Addio in La minore
Addio in La minore
«Maresca, li conosceva da tanto i Castellini?»
«L'ho incontrati che poteva essere il Ventiquattro, quindi sì, da più di vent'anni.»
«Comunque, diceva, domenica pomeriggio era lì a pranzo con loro e-»
«E a un certo punto ho visto Fabio che usciva dallo stanzino. In mano fogli non ne aveva, teneva solo una faccia da morto. Bianco che era un cencio.»
«E poi?»
«È successo che la signora gli ha detto 'guarda che so tutto', mentre lui suonava Grieg.»
«Sapeva che cosa?»
«La tradiva. Lia aveva scoperto una lettera dove c'erano scritte vita, morte e miracoli di questa tresca del marito, diceva. L'alterco è iniziato in quel preciso momento, ma lei non ha gridato, commissario, non sembrava nemmeno arrabbiata. Se n'è rimasta seduta sul divano, a braccia conserte come una monaca, senza versare una lacrima. Sa, quando ci rifletto, penso che se non ci fossi stato io, Fabio poteva già morire seduto a quel piano.»
«Il Castellini ha reagito?»
«Non era tipo da reagire, e sinceramente m'è parso che si vergognava. Non l'avevo mai visto combinato così, nemmeno al funerale del fratello. Il litigio comunque è degenerato qualche minuto più tardi, una cosa riguardo al profumo da uomo che c'era sulla busta del messaggio, e lui s'è messo a piangere. Secondo me Lia aveva capito pure troppo.»
«Profumo?»
«Il profumo di un altro, da maschio. Fabio di profumi non ne usava, perciò-»
«Ah. Ho capito.»
«Ecco.»
«Maresca, lei però nel rapporto dichiara che la signora ha pronunziato minacce di morte nei confronti del coniuge, quindi mi conferma che c'era premeditazione o no?»
«Questo non glielo so dire, ma di sicuro c'è stata due anni fa.»
«Non capisco, ispettore. Si spieghi.»
«Commisario, le dice niente il nome Luigi Recanati?»
«Come no. È schedato al casellario. Luigi Recanati detto "Spartachino", durante la guerra comandava la Brigata Boldrini, mi ricordo. Stavano accampati fuori Zocca.»
«Ecco. Prima che gli americani entrassero a Modena, i Castellini erano in quella banda di comunisti. Lia è sempre stata una rossa, Fabio invece no, lui era badogliano.»
«Ma che c'entra questo con l'omicidio?»
«Che lei s'è pentita di non averlo ucciso prima. Dovevo obbedire e basta, gli ha detto, portarti dove m'hanno ordinato, fare quello che andava fatto. Aveva ragione Luigi, te sei solo un serpente. Bisognava ammazzarti che potevamo, e invece t'ho risparmiato.»
«Così quadrano tante cose. Mi pare evidente sia stato un delitto passionale, forse addirittura politico? E allora che vogliamo fare, Marè, vuole seguirlo lei questo caso?»
«Signore, con il dovuto rispetto, credo che rifiuterò. La verità è che a parte la testimonianza io oggi sono venuto qui a rassegnare le dimissioni. Ormai ho capito che lo stomaco per questa città l'ho perso, commissà. Bologna non è più roba mia.»
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Re: Addio in La minore
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Re: Addio in La minore
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Che poi il movente sia politico mi pare inverosimile per stessa ammissione del testimone che è sicuro abbia origine dalla furia della donna tradita. Quindi se tale si sentiva era gelosa e quindi lo amava. E poi, te lo sposi, ci combatti la guerra insieme e poi lo ammazzi perché è badogliano? O perché omosessuale e badogliano? Per un giallo ci vuole tempo e spazio, giocarsela con un racconto breve non è facile.
Capisco però che non un giallo volevi costruire, ma un racconto che offrisse una giustificazione alle dimissioni di Maresca che non riconosce più la sua Bologna. Ma anche qui, dopo le immani devastazioni morali e materiali di cinque anni di guerra può essere un delitto passionale la goccia che fa traboccare il vaso?
Un solo piccolo appunto, dopo la guerra la Pubblica Sicurezza, oggi Polizia di Stato, era ancora militarizzata. La figura dell'Ispettore non esisteva. Maresciallo, come nei Carabinieri.
E una inesattezza formale: «Il profumo di un altro, da maschio. Fabio di profumi non ne usava, perciò-» Dovrebbero andarci dei puntini di sospensione credo.
A presto
Re: Addio in La minore
Ma tornando al problema, il movente non è uno ma sono due. Il primo è ovviamente il tradimento, il più palese, il secondo invece è da rintracciarsi a guerra in corso. Ho letto Epiclesi e si vede che, come me, sei un grandissimo appassionato di storia, perciò non ti sarà sfuggita l'anomalia di un badogliano in mezzo ai comunisti. Ho pensato, dato che la vita umana è complicata - soprattutto in circostanze d'eccezione come una guerra - che pur facendo parte di questa brigata, Fabio non fosse mai stato "totalmente accettato" dal resto, e che per l'appunto a Lia avessero ordinato di sistemare la cosa. Ci sono stati diversi episodi di "pulizia politica" fra le bande di partigiani poco prima che finisse la guerra, e ho voluto che questa fosse una di quelle. Un atto che però, per amore (dato il successivo matrimonio), non si è più consumato. Il tradimento è doppio per questo motivo, una donna che per amore risparmia un uomo che poi scopre omosessuale, credo sia piuttosto plausibile come movente per un personaggio che non è estraneo a un contesto di violenza, dati i trascorsi da ex-partigiana.
E in ultimo - riferendomi alle parole di Maresca - sottolineo che lui "crede" che il movente sia amoroso, quando invece la pista politica è supposta dal suo superiore. Maresca si limita a riportare quanto ha visto e sentito, assieme alle poche notizie relative ai trascorsi dei due.
Per quel che concerne lo sfondo, capisco sia assolutamente inconsistente, ma Bologna - l'Emilia più in generale - mi sono sembrati l'ambiente più adatto a sviluppare una storia di questo tipo. Nè più nè meno.
Le dimissioni di Maresca, in ogni caso, sono motivate da questioni di "stomaco". Il fatto che due suoi amici siano finiti a uccidersi a vicenda gli ha fatto cambiare idea.
Per quel che invece riguarda l'apparato di Pubblica Sicurezza, ti ringrazio per la correzione. E' un errore e se, possibile, mi piacerebbe avere qualche altra informazione. Se Maresca era un Maresciallo, il suo superiore di che grado dovrebbe essere?
Grazie ancora per la tua risposta e il tuo tempo. La mia non vuole essere un'apologia, ovviamente, ma ci tenevo a precisare determinate cose. Se poi tali elementi non sono passati, me ne prendo la responsabilità in ogni caso, ho usato questo dipinto come soggetto -> https://lh4.googleusercontent.com/KwDUX ... fGlUr=w773
E' partito tutto da qui, molto spontaneamente. A presto!
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La psiche umana è complicata, quella di una donna tradita ancora di più, perdonatemi signore per questa concessione al mio maschilismo latente. Perciò non mi meraviglio che una vendetta venga servita fredda, ma che dico, surgelata!
Draper, sai bene quanto apprezzi il tuo stile, dimmi se è reperibile un tuo romanzo, una raccolta di racconti, sarei curioso di leggerti anche al di fuori delle gare.
Il racconto mi è piaciuto, credo che si sia capito, giustifico anche il repentino disgusto dell’ispettore (o quello che è) per il suo ruolo, per quella città che non sente più sua.
I tre puntini meglio del trattino.
Il brano di Grieg è il concerto per piano e orchestra?
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Per quel che concerne l'info-dump, penso che - da autore - sia una delle bestie peggiori contro cui combattere. Questo perché, nel mio caso, il lavoro di ricerca porta via praticamente 7/10 del totale e dopo tutte le informazioni raccolte (e il tempo perso a cercarle) scatta quasi istintivamente la "voglia" di darle in pasto al lettore perché nulla resti non detto. Ovviamente è una pratica che poi, sul testo, va distillata con cura. Tipo la grappa. Il segreto, secondo me, soprattutto se si scrive qualcosa "in costume", è saper scegliere bene cosa dare per scontato e cosa no, rapportandolo sia ai personaggi che agli eventuali lettori. E questo può accadere solo se si ha un'idea quanto meno organica e ferma dello zeitgeist che vive all'interno dei contesti che scegliamo. Nel caso di "Addio in La minore", purtroppo non sono riuscito a essere preciso come avrei voluto, ma per fortuna c'è chi mi ha aiutato a scovare il problema.
Il brano di Grieg è l'opera 16, quindi sì, proprio il concerto per pianoforte e orchestra che orecchio!
E in ultimo, mi scuso la lungaggine, qui su BraviAutori c'è il 60% di quello che ho scritto finora, ed è ciò che ritengo più valido. In dieci anni non è praticamente nulla, se paragonato a quanto producono altri autori e amici che conosco, ma sono opere di cui mi sento soddisfatto. Mi sono sempre occupato di racconti brevi, da poco ho scritto qualche poesia - causa iato, per non arrugginirmi - e l'unico romanzo che abbia scritto è in realtà il capitolo centrale di una trilogia di cui ho scritto solo 2 parti su 3. Si chiama Erin Go Bragh. Tutti i file sono in pdf sul mio profilo autore e liberamente consultabili/scaricabili, e se dovesse capitarti, sarei assolutamente curioso di ricevere una tua recensione su ciò che leggerai. Da lettore o da autore, andrà bene comunque Grazie ancora!
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Le motivazioni delle dimissioni di Maresca mi sembrano tutt'altro che fragili: è vero che in confronto agli orrori vissuti in guerra un "banale" omicidio può sembrare poca cosa, ma è altrettanto vero che lo si può leggere come la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mi piace proprio perché il racconto ruota attorno a un fatto apparentemente "minore" ma in realtà pregno di significato per il protagonista, segnandone il definitivo "crollo".
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Re: Addio in La minore
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mi è piaciuto anche lo scrivere molto simile al parlato, visto che si tratta di dialoghi.
a me è balzato subito all'occhio l'anomalia del badogliano tra i comunisti, e comprendo benone la frase di Lia: dovevo farti fuori quando me lo avevano detto.
lavoro positivo.
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Re: Commento
Ti ringrazio, Selene. Avevo lasciato un commento anche sul tuo racconto, ma il mio computer è crashato nel momento meno opportuno ed è rimasto solo il voto. Riassumendo il concetto, per quel che riguarda il tuo "Notte Rossa", ci tenevo a dirti che, pur non rispondendo al classico tipo di testo che ci si aspetterebbe, mi ha lasciato una strana sensazione addosso. Nel senso, mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo che fosse più articolato. Notte Rossa è un embrione e nulla più, ma è chiaro che puoi e riusciresti a fare molto meglio. Perciò sono curioso. Grazie per essere passata, intanto.Selene Barblan ha scritto: ↑30/04/2019, 22:57 Ciao, mi è piaciuto molto il tuo racconto sia per lo stile sia perché è veloce e mi fa sorridere. Il linguaggio rende molto bene il carattere dei personaggi, che sono vividi e realistici. Penso che non ci sia niente di particolare da cambiare.
Re: Commento
Ti ringrazio. Il mio voleva essere un piccolo esperimento, nulla più, ma ogni volta che sperimento finisco in fondo alla classifica. Non è il massimo per un autore, ma ce ne si assume i rischi, io per primo Grazie per essere passato, nei prossimi giorni cercherò di rimettermi in pari con gli altri autori
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Re: Commento
Grazie a te per avermi letto riferendomi invece alDraper ha scritto: ↑13/05/2019, 21:21 Ti ringrazio, Selene. Avevo lasciato un commento anche sul tuo racconto, ma il mio computer è crashato nel momento meno opportuno ed è rimasto solo il voto. Riassumendo il concetto, per quel che riguarda il tuo "Notte Rossa", ci tenevo a dirti che, pur non rispondendo al classico tipo di testo che ci si aspetterebbe, mi ha lasciato una strana sensazione addosso. Nel senso, mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo che fosse più articolato. Notte Rossa è un embrione e nulla più, ma è chiaro che puoi e riusciresti a fare molto meglio. Perciò sono curioso. Grazie per essere passata, intanto.
Commento qui sotto penso sia sempre buona cosa provare a sperimentare,
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Re: Commento
Ciao Teseo, e grazie per la lettura. Ho scelto questo titolo perché tratta anzitutto di una separazione (fra l'altro un po' traumatica ) e in secondo luogo perché il pezzo di Grieg che il protagonista suonava al momento dell'alterco è un pezzo in La Minore, appunto.Teseo Tesei ha scritto: ↑30/05/2019, 1:33 Divertente e movimentato. Tutto dialoghi e distintivo direbbe Robert De Niro a Kevin Costner. Mi sfugge il titolo, come mai "Addio in LA minore?" Sicuramente avrà un senso che tuttavia al momento mi sfugge del tutto.
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Re: Addio in La minore
Grazie per la risposta Drapper.
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Per il resto, i dialoghi sono ben strutturati e scanditi da ritmi armonici, segnati da un giusto bilanciamento tra il dichiarato e l’intuibile.
Il racconto nel complesso è interessante, tenendo sempre presenti i limiti imposti dagli standard del componimento breve.
P.S. Esprimerò il voto dopo attenta rilettura.
Re: commento
Grazie per essere passato a leggere, Stefano. Ovviamente ho già fatto tesoro dei suggerimenti storiografici che mi sono stati proposti, perché - come ho detto - tengo moltissimo a dare solidità spazio-temporale alle mie storie. Nel frattempo, attenderò il tuo votoStefano Giraldi Ceneda ha scritto: ↑08/06/2019, 17:26 Le notazioni di carattere storico riportate in un precedente commento sono ineccepibili e suggerisco al bravo Draper di tesorizzare i suggerimenti in esse inclusi.
Per il resto, i dialoghi sono ben strutturati e scanditi da ritmi armonici, segnati da un giusto bilanciamento tra il dichiarato e l’intuibile.
Il racconto nel complesso è interessante, tenendo sempre presenti i limiti imposti dagli standard del componimento breve.
P.S. Esprimerò il voto dopo attenta rilettura.
Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
I sette vizi capitali
antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Federico Mauri, Emilia Pietropaolo, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Lidia Napoli, Alessandro Mazzi, Monica Galli, Andrea Teodorani, Laura Traverso, Nicolandrea Riccio, F. T. Leo, Francesco Pino, Franco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, Selene Barblan, Caterina Petrini, Fausto Scatoli, Andr60, Eliana Farotto.
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Mai Più
Antologia di opere grafiche e letterarie aventi per tema il concetto del MAI PIÙ in memoria del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, di AA.VV.
Nel 2018 cade il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, perciò abbiamo voluto celebrare quella follia del Genere umano con un'antologia di opere grafiche e letterarie di genere libero aventi per tema il concetto del "mai più".
Copertina di Pierluigi Sferrella.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Alessandro Carnier, Romano Lenzi, Francesca Paolucci, Pasquale Aversano, Luisa Catapano, Massimo Melis, Alessandro Zanacchi, Furio Bomben, Pierluigi Sferrella, Enrico Teodorani, Laura Traverso, F. T. Leo, Cristina Giuntini, Gabriele Laghi e Mara Bomben.
La Gara 38 - Sorpresa!
A cura di Lodovico.
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La Gara 51 - 50 sfumature
A cura di ser Stefano.
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La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
A cura di Alessandro Napolitano.
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