W Factor - 1a fase
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Tuarag
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Re: W Factor - 1a fase
Gabriella decise di esercitarsi nella scrittura componendo un racconto al mese. In tutto dodici racconti con tema inerente a ciascun mese. Si preparò una lista per raccogliere idee. A gennaio un racconto ambientato nella stagione invernale, magari con personaggi che amavano la neve e lo sci. A febbraio una storia allegra in clima carnevalesco. A marzo l’aria primaverile come input di una tenera vicenda d’amore. Ad aprile, dato che c’era la Pasqua, la resurrezione di un malato che usciva dalla depressione.
A maggio un roseo intreccio incastonato in un giardino fiorito e profumato. Saltò giugno perché non le veniva niente in mente. Ma a luglio e ad agosto, in periodo estivo, si potevano imbastire due caldi raccontini al sapore di sale. A settembre le balzarono in testa la pioggia e l’arrivo dell’autunno. Per ottobre un buco nero. Lo saltò e arrivò a novembre. Qui ci stava bene una storia di morti ammazzati con tanto di noir e di sangue. A dicembre poteva trarre ispirazione dalle festività natalizie condite da auguri e regali. Il progetto era quasi completo. Restava da trovare uno spunto per i mesi di giugno e ottobre. Si scervellò a lungo prima di ricordarsi che a giugno aveva avuto un figlio e che a ottobre dell’anno precedente si era separata. Ecco, i temi c’erano tutti. Adesso il problema era saperli narrare.
Re: W Factor - 1a fase
Don.
Il suono della campana squarciò il silenzio col suo tono cupo, giungendo inatteso.
Affacciandosi al balcone, lui guardò il campanile lontano, immoto e silenzioso.
Al terzo rintocco, aveva detto la zingara, ma non le credeva, perché avrebbe dovuto? Non aveva nulla da temere da sciocche superstizioni.
Certo, sentiva un po' di rimorso, ma lei avrebbe dovuto tenere ferma quella bambina lurida, impedirle di andare in strada, e nulla sarebbe accaduto.
Don.
Levò gli occhi al cielo. Da dove giungeva il suono? Non riusciva a capirlo.
Con la coda dell'occhio scorse un movimento dietro di lui, nella stanza poco illuminata. Le ombre parvero addensarsi alle sue spalle in una forma piccola, curva e lacera che avanzava lenta... cos'era? Poteva forse...
Istintivamente si ritrasse nell'unica direzione possibile.
Il tonfo del suo corpo sull'asfalto risuonò più forte di quel terzo rintocco che non giunse mai.
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Re: W Factor - 1a fase
Oratorio di Santa Brigida. Io, sul palco, in prima fila, mani giunte come un angioletto.
Cantare è pregare due volte, diceva Sant'Agostino. Peccato che quei canti mi procurassero una nausea bestiale; roba da far vomitare l'anima, se mai ne avessi avuta una. I miei ne erano certi e volevano assicurarmi il Paradiso. Sapete, quell'immenso prato verde dove i defunti innalzano lodi al Signore.
Erano gente perbene, i miei. Io no e, se davvero avevo un'anima, allora preferivo l'Inferno.
Glielo dissi che avevo tredici anni. Sono seppelliti nel bosco dietro casa. Non li hanno mai trovati.
Dopo scoprii che quando ero fatto uccidevo meglio. La droga trasformava le urla in rock and roll, le vittime in rockstar. Io ridevo e mi univo al concerto.
L'ultimo è stato esaltante, resterà negli annali della scuola. I professori e i compagni hanno cantato da dio. Finché non si è intromesso quel poliziotto.
Ora c'è odore di zolfo e fuoco tutt'intorno. Sento la pelle sciogliersi, poi riformarsi, senza sosta.
Tra le fiamme vedo sconosciuti che si agitano, gridano.
E ridono. Adesso la rockstar sono io.
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Re: W Factor - 1a fase
Dieci minuti.
Osservo l’orologio a muro della cucina. Ancora dieci minuti precisi. Lo sguardo si perde fuori dalla finestra, nell’azzurro del cielo mattutino. Che meraviglia l’alba. Con la sua brezza fresca soffia via le angosce della notte. Per chi non ha dormito è il traguardo tanto atteso.
Cinque minuti.
Poco tempo, poco dolore. L’obiettivo è vicino. Stavolta sarò puntuale. Sono sempre arrivata tardi agli appuntamenti della vita. E li ho sempre mancati.
Due minuti.
Ci vuole precisione per fare le cose giuste. E io non le ho mai fatte. L’elenco dei miei fallimenti è lungo più di sei piani. Le lancette paiono ondularsi al mio sguardo bagnato dalle lacrime. Penso di regalarmi ancora qualche minuto in più ma a cosa servirebbe? Ormai la decisione è presa.
Un minuto.
Il sole basso sull’orizzonte s’intrufola nella cucina. Respiro l’aria profumata di settembre con avidità.
Pochi secondi.
Si va. Mentre lascio la finestra alle mie spalle e l’asfalto attende di ricevermi mi accorgo di essere in ritardo. Ci vuole tempo per volare per sei piani.
Anche al mio ultimo appuntamento arriverò tardi.
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Re: W Factor - 1a fase
Le mani salde sul manubrio, ma stavolta è diverso. La destra da colpetti al gas, è inutile ma crea attesa. Il piede sulla marcia è già pronto, la frizione tirata.
Dopo una vita di sfide, mi guardo indietro. Ho imparato presto ad andare su due ruote. Prima la bicicletta, da cui immediatamente feci togliere le ruote laterali; avevo voglia di osare. A otto anni i primi salti spesso finiti nella terra. Lividi, sbucciature e poi, a dieci anni, la prima frattura, al radio dell’avambraccio sinistro. Due anni dopo mio padre mi regalò la prima moto, e lì mi si aprì un mondo. Ogni giorno a sperimentare, con i familiari che non capivano, ma tolleravano, gli amici che seguivano divertiti. Poi è diventato un lavoro e adesso mi trovo qui, per superare l’ennesimo record.
La gente urla è applaude. Tante volte ho pensato di smettere, di farmi da parte, ma non ci riesco. Innesco la marcia e apro il gas. Imbocco la rampa con un sorriso.
Re: W Factor - 1a fase
Indossava un vestito bianco che le ricopriva interamente il corpo. L’acqua cadeva dal cielo come solo in un temporale poteva accadere. Il volto era rigato da lacrime che, a causa dell’incessante pioggia che urtava ogni singolo centimetro di quel minuto viso, erano ben nascoste.
Aveva le braccia larghe, come a voler afferrare qualcosa.
I pugni chiusi, serrati.
Girava su se stessa. Non si fermava.
Il vestito le si era incollato addosso, ormai zuppo d’acqua.
Il bianco era ormai trasparente e non nascondeva per niente la sua biancheria di pizzo.
I capelli bagnati erano raccolti in una crocchia mal sistemata sul capo.
La bocca era una sorta di ghigno di dolore.
I piedi scalzi si muovevano veloci; la sabbia li aveva sporcati quasi tutti ma la pioggia li ripuliva di continuo.
Continuava a girare, il capo rivolto al cielo e all’acqua che ancora cadeva, instancabilmente.
Il rumore delle onde che battevano sulla riva e il dolore del cuore che si stava, pian piano, frantumando.
E quando ti rendi conto che tutto il mondo non avrebbe senso senza di lui, allora sai di essere innamorata. Momo ti amo!
- Isabella Galeotti
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Re: W Factor - 1a fase
- Ti avevo detto un mazzo di rose rosa. Non gialle?
- Scusami mamma, ma la fioraia mi ha detto che quelle rosa le aveva finite.
- Vabbe lascia stare Marco, dai andiamo dalla nonna. Vedrai che sarà comunque felice
di ricevere dei fiori, a prescindere dal colore. Una tomba deve essere sempre addobbata di fiori.
- Si mamma. Ma la prossima volta non farmi andare da solo.
- Ragazzo mio, quando io non ci sarò più dovrai cavartela da solo!
- Si lo so, ma per il momento ci sei tu. Quindi aiutami.
- Certo amore mio.
- Non baciarmi in pubblico, mi vergogno. Non ho più 10 anni.
- Hai ragione Marco, ma ti voglio bene.
- Dai mamma camminiamo, e raccontami i colori del mondo.
- Jessica Rabbit
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Re: W Factor - 1a fase
- Le piogge improvvise non sono rare in autunno, mio Signore – disse l’Inquisitore.
- Tu vedi solo pioggia? - replicò il Duca, accigliato. - Non la mano di Dio?
Non volevo ascoltarli, ma ascoltavo. La speranza faceva male e rosicchiava il mio coraggio già corroso. Ero legato al palo sopra le fascine ammonticchiate. Il duca e l’Inquisitore discutevano, ma le parole si perdevano nel vento. Un lampo. Grosse gocce. Poi tutti scapparono al riparo.
Mi sciolsero e mi riportarono in cella.
Gli altri prigionieri mi guardarono come se fossi appena uscito dalla tomba. Crollai a sedere: le gambe non mi reggevano.
- Un bel miracolo. Ti hanno graziato?
Non lo sapevo.
- Forse domani ti riportano lì.
Mi strinsi nelle spalle. Parlare era difficile.
- Ma non viviamo sempre così, noi uomini? – insorse il Pastore. - Ogni nuovo giorno è un dono del Signore.
- Amen – assentii stancamente.
- Amen – ripeterono tutti.
Re: W Factor - 1a fase
È uscito da quella porta, questa volta per sempre. Ingoio delle pillole, ho solo voglia di dormire. Stacco il telefono, spengo tutte le luci. Sono stanca e mi sdraio sul divano. Sento un dolore intenso all’altezza dell’addome: sono contrazioni, sempre più forti. Molto più dolorose di quel che dicono. Mi rannicchio, cerco di assumere una posizione antalgica, ma le spinte si fanno sempre più violente e ravvicinate. Mi sento bruciare, fa molto caldo qui dentro. A ogni spasmo, mi accorgo che braccia e gambe si accorciano, come se si rattrappissero sotto le feroci convulsioni che ormai mi squassano il corpo. Ora anche il busto si comprime, una contrazione dopo l’altra. Il dolore è insopportabile, il mio corpo sta collassando, ormai è ridotto a un grumo denso e incandescente. Mi sento scoppiare, una luce sfolgorante mi acceca. Ho paura. Infine esplodo. E sogno di essere una stella.
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Re: W Factor - 1a fase
Signor giudice, io non volevo, ho provato a trattenermi, ma a volte nella vita ci sono impulsi che non riusciamo a controllare. Lo scompartimento era vuoto, quella donna si è seduta davanti a me e ha cominciato a parlare dei suoi tempi, dei giovani che oggi sono così maleducati, non finiva mai. Certe persone non sono proprio in grado di capire se l’interlocutore si sta annoiando. Si, l’ho buttata dal finestrino. Il problema è che sono un debole signor giudice, sono troppo gentile, proprio non ce la faccio a dire di no. Il mio vicino con le sue foto della vacanza in montagna. A che serve fare dieci foto uguali io non capisco, gli stambecchi, carini certo, ma visto uno visti tutti. Arrivati alla foto del piatto di polenta non ce l’ho fatta e l’ho strangolato. E’ stata una forma di legittima difesa, io spero che possa capirlo. E’ sbagliato reagire così lo so… Cosa penserebbe la mia famiglia? Ecco, a questo proposito devo dirle una cosa. Eravamo tutti riuniti per il pranzo domenicale… Signor giudice, non trova anche lei le conversazioni sul tempo estremamente noiose?
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Re: W Factor - 1a fase
«Caro, caro Pinocchio, sono la Fata Turchina.»
«Oh bella, bella Fatina, sei qui finalmente! Ti ho tanto, tanto aspettata» il burattino allunga le braccia legnose, pare un fanciullo che vuole la mamma.
«Caro, caro Pinocchio, non sono qui per darti un abbraccio!» la Fata Turchina solleva la bacchetta, esce una fiamma arancione. Pinocchio, atterrito, si fa piccolo contro il muro. Colto dal disagio, prende a toccarsi l’inguine e intorno.
«Che cosa FAI! Schifoso, schifoso Pinocchio, se non la smetti ti brucio le mani!»
«Oh bella, bella Mammina, perché sei arrabbiata? Non capisco che cosa ho sbagliato…»
«Smetti, smetti, SMETTI!» la bacchetta esplode un tuono infuocato. «Non sono tua mamma, lurido porco!»
«Ma no Fatina, non volevo, non volevo!»
«Smetti, smetti, SMETTI! Non hai neanche un sesso, il buon Geppetto non te l’ha dato!»
Pinocchio si blocca, fissa la Fata con occhietti lucenti. Le guarda la gonna, corta oltremodo.
«Bugia» ghigna Pinocchio col naso che cresce.
"Ho appena fatto la cacca". Un uomo libero.
Re: W Factor - 1a fase
Ho conosciuto Anna in stazione. La mia vita da pendolare mi fa frequentare piuttosto spesso questo variopinto ambiente. Girella sempre in cerca di un cappuccino la mattina, di un panino la sera, di sigarette a tutte le ore. Anna è una barbona un po’ originale. Se gli offri qualcosa lei, in cambio, ti regala un bigliettino che tira fuori dalle tasche capienti della sua gonna. Il bigliettino è ricavato dal bordo di un quotidiano, in quell’esile striscia merlata, risparmiata dalla stampa, Anna scrive le sue poesie. Le arrotola finemente e le ferma con un anellino di pasta da minestra per regalarle ai suoi benefattori.
Ieri ho trovato scritto “Autunno cadono le foglie, chi raccoglierà le mie spoglie?”. Stamani sono arrivata prima del solito in stazione e lei non era ancora in giro. L’ho riconosciuta avvolta in un sacco a pelo, sdraiata su un cartone. L’ho chiamata per offrirle un cappuccino. Lei è uscita dal sacco che ha messo in un carrello, poi ha sollevato il cartone e preso la gonna che aveva riposto tra i due strati di cartone su cui aveva dormito. Si è scusata perché aveva finito i bigliettini. “Te lo do stasera” mi ha detto. Infatti l’ho trovata che mi aspettava per darmi il suo biglietto. L’ho aperto in treno:
“Sono umili i miei panni
Ho subito troppi inganni
E’ dura la vita della donna
che deve stirar la sua gonna”
Re: W Factor - 1a fase
Il cielo è d’argento, mille torrenti scorrono oltre i tombini occupati a dar asilo a foglie e cartacce. Il tergicristallo lavora alla grande ma non abbastanza. Mi accorgo di un rumore strano, che improvvisamente ovatta quello del traffico della mattina. Freno ma la mia auto non ci sta. Vedo arrivarmi incontro una Panda, che si accosta alla mia di traverso, insieme galleggiamo veloci verso un albero. Che, maestoso, c i ferma. Riesco ad uscire attraverso il finestrino mentre un bidone mi naviga accanto, scanso uno scooter che sta rovinando a valle. Sento le gambe pesanti, guardo in basso e, tra il fango che mi ha catturato, vedo spuntare uno zaino e un qualcosa che si agita. Acchiappo istintivamente e pesco una piccola massa pelosa attaccata ad un guinzaglio rosso. La corrente rinforza, mi rifugio sul cofano della mia auto e mi ancoro ai primi rami dell’albero. Il cane mi sta fermo in braccio e insieme guardiamo. Tra le onde del fiume sta passando il tetto rosso di una casa.
- Polly Russell
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Re: W Factor - 1a fase
La redazione di BraviAutori era deserta, l'esaminatore lo sapeva.
Conosceva i rischi.
La porta era chiusa; con un profondo sospiro entrò. Colonne bianche di fogli impilati si curvavano sino al soffitto. Come costole contorte di un gigante decomposto. Un crollo alla sua destra.
Scartò poco prima che la valanga cartacea lo sommergesse.
Il denso mare di cellulosa lo aveva avvolto però e fogli affilati come rasoi mortificavano le sue carni, tagliando e sferzando.
Con un gesto disperato afferrò uno dei fogli, prima che il lattiginoso vortice lo avviluppasse.
Poteva farcela, ancora pochi stentati passi, mentre le pagine si appiccicavano al sangue, trascinandolo indietro, nel bianco gorgo degli stampati.
Ottenne la porta mentre metri di carta si strappavano assieme a lembi di vestiti e di pelle.
Uscì.
Tra le dita ormai scarlatte stringeva il suo racconto preferito: quello di Polly Russell.
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Re: W Factor - 1a fase
A casa sua tutto era più semplice, lei seduta composta mi guardava ascoltare le ragioni del suo ordine perfetto. Io perfetto non lo ero, no, io preferivo il caos, e gli impegni li annotavo su foglietti che poi dimenticavo ovunque ma volevo piacerle ad ogni costo.
I miei adorati post-it erano una brutta abitudine che dovevo dimenticare, così Teresa me ne aveva regalato uno. Questo però accadeva ieri.
Ora suona il citofono. Rispondo. E' lei, vuole salire, le dita già mi tremano ma insiste, dice soltanto per vedere come vanno le mie cose.
Il suo regalo l’ho già appeso sopra la scrivania ma il soggiorno è tappezzato dei miei appunti colorati. Mi prende il panico temendo il peggio.
E infatti, appena entra strilla. Si lamenta perché sul calendario non ho ancora scritto niente, sostiene che non mantengo le promesse, piange.
Non posso sopportarlo e con la mano le copro naso e bocca; ci metto solo un attimo a renderla serena.
Ora che mi guarda riordinare riesco a scriverlo davvero: martedì, pulizia, fatto!
Non ne teniamo conto, perché in quelli non possiamo fermarci.
Sui passaggi pedonali, fra i parcheggi incontriamo il nostro futuro.
Amare, litigare, cadere nell'oblio e morire. Senza nemmeno accorgerci
di quando accade. Le membrane che ci separano dalla follia, dal baratro,
dai mostri sono così sottili. Nient'altro che muri di carta.
John Ajvide Lindqvist
77, le gambe delle donne
concorso per racconti sulle donne
Biblioteca Labirinto N° 25
Concorso per antologia di 25 racconti dedicati ai libri e alle biblioteche
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Re: W Factor - 1a fase
Corsero fuori dal bosco, in preda al terrore. Il sopraggiungere di un’auto: la speranza. Chiesero aiuto. La coppia di anziani coniugi fu lieta di offrire loro un passaggio. Le raccontarono dell’incidente, della luce al di là degli alberi, di essersi persi quando era sparita, delle orribili urla e di quegli esseri, mostri, che erano sicuri li avevano inseguiti.
‒ Vedervi è stata la salvezza.
I vecchietti sorrisero. ‒ Mostri? Sono solo leggende. Saranno state le ombre e il vento.
Accennarono un sorriso. Tremavano ancora, ma perché spaventare quei cari che erano stati così gentili. L’importante era andar via da lì.
La casa, arredata in stile antico, era accogliente. L’ospitalità della coppia si dimostrava a ogni istante più lodevole. Quando ci fu di andare a prendere la legna sul retro, si offrirono. Al rientro la tavola era apparecchiata… per due. Una strana luce brillava negli occhi dei vecchi, tra le labbra denti affilati. Non ebbero il tempo di vedere gli artigli scendere su di loro.
L'uomo delle farfalle
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Re: W Factor - 1a fase
Mi vedi?
Guardami!
Conosci la sensazione di morire asfissiato? Quando ti immergi per lungo tempo in acqua e i polmoni ti incendiano il petto. Quando sembra che la testa esploda come un palloncino e non riesci a pensare più a niente, vuoi solo aria, aria e aria.
Questo sentirai con le mie mani strette attorno al collo. Ti farò schizzare gli occhi fuori dalle orbite fino a che non implorai una misera briciola della tua preziosa aria.
Ti darò pugni e calci sullo stomaco, ti ridurrò la faccia in modo tale che i tuoi amici inizieranno a chiamarti E.T. Ti spezzerò braccia e gambe e mi divertirò a farti assumere tutte le forme dei mattoncini del Tetris.
Ti scuoierò con un pelapatate.
Alla fine, di te, non resterà che un patetico ammasso informe. E con questo non voglio escludere che tu già non lo sia.
Ricorda quello che ti farò. Pesa bene la tua prossima scelta. Questo è solo parte di ciò che succederà se deciderai di non farmi passare la prima selezione.
Ricorda!
Mi sfidi?
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Re: W Factor - 1a fase
— Cosa fai, stai dormendo?
Gaia si stropiccia gli occhi, non risponde.
— Allora? — ripete Antonio, attento alla guida.
— Il ferro da stiro, l'ho lasciato acceso. Dobbiamo tornare a casa.
— Ci risiamo, di nuovo le tue ossessioni. Non è possibile e lo sai — la zittisce.
Gaia non risponde, prende tempo.
— So che hai una relazione con Eva — dice piano.
Antonio rallenta, si ferma. L'autostrada è deserta, a quell'ora di notte.
— Scendi.
— Cosa? — risponde Gaia spaventata.
— Saranno un paio di chilometri, poi c'é l'imbocco per l'autogrill, ti aspetto là. Spero che l'aria fresca ti faccia bene.
Gaia scende dall'auto e comincia a camminare. Non esiste nessuna relazione, dice a se stessa, così come non esiste nessun ferro da stiro acceso.
Una scintilla. Un'altra. La palazzina di via dei Tigli prende fuoco all'improvviso, mentre Gaia, a duecento chilometri di distanza, raggiunge Antonio nel parcheggio dell'autogrill.
BReVI AUTORI - volume 5
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Angela Catalini, Francesco Gallina, Liliana Tuozzo, Roberto Bonfanti, Enrico Teodorani, Laura Traverso, Antonio Mattera, Beno Franceschini, F. T. Leo, Fausto Scatoli, Alessandro Chiesurin, Selene Barblan, Giovanni Teresi, Noemi Buiarelli, Maria Rupolo, Alessio Del Debbio, Francesca Gabriel, Gabriele Iacono, Marco Vecchi, SmilingRedSkeleton, Alessandro Pesaresi, Gabriele Iacono, Gabriele Laghi, Ilaria Motta.
Vedi ANTEPRIMA (263,51 KB scaricato 89 volte).
FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (2,48 MB scaricato 214 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Gara 49 - La contrapposizione
A cura di Maddalena Cafaro.
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Gara d'Estate 2018 - Incontri, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione e Laura Ruggeri.
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Anonimania 2022 (settembre) - Prima edizione
A cura di Il Guru e BraviAutori.it.
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