Vortici

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Piramide
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Vortici

Messaggio da leggere da Piramide »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

S’alzava conscio un sospiro
e candidissimo non mutava il cielo,
al dì fuggivan nuvoloni neri,
alla notte è tutto un buio manto
e il lontano trasmetteva ora vicino
un rumore troppo lento che passava
nell’aria morta e in fondo mossa
della sera, e vibrante la brezza
sospirava, e tale io spingevo avanti
un sasso e un’alterata immobilità,
l’ordine cosmico e la profondità di uno spazio.
Spaventato dalla crudeltà del mio agire,
sovversivo, il nulla rivoluzionava
il tutto nel Grande Fragore.
Perso fra i suoi vortici,
misuravo la differenza di potenziale
generata dall’umana sofferente libertà.
Mi doleva dunque d’esser libero
ché non v’è cosa più ardua
di sopportare il peso di un arbitrio
che impone di ordinare il caos.
Eternamente tristi,
condannati a sfuggire titubanti
alle meccaniche celesti.
Gabriele Pecci
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Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Ciao Piramide.

Ho riletto più volte il testo e l'ho trovato di una bellezza e poetica disarmante.

Fino a poco tempo fa vedevo e avevo la tua stessa concezione di ciò che siamo, il sentirsi così diversi da un semplice sasso o astro intorno o sopra di noi. Di avere scelte che influenzassero realisticamente qualcosa al di là della nostra portata sia personale che come specie.

Invece ciò che influisce è solo la responsabilità relativa a noi stessi e di conseguenza a ciò che ci circonda, è solo questo ad essere reale e influente.

Abbiamo una coscienza biografica solo per sopravvivenza, senza questa la nostra specie non si sarebbe potuta evolvere in ciò che è per come questa è poi strutturata.

La verità è che tolto questo aspetto che ripeto, è ovviamente apparentemente rilevante al nostro punto di vista, in realtà in fondo non lo è tanto quanto lo riteniamo
essere, o dove forse ognuno a suo modo spera o si convince che sia.

Alla fine non c'è alcuna differenza tra noi e tutto ciò che comunque, ovunque e dovunque nel cosmo è evolutivamente o sotto ogni qualsivoglia forma, presente.

Tutto è al suo minimo stato possibile, solo movimento espresso, espressione di quantità di moto.

Il vuoto stesso lo è.

Ma non voglio fare o ripetere qui concetti già più volte espressi su cui poi si possa o meno convenire.

Ho trovato la tua poesia veramente profonda e toccante nell'esprimere questo tuo dubbio esistenziale, e sicuramente oltremodo riuscita in questo suo intento.

Voto 5.
Marco Pozzobon
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Messaggio da leggere da Marco Pozzobon »

Ti ho già detto molte volte che sei uno dei miei poeti preferiti e questa poesia ha solo alzato la mia considerazione del tuo lavoro. Tra l'altro mi sembra un'evoluzione del tuo stile solito composto da versi molto brevi. Ottimo lavoro, voto 5
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Maria Spanu
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Messaggio da leggere da Maria Spanu »

Beh che dire, ha già esaurito tutto il commento di Gabriele :D Si percepisce chiaramente il lavoro dietro a questo componimento oltre alla ricercatezza e alla delicatezza linguistica utilizzata. Per non parlare dei sentimenti scaturiti: la sensazione di essere così piccoli nella nostra esistenza che tanto decantiamo. La sensazione di smarrimento del nostro essere è sempre stato presente, proprio perché non sappiamo praticamente nulla su niente. La vana illusione della propria libertà, libera di stare entro 4 mura costruiti da regole e regole che, spesso sono in contrasto. Questa libertà che ci uccide dentro, la voglia di Sapere ma allo stesso tempo la paura di Sapere troppo e non avere la capacità di gestire il troppo.
Veramente bella, armonica e carica questa poesia, bravo!
Voto 4
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"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.

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