Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
... è quello che auspico pure io. Troppe tensioni tolgono la voglia di partecipare e sarebbe un peccato, perché le gare sono un modo per confrontarci.Fabrizio Bonati ha scritto: ↑04/03/2018, 14:15Secondo me nessuno si cancella e qualcuno fa un esame di coscienza...
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Quanto mi hai chiesto e quanto ti ho detto di me?
Non lo so più, ma so di aver fatto poco.
Quel che resta è una coscienza piena di nebbia, come un sudore fumante nel gelo dei nostri giorni di perplessi naviganti.
Insiste tra noi e le nostre ombre come una tenda sbrindellata che mostra ma confonde, in precario equilibrio tra desideri e dolore.
Non basta mai la parola, per quanta testa io ci metta nel dirla, a spiegare cosa abbiamo perso.
Quanto di me, quanto di te, quanto di noi.
Per ogni giorno una mancanza, un silenzio, un’attesa.
In ogni abbraccio la tristezza di non saperti dire.
Muti siamo rimasti e sordi, nel non capire in tempo.
Troppe ferite per essere noi stessi o quel che eravamo.
Tutto quel che non ti ho detto mi pesa addosso come un torto fatto ogni dubbio non espresso parla della mia paura, e della tua.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Cancellati.carlocelenza ha scritto: ↑04/03/2018, 17:04 Non tenete conto degli allegati sono sempre il solito casinaro, fate conto che non esistono. Vorrei cancellarli ma non so come fare.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Vendetta siberiana – Angela Catalini
Il protagonista è un vigliacco, non ho gradito la forzatura nel descriverlo cercando di dargli una parvenza da duro affascinante quando invece non ha il coraggio di mandare a quel paese il produttore. Inoltre un regista del suo calibro, da come lo hai descritto dovrebbe essere uno importante, non ha bisogno di farsi "... farsi strada con l'agilità di un gatto..." ha un ingresso tutto suo.
"... ti sei degnato di venire" e " Non sarei mancato per niente al mondo" mi sa di co ntraddizione, secondo l'Ubaldo( anche qua nome troppo stupido, forzatura anche questa) il regista non sarebbe andato alla prima del suo film, il perchè non mi è chiaro. La minaccia buttata lì un pò a caso il giorno della prima, a quale scopo fare una scenata? Non ci avrebbe guadagnato nemmeno il produttore.
La vendetta in sé a cosa è servita? Il pubblico l'ha sentita e se si hanno fatto proprio una bella figura da principianti lasciando quella parte montata malissimo altro che statuetta.
VOTO: 2
Le nostre passeggiate notturne – Roberto Bonfanti
Racconto carino, scritto bene ma per quanto possa avere un buon rapporto con gli animali non credo che un cane possa provare smarrimento, vergogna o irrequietezza giovanile. Infine credo che due ombre sovrapposte ne formino una più grossa non a sei zampe un pò pelosa e pò no tipo un satiro greco. Hai voluto giocare sul "colpo di scena" intenerendo il cuore del lettore quando scopre che il protagonista sia un dolce cagnolino, a me invece ha solo irritato.
VOTO: 2
Angelica – Micol Fusca
Credo che vada rivista la punteggiatura. Anche stavolta ho fatto fatica e mi sono ritrovato in confusione, non riesco a capire quando pala la bambola, quando la ragazza e la fine è stata troppo veloce come se non sapessi come finire o come se avessi tagliato il più possibile la stesura originale fino a ottenere questo finale un po' deludente.
Non ho capito nemmeno gli asterischi.
VOTO:2
Quella Parola – Patrizia Chini
Parkinson non è una parola che si usa in ogni frase quindi non capisco proprio il “recitavo un copione dove quella parola non doveva essere pronunciata”. “proclamai come un'eroina...” in che senso? All'inizio dici che la donna ha un principio di Parkinson, qualche riga dopo invece non riesce a controllare più i movimenti semplici per colpa dei tremori, dovresti rivedere questo punto.
Non capisco anche perchè la donna si debba scusare per non aver detto prima il suo problema alla collega, cosa gliene poteva fregare?
VOTO: 2
Volevo dirtelo – David Cintolesi
Non ho capito bene, il padre violentava il figlio, gli diceva “Tranquilla non sentirai niente” usando il femminile perchè omosessuale ma allo stesso tempo lui ne stava abusando, quindi non solo pedofilo ma anche omosessuale, dunque più avanti perchè dici “Tua madre diceva che eri diverso... e io questo non lo riuscivo a capire” cioè per capirlo doveva provare e provare con suo figlio?
Il padre in fin di morte che ha la forza di passarsi la mano tra i capelli, con questo ultimo gesto da figo come a dire beh, io ho fatto la mia parte, ti ho distrutto la vita adesso faccio finta di esserne pentito e muoio. Poi cala il sipario.
Pessimo.
VOTO: 1
Vaffanculo – Enrico Gallerati
Ecco che ritorna il giovane marinaio alle prese con i suoi problemi di personalità, insicurezza e vigliaccheria. Il pigiama color zinco e per come lo hai scritto è davvero brutto, la povera Viola ha fatto bene a cercare un lui. Il tizio è un po egoista anche, qualsiasi fragranza rispetto alla sua preferita era merda? Mentre lui ha preparato la valigia lei non ha fatto altro che piangere? Lui l'ha mandata a quel paese senza nemmeno spiegare il motivo? Il bacio, perché? Se avesse avuto dei ripensamenti avrebbe fatto qualcos'altro, non stropicciare un foglio scritto velocemente.
Un consiglio: falli parlare questi personaggi, non farli fuggire, non lasciare questi quesiti senza risposta che rendono il tutto solo snervante invece che interessante.
Ci sono tantissimi errori di battitura.
VOTO:1
Lettera al figlio – Nunzio Campanelli
Quando ho letto bambino molto appetitoso credevo che stessi parlando di un cannibale, ma non è stato così e ci sono rimasto molto male. Non ho capito perché il bambino sia stato sottratto alla madre, malattia psichiatrica?
“... perché siamo così cattivi” a chi si riferisce?
VOTO: 2
31 Maggio 2009 – Daniele Missiroli
Poco verosimile l'acquisto di due biglietti sul Titanic, qualche refuso, ma non gravissimo, un po' troppo smielato – drammatico per i miei gusti.
VOTO: 3
Le parole che non ti ho mai detto – Lodovico
Carino monologo inesistente, crudo, spietato, pieno di delusione, rammarico ma allo stesso tempo di uno scontato perdono da parte del feto verso la madre. Scritto molto bene, le scene sono state separate benissimo come tuo solito.
VOTO: 4
Le parole che mai ti dirò – Alberto Tivoli
Al tuo posto avrei scritto una bella poesia al posto del testo in prosa. Il ti amo con due O finali che hai creato unendo le prime lettere di ogni frase è stato voluto o la seconda O ti è scappata?
Il testo è scritto bene, sembra una bella dichiarazione d'amore anche se forse questo amore non è corrisposto.
VOTO: 4
Adesso lo sai – Fabrizio Bonati
Forse non sarà scritto bene, forse è stato scritto di getto, forse tutto quello che vogliamo ma mi sente la rabbia, l'enorme rabbia di un figlio privato di cose “normali”, di un figlio geloso degli hobbies del padre. Viene fuori la voglia del figlio di dargli un pugno in faccia e spero vivamente che ce la faccia, a sopravvivere e a liberare la sua rabbia.
Per favore, ti prego e ti supplico correggi quel “se avrò azzeccato il 50% sbagliato” riformulalo meglio, grazie.
VOTO:3
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Niente. Ecco che ne sai tu. Qui si scrive per analizzare lo scritto di un'altra persona, non certo per giudicare le sue sensazioni. C'è uno spazio, intorno a noi, nel quale permettiamo a pochissimi di entrare, uno spazio che a volte mettiamo a nudo scrivendo, pensando e sperando che chi legge comprenda quanto ci questo ci costa. Tu di quello spazio hai fatto strame, e questo è imperdonabile.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
So benissimo cosa significhi sentirsi diagnosticare una malattia cronica e potenzialmente invalidante. Nel mio caso non si tratta di Parkinson ma di sclerosi multipla. Per anni (anni!!) l’ho tenuta nascosta quanto più potevo, non ne parlavo, non l’avevo accettata. Poi qualcosa è cambiato, e ne parlo liberamente , anche a chi non mi conosce. E non è un modo per scatenare il pietismo, semplicemente la malattia è un FATTO, e nasconderla non serve a niente, oltre a diventare impossibile, soprattutto per il Parkinson.
Inizialmente volevo ignorarlo, perché il silenzio è un vaffa in abito da sera, ma... non ce l’ho fatta.
Eliseo, no, non va.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
ora se l'opera era autobiografica, mi dispiace aver "offeso" l'autrice, nel caso non lo fosse ti potevi benissimo risparmiare questa paternale buonista. Probabilmente ti sei sentito colpito in prima persona, ma nemmeno tu puoi permetterti di dirmi che io non ne so nulla.
I miei erano solo consigli e se c'è qualcuno che forse non sa, siete anche voi oltre che io, inoltre non siete nessuno per dirmi se il mio commento va o non va, siete liberi di non leggere i commenti dedicati agli altri racconti se destano questo grande scandalo e scompiglio in voi.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Grazie Nunzio, stavo rispondendo a Eliseo quando ho letto il tuo post, un’analisi precisa dettata da un animo sensibile che mi ha commosso. Non me la prendo più di tanto, non tutti possono capire ma mettere in dubbio alcune affermazioni, il non credere alla sofferenza dell’altro fa male. Ero stata molto perplessa, indecisa se postare o meno il racconto. Qualcuno mi ha accusato di voler impietosire il lettore, lungi da me questo fine: la pietà è ciò che più non voglio.
Non mi pento però di averlo postato perché raccontare la malattia non solo è terapeutico per chi la scrive ma è anche un modo per farla conoscere Se ne parla poco basti pensare che fino a pochi anni fa la “malattia di parchinson” era etichettata come “Morbo” parola che apriva scenari di patologie mostruose, da nascondere.
Grazie di cuore Nunzio, ti abbraccio.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Patrizia, ho seguito poco il contest e tanti messaggi mi sono sfuggiti, ma chi ha scritto questo (non so neppure se sia stato scritto qui) è in malafede. Perché se così fosse, non si potrebbe più scrivere nulla sulle malattie, la morte o le disgrazie senza sembrare un avvoltoio.Patrizia Chini ha scritto: ↑04/03/2018, 20:23 Ero stata molto perplessa, indecisa se postare o meno il racconto. Qualcuno mi ha accusato di voler impietosire il lettore, lungi da me questo fine: la pietà è ciò che più non voglio.
Comunque questo contest sta prendendo una brutta piega e mi auguro che non ci siano persone che si divertono a gettare benzina sul fuoco. Chi vuol intendere intenda.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Eliseo Palumbo ha scritto: ↑04/03/2018, 20:31 Io non ho detto che tu voglia impietosire la gente. Per quanto l'abbiate presa sul personale la mia era un'analisi, se avete frainteso io non ci posso fare nulla, infine se difendersi dopo essere stato additato "in piazza pubblica" è sbagliare( ma non credo) allora avrò sbagliato, come volete voi, cosa volete che vi dica.
[/qi uote]
Infatti non mi riferivo a te quando ho detto che qualcuno mi ha accusato di voler impietosire...non gli ho dato peso e non voglio dargliene ora, vorrei finirla qui. Mi dispiacerebbe che si creassero degli attriti più di quelli che ci sono già. Vogliamoci bene
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Fammi capire, tu non hai neanche partecipato, però ti sei preso il disturbo di leggere e commentare i nostri racconti e noi non abbiamo il diritto di replica sui tuoi sacri e intoccabili commenti?Eliseo Palumbo ha scritto: ↑04/03/2018, 20:14... inoltre non siete nessuno per dirmi se il mio commento va o non va, siete liberi di non leggere i commenti dedicati agli altri racconti se destano questo grande scandalo e scompiglio in voi.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Patrizia, hai tutta la mia solidarietà. Mi pare che stiamo andando OT, e chiedo scusa per per avere contribuito.
Quando si chiudono le votazioni? Il15?
Saluti
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Un abbraccio.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
1) VENDETTA SIBERIANA di Angela Catalini
Una storia tutto sommato normale, dove anch'io avrei fatto la stessa cosa del regista.
Voto: 4,0.
2) LE NOSTRE PASSEGGIATE NOTTURNE di Roberto Bonfanti
Breve, intenso, un buon ritmo e l'inversione dei ruoli per la sorpresa finale.
"l’uomo è il miglior amico del cane."
Voto 5,0.
3) ANGELICA di MicolFusca
Un racconto surreale, con la bambola che addirittura va sul letto di Gea (Toy Story?)
Alcuni punti da correggere:
Io, so
deciso ... deciso
decisa ... decidere
non farà, mai, di lui
- Ok. – basita
Voto 4,0.
4) QUELLA PAROLA di Patrizia Chini
Un racconto incentrato su una delle parole che oggi penetrano nelle nostre case
per via, purtroppo, anche di parenti e amici. Una parola che nessuno vorrebbe
esistesse, ma insieme ad alzhaimer, a sclerosi e ad altre che non voglio ricordare,
si insinua, subdola, nella mente di chi è colpito, prima ancora che nel fisico.
E la prima reazione è proprio il rifiuto. Un rifiuto talmente profondo da non
accorgersi nemmeno (a volte) che lo si sta rifiutando.
Io rifiuto finchè è possibile, poi si vedrà.
Bella frase, Fabrizio: il silenzio è un vaffa in abito da sera.
Voto: 5,0.
5) VOLEVO DIRTELO di David Cintolesi
Un racconto tragico di mancato perdono padre/figlio.
"Eri solo un bambino" poi "Tranquilla" disorienta un po'.
Mi sembra manchi un riferimento alla madre e la caratterizzazione dei due personaggi.
Voto: 3,5.
6) VAFFANCULO di Enrico Gallerati
Un racconto che fa il verso a Marco Masini?
La storia c'è, anche se ci sono molti refusi.
Voto 3,0.
7) LETTERA AL FIGLIO di Nunzio Campanelli
Non viene approfondito il motivo del distacco. "Siamo cattivi?" "Ti portassero via?"
Sono riferimenti a sconosciuti che andrebbero chiariti anche solo con una frase.
Voto: 3,5.
9) LE PAROLE CHE NON TI HO MAI DETTO di Lodovico
Buona idea. Percorso cinico di una vita sprecata, che però da un "mai-nato" può arrivare.
Voto: 4.0.
10) QUELLO CHE NON TI HO DETTO di Massimo Tivoli
Ho letto che ti sei cancellato dal forum e questo mi dispiace davvero.
11) LE PAROLE CHE MAI TI DIRÒ di Alberto Tivoli
Una fecondazione assistita inusuale descritta in modo troppo aulico. Ho dovuto rileggerlo tre volte.
Voto: 3,0.
12) ADESSO LO SAI di Fabrizio Bonati
Un racconto amaro, che forme colloquiali e diversi stereotipi offuscano un po'.
Un refuso: "economche".
Voto: 3,5.
Grazie Roberto per aver trovato il "perche" (Fabrizio, un errore scappa anche a me).
Grazie a Patrizia, a Massimo e a tutti gli altri.
In attesa di gara 70 (e di Massimo, chissà).
Dan
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
E grazie per avere commesso un errore...
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Bene, vi siete già beccati il mio smodato uso delle “virgolette”, passiamo al peggio. Ho deciso di non cambiare metro di giudizio.
“Vendetta Siberiana” di Angela Catalini.
E’ uno dei miei racconti preferiti. Mi piace l’ironia che traspare in ogni riga, la caratterizzazione dei personaggi, forse un po’ “macchietta”, che introduce un film nel film. Nella sostanza il finale non ha rappresentato una grande sorpresa, ma è il modo in cui è arrivato il “Vaffa… “ che mi ha conquistata.
Voto: 5
“Le Nostre Passeggiate Notturne“ di Roberto Bonfanti
Trovo questo racconto molto poetico. L’ho avvertito come una storia di solitudine pienamente ponderata. Uomo e cane sono legati da un sentimento che va oltre la ragione: istintivo. Molto più di quanto si possa chiedere a molti rapporti fra “umani”. Un’amara realtà.
Voto: 4
“Quella Parola“ di Patrizia Chini
Innanzi tutto, ti ringrazio per aver accolto la sfida condividendo il tuo vissuto e concedendoci fiducia. Mi hai fatto riflettere su un aspetto della malattia cui non avevo mai pensato fino in fondo: la negazione. Per chi soffre di una patologia genetica non è così scontato. Ci si abitua da bambini: non puoi correre, prendere freddo, salire le scale, giocare con la neve… la limitazione diventa normale. La “privazione” di qualcosa che fino a poco tempo davi per scontato non lo è. Grazie ancora.
Voto: 4,5
“Volevo Dirtelo” di David Cintolesi.
Un racconto piuttosto pesante e non intendo nella stesura quanto nell’atmosfera. Il vero dubbio che mi rimane è perché il protagonista ha accettato di incontrare il padre. Vedi, in tutto questo leggo “amore”, un sentimento che non mi sento di condividere nella situazione descritta. Certo, il perdono è per i forti. Sono riuscita a farmene una ragione solo nelle ultime righe, nella fede incondizionata del suo Dio. Il tuo personaggio è una brava persona. A volte, l’odio è una forma di amore: l’indifferenza, al contrario, è la mancanza di qualsiasi sentimento. Mi ha coinvolta parecchio.
Voto: 4,5
“Vaffanculo” di Enrico Gallerati
Il tuo protagonista è parecchio masochista: soffre della sindrome della crocerossina. Esiste l’amore malato e quello che hai descritto ne ha le sembianze. Hai saputo comunicare la frustrazione con efficacia. Non ho compreso come ha fatto Viola a infilare il biglietto nella valigia. Era già lì? Aspettava da un momento all’altro che se ne andasse? Magari, ha fatto tutto questo perché fosse lui il primo a lasciarla ufficialmente? Tanti dubbi che non sono riuscita a risolvere. Onestamente è il racconto che mi ha dato di meno.
Voto: 3.5
“Lettera a un Figlio” di Nunzio Campanelli.
Altro racconto doloroso. Ci sono cose che mai vorresti sapere per preservare la tua salute mentale, capaci di far tremare le barriere d’indifferenza che un figlio ha costruito in anni di duro lavoro. Il punto di vista di una madre che mai ha potuto esprimere i suoi sentimenti fino in fondo. Perché? E’ facile chiedere perdono alla resa dei conti, difficilissimo chiedere scusa ogni giorno. Non provo molta empatia per questa donna, non conosco le sue ragioni. In amore ci vogliono “palle”. A chi giova una lettera di questo tipo? Al figlio? Io la reputo un atto egoistico per pacificare la propria coscienza.
Chiusa la parentesi partecipazione emotiva, il racconto è ben scritto ed ha il pregio di porre delle domande.
Voto: 4
“31 Maggio 2009” di Daniele Missiroli.
Ben scritto, cristallino e scorrevole dalla prima all’ultima riga. L’unica pecca, a mio vedere, è l’originalità. Questo aspetto ha penalizzato parecchio il mio giudizio, peraltro tecnicamente ineccepibile. Non sono riuscita a stabilire una profonda partecipazione emozionale nonostante la vicenda sia descritta con molto pathos.
Voto: 4
“Le Parole che non ti ho mai Detto” di Lodovico.
Quello dell’aborto è un tema molto sofferto.
Il monologo coinvolge fin dalle prime righe regalando un punto di vista inatteso. La sensibilità con cui è narrata la storia è magistrale: il tocco di una farfalla armata di kalashnikov. Tento di spiegare il motivo di quest’immagine. La voce sottile della bimba mai nata (bello che tu abbia voluto darle un’identità, femmina) punta dritta allo stomaco, senza sconti. Nonostante ciò, non posso non provare tenerezza per quella madre adolescente.
Voto: 4,5
“Quello che non ti ho Detto” di Massimo Tivoli.
So che Massimo si è ritirato dalla competizione e ho pieno rispetto per le sue ragioni. Ciò nonostante, desidero condividere il mio giudizio. La premessa iniziale deve avervi già messo in avviso. Ho iniziato a leggere horror a dodici anni ed è stato amore per la vita. Il suo è il racconto che ho preferito fra tutti: per gusto esclusivamente personale e perché, indubbiamente, ben scritto. Riesce a evocare immagini precise, forti.
Per me questo genere di letteratura ha il fascino che per altri riveste Halloween. Una specie di stigmatizzazione. I mostri sono facili, leggibili: da loro sai cosa aspettarti. La vita è stracolma di “mostri” che non possiamo combattere né comprendere fino in fondo. Ci irridono da sopra le spalle senza darci tregua.
Tornando al racconto, ho apprezzato le tinte dark che mi hanno fatto pensare (inizialmente) al mondo descritto in Maze Runner. Per chi non lo avesse letto è un romanzo distopico che descrive una realtà post apocalittica dove l’umanità è infettata da un virus che porta alla pazzia. Ho pensato subito ai quasi “andati”, ovvero ai contagiati che ancora non hanno perso del tutto la ragione e alternano momenti di coscienza alla follia. A una lettura più attenta, mi sono chiesta se questo padre fosse davvero “andato”. Quando ho compreso che non lo era mi si sono aperti gli occhi.
“Le Parole che Mai ti Dirò” di Alberto Tivoli.
E’ probabile che il registro stilistico di questo racconto sia al di fuori della mia portata, non sono riuscita ad apprezzarlo pienamente perché non sono pronta a farlo. Ho apprezzato il disegno che si è composto lentamente sotto il mio sguardo, le pennellate che il pittore ha tracciato sulla tela poco a poco fino a forma al soggetto finale solo alla fine. E’ bellissimo, poetico, ma non mi appartiene.
Voto: 4
“Adesso lo Sai” di Fabrizio Bonati
Per quanto assurdo possa sembrare, trovo il racconto di Fabrizio molto simile a quello di David. Certo, le emozioni sono completamente diverse così come i ruoli dei personaggi. Hanno in comune quello che io trovo “amore”, il desiderio di un ultimo addio pur professando odio. A pelle, non ho sentito “amore” nella madre descritta da Nunzio. In tutto questo, naturalmente, entra in gioco il sentire personale e i mostri che ci portiamo alle spalle.
Ho percepito un rancore che va oltre il timore della morte. È un’amara verità: tutti pensiamo di avere tempo per dire e fare. Il protagonista dimostra tutta la sua umanità chiedendo quanto non ha mai avuto: il grido di un bambino (con questo non intendo che sembra un bimbo che fa i capricci) che desidera un padre vero.
Voto: 4,5
Chiedo perdono a tutti se nella battitura ho fatto qualche castroneria con titoli e nomi.
Il pezzo del Cowboy (chiedo venia a Carlo Celenza, ma era troppo bello per non scriverlo) verrà incluso come racconto fuori concorso, vero? Mi piacerebbe vederlo nell’antologia.
- Angela Catalini
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Idem. Breve, ma belloMicolFusca ha scritto: ↑06/03/2018, 16:45Il pezzo del Cowboy (chiedo venia a Carlo Celenza, ma era troppo bello per non scriverlo) verrà incluso come racconto fuori concorso, vero? Mi piacerebbe vederlo nell’antologia.
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 69 - Commenti e votazioni
Grazie Micol, noto che hai colto la vera essenza e senso del racconto. Grazie ancora e saluti.MicolFusca
77, le gambe delle donne
ovvero: donne in gamba!
Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, Marino Maiorino, Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, Marina Paolucci, Roberto Paradiso, Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, Pietro Rainero, Gianluigi Redaelli, Maria Rejtano, Stefania Resanfi, Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.
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Downgrade
Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Idra Loop
la strana verità di una fotografia che non dovrebbe esistere
In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
Cosa lega questi due misteri?
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Gara 43 - Cantami, o diva...
A cura di Antonella Pighin.
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La Gara 52 - Colpo di fulmine
A cura di Giorgio Leone.
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Calendario BraviAutori.it 2012 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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