi ebook gratuiti i quali, a ogni ciclo di stagioni, diventano un'antologia annuale come questa che state per leggere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Roberto Bonfanti, Giampiero, Lodovico, Giorgio Leone, Athosg, Carol Bi, Diego.G, Massimo Centorame, Namio Intile, Alessandro Mazzi, Frdellaccio, Teseo Tesei, Stefyp, Laura Traverso, Eliseo Palumbo, Saviani, Andr60, Goliarda Rondone, Roberto Ballardini, Giampiero, Fausto Scatoli, Sonia85, Speranza, Mariovaldo, Macrelli Piero, Andrepoz, Selene Barblan, Roberto, Roberto Virdo'.
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Il Bestiario del terzo millennio
raccolta di creature inventate
Direttamente dal medioevo contemporaneo, una raccolta di creature inventate, descritte e narrate da venti autori. Una bestia originale e inedita per ogni lettera dell'alfabeto, per un bestiario del terzo millennio. In questa antologia si scoprono cose bizzarre, cose del tutto nuove che meritano un'attenta e seria lettura.
Ideato e curato da Umberto Pasqui.
illustrazioni di Marco Casadei.
Contiene opere di: Bruno Elpis, Edoardo Greppi, Lucia Manna, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Roberto Paradiso, Luisa Gasbarri, Sandra Ludovici, Yara Źagar, Lodovico Ferrari, Ser Stefano, Nunzio Campanelli, Desirìe Ferrarese, Maria Lipartiti, Francesco Paolo Catanzaro, Federica Ribis, Antonella Pighin, Carlotta Invrea, Patrizia Benetti, Cristina Cornelio, Sonia Piras, Umberto Pasqui.